Abstract/Sommario: L'autrice offre suggerimenti e strumenti utili agli insegnanti per consentire loro di contribuire all'educazione socio-emotiva degli alunni e alla creazione di classi prosociali nella scuola primaria. Frequentando servizi educativi, come il nido e la scuola dell'infanzia, e quindi ancor prima di entrare nella scuola primaria, i bambini fanno già precoci esperienze di vita collettiva; in questi contesti, essi apprendono e sperimentano capacità sociali che consentono loro di vivere a str ...; [Leggi tutto...]
L'autrice offre suggerimenti e strumenti utili agli insegnanti per consentire loro di contribuire all'educazione socio-emotiva degli alunni e alla creazione di classi prosociali nella scuola primaria. Frequentando servizi educativi, come il nido e la scuola dell'infanzia, e quindi ancor prima di entrare nella scuola primaria, i bambini fanno già precoci esperienze di vita collettiva; in questi contesti, essi apprendono e sperimentano capacità sociali che consentono loro di vivere a stretto contatto con gli altri, pur esprimendo la loro individualità ed unicità. Oggi le nuove ricerche hanno rilevato un altro aspetto della natura umana, cioè la tendenza ad empatizzare, aiutare, cooperare e collaborare con i propri simili. I due aspetti di studio, questo nuovo e quello più vecchio (che ha documentato la presenza di atteggiamenti di natura aggressiva, agonistica e conflittuale nella vita sociale), sono oggigiorno ritenuti compresenti fin dalla nascita e destinati a modificarsi in ogni essere umano, non solo con la crescita, ma anche in base agli apprendimenti ed all'esperienza. Il presente contributo offre una riflessione su quest'ultimo punto, prendendo in esame i processi di socializzazione che favoriscono la gestione delle pulsioni aggressive e la messa in atto di comportamenti socialmente positivi.
Abstract/Sommario: La Teoria della Mente costituisce una abilità centrale nella vita scolastica del bambino, in grado di influenzare la sfera sociale e cognitiva degli apprendimenti. Dal punto di vista sociale, i bambini che sono più capaci di mettersi nei panni degli altri sono anche più abili nelle relazioni sociali: capiscono i bisogni altrui, sono in grado di aiutare, sono maggiormente adeguati nel gruppo dei pari e nella gestione di disaccordi e conflitti. La teoria della mente consente loro di vede ...; [Leggi tutto...]
La Teoria della Mente costituisce una abilità centrale nella vita scolastica del bambino, in grado di influenzare la sfera sociale e cognitiva degli apprendimenti. Dal punto di vista sociale, i bambini che sono più capaci di mettersi nei panni degli altri sono anche più abili nelle relazioni sociali: capiscono i bisogni altrui, sono in grado di aiutare, sono maggiormente adeguati nel gruppo dei pari e nella gestione di disaccordi e conflitti. La teoria della mente consente loro di vedere le cose da punti di vista diversi e di trovare elementi di contatto e di mediazione tra posizioni distanti. Questa abilità aiuta i bambini a leggere e a capire le situazioni sociali, le ragioni ultime del comportamento degli altri, a tenerne conto durante la scelta del loro comportamento da adottare e più adeguato alla situazione. La Teoria della Mente rappresenta, dunque, uno straordinario strumento cognitivo perché essere in grado di ragionare sugli stadi mentali aiuta i bambini a sviluppare idee sull'origine della conoscenza e sui processi di apprendimento. L'autrice indica, alla fine, alcuni principi guida e strumenti utili per promuovere questa teoria nella scuola primaria.
Abstract/Sommario: In questo articolo gli autori illustrano le potenzialità della robotica utilizzata per assistere le persone e il suo possibile uso nei contesti scolastici e educativi. In effetti, la robotica è nata per aiutare le persone in attività difficili, rischiose, pesanti (es. quelle industriali) oppure per aiutarle in lavori domestici; ma anche per assistere, educare le persone con difficoltà come i disabili, gli anziani, i bambini che possono stabilire con un robot (oggetto attraente e stimol ...; [Leggi tutto...]
In questo articolo gli autori illustrano le potenzialità della robotica utilizzata per assistere le persone e il suo possibile uso nei contesti scolastici e educativi. In effetti, la robotica è nata per aiutare le persone in attività difficili, rischiose, pesanti (es. quelle industriali) oppure per aiutarle in lavori domestici; ma anche per assistere, educare le persone con difficoltà come i disabili, gli anziani, i bambini che possono stabilire con un robot (oggetto attraente e stimolante) relazioni positive. Quest'ultimo, infatti, può facilitare le funzioni quotidiane e l'apprendimento di utili competenze per l'adattamento. A differenza della robotica evoluzionista (quella che simula le trasformazioni generazionali), la robotica dello sviluppo riproduce i processi di apprendimento e lo sviluppo tipico del bambino, ricreando modelli e fenomeni studiati dagli psicologi. I suoi risultati sono applicati nella Robotica di Supporto Sociale (SAR) che fornisce assistenza alle persone utilizzando l'interazione sociale; consente molteplici usi nella riabilitazione di anziani, ma anche di bambini con disturbi cognitivi, del comportamento o con autismo. La robotica sociale ha, inoltre, un grande potenziale come strumento per la costruzione delle attività didattiche data la sua interattività e la capacità di mediare nel gioco di attività. Il robot, incoraggiando i bambini alla mobilità ed all'interazione diretta, permette di evitare i rischi dei giochi al computer, quali sedentarietà fisica, scarso coinvolgimento sociale e tendenza all'isolamento.
Abstract/Sommario: In questo articolo le autrici spiegano perché è importante promuovere con l'azione didattica un miglioramento nelle capacità metacognitive dei bambini della scuola dell'infanzia e forniscono agli insegnanti strategie funzionali a questo scopo. La ricerca sullo sviluppo metacognitivo, negli ultimi decenni, è stata accompagnata da numerosi studi che hanno messo a punto programmi e metodi di stimolazione delle abilità metacognitive, con validi risultati. Tale pratica dovrebbe essere, quin ...; [Leggi tutto...]
In questo articolo le autrici spiegano perché è importante promuovere con l'azione didattica un miglioramento nelle capacità metacognitive dei bambini della scuola dell'infanzia e forniscono agli insegnanti strategie funzionali a questo scopo. La ricerca sullo sviluppo metacognitivo, negli ultimi decenni, è stata accompagnata da numerosi studi che hanno messo a punto programmi e metodi di stimolazione delle abilità metacognitive, con validi risultati. Tale pratica dovrebbe essere, quindi, ampiamente conosciuta e diffusa negli ambienti educativi, in particolar modo nella scuola; invece, alcune ricerche a livello internazionale, hanno dimostrato che i metodi di insegnamento in classe non applicano diffusamente le modalità metacognitive. C'è da dire, però, che la ricerca riguarda soprattutto bambini più grandi, mentre è più opportuno aumentare la consapevolezza dei processi cognitivi nei bambini già in tenera età, sin dalla scuola dell'infanzia e facilitarne l'apprendimento. Le ricerche portate avanti, poi da alcuni autori hanno mostrato che la metacognizione è fondamentale per l'apprendimento, poiché permette al bambino di capire se stesso e di decidere come affrontare una prova in base alle proprie capacità e al tipo di compito che gli è stato affidato.
Abstract/Sommario: Il contributo propone una lettura del processo di sviluppo e socializzazione infantile dal punto di vista della scoperta e appropriazione, da parte del bambino, dell'universo di regole che organizzano il suo mondo. Si sa che le norme regolano il comportamento dell'uomo e le regole sociali assicurano l'esistenza del gruppo come tale; inoltre, le esigenze della nostra società tecnologica danno un impulso ancora maggiore e più evidente alla "normalizzazione", che ha l'obiettivo di rendere ...; [Leggi tutto...]
Il contributo propone una lettura del processo di sviluppo e socializzazione infantile dal punto di vista della scoperta e appropriazione, da parte del bambino, dell'universo di regole che organizzano il suo mondo. Si sa che le norme regolano il comportamento dell'uomo e le regole sociali assicurano l'esistenza del gruppo come tale; inoltre, le esigenze della nostra società tecnologica danno un impulso ancora maggiore e più evidente alla "normalizzazione", che ha l'obiettivo di rendere il contesto sociale più regolare e più efficace nel suo funzionamento. Quindi, comprendere la base, la natura e le implicazioni delle norme è un aspetto fondamentale per lo sviluppo sociale. In questo articolo l'aspetto centrale di tale processo è però quello psicologico: il piano individuale dell'appropriazione ed interiorizzazione di quanto viene proposto e/o imposto. Nel processo di appropriazione delle regole durante lo sviluppo, il bambino organizza i dati dell'esperienza e dà loro un significato: fin dalla più tenera età il bambino stabilisce con l'ambiente sociale una interazione attiva (non subisce solo l'influenza). Nella costruzione di un tale rapporto è fondamentale il ruolo svolto (di sostegno) da parte degli adulti, in primo luogo i genitori e poi gli insegnanti. Attraverso lo scambio relazionale e comunicativo (cura, affetto, attenzione) passeranno al bambino la cultura del mondo sociale che lo circonda. Il primo orientamento rispetto all'ambiente che circonda il bambino è quello legato alla scoperta di relazioni funzionali tra ciò che avviene attorno a lui (esistenza di regolarità); altro aspetto è che il mondo delle cose è distinto precocemente da quello delle persone. Inoltre, per quanto concerne l'apprendimento delle regole sociali, i bambini tendono a dare un senso alle richieste fatte loro dagli adulti (oltre che ad adattarvisi) e già dal secondo anno di vita cercano di dare un significato ai messaggi che giungono loro, in relazione al contesto sociale in cui vivono.
Abstract/Sommario: Le autrici propongono una riflessione sull'uso del videotour, uno strumento di matrice etnografica a sostegno della costruzione di senso di comunità a scuola. La proposta si è sviluppata all'interno di un progetto di ricerca-intervento (Scuola dell'infanzia, intercultura e comunità: come le sfide inclusive sviluppano le risorse sociali di un territorio), promosso dalla Federazione provinciale delle Scuole materne di Trento. Tale ricerca è stata realizzata presso tre scuole della Federa ...; [Leggi tutto...]
Le autrici propongono una riflessione sull'uso del videotour, uno strumento di matrice etnografica a sostegno della costruzione di senso di comunità a scuola. La proposta si è sviluppata all'interno di un progetto di ricerca-intervento (Scuola dell'infanzia, intercultura e comunità: come le sfide inclusive sviluppano le risorse sociali di un territorio), promosso dalla Federazione provinciale delle Scuole materne di Trento. Tale ricerca è stata realizzata presso tre scuole della Federazione ed è connotata dall'uso di una metodologia situata. L'obiettivo principale è stato quello della costruzione, sperimentazione e validazione di una metodologia di sviluppo di comunità; la scuola dell'infanzia è stata, quindi, considerata come nucleo attivo di connessioni e il centro di una rete di esperienze di cittadinanza attiva per la costruzione di percorsi inclusivi non solo per i bambini ma anche per le loro famiglie.