Abstract/Sommario: Il Programma di Arricchimento Strumentale PAS, ideato da Feuerstein, rappresenta uno strumento di intervento privo di contenuti specifici, la cui finalità principale è il miglioramento del funzionamento cognitivo. Gli studi condotti attraverso l’applicazione del PAS, nell’ambito dello svantaggio socioculturale, della deprivazione culturale e del ritardo mentale, hanno evidenziato effetti positivi in relazione sia al potenziamento di specifiche funzioni cognitive, sia al miglioramento d ...; [Leggi tutto...]
Il Programma di Arricchimento Strumentale PAS, ideato da Feuerstein, rappresenta uno strumento di intervento privo di contenuti specifici, la cui finalità principale è il miglioramento del funzionamento cognitivo. Gli studi condotti attraverso l’applicazione del PAS, nell’ambito dello svantaggio socioculturale, della deprivazione culturale e del ritardo mentale, hanno evidenziato effetti positivi in relazione sia al potenziamento di specifiche funzioni cognitive, sia al miglioramento di alcune variabili comportamentali. Nel presente contributo viene descritta un esperienza di applicazione del PAS a tre adolescenti con Ritardo Mentale Lieve. Per ciascun partecipante viene presentato un sintetico profilo psicologico e pedagogico, rilevato attraverso l’applicazione di strumenti di valutazione standard e dinamica. Gli strumenti del PAS proposti sono stati: Organizzazione Punti, Orientamento Spaziale I, Immagini, Confronti e Percezione Analitica. In seguito all’esperienza condotta sono stati rilevati cambiamenti nel funzionamento cognitivo di ciascun partecipante, in particolare in relazione alla capacità di utilizzare strumenti verbali adeguati, di seguire modalità di lavoro maggiormente sistematiche, di trasferire quanto appreso in compiti simili.
Abstract/Sommario: Obiettivo dello studio è indagare la relazione tra lo stile attributivo e la conoscenza di termini di stati interni (stati fisiologici, emotivi e cognitivi) in soggetti con ritardo mentale. Al gruppo, costituito da 14 soggetti, sono state somministrate una Prova Attributiva e una Prova di Comprensione e Produzione di Lessico di Stati Interni. I risultati mostrano una significativa relazione tra le attribuzioni causali e la conoscenza del lessico di stati interni. In particolare, i sogg ...; [Leggi tutto...]
Obiettivo dello studio è indagare la relazione tra lo stile attributivo e la conoscenza di termini di stati interni (stati fisiologici, emotivi e cognitivi) in soggetti con ritardo mentale. Al gruppo, costituito da 14 soggetti, sono state somministrate una Prova Attributiva e una Prova di Comprensione e Produzione di Lessico di Stati Interni. I risultati mostrano una significativa relazione tra le attribuzioni causali e la conoscenza del lessico di stati interni. In particolare, i soggetti con ritardo mentale tendono a fare attribuzioni prevalentemente orientate alla causa esterna di aiuto e presentano bassa competenza nel lessico di stati interni. I risultati dello studio sostengono la complessa e multidimensionale visione delle attribuzioni causali in soggetti con ritardo mentale che emerge dalla recente letteratura.
Abstract/Sommario: La seconda parte di questa review sull’autolesionismo nel ritardo mentale riporta gli studi relativi all’autolesionismo nelle principali forme psicopatologiche e nelle sindromi in cui esso è spesso associato, in particolare: Smith–Magenis, Prader-Willi, Rett, Tourette, Cri-du-chat, Lesch-Nyhan, Cornelia De Lange e Disturbo Autistico. Sono inoltre presentati gli strumenti di rilevamento maggiormente diffusi e le principali tipologie di trattamento sia comportamentali sia farmacologiche ...; [Leggi tutto...]
La seconda parte di questa review sull’autolesionismo nel ritardo mentale riporta gli studi relativi all’autolesionismo nelle principali forme psicopatologiche e nelle sindromi in cui esso è spesso associato, in particolare: Smith–Magenis, Prader-Willi, Rett, Tourette, Cri-du-chat, Lesch-Nyhan, Cornelia De Lange e Disturbo Autistico. Sono inoltre presentati gli strumenti di rilevamento maggiormente diffusi e le principali tipologie di trattamento sia comportamentali sia farmacologiche.
Abstract/Sommario: Il tasso di sopravvivenza dei nati pretermine è notevolmente aumentato negli ultimi anni. L’impatto della prematurità sullo sviluppo del neonato viene ad oggi dettagliatamente indagato sia per la comprensione dell’iter evolutivo di questa particolare popolazione di neonati, sia per l’analisi delle possibili interazioni tra la nascita pretermine ed eventuali fattori di rischio o protezione. Per una puntuale comprensione di questo fenomeno occorre una chiara identificazione del campione ...; [Leggi tutto...]
Il tasso di sopravvivenza dei nati pretermine è notevolmente aumentato negli ultimi anni. L’impatto della prematurità sullo sviluppo del neonato viene ad oggi dettagliatamente indagato sia per la comprensione dell’iter evolutivo di questa particolare popolazione di neonati, sia per l’analisi delle possibili interazioni tra la nascita pretermine ed eventuali fattori di rischio o protezione. Per una puntuale comprensione di questo fenomeno occorre una chiara identificazione del campione oggetto di studio, degli strumenti di valutazione utilizzati, nonché del matching tra i differenti risultati emersi dalle rilevazioni. A tal fine viene proposta la pianificazione di un follow-up neurologico - psicologico, nel corso del primo anno di vita, di una specifica popolazione di neonati costituita da 40 neonati con pesi diversi, ma associato a gravi complicazioni (neurologiche e/o polmonari). Nel corso del follow-up viene effettuata la valutazione neurologico - comportamentale del neonato, la valutazione dello sviluppo mentale e motorio del neonato, la valutazione dello sviluppo psicologico del neonato, nonché della qualità della relazione genitore – bambino e degli eventuali fattori di rischio presenti nell’ambiente. I dati preliminari, ancora in fase di raccolta e di elaborazione, sono attualmente coerenti con i più recenti dati della letteratura che esplorano le relazioni tra stati emotivi parentali, comportamenti parentali ed evoluzione neuro-psicologica di bambini nati con peso <1500 grammi con frequenti patologie neurologiche e/o polmonari.
Abstract/Sommario: L’ipotesi del deficit visuospaziale come possibile concausa di tali disturbi è stato comprovato dai risultati di una consistente documentazione di carattere neurofisiologico, suggerendo l’esistenza di una stretta correlazione tra i fattori percettivi e le difficoltà di lettura . In accordo con l’ipotesi del deficit visivo, una recentissima ricerca ha evidenziato differenze significative tra buoni e cattivi lettori nei compiti di localizzazione spaziale e di analisi visiva. Gli autori h ...; [Leggi tutto...]
L’ipotesi del deficit visuospaziale come possibile concausa di tali disturbi è stato comprovato dai risultati di una consistente documentazione di carattere neurofisiologico, suggerendo l’esistenza di una stretta correlazione tra i fattori percettivi e le difficoltà di lettura . In accordo con l’ipotesi del deficit visivo, una recentissima ricerca ha evidenziato differenze significative tra buoni e cattivi lettori nei compiti di localizzazione spaziale e di analisi visiva. Gli autori hanno riscontrato che i cattivi lettori presentano difficoltà nella capacità di inibire le informazioni periferiche del campo visivo, suggerendo un disturbo di attenzione e di processazione degli input visivi. Alla luce di quanto riscontrato in letteratura, si voleva verificare se esistono differenze significative nella processazione degli stimoli visivi, tra buoni e cattivi lettori, infine, se l’eventuale presenza di deficit nei processi di elaborazione visiva incida in maniera differenziata nel trattamento di singoli input grafici e di cluster di informazioni percettive. Hanno partecipato alla ricerca 60 bambini di età compresa tra i 6/7 anni, di livello socio-culturale medio - basso, testati alla fine della prima classe elementare. Tutti i soggetti sono stati sottoposti a compiti di elaborazione visuospaziale (PEVS): questa prova, appositamente strutturata, valutava l’abilità di discriminazione visuospaziale di lettere percettivamente simili, speculari e di cluster di stimoli, oltre che di figure astratte e concrete che mantenevano le stesse caratteristiche. I risultati evidenziano una stretta relazione tra difficoltà di lettura e processi di elaborazione visuospaziale.