Abstract/Sommario: Indagare quali modelli di disabilità informino il rapporto sociale ed educativo di un alunno disabile è un’ulteriore passo avanti nello studio di quegli stimoli comunicativi che influenzano lo sviluppo di un giovane disabile, anche oltre la relazione parentale. Inoltre, un’indagine che rilevi la prospettiva di genitori, insegnanti e educatori sulla disabilità ci offre una preziosa quanto rara informazione sulla diffusione dei concetti della Classificazione internazionale del funzioname ...; [Leggi tutto...]
Indagare quali modelli di disabilità informino il rapporto sociale ed educativo di un alunno disabile è un’ulteriore passo avanti nello studio di quegli stimoli comunicativi che influenzano lo sviluppo di un giovane disabile, anche oltre la relazione parentale. Inoltre, un’indagine che rilevi la prospettiva di genitori, insegnanti e educatori sulla disabilità ci offre una preziosa quanto rara informazione sulla diffusione dei concetti della Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute: ICF (OMS, 2002) e del modello biopsicosociale tra diverse categorie di persone accomunate dall’ambiente scolastico, ma provenienti da condizioni e formazione diverse riguardo alla disabilità. Esplorare quali rappresentazioni della disabilità orientino le opinioni, gli atteggiamenti e il comportamento di 83 soggetti (insegnanti curricolari e specializzati, genitori di ragazzi disabili e non, operatori socio-sanitari e educatori professionali) al fine di approfondire il rapporto tra disabilità, adattamento, socializzazione e sviluppo e verificare la diffusione del modello biopsicosociale proposto dall’ICF.
Abstract/Sommario: Negli ultimi decenni l’aspettativa di vita è progressivamente aumentata; gli anziani sono sempre più numerosi. La vecchiaia è stata spesso considerata in termini negativi, come un periodo caratterizzato unicamente da perdite, rinunce e demotivazioni, da un declino continuo ed irreversibile delle proprie competenze, specie quelle mentali. I pregiudizi sulla vecchiaia sono stati confutati dagli studi della psicologia dell’invecchiamento e dalle scoperte neuroscientifiche; l’anziano può i ...; [Leggi tutto...]
Negli ultimi decenni l’aspettativa di vita è progressivamente aumentata; gli anziani sono sempre più numerosi. La vecchiaia è stata spesso considerata in termini negativi, come un periodo caratterizzato unicamente da perdite, rinunce e demotivazioni, da un declino continuo ed irreversibile delle proprie competenze, specie quelle mentali. I pregiudizi sulla vecchiaia sono stati confutati dagli studi della psicologia dell’invecchiamento e dalle scoperte neuroscientifiche; l’anziano può imparare cose nuove, migliorare le sue abilità, realizzarsi come persona; il cervello può adattarsi, ricostruirsi e modificarsi positivamente ad ogni età. Vi sono tante vecchiaie quanti sono i vecchi. La variabilità è la caratteristica dell’età senile. Nella popolazione senile si delinea una dicotomia esistenziale, senza escludere le varie situazioni intermedie: molti vecchi stanno bene, sono attivi, autonomi, creativi, come testimonia la vita di grandi artisti e di persone comuni; altri anziani appaiono passivi, disadattati, vivono in condizioni di sofferenza, fisica e psichica. Nelle società occidentali il processo di invecchiamento e la qualità della vita in età senile sono influenzati da molti fattori: genetici, economici, educativo-culturale, personalità, struttura familiare, salute o malattia, esperienze ed eventi di vita, fra cui pensionamento, lo sradicamento dall’ambiente, perdita di una persona cara, solitudine, l’ambiente sociale.
Abstract/Sommario: Il Disturbo o Sindrome di Asperger (SA) è caratterizzato da un deficit delle relazioni sociali e da interessi ristretti e comportamenti anomali, ma non sono presenti ritardi nello sviluppo del linguaggio, cognitivo, dell’autonomia e nella curiosità per l’ambiente. Interessi circoscritti, intensi e particolarmente assorbenti, una certa verbosità e pedanteria e la mancanza di destrezza motoria, pur essendo tipiche della condizione, non costituiscono criteri diagnostici. Gli studi epidemi ...; [Leggi tutto...]
Il Disturbo o Sindrome di Asperger (SA) è caratterizzato da un deficit delle relazioni sociali e da interessi ristretti e comportamenti anomali, ma non sono presenti ritardi nello sviluppo del linguaggio, cognitivo, dell’autonomia e nella curiosità per l’ambiente. Interessi circoscritti, intensi e particolarmente assorbenti, una certa verbosità e pedanteria e la mancanza di destrezza motoria, pur essendo tipiche della condizione, non costituiscono criteri diagnostici. Gli studi epidemiologici riportano dati molto diversi, probabilmente a causa del limitato accordo sui criteri diagnostici fra i vari studiosi. In ogni caso, rispetto ad alcuni anni fa, la diagnosi di SA è molto più frequente ed individua, nella maggior parte dei casi, una categoria di persone con caratteristiche autistiche e QI normale o superiore. L’eziologia del SA è solo parzialmente conosciuta; la maggior parte degli studiosi ritiene che il disturbo possa avere cause genetiche combinate a fattori ambientali. Riguardo al decorso, al momento attuale non sono disponibili studi specifici sull’outcome a lungo termine delle persone con SA, ma i deficit nella relazione sociale, particolarmente l’eccentricità e l’insensibilità sociale, sembrano permanere per tutta la vita. Uno dei principali problemi riguardanti la SA è comprendere se si tratti di una variante dell’ Autismo ad alto funzionamento o di un’entità diagnostica a sé stante.
Abstract/Sommario: Il presente articolo espone la struttura e le caratteristiche psicometriche di un test di abilità metalinguistiche concepito per la fascia adolescente e adulta, il TAM-3, così numerato in quanto completa una serie di altri test metalinguistici pensati per fasce di età precedenti. In una breve panoramica dei principali modelli di sviluppo metalinguistico, la fase tardo-adolescente e adulta è vista come il punto estremo di un continuum evolutivo, parallelo allo sviluppo cognitivo, ma più ...; [Leggi tutto...]
Il presente articolo espone la struttura e le caratteristiche psicometriche di un test di abilità metalinguistiche concepito per la fascia adolescente e adulta, il TAM-3, così numerato in quanto completa una serie di altri test metalinguistici pensati per fasce di età precedenti. In una breve panoramica dei principali modelli di sviluppo metalinguistico, la fase tardo-adolescente e adulta è vista come il punto estremo di un continuum evolutivo, parallelo allo sviluppo cognitivo, ma più dipendente da fattori specificamente culturali e linguistici. Il test, carta e matita, include 3 prove, di cui due di natura metasemantica, Comprensione e Linguaggio figurato, ed una terza di natura metagrammaticale e metasintattica, Accettabilità.
Abstract/Sommario: Scopo del presente lavoro è di descrivere tre esperienze di Parent Training realizzate presso l’U.O. di Psicologia dell’IRCCS Oasi Maria SS. Di Troina. Le esperienze di Parent Training sono state rivolte ad un gruppo di 30 famiglie di bambini con autismo e disabilità intellettiva o adulti con ritardo mentale grave e profondo. Il lavoro è stato realizzato in un ottica pluridisciplinare e ha visto coinvolte diverse figure professionali, tutte appositamente formate, assistente sociale, me ...; [Leggi tutto...]
Scopo del presente lavoro è di descrivere tre esperienze di Parent Training realizzate presso l’U.O. di Psicologia dell’IRCCS Oasi Maria SS. Di Troina. Le esperienze di Parent Training sono state rivolte ad un gruppo di 30 famiglie di bambini con autismo e disabilità intellettiva o adulti con ritardo mentale grave e profondo. Il lavoro è stato realizzato in un ottica pluridisciplinare e ha visto coinvolte diverse figure professionali, tutte appositamente formate, assistente sociale, medico, psicologo, pedagogista, educatori e terapisti della riabilitazione. I principali obiettivi che i protocolli di training si sono proposti sono stati: promuovere la disponibilità dei familiari a collaborare, migliorare le strategie educative dei genitori, creare una rete di supporto con il territorio. Per verificare i cambiamenti nella percezione dei genitori e nel bambino, in seguito all’attuazione dei protocollo di Parent training, è stato somministrato il Questionario sugli indicatori del sistema familiare, appositamente creato presso la nostra struttura.
Abstract/Sommario: Il lavoro presenta i risultati di una ricerca condotta con l’obiettivo di sperimentare modelli diagnostici e di intervento di tipo metacognitivo nell’ambito del Ritardo Mentale. Nello specifico attraverso l'uso degli strumenti diagnostici (Learning Propensity Assessment Device - LPAD) e di intervento (Programma di Arricchimento Strumentale - PAS) ideati da Feuerstein ci si è proposti di verificare, in un campione costituito da 18 soggetti di entrambi i generi, con ritardo mentale medio ...; [Leggi tutto...]
Il lavoro presenta i risultati di una ricerca condotta con l’obiettivo di sperimentare modelli diagnostici e di intervento di tipo metacognitivo nell’ambito del Ritardo Mentale. Nello specifico attraverso l'uso degli strumenti diagnostici (Learning Propensity Assessment Device - LPAD) e di intervento (Programma di Arricchimento Strumentale - PAS) ideati da Feuerstein ci si è proposti di verificare, in un campione costituito da 18 soggetti di entrambi i generi, con ritardo mentale medio e lieve, la possibilità di cambiamenti nel funzionamento cognitivo, di mantenimento e transfer degli apprendimenti, l’incidenza delle modificazioni cognitive sui comportamenti adattivi. La ricerca ha previsto una fase di pre-test, il cui obiettivo era delineare un baseline attraverso l’applicazione di un protocollo diagnostico, costituito da strumenti psicometrici di valutazione standard e da strumenti di valutazione dinamica.
Abstract/Sommario: Questo studio nasce da una serie di riflessioni sulla centralità della qualità dell’assistenza all’interno del servizio sanitario nazionale e dell’organizzazione dei servizi della salute. Da tempo si avverte sempre più la necessità di pensare a strumenti idonei a garantire un miglioramento tanto della qualità professionale – ossia la capacità di valorizzare, implementare e valutare le competenze tecniche necessarie al professionista per raggiungere i risultati prefissati -, quanto di q ...; [Leggi tutto...]
Questo studio nasce da una serie di riflessioni sulla centralità della qualità dell’assistenza all’interno del servizio sanitario nazionale e dell’organizzazione dei servizi della salute. Da tempo si avverte sempre più la necessità di pensare a strumenti idonei a garantire un miglioramento tanto della qualità professionale – ossia la capacità di valorizzare, implementare e valutare le competenze tecniche necessarie al professionista per raggiungere i risultati prefissati -, quanto di quella gestionale - organizzativa - legata alla tipicità del ruolo del management delle Pubbliche Amministrazioni. Scopo del presente lavoro è presentare un’analisi esplorativa sulla customers satisfaction nei servizi ospedalieri. Il concetto di qualità dell’assistenza sanitaria nel tempo è mutato sostanzialmente, arricchendosi di aspetti che valorizzano il significato di qualità percepita (capacità del sistema di rispondere alle esigenze del cliente/utente – affidabilità, fiducia, cortesia, accoglienza, disponibilità, comunicazione, tempi di attesa), la definizione degli standard di offerta (che poi devono essere tradotti in operatività a livello locale e/o di servizio) ed il miglioramento dell’effettivo livello di prestazione (qualità oggettiva). L’ipotesi dalla quale si è partiti è che, se si assume la qualità come modello operativo del proprio quotidiano professionale, aumentano le probabilità d’accesso a cure migliori e ad interventi efficaci; ciò non solo e non tanto dal punto di vista meramente tecnico, ma soprattutto riconoscendo al paziente quello status di “cittadino-persona-soggetto malato” che vede riconosciuti e soddisfatti i propri bisogni. L’indagine, realizzata nell’arco di tempo di dodici mesi e condotta presso gli utenti di un’Azienda Ospedaliera ubicata nella provincia di Catania, muove in questa direzione. Risultati. Il modello sociale di disabilità è il più diffuso in tutti i gruppi omogenei per ruolo, ad eccezione del gruppo di insegnanti specializzati. Tuttavia, solo i genitori di disabili e gli insegnanti curricolari sembrano affermare con convinzione la loro adesione a questo modello.