Abstract: E' stato osservato che la capacità di percezione del tempo dei bambini esiste già nei loro primi anni di vita, raggiungendo un livello, in modo graduale, simile a quello degli adulti verso gli 8-9 anni di età, anche se tuttavia persistono delle differenze (esempio la comprensione dei concetti temporali e il ragionamento a questi ultimi associato). I primi termini che sono usati in maniera corretta, per la maggior parte dei bambini già dai 3 anni, sono quelli che si riferiscono al prese ...; [Read more...]
E' stato osservato che la capacità di percezione del tempo dei bambini esiste già nei loro primi anni di vita, raggiungendo un livello, in modo graduale, simile a quello degli adulti verso gli 8-9 anni di età, anche se tuttavia persistono delle differenze (esempio la comprensione dei concetti temporali e il ragionamento a questi ultimi associato). I primi termini che sono usati in maniera corretta, per la maggior parte dei bambini già dai 3 anni, sono quelli che si riferiscono al presente, mentre per quelli che sono riferiti al futuro e quindi alla durata (es. ore, mesi) è stato osservato un uso errato da parte degli stessi bambini, anche al termine della scuola dell'infanzia. Elemento importante da considerare è che la competenza di elaborazione del tempo si basa su altre abilità cognitive (generali) dei bambini che aiutano lo sviluppo di questi ultimi; tale competenza sembra migliorare all'aumentare delle competenze di attenzione, di memoria e a quelle relative delle funzioni esecutive dei bambini. Inoltre, allo stesso modo si verifica uno sviluppo maggiore delle loro abilità linguistiche. Queste competenze, secondo l'autrice, devono essere oggetto di studio nell'ambito, soprattutto, di alcuni disturbi del neurosviluppo, come ad esempio nell'ADHD poiché già in età prescolare è possibile identificare alcune atipie nell'ambito delle competenze temporali in questo tipo di bambini e quindi, l'identificazione precoce di tali difficoltà serve poi per delineare il profilo degli stessi, sia ai fini diagnostici e sia per progettare ulteriori interventi.
Abstract: Questa ricerca, a cui hanno partecipato 780 studenti della scuola primaria e secondaria di I° grado, analizza le variazioni nel costrutto del benessere scolastico, misurato con il Questionario sul Benessere Scolastico (QBS), in base al genere e all'età degli studenti, utilizzando il loro punto di vista, quello dei loro genitori e degli insegnanti. Inoltre, è stata condotta un'indagine sulle differenze tra alunni con BES (N=77) e un gruppo di controllo (N=77). I risultati hanno mostrato ...; [Read more...]
Questa ricerca, a cui hanno partecipato 780 studenti della scuola primaria e secondaria di I° grado, analizza le variazioni nel costrutto del benessere scolastico, misurato con il Questionario sul Benessere Scolastico (QBS), in base al genere e all'età degli studenti, utilizzando il loro punto di vista, quello dei loro genitori e degli insegnanti. Inoltre, è stata condotta un'indagine sulle differenze tra alunni con BES (N=77) e un gruppo di controllo (N=77). I risultati hanno mostrato differenze di genere significative e una tendenza al peggioramento del benessere scolastico nel passaggio dalla scuola primaria a quella secondaria. Tale studio ha 2 obiettivi come principali: 1) indagare i vari aspetti del benessere scolastico nei bambini e ragazzi (sia della scuola primaria e sia di quella secondaria), considerando le differenze in base al livello scolastico; 2) valutare gli aspetti del benessere scolastico nei bambini e ragazzi con BES, confrontandoli con quelli relativi al gruppo di controllo dei compagni senza difficoltà segnalate.
Abstract: Le istituzioni, in questi ultimi anni, hanno preso coscienza dell'importanza del benessere in età evolutiva, promuovendo interventi rivolti a diverse componenti del sistema scuola. Questa ricerca ha l'obiettivo di approfondire il benessere di alunni della scuola primaria e secondaria di I° grado, con differenti competenze scolastiche, attraverso la somministrazione di questionari per la valutazione del benessere scolastico e identificazione dei fattori di rischio a bambini, insegnanti ...; [Read more...]
Le istituzioni, in questi ultimi anni, hanno preso coscienza dell'importanza del benessere in età evolutiva, promuovendo interventi rivolti a diverse componenti del sistema scuola. Questa ricerca ha l'obiettivo di approfondire il benessere di alunni della scuola primaria e secondaria di I° grado, con differenti competenze scolastiche, attraverso la somministrazione di questionari per la valutazione del benessere scolastico e identificazione dei fattori di rischio a bambini, insegnanti e genitori. Dai risultati emerge che le competenze scolastiche influenzano significativamente il benessere e che vi sono differenze in relazione all'età e al genere. I risultati ottenuti, possono essere così uno spunto per la programmazione di interventi mirati a promuovere il benessere scolastico. Partendo proprio dal concetto di salute e benessere (e per fornire una ampia analisi di quest'ultimo sia nella scuola primaria e sia in quella secondaria di 1° grado), il presente studio persegue molteplici obiettivi: il primo è la valutazione dei fattori correlati al benessere dell'alunno, tenendo in considerazione il profitto scolastico; il secondo è quello di verificare le possibili differenze di genere e di livello scolastico degli alunni. Il terzo è valutare se gli insegnanti e i genitori hanno la stessa percezione rispetto al benessere scolastico dei propri figli - allievi e se esistono tra i loro punti di vista delle divergenze. Infine la rivelazione di eventuali differenze nella percezione (soggettiva) dello stesso benessere da parte degli allievi con o senza difficoltà di apprendimento.
Abstract: I Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) sono un tema sul quale la ricerca ha costruito un'ampia conoscenza che non sembra essere sempre tradotta in pratiche educative e didattiche basate sull'evidenza utili alla vita scolastica. Una delle ragioni alla base di questa criticità riguarda l'influenza che le credenze e le rappresentazioni esplicite e implicite degli insegnanti, relative ai DSA, possono avere sulle loro pratiche educative e didattiche. Questo articolo approfondisce que ...; [Read more...]
I Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) sono un tema sul quale la ricerca ha costruito un'ampia conoscenza che non sembra essere sempre tradotta in pratiche educative e didattiche basate sull'evidenza utili alla vita scolastica. Una delle ragioni alla base di questa criticità riguarda l'influenza che le credenze e le rappresentazioni esplicite e implicite degli insegnanti, relative ai DSA, possono avere sulle loro pratiche educative e didattiche. Questo articolo approfondisce questo tema, facendo una revisione narrativa della letteratura. Nonostante la Legge 170/10 garantisca equità di diritti per gli studenti DSA e formazione per gli insegnanti, il personale scolastico sembra portare con sé alcune credenze erronee, oltre a rappresentazioni implicite negative nei confronti degli alunni con DSA. Inoltre, con misure self-report, un tema controverso come quello dei DSA porta talvolta gli insegnanti a dare risposte socialmente desiderabili; le misure implicite potrebbero essere migliori predittori nel valutare gli atteggiamenti reali degli insegnanti nei confronti degli studenti con DSA. Gli studi futuri dovrebbero considerare, attraverso la combinazione di misure esplicite ed implicite, i fattori culturali, i bias cognitivi e le rappresentazioni implicite che influenzano gli insegnanti, e come queste possano condizionare i loro comportamenti in classe. I risultati di questa revisione possono offrire degli spunti per costruire percorsi formativi che aiutino gli insegnanti a essere più consapevoli delle proprie rappresentazioni e di come esse influenzano il loro comportamento nei confronti degli studenti con DSA.
Abstract: Vengono qui presentati i dati normativi dello Strengths and Difficulties Questionnaire (SDQ) di Goodman (1997), nella sua versione per insegnanti. L'SDQ indaga i punti di forza e debolezza dei bambini e ragazzi dai 4 ai 16 anni, prendendo in considerazione cinque subscale: Sintomi emotivi, Problemi comportamentali, Disattenzione/iperattività (ADHD), Problemi con i pari e Comportamenti prosociali. In questo articolo vengono fornite le norme italiane suddivise per grado scolastico (scuol ...; [Read more...]
Vengono qui presentati i dati normativi dello Strengths and Difficulties Questionnaire (SDQ) di Goodman (1997), nella sua versione per insegnanti. L'SDQ indaga i punti di forza e debolezza dei bambini e ragazzi dai 4 ai 16 anni, prendendo in considerazione cinque subscale: Sintomi emotivi, Problemi comportamentali, Disattenzione/iperattività (ADHD), Problemi con i pari e Comportamenti prosociali. In questo articolo vengono fornite le norme italiane suddivise per grado scolastico (scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado) e per genere maschile o femminile dei bambini, da utilizzare per l'applicazione del questionario nel contesto scolastico.
Abstract: L'autoregolazione è la capacità di controllare, volontariamente, i propri impulsi di natura emotiva, cognitiva (come l'attenzione) e comportamentale, per raggiungere un determinato obiettivo. Questa capacità è importante per l'adattamento scolastico e il successo e le strategie di autoregolazione possono essere, infatti, insegnate e potenziate, con esiti positivi soprattutto quando l'intervento prevede il lavoro con studenti, insegnanti e genitori. In questa ottica è stato inserito il ...; [Read more...]
L'autoregolazione è la capacità di controllare, volontariamente, i propri impulsi di natura emotiva, cognitiva (come l'attenzione) e comportamentale, per raggiungere un determinato obiettivo. Questa capacità è importante per l'adattamento scolastico e il successo e le strategie di autoregolazione possono essere, infatti, insegnate e potenziate, con esiti positivi soprattutto quando l'intervento prevede il lavoro con studenti, insegnanti e genitori. In questa ottica è stato inserito il progetto, svolto dagli autori, presso una scuola secondaria di I° grado di Sesto San Giovanni (MI) e il cui obiettivo (considerando la fascia di età critica degli allievi) è stato quello di favorire il benessere scolastico nei ragazzi. Altri obiettivi, non meno importanti, sono stati : 1) potenziamento delle strategie di autoregolazione degli allievi; 2) miglioramento delle conoscenze da parte dei docenti riguardo le strategie di autoregolazione nello sviluppo tipico e atipico; 3) aumento dei livelli di autoefficacia percepita sia per gli allievi e sia per gli insegnanti, 4) far acquisire ai genitori le conoscenze di base sulla autoregolazione. Tale progetto prevedeva, inoltre, di agire su diversi fronti inserendo anche la formazione di laboratori diretti ad allievi con BES insieme ad attività di formazione rivolta agli insegnanti della scuola ed attività di informazione a tutti i genitori degli studenti.
Abstract: I bambini nati olto prematuri mostrano ritardi nella lettura, ortografia e matematica, ma il loro profilo accademico non è chiaramente compreso. IAbbiamo messo a confronto questi bambini con bambini con specifici disturbi dell'apprendimento DSA e bambini con sviluppo tipico a livello accademico, considerando marcatori fenotipici cognitivi e linguistici. È stata inoltre eseguita un'analisi del profilo di apprendimento. Abbiamo incluso 170 bambini monolingue di 10 anni di lingua italiana ...; [Read more...]
I bambini nati olto prematuri mostrano ritardi nella lettura, ortografia e matematica, ma il loro profilo accademico non è chiaramente compreso. IAbbiamo messo a confronto questi bambini con bambini con specifici disturbi dell'apprendimento DSA e bambini con sviluppo tipico a livello accademico, considerando marcatori fenotipici cognitivi e linguistici. È stata inoltre eseguita un'analisi del profilo di apprendimento. Abbiamo incluso 170 bambini monolingue di 10 anni di lingua italiana per valutare le abilità cognitive, linguistiche e accademiche. Sui risultati accademici, i bambini prematuri sono rimasti indietro rispetto ai coetanei con sviluppo tipico in alcune attività di lettura (velocità del testo, comprensione), ortografia (non-parola) e matematica (conoscenza del numero, calcoli scritti e risoluzione dei problemi). I bambini con DSA hanno reso meno in tutti i compiti accademici rispetto agli altri coetanei. Per quanto riguarda i marcatori fenotipici cognitivi e linguistici, rispetto ai peer con sviluppo tipico, i bambini pretermine hanno mostrato punteggi più bassi nel QI verbale e nella fluidità fonologica, i bambini con DSA nell'elaborazione fonologica e nella denominazione rapida automatizzata. I bambini nati pretermine hanno mostrato un tasso più elevato di prestazioni a rischio in lettura rispetto al gruppo di controllo, ma una percentuale minore di profili compromessi e comorbilità tra le aree di apprendimento rispetto al gruppo con DSA. Il profilo accademico dei risultati dei bambini pretermine mostra ritardi persistenti, ma differisce da quello dei bambini con DSA, poiché i ritardi sono meno diffusi e gravi e sono state riscontrate differenze nei marcatori fenotipici e nella comorbilità. Sono necessari programmi di follow-up e interventi efficaci per i bambini nati molto pretermine.
Abstract: Gli anni della scuola dell'infanzia sono il periodo ideale per il potenziamento dei prerequisiti dell'apprendimento, che sono l'insieme delle competenze alla base della successiva strutturazione degli apprendimenti formali. L'identificazione precoce, nella fascia tra i 3 e i 6 anni, delle difficoltà assume un ruolo molto importante, poiché questo rappresenta il momento nel quale sarebbe indispensabile cogliere i primi indicatori di rischio al fine di intervenire tempestivamente. Sono n ...; [Read more...]
Gli anni della scuola dell'infanzia sono il periodo ideale per il potenziamento dei prerequisiti dell'apprendimento, che sono l'insieme delle competenze alla base della successiva strutturazione degli apprendimenti formali. L'identificazione precoce, nella fascia tra i 3 e i 6 anni, delle difficoltà assume un ruolo molto importante, poiché questo rappresenta il momento nel quale sarebbe indispensabile cogliere i primi indicatori di rischio al fine di intervenire tempestivamente. Sono numerosi i questionari osservativi che vengono somministrati a insegnanti e genitori con lo scopo di riconoscere in modo efficace le difficoltà nei bambini nella scuola dell'infanzia, ma mancano le ricerche che indagano l'effettiva capacità predittiva degli strumenti che vengono utilizzati. A fronte di questo limite è stata condotta una ricerca longitudinale che si pone come obiettivo quello di indagare se due questionari osservativi relativi ai precursori della abilità matematica, somministrati a genitori e insegnanti (prime abilità matematiche) di bambini all'inizio dell'ultimo anno della scuola dell'infanzia, sono predittivi delle loro effettive prestazioni in compiti numerici alla fine dell'anno scolastico. Lo studio dimostra che il questionario somministrato agli insegnanti, ma non quello compilato dai genitori, è in grado di predire in modo significativo una piccola parte (6,4%) della varianza relativa alla competenza numerica simbolica (variabile composita che include scrittura, seriazione e conoscenza semantica di numeri) dei bambini alla fine dell'ultimo anno di scuola dell'infanzia.
Abstract: La comprensione da parte dei bambini delle grandezze simboliche (ad es. cifre arabe) e non simboliche (ad es. insiemi di punti) gioca un ruolo chiave nel loro rendimento in matematica, ma solo pochi studi hanno confrontato direttamente gli effetti di interventi simbolici e non simbolici sulle abilità matematiche . Questo studio longitudinale ha confrontato l'impatto della formazione simbolica e non simbolica in un gruppo di bambini in età prescolare a rischio di sviluppare difficoltà i ...; [Read more...]
La comprensione da parte dei bambini delle grandezze simboliche (ad es. cifre arabe) e non simboliche (ad es. insiemi di punti) gioca un ruolo chiave nel loro rendimento in matematica, ma solo pochi studi hanno confrontato direttamente gli effetti di interventi simbolici e non simbolici sulle abilità matematiche . Questo studio longitudinale ha confrontato l'impatto della formazione simbolica e non simbolica in un gruppo di bambini in età prescolare a rischio di sviluppare difficoltà in matematica, analizzando le loro prestazioni post-intervento sia nelle abilità matematiche precoci (ultimo anno prescolare) sia nel rendimento in matematica in 1° grado. 89 bambini a rischio e 66 di controllo con sviluppo tipico sono stati selezionati tra 604 bambini in età prescolare. I bambini a rischio sono stati assegnati a tre condizioni di intervento: nessun intervento, intervento simbolico o non simbolico. I risultati hanno mostrato effetti specifici sui compiti relativi alla formazione (ad es., effetti dell'addestramento simbolico su compiti simbolici) e alcuni effetti della generalizzazione (ad esempio, effetti dell'addestramento simbolico su compiti non simbolici). In prima elementare, i bambini che frequentano l'intervento simbolico hanno mostrato un profilo di rendimento in matematica simile a quello dei coetanei con sviluppo tipico. Questi risultati suggeriscono l'importanza di addestrare l'elaborazione simbolica dei numeri in età prescolare, consentendo ai bambini a rischio di raggiungere i loro coetanei prima di entrare nella scuola formale.