Abstract/Sommario: Molte ricerche hanno dimostrato che nella scuola il persistere di condizioni negative legate allo stress mette in seria prova le risorse psicofisiche degli insegnanti, interferendo con il loro stato di salute e con i processi educativi di cui sono protagonisti. Pochi studi hanno, invece, posto l'attenzione alla condizione di stress di insegnanti impegnati nell'educazione di alunni con disabilità. Uno di questi studi è quello relativo sia all'atteggiamento dell'insegnante verso l'inclus ...; [Leggi tutto...]
Molte ricerche hanno dimostrato che nella scuola il persistere di condizioni negative legate allo stress mette in seria prova le risorse psicofisiche degli insegnanti, interferendo con il loro stato di salute e con i processi educativi di cui sono protagonisti. Pochi studi hanno, invece, posto l'attenzione alla condizione di stress di insegnanti impegnati nell'educazione di alunni con disabilità. Uno di questi studi è quello relativo sia all'atteggiamento dell'insegnante verso l'inclusione dell'alunno disabile, sia all'individuazione di potenziali fattori di stress e delle strategie messe in atto per affrontarli. La pratica dell'inclusione va progressivamente affermandosi come la modalità più significativa nella gestione delle situazioni di abilità di apprendimento diverse e dei bisogni educativi speciali. Tuttavia, tali pratiche sembrano comportare carichi di lavoro e una maggiore esposizione professionale da parte degli insegnanti. Il contributo di questo articolo propone una riflessione sulla percezione dei fattori stressanti nelle pratiche inclusive e le varie strategie di coping adottate dagli insegnanti, insieme all'importanza di una organizzazione-scuola orientata al confronto, al sostegno e alla valorizzazione delle risorse interpersonali e relazionali.
Abstract/Sommario: La neuropedagogia si interessa del funzionamento cerebrale e delle funzioni mentali conciliandole con le teorie e le pratiche pedagogiche. L'approccio neuropedagogico riguarda in particolare il miglioramento delle funzioni esecutive, un insieme di processi mentali che sono fondamentali a livello scolastico. Queste consentono di esercitare forme di autocontrollo, di focalizzare l'attenzione su un compito particolare, di trattenere in memoria una esperienza e infine controllarne l'esecuz ...; [Leggi tutto...]
La neuropedagogia si interessa del funzionamento cerebrale e delle funzioni mentali conciliandole con le teorie e le pratiche pedagogiche. L'approccio neuropedagogico riguarda in particolare il miglioramento delle funzioni esecutive, un insieme di processi mentali che sono fondamentali a livello scolastico. Queste consentono di esercitare forme di autocontrollo, di focalizzare l'attenzione su un compito particolare, di trattenere in memoria una esperienza e infine controllarne l'esecuzione. In sequenza, per "imparare" è necessario: prestare attenzione, riflettere, capire e attivare la memoria; questi sono gli ingranaggi che entrano in funzione, quando si impara, per utilizzarli dopo al meglio. Prima di tutto, bisogna essere capaci di captare ciò che occorre essere preso in considerazione e ciò che, invece, occorre tralasciare perché non rilevante. Ognuna di queste attività mentali prepara quella successiva e consente di tornare alla precedente: l'attenzione apre alla comprensione, ma la memorizzazione consente di rintracciare la comprensione per applicarla a un nuovo contesto.
Abstract/Sommario: Secondo l'autrice gli strumenti compensativi e le misure dispensative sono i mezzi per favorire pari opportunità di apprendimento; per poterli accogliere ed utilizzare in modo corretto in classe è necessaria la collaborazione dei diversi attori coinvolti nel processo di insegnamento e apprendimento. L'utilizzo di questi strumenti è un atto dovuto per gli allievi con DSA, ma perché essi possano beneficiarne davvero è necessario che tali misure siano accolte in modo favorevole da tutte l ...; [Leggi tutto...]
Secondo l'autrice gli strumenti compensativi e le misure dispensative sono i mezzi per favorire pari opportunità di apprendimento; per poterli accogliere ed utilizzare in modo corretto in classe è necessaria la collaborazione dei diversi attori coinvolti nel processo di insegnamento e apprendimento. L'utilizzo di questi strumenti è un atto dovuto per gli allievi con DSA, ma perché essi possano beneficiarne davvero è necessario che tali misure siano accolte in modo favorevole da tutte le parti interessate. Gli strumenti compensativi servono a ridurre una situazione di svantaggio nell'apprendimento determinata da una disabilità o un disturbo e possono comprendere varie soluzioni, come ad esempio, l'uso del registratore, del computer dotato di un programma di videoscrittura, supporti audio e sistemi di visualizzazione di contenuti vari. Le misure dispensative sono, invece, interventi di tutela volti a evitare il generalizzarsi dell'insuccesso scolastico determinato da situazioni penalizzanti come, ad esempio, la lettura a voce alta o la scrittura veloce sotto dettatura. Negli ultimi anni c'è stata molta attenzione a tali opportunità ed alcune risorse sono ora fruibili a beneficio sia dei genitori e sia degli insegnanti.
Abstract/Sommario: La legge 170/2010, che ha introdotto benefici per i soggetti con DSA nella scuola, nell'Università ed anche nel lavoro, ha imposto la certificazione diagnostica come porta di accesso a queste misure e alle varie valutazioni, e quindi la diagnosi è diventata un tema centrale e un argomento delicato e sensibile sia per le famiglie e sia per la scuola. Il dibattito culturale che ne è seguito ha avuto una importante concretizzazione in azioni coordinate fra le varie associazioni e società ...; [Leggi tutto...]
La legge 170/2010, che ha introdotto benefici per i soggetti con DSA nella scuola, nell'Università ed anche nel lavoro, ha imposto la certificazione diagnostica come porta di accesso a queste misure e alle varie valutazioni, e quindi la diagnosi è diventata un tema centrale e un argomento delicato e sensibile sia per le famiglie e sia per la scuola. Il dibattito culturale che ne è seguito ha avuto una importante concretizzazione in azioni coordinate fra le varie associazioni e società scientifiche, arrivando ad una prima conferenza di consenso nel 2007 e, successivamente, nella seconda conferenza promossa dall'Istituto Superiore della Sanità con il documento pubblicato nel giugno 2011 (PARCC 2011), contenente le raccomandazioni per la diagnosi dei DSA. Molte Regioni hanno legiferato sul tema dei DSA con lo scopo di accreditare anche strutture private alla effettuazione delle diagnosi al fine di ridurre le liste di attesa nelle ASL per ottenere le certificazioni. Nel definire i requisiti per accedere all'accreditamento, assieme ad adempimenti burocratico-organizzativi, è comunque sempre riportato il protocollo per arrivare alla diagnosi, in alcuni casi con l'obbligo di allegare al documento di certificazione l'elenco dei test utilizzati, oltre al punteggio ottenuto. Tutti questi elementi hanno prodotto un netto miglioramento qualitativo delle diagnosi e soprattutto hanno consentito di raggiungere un buon livello di standardizzazione delle procedure adottate per ottenerle. La standardizzazione è un fattore molto importante per uscire dall'approssimazione, sia per rendere replicabili e verificabili i risultati, sia ai fini dell'impostazione di una attività di potenziamento delle funzioni inefficienti. Avere un profilo affidabile ed accurato consente, infatti, di fare scelte appropriate e ponderate in ambito riabilitativo.