Abstract/Sommario: L'autore in questo articolo presenta "ARDORA" un software che risulta utilissimo per la realizzazione di innumerevoli apparati didattici, le cui funzionalità esaminate sono adatte a creare contenuti didattici ed a unire i vari esercizi in un unico contenitore; dopo aver presentato in un suo precedente articolo i primi due strumenti di queste funzionalità ("Galleria di immagini" e "Zoom") ha analizzato le altre restanti 9 funzionalità: 1) Creazione di pagine web multimedia (Web 2.O; Tes ...; [Leggi tutto...]
L'autore in questo articolo presenta "ARDORA" un software che risulta utilissimo per la realizzazione di innumerevoli apparati didattici, le cui funzionalità esaminate sono adatte a creare contenuti didattici ed a unire i vari esercizi in un unico contenitore; dopo aver presentato in un suo precedente articolo i primi due strumenti di queste funzionalità ("Galleria di immagini" e "Zoom") ha analizzato le altre restanti 9 funzionalità: 1) Creazione di pagine web multimedia (Web 2.O; Testo e immagini; Vista panoramica interattiva); 2) Pagine gestite da tabs (Board, lavagna interattiva; Dashboard; Svg; Lettore audio e video). Con tutti questi strumenti che il software ARDORA mette a disposizione per creare presentazioni di contenuti e per aggregare assieme, anche, in un unico file contenitore tutti gli oggetti didattici che l'insegnante può riuscire a realizzare sia con lo stesso ARDORA e sia con altri software e piattaforme online. Esempi di utile impiego di ARDORA in classe, secondo l'autore, sono quelli esercitati durante le prove degli esami orali conclusivi del primo ciclo di istruzione (anno scolastico 2017-18) dove ogni studente della classe 3 di una scuola secondaria di I° grado ha preparato un percorso didattico personalizzato. Una seconda esperienza (anno sc. 2018-19) condotta con una classe 1 della stessa scuola secondaria ha riguardato, invece, un laboratorio che prevedeva una serie numerosa di attività (Street art). L'ultima esperienza riguarda le prove Invalsi; da ciò è nata la scelta di creare anche per gli studenti con disabilità, i quali in base ai benefici della Legge 104/92, non svolgono in genere queste prove poiché sono oggetto di verifica e di valutazione da parte degli insegnanti, una versione di test Computer Based (la più inclusiva) che si poteva somministrare tramite computer, per fare in modo che tutti gli allievi potevano lavorare insieme tutti quanti nella stessa aula e con le stesse modalità. Ciò ha evitato l'isolamento sociale nel separare gli alunni durante lo svolgimento delle prove e riunendo tutta la classe nell'utilizzare lo stesso computer.
Abstract/Sommario: L'articolo tratta della concezione pedagogica dell'outdoor education che si propone di valorizzare le esperienze educative basate sullo star fuori, assumendo l'ambiente esterno come spazio di formazione, dove esperienze e conoscenze sono strettamente correlate; essa propone e sostiene le esperienze della cosiddetta "scuola nel bosco", e propone di guardare il bosco come un luogo dove accompagnare i bambini per promuovere la loro crescita, aprendo la porta all'avventura e alla scoperta ...; [Leggi tutto...]
L'articolo tratta della concezione pedagogica dell'outdoor education che si propone di valorizzare le esperienze educative basate sullo star fuori, assumendo l'ambiente esterno come spazio di formazione, dove esperienze e conoscenze sono strettamente correlate; essa propone e sostiene le esperienze della cosiddetta "scuola nel bosco", e propone di guardare il bosco come un luogo dove accompagnare i bambini per promuovere la loro crescita, aprendo la porta all'avventura e alla scoperta di un mondo nuovo, spazio quest'ultimo privilegiato del diventare grandi. Tale educazione può essere fatta nell'ambiente naturale del bosco, inteso come luogo esterno in cui e con cui è possibile promuovere lo sviluppo personale degli allievi, rappresentando un'azione anche per lo stesso ambiente in quanto finalizzata alla sostenibilità. Diverse ricerche hanno dimostrato che l'esposizione alla natura comporta svariati benefici per la salute mentale dell'individuo, tra cui effetti positivi sull'umore, sulla concentrazione, sull'autodisciplina e sullo stress; inoltre, il gioco e l'apprendimento nella natura possono facilitare e sviluppare maggiormente le abilità motorie dei bambini e di conseguenza la propria autostima e la regolazione delle proprie emozioni. Altra cosa importante riguarda l'aspetto sociale e quindi una integrazione più facilitata per i soggetti (singoli o gruppi) che si trovano maggiormente a rischio di marginalizzazione; di conseguenza, una maggiore partecipazione alla vita della comunità.
Abstract/Sommario: Il coding e la robotica educativa stanno acquisendo crescente spazio a scuola in quanto consentono di sviluppare e potenziare il pensiero computazionale e l'attitudine a risolvere i problemi più o meno complessi. Il seguente contributo, realizzato da un gruppo di docenti dell'Istituto "Gabrieli" di Mirano (VE), pone l'attenzione sulla applicabilità di tali pratiche in diverse discipline del curricolo scolastico, attraverso la presentazione di percorsi educativo didattici in cui alunni ...; [Leggi tutto...]
Il coding e la robotica educativa stanno acquisendo crescente spazio a scuola in quanto consentono di sviluppare e potenziare il pensiero computazionale e l'attitudine a risolvere i problemi più o meno complessi. Il seguente contributo, realizzato da un gruppo di docenti dell'Istituto "Gabrieli" di Mirano (VE), pone l'attenzione sulla applicabilità di tali pratiche in diverse discipline del curricolo scolastico, attraverso la presentazione di percorsi educativo didattici in cui alunni di classi differenti e docenti di diverse materie costruiscono insieme artefatti educativi (griglie, immagini, stringhe di codici per le attività di coding, ecc.). In ogni esperienza, bambini e ragazzi sono realmente partecipi del proprio apprendimento in quanto hanno la possibilità di "imparare facendo" -learning by doing- e di apprendere per prove ed errori cimentandosi in prime esperienze di programmazione di un robot.
Abstract/Sommario: L'autrice in questo articolo offre degli spunti di riflessione per i gruppi di lavoro e per i pedagogisti, affermando che lavorare all'aperto può rappresentare una sfida per tutti gli insegnanti, proponendo alcune domande che aiutano a riflettere sui processi in atto rispetto allo stare all'aperto. In tal caso formula delle domande che possono essere una buona occasione di analisi, verifica e riflessione alla cui risposta data il gruppo di lavoro può intravedere nuove modalità di propo ...; [Leggi tutto...]
L'autrice in questo articolo offre degli spunti di riflessione per i gruppi di lavoro e per i pedagogisti, affermando che lavorare all'aperto può rappresentare una sfida per tutti gli insegnanti, proponendo alcune domande che aiutano a riflettere sui processi in atto rispetto allo stare all'aperto. In tal caso formula delle domande che possono essere una buona occasione di analisi, verifica e riflessione alla cui risposta data il gruppo di lavoro può intravedere nuove modalità di proporre ai bambini le varie esperienze in un ambiente naturale.
Abstract/Sommario: L'autore in questo contributo afferma il tema dell'educazione ambientale, oggetto di formazione abbastanza recente, anche se in Italia se ne parla da qualche decennio nel sistema della pubblica istruzione. L'ambiente prima era considerato nella sua dimensione scientifico-naturalistica o come oggetto/contesto del lavoro dell'uomo e quindi, diretto verso il soddisfacimento dei suoi bisogni (collocato all'interno dell'educazione tecnica). In seguito i programmi (dal 1985 in poi) hanno, in ...; [Leggi tutto...]
L'autore in questo contributo afferma il tema dell'educazione ambientale, oggetto di formazione abbastanza recente, anche se in Italia se ne parla da qualche decennio nel sistema della pubblica istruzione. L'ambiente prima era considerato nella sua dimensione scientifico-naturalistica o come oggetto/contesto del lavoro dell'uomo e quindi, diretto verso il soddisfacimento dei suoi bisogni (collocato all'interno dell'educazione tecnica). In seguito i programmi (dal 1985 in poi) hanno, invece, identificato un intervento educativo nell'ambiente supportato da ragioni di natura ecologica ma anche culturale e politica. Le Indicazioni nazionali per il curricolo delle scuole dell'infanzia e della scuola primaria, hanno poi identificato l'ambiente non come disciplina specifica ma coma area trasversale di intervento, consentendo il perdurare di una definizione dell'ambiente come "terra di nessuno" (e quindi, terra di tutti proprio perché la scuola è ancora suddivisa per discipline). La realtà di tutti gli ordini scolastici rimane ancora oggi quella di una scuola "chiusa" che solo in maniera episodica si apre all'esperienza di una educazione ambientale; ciò perché è un tema alquanto complesso che coinvolge vari aspetti: continuità educativa-didattica, professionalità del corpo docente, sicurezza, rapporti con gli ambienti familiari.
Abstract/Sommario: L'espressione "scuola nel bosco" sta ad indicare una attività scolastica con uno scopo ben preciso: quello di sviluppare le potenzialità e lo sviluppo cognitivo dei bambini all'interno di un ambiente naturale, appunto quello del bosco (con quest'ultimo si intende, anche dal punto di vista normativo, una superficie di un terreno di almeno mezzo ettaro con alberi di varie specie e di alto fusto, con annesso il sottobosco). Esistono due modelli di scuola nel bosco: classico e integrato. I ...; [Leggi tutto...]
L'espressione "scuola nel bosco" sta ad indicare una attività scolastica con uno scopo ben preciso: quello di sviluppare le potenzialità e lo sviluppo cognitivo dei bambini all'interno di un ambiente naturale, appunto quello del bosco (con quest'ultimo si intende, anche dal punto di vista normativo, una superficie di un terreno di almeno mezzo ettaro con alberi di varie specie e di alto fusto, con annesso il sottobosco). Esistono due modelli di scuola nel bosco: classico e integrato. Il secondo modello prevede l'utilizzo di una struttura fisica (la scuola o altro edificio) dove c'è la possibilità per gli allievi di uscire e di andare in un bosco (le attività iniziano prima all'interno dell'edificio e poi proseguono, in un secondo tempo, al di fuori). Il primo modello, invece, non prevede alcuna struttura fisica e l'attività scolastica è svolta completamente all'aperto ed è incentrata sui bisogni degli allievi.
Abstract/Sommario: E' noto che l'uomo, in quanto essere vivente, è sempre sospinto verso la natura in modo energico e soprattutto nei suoi primi anni di vita, e se questa sua inclinazione è sostenuta in tutto il ciclo della sua vita ecco che gli ambienti all'aperto, gli animali e le piante svolgono e mantengono una forte attrattiva su di esso; questa attrazione si chiama biofilia, cioè l'innata tendenza a concentrare l'attenzione, da parte dell'uomo, sulle forme varie di vita ed associarsi ad esse dal pu ...; [Leggi tutto...]
E' noto che l'uomo, in quanto essere vivente, è sempre sospinto verso la natura in modo energico e soprattutto nei suoi primi anni di vita, e se questa sua inclinazione è sostenuta in tutto il ciclo della sua vita ecco che gli ambienti all'aperto, gli animali e le piante svolgono e mantengono una forte attrattiva su di esso; questa attrazione si chiama biofilia, cioè l'innata tendenza a concentrare l'attenzione, da parte dell'uomo, sulle forme varie di vita ed associarsi ad esse dal punto di vista emotivo. La biofilia rappresenta il nostro legame con la natura e dal punto di vista evoluzionistico quest'ultima rappresenta la "nostra casa", quindi facciamo parte di essa. I parametri su cui poggia la biofilia sono 2: la fascinazione e l'empatia, con le quali la biofilia (avendo un valore evolutivo adattivo) tende a tenere legato l'essere umano alle sue stesse radici biologiche e a mantenere attivo il circolo virtuoso che lo rende connesso all'ambiente in cui vive. Dal concetto di biofilia si passa poi ad una vera e propria "intelligenza naturalistica" che si esprime sia nello scienziato, che studia e classifica fenomeni naturali in ambito teoretico con precisione, e sia nell'individuo capace di applicare una classificazione gerarchica delle cose e dei fenomeni basandosi sulla sua conoscenza riguardo la natura e il mondo vivente (spesso per esperienze personali che non a studi specifici). Essendo alla base della intelligenza naturalistica il concetto di biofilia (il cui significato letterale è "amore per la vita") è direttamente connesso al concetto di "cura": se noi, già da bambini siamo propensi a prenderci cura di piante e/o animali, sarà poi inevitabile che la nostra stessa attenzione la applicheremo in seguito a tutto ciò che ci circonda, compresi gli esseri umani.
Abstract/Sommario: L'articolo tratta il tema della povertà, parola negli ultimi tempi molto utilizzata, complice la crisi economica che ha raddoppiato il numero di persone che vivono in condizioni disagiate e che, secondo i dati ISTAT, si è molto sviluppato negli ultimi 10 anni. Questa condizione fa in modo che una persona o delle persone non possono permettersi l'utilizzo di beni e/o servizi che garantiscono uno standard di vita decoroso, il minimo accettabile in Italia. Un fenomeno che appare di meno è ...; [Leggi tutto...]
L'articolo tratta il tema della povertà, parola negli ultimi tempi molto utilizzata, complice la crisi economica che ha raddoppiato il numero di persone che vivono in condizioni disagiate e che, secondo i dati ISTAT, si è molto sviluppato negli ultimi 10 anni. Questa condizione fa in modo che una persona o delle persone non possono permettersi l'utilizzo di beni e/o servizi che garantiscono uno standard di vita decoroso, il minimo accettabile in Italia. Un fenomeno che appare di meno è quello relativo alla povertà assoluta educativa che vivono bambini e adolescenti; tale dato è preoccupante perché non è di tipo solo economico, ma anche di tipo educativo perché essa è a tutti gli effetti per questi bambini e ragazzi una privazione della possibilità di apprendere, sperimentare e quindi sviluppare le loro capacità e i loro talenti, quindi non solo impossibilità ad accedere ai livelli più alti di istruzione ma impossibilità anche di avere un pieno sviluppo cognitivo. Sono 3 le cause principali della povertà educativa: 1) il livello socio-economico della famiglia di origine; 2) il livello di istruzione dei propri genitori che a sua volta è strettamente correlato al livello socio-economico; 3) la zona di residenza. Essere cresciuti in una condizione di povertà assoluta educativa significa essere vulnerabili dal punto di vista sociale e quindi, l'aumentata esposizione a comportamenti di rischio, la propensione a atteggiamenti violenti e la probabilità di finire preda della criminalità organizzata. I fattori che contribuiscono di più a ridurre lo stato della povertà educativa sono 3: 1) frequentazione del nido da parte dei bambini; 2) titolo di studio e l'attività professionale delle madri; 3) qualità del tempo che i genitori trascorrono con i propri figli. Quindi, per combattere la povertà educativa risultano fondamentali fare interventi sulla prima infanzia che garantiscono maggiore accesso ai nidi e offrire sostegno alle famiglie (genitorialità) fin dai primi mesi di vita; questi interventi, inoltre, andrebbero concentrati nelle zone svantaggiate dove i servizi sono carenti.
Abstract/Sommario: Nel suo ultimo libro, La forza di essere migliori, Vito Mancuso va a riscoprire le quattro virtù cardinali nelle nostre radici culturali classiche e cristiane, offrendo una nuova prospettiva di senso per la nostra vita. Nell'intervista spiega che viviamo secondo un modello di sviluppo che adora gli oggetti, non la lettura, la cultura, la partecipazione sociale e politica. Consumiamo, inquiniamo, ma così devastiamo noi stessi e il nostro pianeta. Essere migliori è diventato quindi un’ur ...; [Leggi tutto...]
Nel suo ultimo libro, La forza di essere migliori, Vito Mancuso va a riscoprire le quattro virtù cardinali nelle nostre radici culturali classiche e cristiane, offrendo una nuova prospettiva di senso per la nostra vita. Nell'intervista spiega che viviamo secondo un modello di sviluppo che adora gli oggetti, non la lettura, la cultura, la partecipazione sociale e politica. Consumiamo, inquiniamo, ma così devastiamo noi stessi e il nostro pianeta. Essere migliori è diventato quindi un’urgenza e il lavoro etico e spirituale una necessità non rimandabile. L’educazione è decisiva, più che mai. Il problema dell’etica è la forza motrice, l’osservanza. La gran parte degli esseri umani, nel 90% dei casi, sa se sta facendo bene o male, se sta dicendo la verità o sta mentendo, se è onesto con se stesso o meno, se sta lavorando con dedizione o sta barando. Il problema dell’etica, allora, non è teoretico, ma motivazionale, energetico. Da qui il valore dei distributori. Se io faccio delle cose perché le fanno gli altri o perché me lo chiedono altre persone e dunque in una condizione di eteronomia, l’educazione entra in gioco in maniera molto relativa. Se invece è la coscienza che mi porta ad agire, tutto si gioca sull’educazione. Abbiamo bisogno di educazione, ma non la insegna più nessuno. Ci si limita a istruire, ma tra istruire e educare c’è una differenza enorme. Vale ancora il discorso di Montale, per il quale la cultura è tutto quello che rimane una volta dimenticate le nozioni. Perché la cultura è un culto interiore, è la forma dell’anima. Occorre nella libertà, altrimenti non avrebbe senso il discorso sulle virtù, sull’educazione, ma la libertà va tirata fuori. E per tirarla fuori bisogna avere fede che ci sia. Anche in chi è chiuso nei propri istinti, nella propria ignoranza, nella propria indolenza, io devo credere che in quel bambino che ho di fronte, in quel disabile, nel proprio figlio, ci sia un tesoro. E questo tesoro si chiama libertà consapevole.
Abstract/Sommario: Il contributo parte dalla domanda del titolo sopra indicato che spesso gli insegnanti ricevono dai genitori; la questione principale, secondo l'autore, consiste non ad una difficoltà da parte dei bambini ma ad una metodologia della didattica utilizzata nella scuola primaria. E' difficile chiedere ai bambini di rimanere seduti per diverse ore (8 ore) al giorno perché ciò non corrisponde alla loro natura fisica e cognitiva, anche perché il loro corpo si evolve e quindi rimanere seduti pe ...; [Leggi tutto...]
Il contributo parte dalla domanda del titolo sopra indicato che spesso gli insegnanti ricevono dai genitori; la questione principale, secondo l'autore, consiste non ad una difficoltà da parte dei bambini ma ad una metodologia della didattica utilizzata nella scuola primaria. E' difficile chiedere ai bambini di rimanere seduti per diverse ore (8 ore) al giorno perché ciò non corrisponde alla loro natura fisica e cognitiva, anche perché il loro corpo si evolve e quindi rimanere seduti per loro non è affatto naturale. Da queste premesse l'autore ha ideato un progetto "Educare nel bosco" con il quale, insieme ad altri insegnanti, ha potuto verificare la possibilità che in una scuola all'aperto, appunto quella del bosco, gli allievi hanno avuto la possibilità di sperimentare e di acquisire soprattutto una grande competenza motoria, quindi i bambini riescono a gestire il proprio bisogno di movimento e la propria autoregolazione (perché hanno la possibilità di fare movimento). Inoltre, i bambini sviluppano grande capacità di relazione imparando a gestire i propri spazi; vista l'ampiezza del luogo fisico (bosco), il bambino può decidere di stare da solo o di lavorare insieme ai suoi compagni (es. costruzione di un gioco). Altra competenza che i bambini possono sviluppare, all'interno della esperienza di una scuola nel bosco, c'è anche quella verbale poiché l'ambiente del bosco offre un vocabolario ricco di parole riguardanti la flora e la fauna (importante è avere un insegnante competente che conosce i nomi degli animali e delle piante), da ciò scaturisce poi un grande sviluppo dell'intelligenza naturalistica, i bambini imparano come funziona la natura e come si evolvono i cicli di quest'ultima.