Abstract: Il Consiglio dei ministri ha approvato, in data 28 luglio 2000, un Programma di azione per le politiche dell’handicap, relativo al periodo 2000-2003, che tiene conto come informa una nota di Palazzo Chigi e delle indicazioni emerse in occasione della prima Conferenza nazionale sull’handicap, svoltasi a Roma nel dicembre 1999. Si tratta di un ampio documento che affronta molti aspetti della questione: prevenzione, riabilitazione, scuola, università, lavoro, disabilità in età adulta, mo ...; [Read more...]
Il Consiglio dei ministri ha approvato, in data 28 luglio 2000, un Programma di azione per le politiche dell’handicap, relativo al periodo 2000-2003, che tiene conto come informa una nota di Palazzo Chigi e delle indicazioni emerse in occasione della prima Conferenza nazionale sull’handicap, svoltasi a Roma nel dicembre 1999. Si tratta di un ampio documento che affronta molti aspetti della questione: prevenzione, riabilitazione, scuola, università, lavoro, disabilità in età adulta, mobilità, sport e tempo libero, fonti informative, Europa. Così viene presentato il Programma d’azione nel comunicato diramato al termine del Consiglio dei ministri: Nel programma sono indicati gli impegni del Governo in merito alla prevenzione della disabilità e alla diagnosi precoce, alla riabilitazione, all’integrazione scolastica e alla formazione del personale docente, all’integrazione nel mondo del lavoro, alla mobilità, ai trasporti, sia pubblici che privati.
Abstract: La Conferenza di Salamanca (1994) segna un importante momento di apertura a un dibattito sull'educazione inclusiva nel mondo che condurrà verso la Convenzione delle Nazioni Unite (2006), affermando i diritti delle persone con disabilità e concentrando l'attenzione sulle politiche educative. Sono stati scelti 3 Paesi -Brasile, Senegal e Taiwan- che, in tempi e maniere differenti, stanno organizzando una scuola inclusiva, attuando i principi della Convenzione nelle politiche e nelle dida ...; [Read more...]
La Conferenza di Salamanca (1994) segna un importante momento di apertura a un dibattito sull'educazione inclusiva nel mondo che condurrà verso la Convenzione delle Nazioni Unite (2006), affermando i diritti delle persone con disabilità e concentrando l'attenzione sulle politiche educative. Sono stati scelti 3 Paesi -Brasile, Senegal e Taiwan- che, in tempi e maniere differenti, stanno organizzando una scuola inclusiva, attuando i principi della Convenzione nelle politiche e nelle didattiche. La dimensione inclusiva si sta sviluppando attraverso trasformazioni delle istituzioni e scuole speciali verso una scuola ordinaria, che affronti le problematiche di tutti gli alunni, tenendo conto delle diversità e specificità di ciascuno, promuovendo forme di alternanza e di reciproca collaborazione, per creare rapporti tra pari, in cui l'apprendimento e le conoscenze siano accessibili a tutti (in senso pedagogico e didattico), al fine di superare pregiudizi e stereotipi, per abolire forme di emarginazione, attraverso un'educazione che possa raggiungere tutti per costruire una società inclusiva.
Abstract: Il primo premio della nona edizione del concorso Strategie di integrazione è stato assegnato a una scuola media che ha saputo coinvolgere un’ampia rete di attori - ASL, enti locali, famiglie e soprattutto gli studenti stessi - nel processo di integrazione di un alunno con autismo. Ponendosi come obiettivo il miglioramento della qualità della vita dell’alunno con disabilità, il progetto è riuscito a promuovere un adattamento reciproco tra disabilità e ambiente, creando un ponte che ha m ...; [Read more...]
Il primo premio della nona edizione del concorso Strategie di integrazione è stato assegnato a una scuola media che ha saputo coinvolgere un’ampia rete di attori - ASL, enti locali, famiglie e soprattutto gli studenti stessi - nel processo di integrazione di un alunno con autismo. Ponendosi come obiettivo il miglioramento della qualità della vita dell’alunno con disabilità, il progetto è riuscito a promuovere un adattamento reciproco tra disabilità e ambiente, creando un ponte che ha messo in comunicazione due mondi diversi.
Abstract: Le due dimensioni concettuali principali della vita indipendente sono l'autonomia e l'autodeterminazione; anche se non si tematizza in modo esplicito l'espressione "vita indipendente", la tendenza sembra essere quella che differenzia tale concetto: da un lato, per le persone con difficoltà motoria la vita indipendente è spesso intesa come percorso di autodeterminazione, dall'altro per le persone con disabilità intellettiva l'idea di vita indipendente è connessa in genere con la dimensi ...; [Read more...]
Le due dimensioni concettuali principali della vita indipendente sono l'autonomia e l'autodeterminazione; anche se non si tematizza in modo esplicito l'espressione "vita indipendente", la tendenza sembra essere quella che differenzia tale concetto: da un lato, per le persone con difficoltà motoria la vita indipendente è spesso intesa come percorso di autodeterminazione, dall'altro per le persone con disabilità intellettiva l'idea di vita indipendente è connessa in genere con la dimensione dell'autonomia. Tale distinzione, anche se nel tempo si è consolidata, c'è da dire che, tuttavia, non compare nella Convenzione ONU, secondo cui la vita indipendente significa diritto di vivere nella società sulla base di uguaglianza con gli altri. Partendo dalle riflessioni sulla vita indipendente per le persone con disabilità intellettiva e sulla loro capacità di fare da sole le cose, sorge per gli operatori una questione etica molto importante; da una parte il diritto alla vita indipendente, che è di tutte le persone disabili (e non di quelle che riescono a fare le cose da sole), dall'altra parte, il tema concreto di come rendere esigibile questo diritto per tutte le persone. Questo percorso delicato (ma anche duro) è realizzabile sostenendo la persona, ma soprattutto lavorando sul posto che quest'ultima occupa nella comunità affinché sia accolta e valorizzata, a vederla cioè come il portatore di diritti e non più solo il disabile.
Abstract: La pratica del portfolio si inscrive in un processo di valutazione e autovalutazione continua che consiste nel raccogliere le informazioni di differente origine al fine di rendere conto degli apprendimenti dell'allievo. Il portfolio è uno strumento a servizio dell'insegnante, che gli serve per valutare gli allievi, o è uno strumento a servizio dell'allievo per aiutarlo ad assumere la responsabilità dei suoi apprendimenti? È uno strumento di Valutazione o un dispositivo di apprendiment ...; [Read more...]
La pratica del portfolio si inscrive in un processo di valutazione e autovalutazione continua che consiste nel raccogliere le informazioni di differente origine al fine di rendere conto degli apprendimenti dell'allievo. Il portfolio è uno strumento a servizio dell'insegnante, che gli serve per valutare gli allievi, o è uno strumento a servizio dell'allievo per aiutarlo ad assumere la responsabilità dei suoi apprendimenti? È uno strumento di Valutazione o un dispositivo di apprendimento e di presentazione? La risposta giusta sta forse nel fatto che si tratta di uno strumento polivalente e flessibile e la sua efficacia dipende, in gran parte, dal clima che si crea nella classe e dalla leadership dell'insegnante tutor e del gruppo affidato al suo coordinamento. Attualmente il documento ufficiale per comunicare i risultati della valutazione è la tradizionale pagella. L'utilizzazione del portfolio pone senza alcun dubbio la questione della pertinenza della scheda o pagella almeno nella sua forma attuale. Questo problema e altri ancora alimenteranno le discussioni sull'argomento. È bene lasciare all'esperienza e alle pratiche riflessive dei colleghi la soluzione - o le soluzioni - a un problema così complesso.
Abstract: Il portafolio in ambito professionale riguarda la raccolta del materiale più significativo prodotto da un soggetto, che seleziona la propria produzione inserendovi ciò che ritiene più adatto per il destinatario. Il lavoro proposto è una ricerca riguardante lo studio e la scelta di un struttura di prortafolio adatta a far sperimentare concretamente agli specializzandi le prassi operativo - metodologiche che delineano la figura dell'insegnante di sostegno, caratterizzata da una molteplic ...; [Read more...]
Il portafolio in ambito professionale riguarda la raccolta del materiale più significativo prodotto da un soggetto, che seleziona la propria produzione inserendovi ciò che ritiene più adatto per il destinatario. Il lavoro proposto è una ricerca riguardante lo studio e la scelta di un struttura di prortafolio adatta a far sperimentare concretamente agli specializzandi le prassi operativo - metodologiche che delineano la figura dell'insegnante di sostegno, caratterizzata da una molteplicità di conoscenze e competenze.
Abstract: Il ricorso allo strumento portfolio è stato recepito nel contesto del progetto di riforma della scuola, varato nell'aprile 2003, che ne propone l'utilizzo generalizzato per tutti gli studenti. Nella nostra tradizione scolastica esso rappresenta un documento del tutto innovativo, mirato a realizzare il principio della personalizzazione formativa, intrecciando senza soluzione di continuità le funzioni di valutazione e dell'orientamento. Le due dimensioni devono essere considerate collega ...; [Read more...]
Il ricorso allo strumento portfolio è stato recepito nel contesto del progetto di riforma della scuola, varato nell'aprile 2003, che ne propone l'utilizzo generalizzato per tutti gli studenti. Nella nostra tradizione scolastica esso rappresenta un documento del tutto innovativo, mirato a realizzare il principio della personalizzazione formativa, intrecciando senza soluzione di continuità le funzioni di valutazione e dell'orientamento. Le due dimensioni devono essere considerate collegate, perché l'unica valutazione positiva per lo studente è quella che contribuisce a conoscere le competenze e, attraverso questa conoscenza progressiva e sistematica, a fargli scoprire e apprezzare sempre meglio le capacità potenziali personali indispensabili per decidere un proprio futuro progetto di vita.
Abstract: Sono stati selezionati 20 bambini, di età compresa tra i 10 e i 12 anni, con disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD), per valutare gli effetti della stimolazione vestibolare su percezione e sensibilità uditive, utilizzando il Test Integrato delle Prestazioni Visive e Uditive (IVA CPT, un test neuropsicologico utilizzato nella clinica della terapia occupazionale). Il presente studio ha selezionato i bambini secondo i criteri del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturb ...; [Read more...]
Sono stati selezionati 20 bambini, di età compresa tra i 10 e i 12 anni, con disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD), per valutare gli effetti della stimolazione vestibolare su percezione e sensibilità uditive, utilizzando il Test Integrato delle Prestazioni Visive e Uditive (IVA CPT, un test neuropsicologico utilizzato nella clinica della terapia occupazionale). Il presente studio ha selezionato i bambini secondo i criteri del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, 4° edizione revisionata. Dopo aver ottenuto il consenso dei genitori e dei tutori, i bambini sono stati inseriti nello studio e abbinati casualmente, in base all'età, nei gruppi di intervento e di controllo. Il CPT IVA è stato impiegato come pre-test. I bambini del gruppo di intervento hanno successivamente ricevuto una stimolazione vestibolare durante le sedute di terapia, due volte a settimana, per 10 settimane. La valutazione IVA CPT (post-test) è stata quindi applicata in entrambi i gruppi. I punteggi medi pre e post-test sono stati confrontati tra i due gruppi. Le analisi statistiche hanno mostrato una differenza significativa nel miglioramento della comprensione uditiva. In conclusione, i risultati ottenuti indicano che l'allenamento vestibolare risulta una opzione di trattamento affidabile e potente per l'ADHD, specialmente se combinato con altri training. Stimolare il senso dell'equilibrio evidenzia l'importante interazione tra inibizione e cognizione.
Abstract: La convinzione che le persone con ritardo mentale grave e gravissimo non siano generalmente in grado di scegliere cosa è meglio per loro e l'ordine di priorità dato agli obiettivi di riabilitazione fanno sì che questi soggetti abbiano poche opportunità di esprimere le loro preferenze, fosse anche solo per cosa mangiare a pranzo. L'articolo esamina la letteratura esistente sull'argomento, evidenziando i dati più significativi relativi alla capacità delle persone con ritardo mentale di ...; [Read more...]
La convinzione che le persone con ritardo mentale grave e gravissimo non siano generalmente in grado di scegliere cosa è meglio per loro e l'ordine di priorità dato agli obiettivi di riabilitazione fanno sì che questi soggetti abbiano poche opportunità di esprimere le loro preferenze, fosse anche solo per cosa mangiare a pranzo. L'articolo esamina la letteratura esistente sull'argomento, evidenziando i dati più significativi relativi alla capacità delle persone con ritardo mentale di compiere scelte consapevoli, alla possibilità di inserire occasioni di scelta nella loro vita quotidiana e agli effetti della scelta sulle prestazioni e sul comportamento del soggetto.
Abstract: Sono state valutate delle strategie di intervento basate su principi di apprendimento e tecnologia assistiva rivolte a quattro partecipanti post-comatosi in stato di coscienza minima affetti da disabilità motorie pervasive. Nel primo studio è stato insegnato a un uomo ad accedere a una stimolazione ambientale tramite una combinazione risposta-microswitch, e a un altro uomo ad accedere a una stimolazione ambientale e richiedere un contatto sociale tramite risposte combinate con un micro ...; [Read more...]
Sono state valutate delle strategie di intervento basate su principi di apprendimento e tecnologia assistiva rivolte a quattro partecipanti post-comatosi in stato di coscienza minima affetti da disabilità motorie pervasive. Nel primo studio è stato insegnato a un uomo ad accedere a una stimolazione ambientale tramite una combinazione risposta-microswitch, e a un altro uomo ad accedere a una stimolazione ambientale e richiedere un contatto sociale tramite risposte combinate con un microswitch o un voca (dispositivo per la comunicazione a emissione di voce). Nel secondo studio è stato insegnato a un uomo ad accedere a due forme di stimolazione ambientale tramite due combinazioni di risposta e microswitch e a un altro uomo a richiedere due forme di contatto sociale tramite due combinazioni di risposta e voca.