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Abstract/Sommario: La nascita di un bambino pluriminorato può mettere in crisi l'identità genitoriale. Può venir meno la fiducia sul proprio intuito di genitore. A volte può essere di aiuto avere altri figli più grandi, perché la loro presenza, l'esperienza già maturata o in corso di genitore può sostenere, corroborare tale identità. Al senso di maternità, paternità contribuisce anche il bambino con le sue richieste, bisogni, attenzioni, con il suo modo di rispondere agli insegnamenti ricevuti, con il su ...; [Leggi tutto...] La nascita di un bambino pluriminorato può mettere in crisi l'identità genitoriale. Può venir meno la fiducia sul proprio intuito di genitore. A volte può essere di aiuto avere altri figli più grandi, perché la loro presenza, l'esperienza già maturata o in corso di genitore può sostenere, corroborare tale identità. Al senso di maternità, paternità contribuisce anche il bambino con le sue richieste, bisogni, attenzioni, con il suo modo di rispondere agli insegnamenti ricevuti, con il suo identificarsi con aspetti della propria madre o del proprio padre.

Abstract/Sommario: Affrontare la tematica del braille nella scuola di oggi non può esimerci dall'inquadrare tale insegnamento in un contesto molto più ampio, che consideri la scuola in dialogo con l'ambiente relazionale in cui il minorato visivo vive. In questo contesto occupa un posto di primo piano la famiglia e, se non vogliamo passare da "tematica dell'insegnamento del braille" a "problematica dell'insegnamento del braille", dalla famiglia non dobbiamo e non possiamo prescindere. Perché solo in una f ...; [Leggi tutto...] Affrontare la tematica del braille nella scuola di oggi non può esimerci dall'inquadrare tale insegnamento in un contesto molto più ampio, che consideri la scuola in dialogo con l'ambiente relazionale in cui il minorato visivo vive. In questo contesto occupa un posto di primo piano la famiglia e, se non vogliamo passare da "tematica dell'insegnamento del braille" a "problematica dell'insegnamento del braille", dalla famiglia non dobbiamo e non possiamo prescindere. Perché solo in una famiglia che accetta il proprio figlio nella sua specificità di minorato visivo con, tra altre specificità, quella di leggere e scrivere in maniera diversa dalla norma, potrà crescere un bambino con il desiderio e il piacere di leggere e scrivere autonomamente. E la possibilità di leggere e scrivere autonomamente, svincolati dall'alta tecnologia, per noi ciechi risiede solo nella splendida invenzione di Louis Braille.

Abstract/Sommario: La capacità di spostarsi (mobilità) in modo funzionale (orientamento) negli spazi interni (casa, scuola, ..ecc.) consente a ciascuno, nel proprio piccolo, di esercitare quotidianamente uno spazio di autonomia (fisica e psicologica), di affermare un proprio ruolo nella gestione familiare e sociale delle attività e, non da ultimo, di mostrare e veder riconosciute le proprie competenze ed abilità al di fuori degli stereotipi dell'immaginario sociale, talvolta alimentato da comportamenti e ...; [Leggi tutto...] La capacità di spostarsi (mobilità) in modo funzionale (orientamento) negli spazi interni (casa, scuola, ..ecc.) consente a ciascuno, nel proprio piccolo, di esercitare quotidianamente uno spazio di autonomia (fisica e psicologica), di affermare un proprio ruolo nella gestione familiare e sociale delle attività e, non da ultimo, di mostrare e veder riconosciute le proprie competenze ed abilità al di fuori degli stereotipi dell'immaginario sociale, talvolta alimentato da comportamenti ed atteggiamenti impropri. Gli autori ci soffermeremo solo su alcuni degli aspetti legati alla mobilità in spazi scolastici nuovi.

Abstract/Sommario: Presentiamo un articolo di particolare interesse, il cui autore è stato Direttore degli Istituti per ciechi di Torino, Padova e Trieste. Benché lo scritto sia del 1953, molti dei suggerimenti proposti e, soprattutto la tesi generale (i bambini ciechi possono giocare con i bambini vedenti) sono validissimi ancora oggi.

Abstract/Sommario: In occasione del Congresso Europeo sulla disabilità, noi qui riuniti a Madrid, nel numero di più di 600 persone, accogliamo calorosamente la proclamazione dell'anno 2003 come Anno Europeo delle Persone Disabili, evento che vuole diffondere la conoscenza dei diritti di oltre 50 milioni di cittadini europei con disabilità. In questa Dichiarazione esponiamo il nostro pensiero, con l'obiettivo di proporre un quadro ideale d'azione da sviluppare durante l'Anno Europeo nell'ambito dell'Union ...; [Leggi tutto...] In occasione del Congresso Europeo sulla disabilità, noi qui riuniti a Madrid, nel numero di più di 600 persone, accogliamo calorosamente la proclamazione dell'anno 2003 come Anno Europeo delle Persone Disabili, evento che vuole diffondere la conoscenza dei diritti di oltre 50 milioni di cittadini europei con disabilità. In questa Dichiarazione esponiamo il nostro pensiero, con l'obiettivo di proporre un quadro ideale d'azione da sviluppare durante l'Anno Europeo nell'ambito dell'Unione Europea, a livello nazionale, regionale e locale.

Abstract/Sommario: La valutazione delle qualità, esigenza sostanziale e giuridica, non è più rinviabile. Dopo tanti anni di esperienze si fa sempre più urgente il bisogno di provare a misurare i livelli di qualità d'integrazione che si sono e si vanno realizzando in tutte le scuole italiane.

Abstract/Sommario: Poiché l'intervento precoce si propone di offrire delle possibilità di progettare all'unanimità il mondo in circostanze diversamente percepite, allora esso dovrebbe anche assumersi la responsabilità dell'allargata gamma dei fenomeni. Questa prospettiva solleva l'interrogativo se nel futuro l'intervento precoce dovrà essere focalizzato unicamente ai bambini ciechi e ipovedenti, o se dovrà anche occuparsi delle problematiche inerenti alla percezione visiva e ai suoi disturbi. Noi dobbiam ...; [Leggi tutto...] Poiché l'intervento precoce si propone di offrire delle possibilità di progettare all'unanimità il mondo in circostanze diversamente percepite, allora esso dovrebbe anche assumersi la responsabilità dell'allargata gamma dei fenomeni. Questa prospettiva solleva l'interrogativo se nel futuro l'intervento precoce dovrà essere focalizzato unicamente ai bambini ciechi e ipovedenti, o se dovrà anche occuparsi delle problematiche inerenti alla percezione visiva e ai suoi disturbi. Noi dobbiamo vivere con le nostre idee e con i nostri preconcetti riguardo all'essere ciechi, ipovedenti o pluriminorati, senza nemmeno sapere se questi concetti sono giusti. Perciò, a tutti noi che ci occupiamo di intervento precoce, sarebbe utile dire addio all'idea di sapere esattamente ciò che è giusto e importante per un bambino con disabilità visiva. Al contrario, dovremmo ammettere che possiamo affrontare la cecità e la minorazione visiva solamente in relazione alle nostre idee e ai nostri preconcetti. Una volta che ci siamo sbarazzati del presupposto che noi sappiamo che cosa è buono e giusto per questi bambini, allora dovremmo essere in grado di farli sperimentare con curiosità e comprensione maggiori e di valutare la varietà delle loro strategie. Viene inoltre analizzata l'area finale della cooperazione con le famiglie, i genitori, i fratelli e le sorelle.

Abstract/Sommario: Parlare dei laboratori occupazionali del "Rittmeyer" significa ripercorrere un periodo di dieci anni, durante i quali si è tentato di rispondere alle istanze ed ai problemi di utenti e famiglie, trasformando i laboratori protetti di un tempo, attivandone altri, per un'adeguata e più corretta collocazione, alla fine della scuola dell'obbligo, dei ragazzi affetti da plurihandicap in presenza di minorazione visiva. Le strategie psicologiche di intervento dell'Istituto si basano su tecnich ...; [Leggi tutto...] Parlare dei laboratori occupazionali del "Rittmeyer" significa ripercorrere un periodo di dieci anni, durante i quali si è tentato di rispondere alle istanze ed ai problemi di utenti e famiglie, trasformando i laboratori protetti di un tempo, attivandone altri, per un'adeguata e più corretta collocazione, alla fine della scuola dell'obbligo, dei ragazzi affetti da plurihandicap in presenza di minorazione visiva. Le strategie psicologiche di intervento dell'Istituto si basano su tecniche cognitivo - comportamentali atte a modificare in senso positivo il modo in cui una persona pensa, sente ed agisce nei confronti di se stesso. Si è da tempo introdotto nel Istituto il programma Feuerstein che viene oggi applicato non solo per migliorare le condizioni di vita di persone affette da handicap, quali la sindrome di Down, sino a renderle autonome, ma anche per i ragazzi normodotati e addirittura per i top manager della Mercedes, della Epson, e di altre grandi industrie.

Abstract/Sommario: Al bambino cieco o ipovedente mancano una serie di esperienze (come il poter imitare i gesti o i movimenti) che sono fondamentali per lo sviluppo generale. La motilità e la postura sono enormemente influenzate anche da un residuo visivo minimo. Stabilire la situazione del bambino e tenerla sotto controllo con il passare del tempo fa parte del nostro obiettivo che è quello di comporre insieme alle altre figure professionali un quadro completo per fornire ai genitori delle linee guida s ...; [Leggi tutto...] Al bambino cieco o ipovedente mancano una serie di esperienze (come il poter imitare i gesti o i movimenti) che sono fondamentali per lo sviluppo generale. La motilità e la postura sono enormemente influenzate anche da un residuo visivo minimo. Stabilire la situazione del bambino e tenerla sotto controllo con il passare del tempo fa parte del nostro obiettivo che è quello di comporre insieme alle altre figure professionali un quadro completo per fornire ai genitori delle linee guida su come comportarsi, cosa far fare e cosa aspettarsi dal loro bambino. Quattro diversi specialisti parleranno di questo tema in quanto presso il Centro gli Angeli di Padre Pio - già lavorano in équipe per quanto riguarda la valutazione obiettiva e funzionale dei deficit visivi: l'oculista, la terapista della riabilitazione, l'ortottista e l'operatore di orientamento e mobilità.

Abstract/Sommario: L'Università di Lecce, in applicazione della legge 7/99, si è dotata nel marzo 2000 della figura di Delegato del Rettore ai problemi degli studenti disabili con funzioni di coordinamento, monitoraggio e supporto di tutte le iniziative riguardanti l'integrazione degli studenti disabili nell'Università. Attualmente l'incarico è affidato al prof. Gino Santoro, docente di Storia del Teatro dell'Università degli Studi di Lecce.
In pochi mesi è stato attivato un Centro per l'Integrazione, c ...; [Leggi tutto...] L'Università di Lecce, in applicazione della legge 7/99, si è dotata nel marzo 2000 della figura di Delegato del Rettore ai problemi degli studenti disabili con funzioni di coordinamento, monitoraggio e supporto di tutte le iniziative riguardanti l'integrazione degli studenti disabili nell'Università. Attualmente l'incarico è affidato al prof. Gino Santoro, docente di Storia del Teatro dell'Università degli Studi di Lecce.
In pochi mesi è stato attivato un Centro per l'Integrazione, con l'obiettivo di offrire un servizio che assolvesse più funzioni: di accoglienza e decodifica della domanda, di operatività, di raccordo delle diverse iniziative con le strutture universitarie, di riferimento per gli studenti disabili, per i docenti e non docenti.