Abstract: L'articolo affronta il complesso tema della fragilità nelle persone anziane, cosa significhi per loro essere fragili e che consapevolezza essi hanno della propria condizione. Attualmente, la fragilità è intesa come una situazione caratterizzata da instabilità e rischio per la perdita di una o più delle funzioni ed è riconducibile alla condizione che precede la non autosufficienza. Nell'ultimo ventennio il tema della fragilità negli anziani ha ottenuto un notevole interesse, anche se tu ...; [Read more...]
L'articolo affronta il complesso tema della fragilità nelle persone anziane, cosa significhi per loro essere fragili e che consapevolezza essi hanno della propria condizione. Attualmente, la fragilità è intesa come una situazione caratterizzata da instabilità e rischio per la perdita di una o più delle funzioni ed è riconducibile alla condizione che precede la non autosufficienza. Nell'ultimo ventennio il tema della fragilità negli anziani ha ottenuto un notevole interesse, anche se tuttavia in Italia l'attuale sistema di "long term care" si concentra per lo più sulla non autosufficienza e la fragilità non è considerata e vista come l'insieme di bisogni che devono tradurre politiche e servizi per gli anziani. Secondo l'autrice esiste ancora un welfare di attesa in cui l'organizzazione dei servizi sociali e sanitari esercita la propria azione solo quando c'è la necessità, ossia nel momento del bisogno in risposta ai singoli problemi anziché durante il passaggio verso la non autosufficienza, considerando la condizione della persona anziana con comprensione e sostegno in tutta la sua complessità. Considerando le diverse esperienze di utilizzo dei servizi a favore delle persone anziane sono state notate delle criticità e ciò indica che nella progettazione assistenziale occorre considerare l'invecchiamento come un continuum e di conseguenza organizzare degli interventi adatti che sappiano accompagnare la persona nel declino delle proprie condizioni; ciò è possibile favorendo la creazione di una serie di servizi più grande con soluzioni flessibili che si possono adattare alle condizioni delle persone.
Abstract: I due autori partono dalla concezione che ogni percorso di trattamento educativo deve prendere in considerazione l'allievo in tutta la sua globalità, considerando non solo le sue specifiche abilità ma anche le sue motivazioni ed emozioni. Tutto ciò perché un insuccesso scolastico da parte dell'allievo favorisce una situazione di disagio e malessere da parte sua, incidendo in modo negativo sull'intervento dell'insegnante e sugli apprendimenti; tenendo alta la motivazione dell'alunno si ...; [Read more...]
I due autori partono dalla concezione che ogni percorso di trattamento educativo deve prendere in considerazione l'allievo in tutta la sua globalità, considerando non solo le sue specifiche abilità ma anche le sue motivazioni ed emozioni. Tutto ciò perché un insuccesso scolastico da parte dell'allievo favorisce una situazione di disagio e malessere da parte sua, incidendo in modo negativo sull'intervento dell'insegnante e sugli apprendimenti; tenendo alta la motivazione dell'alunno si ottiene, invece, un riscontro emotivo positivo nei riguardi del trattamento a lui applicato. Il bambino in difficoltà, nel caso di un trattamento che accentua le sue difficoltà, può sviluppare un atteggiamento negativo poiché richiede un maggiore sforzo da parte sua nello svolgere compiti a lui poco graditi. Per evitare tutto ciò, in determinati casi, risulta fondamentale l'atteggiamento dell'educatore, il quale prendendo in cura il caso specifico, assicura che il bambino esperimenta un comportamento positivo nei confronti della proposta educativa e soprattutto ha fiducia in chi lo sta aiutando. L'articolo illustra il caso di Fabio, un alunno della scuola primaria di 7 anni seguito dal Centro universitario di Padova (LABDA) con difficoltà di apprendimento, il quale è riuscito alla fine di ottenere un atteggiamento positivo e una collaborazione efficace durante il ciclo delle attività scolastiche abilitative proposte dai suoi insegnanti.
Abstract: Il volume è così suddiviso: Introduzione. Antropologia Medica & Disabilità. Prospettive etnografiche in dialogo; 1) Amuleti, studenti, bambini. La costruzione sociale del bambino disabile in Tanzania; 2) L’identità narrativa degli studenti con disabilità dell’Università di Perugia. Riflessioni inclusive; 3) “Disabilità motoria”: percezioni e concezioni locali nell’area nzema del Ghana. Ordine morale, processi globali e mondo locale; 4) La rappresentazione della disabilità nella lettera ...; [Read more...]
Il volume è così suddiviso: Introduzione. Antropologia Medica & Disabilità. Prospettive etnografiche in dialogo; 1) Amuleti, studenti, bambini. La costruzione sociale del bambino disabile in Tanzania; 2) L’identità narrativa degli studenti con disabilità dell’Università di Perugia. Riflessioni inclusive; 3) “Disabilità motoria”: percezioni e concezioni locali nell’area nzema del Ghana. Ordine morale, processi globali e mondo locale; 4) La rappresentazione della disabilità nella letteratura dell’infanzia; 5) Biopolitica della disabilità in detenzione. “Microstorie esemplari”; 6) Quando lo Sviluppo “tradizionalizza” la disabilità. Discorsi locali e metadiscorso in Tigray; 7) L’utente al tempo dei soggiorni estivi. Appunti per un’etnografia sulle vacanze riabilitative per disabili adulti del Servizio socio-sanitario; 8) Il budget di salute come strumento di attivazione per le persone con disabilità. Il contributo della ricerca partecipata; 9) Vivere la disabilità in Senegal. Rappresentazioni culturali e percorsi di autodeterminazione; 10) Progetto Musae. Pratiche, economie e politiche dell’accessibilità museale in Umbria. Contributi di Virginia De Silva, Nicoletta Sciarrino, Laura Arcangeli, Moira Sannipoli, Fabiana Pasquazzi, Maria Filomia, Diana Gran Dall’Olio, Stefano Onnis, Mara Tognetti Bordogna, Valeria Quaglia, Marco Terraneo, Alessandro Fabbri, Fabrizio Loce-Mandes, Andrea F. Ravenda.
Abstract: L'accesso alla tecnologia è sempre più una necessità se si vuole partecipare pienamente a tutti i domini della vita. La tecnologia è fondamentale per consentire alle persone con e senza disabilità di vivere una vita autonoma e autodeterminata. Questo articolo fornisce una sintesi delle informazioni recenti riguardanti la tecnologia che potrebbe promuovere l'autonomia delle persone con disabilità intellettive e dello sviluppo, concentrandosi sulla tecnologia emergente dal campo delle te ...; [Read more...]
L'accesso alla tecnologia è sempre più una necessità se si vuole partecipare pienamente a tutti i domini della vita. La tecnologia è fondamentale per consentire alle persone con e senza disabilità di vivere una vita autonoma e autodeterminata. Questo articolo fornisce una sintesi delle informazioni recenti riguardanti la tecnologia che potrebbe promuovere l'autonomia delle persone con disabilità intellettive e dello sviluppo, concentrandosi sulla tecnologia emergente dal campo delle tecnologie cognitive applicate. Per esplorare questi problemi, abbiamo fornito una sintesi delle principali prospettive teoriche relative all'autonomia e all'autodeterminazione, sottolineando la nozione di autonomia come volontà e risultati di ricerca esemplari selezionati che illustrano come la tecnologia può promuovere l'autonomia. Vi sono prove evidenti che le persone con disabilità intellettive e dello sviluppo possono essere supportate per essere più autonome in più domini utilizzando tecnologie cognitive applicate. Nel mondo sempre più tecnico di oggi, l'accesso alla tecnologia utilizzabile non è semplicemente una comodità, è una necessità. Se le persone con deficit intellettivo devono essere supportate per vivere, imparare, lavorare e giocare nelle loro comunità, devono avere accesso a una tecnologia accessibile cognitivamente.
Abstract: Essere artefici della propria vita è un’espressione in almeno apparente contrasto con l’altra, oggi potentemente affermata, di Progetto di Vita. È possibile progettare la vita delle persone con disabilità, al contempo garantendo la loro piena autodeterminazione? L’articolo affronta questa potenziale aporia, al contempo invitando tutti, e particolarmente le comunità pastorali, ad affrontare con coraggio la sfida del metodo, senza la quale i valori (come ad esempio la cosiddetta centrali ...; [Read more...]
Essere artefici della propria vita è un’espressione in almeno apparente contrasto con l’altra, oggi potentemente affermata, di Progetto di Vita. È possibile progettare la vita delle persone con disabilità, al contempo garantendo la loro piena autodeterminazione? L’articolo affronta questa potenziale aporia, al contempo invitando tutti, e particolarmente le comunità pastorali, ad affrontare con coraggio la sfida del metodo, senza la quale i valori (come ad esempio la cosiddetta centralità della persona) potrebbero rimanere sul piano dell’enunciazione di principio. In questa prospettiva, offre alcuni spunti per consolidare un itinerario che metta in grado tutti coloro che intendono essere prossimi delle persone con disabilità di individuare valori, preferenze e opportunità, lavorando intensamente alla promozione umana e spirituale dei membri più vulnerabili delle comunità.
Abstract: Abilità come la pianificazione e la risoluzione di problemi, necessarie per l'autodeterminazione, possono essere cognitivamente impegnative. Non è ancora stato esaminato se le funzioni esecutive e l'intelligenza siano associate ai livelli di autodeterminazione nei soggetti con disabilità intellettiva (ID) e come ciò sia correlato alla qualità della vita (QoL). Questo studio ha esaminato le associazioni tra funzioni esecutive, intelligenza, autodeterminazione e QoL negli adolescenti con ...; [Read more...]
Abilità come la pianificazione e la risoluzione di problemi, necessarie per l'autodeterminazione, possono essere cognitivamente impegnative. Non è ancora stato esaminato se le funzioni esecutive e l'intelligenza siano associate ai livelli di autodeterminazione nei soggetti con disabilità intellettiva (ID) e come ciò sia correlato alla qualità della vita (QoL). Questo studio ha esaminato le associazioni tra funzioni esecutive, intelligenza, autodeterminazione e QoL negli adolescenti con ID. Settantanove adolescenti di età compresa tra i 17 e i 20 anni con ID lieve hanno partecipato allo studio. Le funzioni esecutive sono state valutate mediante compiti sperimentali. I partecipanti hanno raccolto dati sul QI non verbale e su sondaggi riguardanti la QoL e la capacità di autodeterminazione. In un modello di regressione con la QoL come variabile dipendente, solo la pianificazione esecutiva e la capacità di autodeterminazione (ma non la memoria di lavoro, l'inibizione e il QI) sono risultati predittori significativi della QoL. Sono stati testati due modelli di mediazione basati sulle ipotesi, sulla letteratura e sui risultati attuali. Il modello 1 ha rivelato che la pianificazione esecutiva ha un effetto diretto negativo sulla QoL quando il mediatore, la capacità di autodeterminazione, è stato mantenuto costante. Il modello 2 indica che l'associazione significativa tra autodeterminazione e QoL non è mediata dalla pianificazione esecutiva. I risultati hanno evidenziato l'importanza cruciale dell'autodeterminazione, rispetto alle funzioni esecutive e all'intelligenza, per migliorare la QoL negli adolescenti con ID. È importante notare che una maggiore abilità di pianificazione esecutiva è stata associata a una minore QoL se l'autodeterminazione non è stata rafforzata in modo concomitante. Questi risultati hanno implicazioni per la progettazione di programmi educativi e di intervento volti a migliorare la QoL degli adolescenti con ID.
Abstract: Questo studio ha preso in considerazione le strutture fattoriali emerse in due strumenti che misurano l'autodeterminazione degli studenti con disturbi dello spettro autistico. Novantacinque studenti delle scuole medie e superiori (17% donne e 83% maschi) di età compresa tra 13 e 21 anni hanno partecipato alle indagini sull'affidabilità e la validità di due strumenti, The Arc's Self-Determination Scale (SDS) e AIR Self-Determination Scale (AIR). L'analisi degli elementi e l'analisi dei ...; [Read more...]
Questo studio ha preso in considerazione le strutture fattoriali emerse in due strumenti che misurano l'autodeterminazione degli studenti con disturbi dello spettro autistico. Novantacinque studenti delle scuole medie e superiori (17% donne e 83% maschi) di età compresa tra 13 e 21 anni hanno partecipato alle indagini sull'affidabilità e la validità di due strumenti, The Arc's Self-Determination Scale (SDS) e AIR Self-Determination Scale (AIR). L'analisi degli elementi e l'analisi dei fattori di conferma sono state condotte separatamente per i due straumenti. Insieme, i risultati di questo studio suggeriscono che (a) le due valutazioni in questo studio sono affidabili e valide nel misurare l'autodeterminazione globale degli studenti con autismo; e (b) le stime dei parametri e i risultati dell'adattamento del modello supportano la struttura fattoriale ipotizzata di entrambi gli strumenti (con solo una leggera variazione per la SDS). Sono stati inoltre discussi suggerimenti per ricerche future e implicazioni per gli educatori.
Abstract: Partendo da una prospettiva di analisi della condizione di disturbo dello spettro autistico che tende ad integrare le sollecitazioni provenienti dal modello individuale e da quello sociale, al quale si riferisce il movimento per la neurodiversità, il lavoro presenta gli elementi essenziali da tenere in considerazione per predisporre obiettivi all’interno del progetto di vita. L’articolo declina un percorso che al netto delle differenze eziologiche non è possibile non condividere anche ...; [Read more...]
Partendo da una prospettiva di analisi della condizione di disturbo dello spettro autistico che tende ad integrare le sollecitazioni provenienti dal modello individuale e da quello sociale, al quale si riferisce il movimento per la neurodiversità, il lavoro presenta gli elementi essenziali da tenere in considerazione per predisporre obiettivi all’interno del progetto di vita. L’articolo declina un percorso che al netto delle differenze eziologiche non è possibile non condividere anche per altri tipi di disabilità. In questa visione assumono centralità la definizione di funzionalità degli obiettivi stessi, la variabile età, il riferimento ai punti di forza, alle motivazioni personali e all’autodeterminazione, le dimensioni contestuali, le problematiche associate da affrontare e la valutazione nel tempo degli esiti.
Abstract: L'inserimento lavorativo delle persone con disabilità è ancora oggi una sfida aperta e la stessa normativa, dalla Legge 68/'99 e dal Jobs Act, non sono riusciti ad evitare tutto il proliferare di quelle situazioni in cui le persone disabili che sono dipendenti si sentono emarginate poiché la maggior parte di esse svolgono mansioni dal punto di vista qualitativo inferiori rispetto alle loro effettive capacità. Ciò risulta ancora più vero quando questi dipendenti sono delle donna con dis ...; [Read more...]
L'inserimento lavorativo delle persone con disabilità è ancora oggi una sfida aperta e la stessa normativa, dalla Legge 68/'99 e dal Jobs Act, non sono riusciti ad evitare tutto il proliferare di quelle situazioni in cui le persone disabili che sono dipendenti si sentono emarginate poiché la maggior parte di esse svolgono mansioni dal punto di vista qualitativo inferiori rispetto alle loro effettive capacità. Ciò risulta ancora più vero quando questi dipendenti sono delle donna con disabilità, le quali hanno la doppia barriera, quella dell'esser donna e quella di avere una disabilità. Per tale motivo è stato istituito, negli Stati Uniti, il "Mese nazionale di sensibilizzazione sull'occupazione per le persone con disabilità (NDEAM)", il quale cade in ottobre che rappresenta una ricorrenza per sensibilizzare i bisogni occupazionali delle persone disabili e sui loro contributi. L'articolo riporta le testimonianze di alcune componenti del Gruppo Donne che, nel loro lavoro, sono riuscite a trovare la propria autodeterminazione e il loro riscatto.
Abstract: La Self Determination Theory declina nell’ambito della ricerca psicologica il modello dei bisogni psicologici di base come incipit del comportamento autoregolato. La priorità diventa quella di far esprimere i desideri e le esigenze originarie in ogni persona qualsiasi sia la sua condizione di vita. Il miglioramento della Qualità di vita della persona con disabilità intellettiva può avvenire solo in considerazione dei bisogni psicologici di base, attraverso il sostegno dell’autonomia e ...; [Read more...]
La Self Determination Theory declina nell’ambito della ricerca psicologica il modello dei bisogni psicologici di base come incipit del comportamento autoregolato. La priorità diventa quella di far esprimere i desideri e le esigenze originarie in ogni persona qualsiasi sia la sua condizione di vita. Il miglioramento della Qualità di vita della persona con disabilità intellettiva può avvenire solo in considerazione dei bisogni psicologici di base, attraverso il sostegno dell’autonomia e il rafforzamento della modificazione intrinseca. La stessa attenzione va manifestata nei confronti dei bisogni di relazione e di competenza. L'autrice mette in risalto come si è passati il principio del “migliore interesse” della persona (che prevede che per le decisioni importanti qualcun altro possa scegliere al posto dell'interessato, appunto nel suo migliore interesse) in favore del principio della “migliore interpretazione possibile delle volontà della persona” (che richiede che venga messo in campo ogni utile strumento per supportare le persone con disabilità, anche con bisogni di sostegno elevati, nella presa di decisioni in linea, nella misura più ampia possibile, con i loro desideri, preferenze, aspettative).