Abstract/Sommario: I sostenitori del Precision Teaching affermano che, raggiungendo rapide frequenze di risposta su diversi compiti, è possibile mantenere livelli di performance soddisfacenti per un periodo di tempo prolungato, migliorando così la durata della propria attenzione. Lo studio che presentiamo è stato effettuato su 2 ragazzi con diagnosi di ADHD, che mostravano evidenti problemi nel mantenimento dell’attenzione durante lo svolgimento dei compiti accademici. Nella fase di base line abbiamo val ...; [Leggi tutto...]
I sostenitori del Precision Teaching affermano che, raggiungendo rapide frequenze di risposta su diversi compiti, è possibile mantenere livelli di performance soddisfacenti per un periodo di tempo prolungato, migliorando così la durata della propria attenzione. Lo studio che presentiamo è stato effettuato su 2 ragazzi con diagnosi di ADHD, che mostravano evidenti problemi nel mantenimento dell’attenzione durante lo svolgimento dei compiti accademici. Nella fase di base line abbiamo valutato la durata dell’attenzione dei soggetti in sessioni di apprendimento da 5 e 7 minuti; nella fase di training è stata utilizzata la metodologia Precision Teaching per costruire la fluenza nel compito accademico; la termine della fase di training abbiamo misurato nuovamente la durata dell’attenzione dei soggetti in altrettante sessioni da 5 e 7 minuti. I risultati sperimentali e l’analisi statistica evidenziano un miglioramento statisticamente significativo della durata dell’attenzione che si mantiene anche nella fase di follow-up.
Abstract/Sommario: Vengono descritti due studi che prendono in esame la specificità del profilo neurocognitiva di donne con Sindrome dell’X Fragile. Nel primo studio, sono state messe a confronto donne portatrici di una mutazione completa dell’SXF, donne con una permutazione e donne senza SXF ma nate da famiglie con familiarità per tale sindrome. Le donne con SXF presentavano un QI significativamente più basso rispetto a quello degli altri due gruppi. Le donne con SXF hanno una prestazione peggiore rispe ...; [Leggi tutto...]
Vengono descritti due studi che prendono in esame la specificità del profilo neurocognitiva di donne con Sindrome dell’X Fragile. Nel primo studio, sono state messe a confronto donne portatrici di una mutazione completa dell’SXF, donne con una permutazione e donne senza SXF ma nate da famiglie con familiarità per tale sindrome. Le donne con SXF presentavano un QI significativamente più basso rispetto a quello degli altri due gruppi. Le donne con SXF hanno una prestazione peggiore rispetto agli altri gruppi nelle prove relative alle funzioni esecutive, alle abilità spaziali e alla memoria visiva. Le donne con SXF sono state successivamente confrontate con donne senza SXF, appaiate per età e QI. È emerso un profilo simile nei due gruppi ma le donne con SXF evidenziavano punteggi inferiori rispetto al gruppo di controllo nelle funzioni esecutive. È stata analizzata anche la possibile relazione tra indici neurocognitivi e i fondamenti biologici della sindrome. Nel complesso, i risultati mettono in evidenza che nel profilo neurocognitivo della SZF sembrano predominare i deficit esecutivi rispetto a quelli visuospaziali.
Abstract/Sommario: La sindrome di Turner (4,5,X) è una delle più comuni anomalie cromosomiche con un’incidenza di 1:5000 nella popolazione generale. Comporta una disabilità dello sviluppo associata a specifici deficit neuropsicologici e comportamentali. La maggior parte delle TS presentano un QI verbale normale ma mostrano difficoltà visuospaziali, percettive, motorie ed attentive. In particolare è stata descritta discalculia associata ad alterazioni strutturali del solco intraparietale destro. Recenteme ...; [Leggi tutto...]
La sindrome di Turner (4,5,X) è una delle più comuni anomalie cromosomiche con un’incidenza di 1:5000 nella popolazione generale. Comporta una disabilità dello sviluppo associata a specifici deficit neuropsicologici e comportamentali. La maggior parte delle TS presentano un QI verbale normale ma mostrano difficoltà visuospaziali, percettive, motorie ed attentive. In particolare è stata descritta discalculia associata ad alterazioni strutturali del solco intraparietale destro. Recentemente abbiamo diagnosticato la sindrome di Turner in una ragazza di 14 anni, giunta in consultazione per un comportamento di rifiuto scolastico. Il fenotipo clinico non era caratteristico. La paziente è stata sottoposta alla valutazione psicometria del livello intellettivo e delle funzioni cognitive e ad indagini neuroradiologiche (Risonanza Magnetica cerebrale). Scopo del presente lavoro è descrivere il processo di valutazione del caso e discutere il ruolo delle disabilità di apprendimento nell’attivare il disturbo d’ansia all’interno del contesto scolastico.
Abstract/Sommario: La presente ricerca ha lo scopo di verificare la salienza categoriale della disabilità nell’elaborazione automatica delle informazioni sociali e la distanza sociale percepita verso i coetanei con Sindrome di Down (SD). Ad un campione di 120 adolescenti con sviluppo tipico, di età compresa tra i 13 ed i 18 anni, frequentanti alcune Scuole Medie Superiori in provincia di Catania, nelle quali non si registra la presenza di adolescenti in situazione di disabilità, è stato proposto il parad ...; [Leggi tutto...]
La presente ricerca ha lo scopo di verificare la salienza categoriale della disabilità nell’elaborazione automatica delle informazioni sociali e la distanza sociale percepita verso i coetanei con Sindrome di Down (SD). Ad un campione di 120 adolescenti con sviluppo tipico, di età compresa tra i 13 ed i 18 anni, frequentanti alcune Scuole Medie Superiori in provincia di Catania, nelle quali non si registra la presenza di adolescenti in situazione di disabilità, è stato proposto il paradigma del Who said that? I risultati indicano che, per la categorizzazione sociale, la disabilità non sembra svolgere un ruolo saliente nell’elaborazione delle informazioni sociali. Differenze si riscontrano, invece, rispetto alle dimensioni identitarie: i Coetanei disabili sono percepiti molto meno positivamente rispetto al Sé Reale e maggiormente distanti rispetto ai “Coetanei normodotati.
Abstract/Sommario: La Memoria Prospettica (MP) consiste nel richiamo di intenzioni, basate su elementi temporali, eventi o attività, da eseguire nel futuro. Esempi di compiti prospettici sono: ricordarsi di prendere le medicine, di portare a termine un percorso, di rispettare gli appuntamenti a scuola o durante il tempo libero, di portare a casa i compiti o la scheda da far firmare, di seguire le istruzioni a scuola su attività da eseguire più tardi, di completare i compiti per casa o di riportare a scuo ...; [Leggi tutto...]
La Memoria Prospettica (MP) consiste nel richiamo di intenzioni, basate su elementi temporali, eventi o attività, da eseguire nel futuro. Esempi di compiti prospettici sono: ricordarsi di prendere le medicine, di portare a termine un percorso, di rispettare gli appuntamenti a scuola o durante il tempo libero, di portare a casa i compiti o la scheda da far firmare, di seguire le istruzioni a scuola su attività da eseguire più tardi, di completare i compiti per casa o di riportare a scuola i compiti eseguiti. Gli studi condotti sulla memoria prospettica nei bambini con sviluppo tipico o con disabilità evolutive (acquisite o genetiche) sono limitati. Gli studi esistenti suggeriscono che la MP si sviluppa precocemente. La presenza di tale abilità è documentata, infatti, già in bambini di età compresa tra 2 e 4 anni.
Abstract/Sommario: Molti genitori affermano che nonostante il considerevole stress che viene dall’essere genitori di bambini con disabilità, le loro esperienze sono state fonte di trasformazione personale. Lo scopo di questo articolo è quello di descrivere il processo di trasformazione di genitori e bambini con disabilità, sulla base di specifici dati di ricerca e delle assunzioni teoriche più generali sulla natura e sull’esperienza del processo di trasformazione. Si vuole così proporre un modello che ai ...; [Leggi tutto...]
Molti genitori affermano che nonostante il considerevole stress che viene dall’essere genitori di bambini con disabilità, le loro esperienze sono state fonte di trasformazione personale. Lo scopo di questo articolo è quello di descrivere il processo di trasformazione di genitori e bambini con disabilità, sulla base di specifici dati di ricerca e delle assunzioni teoriche più generali sulla natura e sull’esperienza del processo di trasformazione. Si vuole così proporre un modello che aiuti ad identificare quei processi critici che possono favorire tali trasformazioni. Verranno presentati dati ricavati da studi internazionali e longitudinali che hanno coinvolto genitori di bambini con diagnosi di disabilità che supportano sia il valore esplicativo del modello che la sua utilità nelle attività cliniche.