Abstract/Sommario: L’articolo presenta la definizione di social work adottata dai due principali organismi che rappresentano il lavoro sociale a livello internazionale: l’IFSW (International Federation Social Workers) e l’IASSW (International Association Schools of Social Work), che associa le scuole. L’autrice, che ha coordinato la Commissione incaricata di elaborare la definizione, spiega perché sono stati scelti determinati termini e il significato che va ad essi attribuito. Ne emerge un concetto di s ...; [Leggi tutto...]
L’articolo presenta la definizione di social work adottata dai due principali organismi che rappresentano il lavoro sociale a livello internazionale: l’IFSW (International Federation Social Workers) e l’IASSW (International Association Schools of Social Work), che associa le scuole. L’autrice, che ha coordinato la Commissione incaricata di elaborare la definizione, spiega perché sono stati scelti determinati termini e il significato che va ad essi attribuito. Ne emerge un concetto di social work ben più ampio di quello solitamente pensato. Esso include assistenti sociali, educatori sociali, animatori socio-culturali, operatori di comunità: un’area pluri-professionale che, rispettando la dizione letterale inglese, indichiamo con la dizione lavoro sociale. Riserviamo quella più specifica di servizio sociale alla professione dell’assistente sociale
Abstract/Sommario: Molti adulti disabili mentali vivono con familiari in età avanzata. Questo articolo presenta una ricerca che ha sondato i loro punti di vista, i loro desideri e le loro preoccupazioni rispetto al futuro. Spesso i familiari e gli operatori, assumendo un atteggiamento protettivo, evitano di affrontare apertamente questo tema con i diretti interessati. Le interviste effettuate, però, mostrano persone disabili ben consapevoli del fatto che potrebbero avere presto bisogno di una nuova siste ...; [Leggi tutto...]
Molti adulti disabili mentali vivono con familiari in età avanzata. Questo articolo presenta una ricerca che ha sondato i loro punti di vista, i loro desideri e le loro preoccupazioni rispetto al futuro. Spesso i familiari e gli operatori, assumendo un atteggiamento protettivo, evitano di affrontare apertamente questo tema con i diretti interessati. Le interviste effettuate, però, mostrano persone disabili ben consapevoli del fatto che potrebbero avere presto bisogno di una nuova sistemazione e capaci di indicare le proprie preferenze. Nel contempo, emerge anche una forte preoccupazione per i propri carer: spesso si crea un rapporto di interdipendenza reciproca in cui il carer anziano aiuta il disabile e contemporaneamente viene da lui aiutato.
Abstract/Sommario: Sono sempre più le realtà del privato sociale che impiegano educatori professionali: la parte del leone la fanno le cooperative sociali, ma anche associazioni e fondazioni. Minori in difficoltà, handicap, disagio sociale sono tra i principali campi d’intervento di questa figura professionale che necessità sempre più di una formazione adeguata. Tra riorganizzazione delle politiche di welfare (Legge 328) e riforme universitarie, quali sono oggi i canali formativi e le caratteristiche del ...; [Leggi tutto...]
Sono sempre più le realtà del privato sociale che impiegano educatori professionali: la parte del leone la fanno le cooperative sociali, ma anche associazioni e fondazioni. Minori in difficoltà, handicap, disagio sociale sono tra i principali campi d’intervento di questa figura professionale che necessità sempre più di una formazione adeguata. Tra riorganizzazione delle politiche di welfare (Legge 328) e riforme universitarie, quali sono oggi i canali formativi e le caratteristiche della figura dell’educatore professionale? Competenze sempre più complesse e metodologie in continuo sviluppo richiedono un ripensamento di questa figura, che ha bisogno di una formazione spendibile concretamente nella relazione d’aiuto.
Abstract/Sommario: Di fronte a lutti, perdite, dolore, situazioni frequenti da gestire per molti operatori sociali professionali e per molti carer, la scrittura può diventare una forma di cura e uno strumento di coping, di fronteggiamento. L’autobiografia, in particolare, si rivela un’utile risorsa dal punto di vista psicologico, poiché accentua il nostro protagonismo di fronte a ciò che ci accade, favorisce la presa di coscienza della nostra emotività, si trasforma in una modalità di elaborazione del lu ...; [Leggi tutto...]
Di fronte a lutti, perdite, dolore, situazioni frequenti da gestire per molti operatori sociali professionali e per molti carer, la scrittura può diventare una forma di cura e uno strumento di coping, di fronteggiamento. L’autobiografia, in particolare, si rivela un’utile risorsa dal punto di vista psicologico, poiché accentua il nostro protagonismo di fronte a ciò che ci accade, favorisce la presa di coscienza della nostra emotività, si trasforma in una modalità di elaborazione del lutto, in una sorta di disponibilità a superare il dolore. Lo dimostrano le diverse tipologie autobiografiche che vanno dalle scritture dell’imminenza (prodotte dal morente) a quelle del commiato e della riconoscenza (utili a chi resta).