Abstract/Sommario: Vi è stata negli ultimi anni una fioritura di programmi/software/app riabilitativi (free e in commercio) per il trattamento della lettura, alcuni dei quali propongono la presentazione tachistoscopica di parole, altri di sillabe, alcuni inserite nel contesto di un brano, altri in presentazione isolata. Questi programmi mettono il clinico, che deve programmare un intervento riabilitativo sulla dislessia, di fronte alla complessa scelta su quale sia la tipologia di stimoli e di contesto p ...; [Leggi tutto...]
Vi è stata negli ultimi anni una fioritura di programmi/software/app riabilitativi (free e in commercio) per il trattamento della lettura, alcuni dei quali propongono la presentazione tachistoscopica di parole, altri di sillabe, alcuni inserite nel contesto di un brano, altri in presentazione isolata. Questi programmi mettono il clinico, che deve programmare un intervento riabilitativo sulla dislessia, di fronte alla complessa scelta su quale sia la tipologia di stimoli e di contesto più adeguati da utilizzare con un dato bambino. Partendo dai modelli neuropsicologici della lettura e del suo apprendimento e da una valutazione del profilo di lettura del paziente, vengono fornite alcune indicazioni per guidare il clinico in una scelta motivata del tipo di trattamento del disturbo di lettura. A tal fine vengono esemplificati 4 casi clinici per i quali si è scelto di utilizzare rispettivamente: (a) un trattamento lessicale in un contesto isolato; (b) un trattamento lessicale nel contesto di un brano; (c) un trattamento sublessicale nel contesto di un brano; (d) un trattamento sublessicale in un contesto isolato. La presentazione intende offrire spunti di riflessione e rappresentare un riferimento clinico per l'impostazione di programmi di riabilitazione della dislessia mirati in funzione delle caratteristiche di lettura di ogni singolo bambino.
Abstract/Sommario: I Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) sono un tema sul quale la ricerca ha costruito un'ampia conoscenza che non sembra essere sempre tradotta in pratiche educative e didattiche basate sull'evidenza utili alla vita scolastica. Una delle ragioni alla base di questa criticità riguarda l'influenza che le credenze e le rappresentazioni esplicite e implicite degli insegnanti, relative ai DSA, possono avere sulle loro pratiche educative e didattiche. Questo articolo approfondisce que ...; [Leggi tutto...]
I Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) sono un tema sul quale la ricerca ha costruito un'ampia conoscenza che non sembra essere sempre tradotta in pratiche educative e didattiche basate sull'evidenza utili alla vita scolastica. Una delle ragioni alla base di questa criticità riguarda l'influenza che le credenze e le rappresentazioni esplicite e implicite degli insegnanti, relative ai DSA, possono avere sulle loro pratiche educative e didattiche. Questo articolo approfondisce questo tema, facendo una revisione narrativa della letteratura. Nonostante la Legge 170/10 garantisca equità di diritti per gli studenti DSA e formazione per gli insegnanti, il personale scolastico sembra portare con sé alcune credenze erronee, oltre a rappresentazioni implicite negative nei confronti degli alunni con DSA. Inoltre, con misure self-report, un tema controverso come quello dei DSA porta talvolta gli insegnanti a dare risposte socialmente desiderabili; le misure implicite potrebbero essere migliori predittori nel valutare gli atteggiamenti reali degli insegnanti nei confronti degli studenti con DSA. Gli studi futuri dovrebbero considerare, attraverso la combinazione di misure esplicite ed implicite, i fattori culturali, i bias cognitivi e le rappresentazioni implicite che influenzano gli insegnanti, e come queste possano condizionare i loro comportamenti in classe. I risultati di questa revisione possono offrire degli spunti per costruire percorsi formativi che aiutino gli insegnanti a essere più consapevoli delle proprie rappresentazioni e di come esse influenzano il loro comportamento nei confronti degli studenti con DSA.
Abstract/Sommario: Il presente lavoro descrive i risultati del percorso di potenziamento delle abilità di precalcolo in una classe dell'ultimo anno della scuola dell'infanzia. Il progetto si è posto come primario obiettivo quello di stimolare e potenziare i processi cognitivi sottostanti all'apprendimento della matematica, attraverso l'utilizzo di app e attività di gioco costruite ad hoc. Il percorso è stato articolato in 8 incontri della durata totale di 60 minuti ciascuno, intervallato da una pausa lud ...; [Leggi tutto...]
Il presente lavoro descrive i risultati del percorso di potenziamento delle abilità di precalcolo in una classe dell'ultimo anno della scuola dell'infanzia. Il progetto si è posto come primario obiettivo quello di stimolare e potenziare i processi cognitivi sottostanti all'apprendimento della matematica, attraverso l'utilizzo di app e attività di gioco costruite ad hoc. Il percorso è stato articolato in 8 incontri della durata totale di 60 minuti ciascuno, intervallato da una pausa ludica di 15 minuti. Prima e dopo l'intervento è stata somministrata la batteria BIN alla classe sottoposta al potenziamento che a una classe di controllo. I risultati evidenziano apprezzabili differenze nell'area della pre-sintassi e nell'area lessicale tra classe sperimentale e di controllo dopo il potenziamento effettuato.
Abstract/Sommario: Gli anni della scuola dell'infanzia sono il periodo ideale per il potenziamento dei prerequisiti dell'apprendimento, che sono l'insieme delle competenze alla base della successiva strutturazione degli apprendimenti formali. L'identificazione precoce, nella fascia tra i 3 e i 6 anni, delle difficoltà assume un ruolo molto importante, poiché questo rappresenta il momento nel quale sarebbe indispensabile cogliere i primi indicatori di rischio al fine di intervenire tempestivamente. Sono n ...; [Leggi tutto...]
Gli anni della scuola dell'infanzia sono il periodo ideale per il potenziamento dei prerequisiti dell'apprendimento, che sono l'insieme delle competenze alla base della successiva strutturazione degli apprendimenti formali. L'identificazione precoce, nella fascia tra i 3 e i 6 anni, delle difficoltà assume un ruolo molto importante, poiché questo rappresenta il momento nel quale sarebbe indispensabile cogliere i primi indicatori di rischio al fine di intervenire tempestivamente. Sono numerosi i questionari osservativi che vengono somministrati a insegnanti e genitori con lo scopo di riconoscere in modo efficace le difficoltà nei bambini nella scuola dell'infanzia, ma mancano le ricerche che indagano l'effettiva capacità predittiva degli strumenti che vengono utilizzati. A fronte di questo limite è stata condotta una ricerca longitudinale che si pone come obiettivo quello di indagare se due questionari osservativi relativi ai precursori della abilità matematica, somministrati a genitori e insegnanti (prime abilità matematiche) di bambini all'inizio dell'ultimo anno della scuola dell'infanzia, sono predittivi delle loro effettive prestazioni in compiti numerici alla fine dell'anno scolastico. Lo studio dimostra che il questionario somministrato agli insegnanti, ma non quello compilato dai genitori, è in grado di predire in modo significativo una piccola parte (6,4%) della varianza relativa alla competenza numerica simbolica (variabile composita che include scrittura, seriazione e conoscenza semantica di numeri) dei bambini alla fine dell'ultimo anno di scuola dell'infanzia.
Abstract/Sommario: L'ADH è un disturbo del neurosviluppo a esordio precoce e decorso longitudinale nel ciclo di vita che spesso si associa a disturbi esternalizzati del comportamento e la cui manifestazione comporta deficit funzionali in ambito sociale e scolastico. Il presente lavoro è un contributo descrittivo di un intervento multimodale (psicologico e pedagogico-educativo) su un caso singolo di grave ADHD associato a condotte oppositive, aggressive e disregolazione del tono dell'umore. Il caso descri ...; [Leggi tutto...]
L'ADH è un disturbo del neurosviluppo a esordio precoce e decorso longitudinale nel ciclo di vita che spesso si associa a disturbi esternalizzati del comportamento e la cui manifestazione comporta deficit funzionali in ambito sociale e scolastico. Il presente lavoro è un contributo descrittivo di un intervento multimodale (psicologico e pedagogico-educativo) su un caso singolo di grave ADHD associato a condotte oppositive, aggressive e disregolazione del tono dell'umore. Il caso descritto è stato seguito mediante interventi psicologici in gruppo per il bambino, parent training, teacher training e intervento pedagogico-educativo individuale e con il gruppo classe. Le strategie utilizzate a scuola hanno consentito una importante riduzione dei comportamenti problematici in quel contesto oltre allo sviluppo di modalità relazionali che hanno favorito un clima positivo all'interno della classe e promosso il benessere comune. L'esperienza riportata sottolinea l'importanza di un intervento sinergico tra servizi socio-sanitari, scuola e famiglia e rappresenta un valido esempio di buone prassi operative applicabili ad un'ampia casistica.