Abstract/Sommario: A volte ci si rivolge al PC con aspettative esagerate e si immagina o si spera che l’informatica possa risolvere le difficoltà molteplici e complesse che caratterizzano la storia dolorosa di alcuni bambini. In molti casi alla minorazione visiva si aggiungono danni alla sfera cognitiva, a quella motoria o a quella relazionale e la loro interazione può provocare problematiche complesse. Tuttavia l’esperienza magistrale e la ricerca scientifica ci dimostrano che, se si ha la creatività e ...; [Leggi tutto...]
A volte ci si rivolge al PC con aspettative esagerate e si immagina o si spera che l’informatica possa risolvere le difficoltà molteplici e complesse che caratterizzano la storia dolorosa di alcuni bambini. In molti casi alla minorazione visiva si aggiungono danni alla sfera cognitiva, a quella motoria o a quella relazionale e la loro interazione può provocare problematiche complesse. Tuttavia l’esperienza magistrale e la ricerca scientifica ci dimostrano che, se si ha la creatività e la pazienza di individuare con realismo gli obiettivi e gli strumenti congrui, in qualche misura si possono ottenere, in modo coinvolgente e divertente, risultati educativi e riabilitativi che con altra metodica avrebbero richiesto molto più tempo e impegno. Il PC, con molti software ormai disponibili, si colloca in tal senso come strumento che pur senza promettere miracoli, facilita l’attuazione di questi percorsi. La storia di Toni e quella di Marco che seguono, possono aiutarci a non illuderci e, ad un tempo, a non demordere
Abstract/Sommario: La cecità congenita comporta notevoli ripercussioni sullo sviluppo linguistico del bambino e, inevitabilmente, sulle prime forme di comunicazione e di interazione. Alcuni studi riportano nessuna o minime differenze tra bambini vedenti e ciechi, altri invece riportano un notevole ritardo soprattutto per quanto riguarda l’aspetto semantico. Le ricerche finora svolte nel campo dell’acquisizione del linguaggio nel bambino non vedente hanno dato risultati contraddittori. Queste differenze p ...; [Leggi tutto...]
La cecità congenita comporta notevoli ripercussioni sullo sviluppo linguistico del bambino e, inevitabilmente, sulle prime forme di comunicazione e di interazione. Alcuni studi riportano nessuna o minime differenze tra bambini vedenti e ciechi, altri invece riportano un notevole ritardo soprattutto per quanto riguarda l’aspetto semantico. Le ricerche finora svolte nel campo dell’acquisizione del linguaggio nel bambino non vedente hanno dato risultati contraddittori. Queste differenze potrebbero essere dovute all’esiguità del numero di soggetti dei campioni e alla loro eterogeneità. Il bambino normovedente, durante il primo anno di vita, affronta sviluppi significativi relazionandosi al mondo e alle persone che si prendono cura di lui, in particolare la madre. I progressi che egli compie sono altamente dipendenti dalla figura materna, dalla sua sensibilità, dalla capacità di interpretare i comportamenti comunicativi del figlio e di fornire una serie di situazioni familiari con caratteristiche ripetitive e stabili, che aiutano il bambino ad anticipare, a prevedere, a comprendere il mondo che lo circonda. Il bambino cieco ha difficoltà nell’apprendimento del significato di certe parole a causa della sua ridotta esperienza. Finora esistono poche esperienze relative a proposte ludiche specifiche per il piccolo non vedente che permettono una compensazione alla limitazione del loro comportamento ludico. È compito dei genitori e degli educatori aiutare il bambino a raggiungere questa fondamentale tappa evolutiva fornendogli, in famiglia e a scuola, stimoli ed esperienze per la scoperta di se stesso e del mondo esterno.
Abstract/Sommario: L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ci ha messo a disposizione, da alcuni anni, uno strumento nuovo per pensare alla malattia ed alla salute e, di conseguenza, le strategie per comprenderle e gestirle. Questo strumento sta lentamente diffondendosi e, nel prossimo futuro, ci auguriamo diventi un modo familiare di pensare e progettare; il suo nome è ICF (OMS, 2001). La malattia è sempre stata considerata in opposizione radicale rispetto alla salute. In opposizione, la salute in ...; [Leggi tutto...]
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ci ha messo a disposizione, da alcuni anni, uno strumento nuovo per pensare alla malattia ed alla salute e, di conseguenza, le strategie per comprenderle e gestirle. Questo strumento sta lentamente diffondendosi e, nel prossimo futuro, ci auguriamo diventi un modo familiare di pensare e progettare; il suo nome è ICF (OMS, 2001). La malattia è sempre stata considerata in opposizione radicale rispetto alla salute. In opposizione, la salute indica il benessere, la salvezza ed è parente stretta di solidus: il pieno, il robusto. Il modello concettuale ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute) è un insieme complesso ed articolato di funzioni. I concetti espressi da questo modello non possono comprendersi in una struttura rigida che può essere più o meno riparata quando ci si ammala. L'idea di fondo è che nulla può essere "come prima". Usando le locuzioni comuni del linguaggio ordinario, si può "non stare bene" e con ciò non necessariamente "stare male": il disagio, l'esclusione, l'insoddisfazione, le limitazioni, le inibizioni sono parte costitutiva della nostra condizione di salute attuale. L'orientamento attuale è quello di spostare l'attenzione da un modello medico e medicalizzante ad uno sociale che collochi ciascuno di noi nell'ecosistema di appartenenza. Un ecosistema naturale ed artificiale storico e sociale che non è un semplice contenitore indifferente alle cose/persone che lo abitano. Le attività di educazione, rieducazione e riabilitazione in Orientamento Mobilità (OM) ed Autonomia Personale (AP) per disabili visivi si collocano appropriatamente dentro questa struttura innovativa che attraverso un'attenta osservazione del soggetto, del suo ambiente e del sistema di correlazioni cerca di individuare l'origine sottostante di un fenomeno qual è una prestazione deficitaria. L'assunto delle attività specifiche di OM e di AP per disabili visivi è l'esistenza di una riduzione quantitativa e/o qualitativa della funzione/struttura visiva rispetto a parametri di funzionalità. Pensare il deficit visivo in termini ICF significa valutare la sua ricaduta nel sistema della progettualità individuale e collettiva. Le aree di sviluppo della Mobilità come quello dell'Autonomia Personale che comprende le voci "Cura della propria persona" e "Vita domestica" sono elementi propri della componente ATTIVITA' E PARTECIPAZIONE.
Abstract/Sommario: Nell’a.s. 2000/2001 sono stata invitata a proporre un progetto educativo in una 3a classe di un Istituto Magistrale ad indirizzo linguistico in cui era inserita una ragazza ipovedente. Il progetto, voluto dai genitori della ragazza e condiviso dagli insegnanti della scuola, aveva come scopo quello di migliorare il grado di socializzazione nella classe. Per fare questo abbiamo ritenuto opportuno in primo luogo avvicinare i compagni vedenti alla condizione di cecità, tentando di smasche ...; [Leggi tutto...]
Nell’a.s. 2000/2001 sono stata invitata a proporre un progetto educativo in una 3a classe di un Istituto Magistrale ad indirizzo linguistico in cui era inserita una ragazza ipovedente. Il progetto, voluto dai genitori della ragazza e condiviso dagli insegnanti della scuola, aveva come scopo quello di migliorare il grado di socializzazione nella classe. Per fare questo abbiamo ritenuto opportuno in primo luogo avvicinare i compagni vedenti alla condizione di cecità, tentando di smascherare ingannevoli pregiudizi e celati imbarazzi, e di qui, porre i presupposti comunicativi necessari ad uno scambio vicendevole e spontaneo tra chi vede e chi non vede. Di seguito viene illustrata una sintetica relazione operativa del progetto e, di seguito, vengono riportati alcuni stralci delle lettere composte al termine del lavoro dalle studentesse e dagli studenti protagonisti. Questa parte conclusiva è, a mio avviso, davvero preziosa: sono riflessioni, pensieri, scoperte di ragazzi e ragazze, vedenti e non vedenti, che hanno tentato di spiegarsi il buio.
Abstract/Sommario: Nel campo dell’assistenza e della riabilitazione delle persone disabili il 2001 rappresenta un anno da ricordare. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha approvato la Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute, meglio conosciuta come ICF. La classificazione, ultima nata nella grande famiglia delle classificazioni che negli anni hanno cercato di delineare i confini tra salute, malattia, condizione di limitazione e sua ricaduta nel vivere nella so ...; [Leggi tutto...]
Nel campo dell’assistenza e della riabilitazione delle persone disabili il 2001 rappresenta un anno da ricordare. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha approvato la Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute, meglio conosciuta come ICF. La classificazione, ultima nata nella grande famiglia delle classificazioni che negli anni hanno cercato di delineare i confini tra salute, malattia, condizione di limitazione e sua ricaduta nel vivere nella società, rappresenta una svolta epocale soprattutto perché modifica radicalmente il punto di vista dal quale partire per rappresentare le caratteristiche del soggetto in difficoltà. È uno strumento per descrivere tutto quello che è potenzialmente descrivibile in merito alla vita e all’essere nel mondo delle persone in ogni angolo della Terra, al di là di ogni confine fisico, culturale, economico, religioso. La prima finalità della Classificazione è il considerare la persona nella sua piena globalità e per questo attraverso di essa si valuta il funzionamento positivo dell’individuo secondo tre dimensioni: Strutture e funzioni corporee. Attività ( dall’aspetto cognitivo a quello costruttivo). Partecipazione. L’ICF comprende nel funzionamento ciascuna delle suddette dimensioni ed enfatizza l’importanza della inscindibile relazione che esiste tra funzionamento e contesto, colto in tutte le sue accezioni. La possibilità di intervento in casi di pluriminorazione si sono oggi ampliate. Resta tuttavia fondamentale non perdere di vista lo sviluppo fisico ed emotivo della persona all’interno del suo ambiente
Abstract/Sommario: Il tema che si affronta è particolarmente delicato e complesso, tanto che un approfondimento adeguato richiederebbe ben altro tempo che quello opportunamente limitato, previsto per una relazione. La realtà della scuola è caratterizzata, in questo momento, da una fortissima evoluzione. Dopo i lenti mutamenti, che si sono verificati senza interruzione, a partire dal 1945, lenti, ma, ciò nondimeno tali da rendere la scuola attuale qualitativamente assai diversa da quella scaturita dalla r ...; [Leggi tutto...]
Il tema che si affronta è particolarmente delicato e complesso, tanto che un approfondimento adeguato richiederebbe ben altro tempo che quello opportunamente limitato, previsto per una relazione. La realtà della scuola è caratterizzata, in questo momento, da una fortissima evoluzione. Dopo i lenti mutamenti, che si sono verificati senza interruzione, a partire dal 1945, lenti, ma, ciò nondimeno tali da rendere la scuola attuale qualitativamente assai diversa da quella scaturita dalla riforma Gentile, ora si sta compiendo un grande sforzo, finalizzato ad una riforma radicale, nel tentativo di offrire alle nuove generazioni una formazione che consenta loro di dare risposte per quanto possibile efficaci alle istanze derivanti dalle mutate condizioni economiche e sociali del Paese. L’autonomia scolastica consente di sperimentare e di seguire vie nuove e quindi consente di adattare effettivamente l’insegnamento alle caratteristiche personali di ciascuno dei nostri alunni. In secondo luogo, il fatto che noi continuiamo a dialogare con il Ministero, il fatto che troviamo ancora delle porte aperte, costituisce per noi motivo di fiducia: continuiamo a credere che le nostre richieste potranno essere accolte. Importante è che noi ricordiamo che, se vogliamo che i nostri ragazzi escano dalla scuola formati e capaci di utilizzare tutto il loro patrimonio di risorse personali, dobbiamo migliorare qualitativamente e quantitativamente il nostro impegno in collaborazione con le agenzie del territorio e con tutte le strutture che possono aiutarci a far ottenere ai nostri ragazzi un’educazione integrata ed integrale.
Abstract/Sommario: Prima o poi nella discussione che andiamo facendo sulla percezione dello spazio, dovevamo necessariamente trovarci d'innanzi questo problema tanto complesso e al tempo stesso, tanto affascinante che a noi piace chiamare come il problema della distinzione tra figura e sfondo nell'immaginazione dei ciechi, che altri chiamano il problema della spazialità delle immagini non visive, ma che comunque conserva sempre un ruolo di fondamentale interesse per l'impostazione e la soluzione di tutta ...; [Leggi tutto...]
Prima o poi nella discussione che andiamo facendo sulla percezione dello spazio, dovevamo necessariamente trovarci d'innanzi questo problema tanto complesso e al tempo stesso, tanto affascinante che a noi piace chiamare come il problema della distinzione tra figura e sfondo nell'immaginazione dei ciechi, che altri chiamano il problema della spazialità delle immagini non visive, ma che comunque conserva sempre un ruolo di fondamentale interesse per l'impostazione e la soluzione di tutta la complessa materia. Potremmo dire che tali immagini assumono valore di spazialità, permanendo immediato alla coscienza del soggetto il valore percettivo dell’elemento precedente sino a che non sopraggiunge la nuova percezione.