Abstract/Sommario: L'autrice parte dallo spunto che l'educazione inclusiva si basa sul principio secondo cui la scuola deve garantire a tutti gli studenti il massimo sviluppo delle loro capacità di apprendimento, a prescindere da ogni tipo di disabilità o disturbo o altre caratteristiche; da ciò lavorare per una scuola (e per una società) veramente democratica comporta l'assunzione di una responsabilità individuale all'interno della comunità, oltre alla promozione di una cultura vera dell'inclusione in t ...; [Leggi tutto...]
L'autrice parte dallo spunto che l'educazione inclusiva si basa sul principio secondo cui la scuola deve garantire a tutti gli studenti il massimo sviluppo delle loro capacità di apprendimento, a prescindere da ogni tipo di disabilità o disturbo o altre caratteristiche; da ciò lavorare per una scuola (e per una società) veramente democratica comporta l'assunzione di una responsabilità individuale all'interno della comunità, oltre alla promozione di una cultura vera dell'inclusione in tutti i campi del sapere volta a comprendere l'individuo nella sua unicità e nella sua diversità. Di conseguenza la scuola deve avere la capacità di operare all'interno della stessa comunità con i valori condivisi dell'integrazione e dell'inclusione, proprio per favorire l'apprendimento di tutti gli studenti, e in particolare quelli che presentano più difficoltà.
Abstract/Sommario: Il quesito posto a titolo del contributo vuole sollecitare una riflessione operativa sul ruolo e sulle finalità della didattica speciale nella nuova prospettiva dell'educazione inclusiva. Ci si chiede se l'interesse debba essere orientato solo a individuare risposte qualificate, in termini educativi, ai bisogni formativi speciali, in particolare degli allievi con disabilità, oppure se l'attenzione vada ampliata alla definizione di percorsi per costruire ambienti inclusivi per tutti. I ...; [Leggi tutto...]
Il quesito posto a titolo del contributo vuole sollecitare una riflessione operativa sul ruolo e sulle finalità della didattica speciale nella nuova prospettiva dell'educazione inclusiva. Ci si chiede se l'interesse debba essere orientato solo a individuare risposte qualificate, in termini educativi, ai bisogni formativi speciali, in particolare degli allievi con disabilità, oppure se l'attenzione vada ampliata alla definizione di percorsi per costruire ambienti inclusivi per tutti. Il fatto che i bisogni speciali non siano solo i bisogni dei diversi, da contrapporre a quelli dei tipici, porta a enfatizzare il ruolo della didattica speciale dell'inclusione, che orienta le proprie finalità sullo studio dell'insegnamento inclusivo, orientato su una prospettiva di contesto e sulla creazione di ambienti di apprendimento in grado realmente di accogliere ogni allievo.
Abstract/Sommario: Tre fiabe, tre diverse interpretazioni dell'abbandono. L'abbandono può essere causa di handicap, così come un deficit può essere causa di abbandono. Le tre fiabe prese in considerazione, fondamentali per il tema dell'abbandono, sono fra loro complementari. Nelle fiabe di Pollicino e Hansel e Gretel si racconta uno dei più spaventosi drammi che un bambino possa ascoltare: essere abbandonato dai propri genitori. Nel caso di Gian Porcospino è invece il protagonista a decidere, da piccolo, ...; [Leggi tutto...]
Tre fiabe, tre diverse interpretazioni dell'abbandono. L'abbandono può essere causa di handicap, così come un deficit può essere causa di abbandono. Le tre fiabe prese in considerazione, fondamentali per il tema dell'abbandono, sono fra loro complementari. Nelle fiabe di Pollicino e Hansel e Gretel si racconta uno dei più spaventosi drammi che un bambino possa ascoltare: essere abbandonato dai propri genitori. Nel caso di Gian Porcospino è invece il protagonista a decidere, da piccolo, di abbandonare la sua famiglia. Non si tratta di una fuga impulsiva, ma piuttosto della risposta a un rifiuto sistematico dei genitori. Oggi, l'omissione è sentita come abbandono. Ci si può sentire abbandonati indipendentemente dall'abbandono reale e dalla presenza di un deficit reale. Le fiabe non inventano. Rivelano.
Abstract/Sommario: Distinguiamo due livelli progettuali sottesi all'inclusione: una progettazione di primo livello riferita al Piano Triennale dell'Offerta Formativa (PTOF) e al Piano per l'Inclusione (PAI) e una di secondo livello circoscritta alla Programmazione per la classe, al Piano Educativo Individualizzato e al Piano Didattico Personalizzato. Le due dimensioni progettuali dovrebbero essere correlate e dipendere vicendevolmente l'una dall'altra, invece di essere concepite come adempimenti esclusiv ...; [Leggi tutto...]
Distinguiamo due livelli progettuali sottesi all'inclusione: una progettazione di primo livello riferita al Piano Triennale dell'Offerta Formativa (PTOF) e al Piano per l'Inclusione (PAI) e una di secondo livello circoscritta alla Programmazione per la classe, al Piano Educativo Individualizzato e al Piano Didattico Personalizzato. Le due dimensioni progettuali dovrebbero essere correlate e dipendere vicendevolmente l'una dall'altra, invece di essere concepite come adempimenti esclusivamente burocratici, privi di utilità pratica. La Nota Ministeriale del 27 giugno 2013 esplicita il rapporto tra Piano per l'Inclusione e Piano Triennale dell'Offerta Formativa e precisa che il primo non è un documento dissociato dal Piano dell'Offerta Formativa, ma rientra in esso; il PAI è lo strumento per una progettazione dell'offerta formativa in senso inclusivo destinata a tutti gli alunni. L'autore in questo articolo presenta alcuni dati relativi a un'indagine sui PAI redatti dalle istituzioni scolastiche dell'Emilia-Romagna alla fine dell'anno scolastico 2013/2014 e dei due anni scolastici successivi.
Abstract/Sommario: Negli ultimi dieci anni, il modello dei diritti, che ha tra le caratteristiche principali la visione delle persone con disabilità come cittadini titolari di diritti al pari degli altri (ONU, 2006), è passato dall'essere il punto di vista di alcune tra le organizzazioni di persone con disabilità a diventare il riferimento della legislazione nazionale in numerosi Paesi, tra cui l'Italia. In questa nuova prospettiva, un ruolo centrale hanno le ispirazioni e le istanze portate dalle person ...; [Leggi tutto...]
Negli ultimi dieci anni, il modello dei diritti, che ha tra le caratteristiche principali la visione delle persone con disabilità come cittadini titolari di diritti al pari degli altri (ONU, 2006), è passato dall'essere il punto di vista di alcune tra le organizzazioni di persone con disabilità a diventare il riferimento della legislazione nazionale in numerosi Paesi, tra cui l'Italia. In questa nuova prospettiva, un ruolo centrale hanno le ispirazioni e le istanze portate dalle persone con disabilità e dalle loro famiglie. L'articolo descrive l' "Officina della vita indipendente", un approccio che promuove la capacitazione di genitori con figli con disabilità da 0 a 14 anni. Il percorso accompagna un gruppo di genitori nella presa di coscienza delle loro competenze e dei loro diritti, finalizzata all'assunzione della regia del percorso di vita dei figli. L'Officina può costituire uno strumento per accompagnare le famiglie e i territori verso una piena applicazione della Convenzione ONU.
Abstract/Sommario: Nell'attuale dibattito sull'efficacia dei sistemi educativi in direzione inclusiva, la qualità dell'organizzazione della didattica è considerata un elemento chiave ai fini della rimozione delle barriere che ostacolano l'apprendimento e la partecipazione degli alunni alla vita scolastica. Questa prospettiva culturale, da un lato, allontana il rischio di forme di insegnamento uniformi, e dall'altro, esige, necessariamente, competenze specifiche per la messa a punto di ambienti di apprend ...; [Leggi tutto...]
Nell'attuale dibattito sull'efficacia dei sistemi educativi in direzione inclusiva, la qualità dell'organizzazione della didattica è considerata un elemento chiave ai fini della rimozione delle barriere che ostacolano l'apprendimento e la partecipazione degli alunni alla vita scolastica. Questa prospettiva culturale, da un lato, allontana il rischio di forme di insegnamento uniformi, e dall'altro, esige, necessariamente, competenze specifiche per la messa a punto di ambienti di apprendimento adatti a ciascun allievo e, quindi, concepiti secondo i principi dell'individualizzazione e della personalizzazione. Coerentemente con questa scelta prospettica, il contributo riflette su come l'organizzazione inclusiva della didattica instauri una sinergia procedurale e significativa con la valutazione, realizzando una circolarità virtuosa, tale da permettere la rimozione dei fattori ambientali che, di volta in volta, ostacolano i processi di inclusione. La circolarità didattico-valutativa può così avvalersi dell'approccio concettuale e operativo dell'ICF, entro cui i fattori ambientali sono considerati decisivi per i processi di inclusione e di fatto, corresponsabili, per buona parte, del successo o dell'insuccesso formativo dell'allievo.
Abstract/Sommario: Una problematica rilevante della ricerca in didattica inclusiva riguarda le situazioni di insegnamento/apprendimento quando, in una classe eterogenea, è presente un allievo con deficit intellettivo che non riesce a seguire il curricolo standard previsto. In questo articolo si sviluppano alcune riflessioni, sulla base dei risultati della letteratura di ricerca internazionale e nazionale, in relazione alla didattica inclusiva della matematica, con particolare attenzione ai processi nella ...; [Leggi tutto...]
Una problematica rilevante della ricerca in didattica inclusiva riguarda le situazioni di insegnamento/apprendimento quando, in una classe eterogenea, è presente un allievo con deficit intellettivo che non riesce a seguire il curricolo standard previsto. In questo articolo si sviluppano alcune riflessioni, sulla base dei risultati della letteratura di ricerca internazionale e nazionale, in relazione alla didattica inclusiva della matematica, con particolare attenzione ai processi nella scuola secondaria di secondo grado. Una didattica flessibile, che integra diverse strategie, sembra essere la più efficace (Mitchell, 2014), ma si sottolinea la necessità di attivare ulteriori ricerche , condividendo maggiormente il corpus di conoscenze di didattica della matematica e di didattica speciale per l'inclusione.
Abstract/Sommario: Il presente articolo nasce con l'obiettivo di analizzare l'accessibilità delle mappe concettuali in ambito didattico da parte degli studenti ipovedenti. Le mappe concettuali rappresentano un valido supporto allo studio poiché aiutano a focalizzare i contenuti e a sintetizzare ciò che è stato imparato, stimolando l'apprendimento metacognitivo. Per gli studenti ipovedenti, però, può essere faticoso utilizzare questi strumenti sia a causa delle difficoltà che essi incontrano nella lettura ...; [Leggi tutto...]
Il presente articolo nasce con l'obiettivo di analizzare l'accessibilità delle mappe concettuali in ambito didattico da parte degli studenti ipovedenti. Le mappe concettuali rappresentano un valido supporto allo studio poiché aiutano a focalizzare i contenuti e a sintetizzare ciò che è stato imparato, stimolando l'apprendimento metacognitivo. Per gli studenti ipovedenti, però, può essere faticoso utilizzare questi strumenti sia a causa delle difficoltà che essi incontrano nella lettura, sia a causa della struttura reticolare tipica delle mappe. Data la loro importanza per l'apprendimento, sono state analizzate le principali criticità derivanti dalla loro fruizione, individuando soluzioni utili sia agli studenti ipovedenti per ottimizzarne l'esplorazione, sia agli insegnanti per migliorare l'accessibilità dei contenuti didattici.