Abstract/Sommario: Questo articolo presenta un'analisi critica del concetto di pratica basata sull'evidenza, promuovendo un dialogo con l'educazione speciale. Fornisce un quadro teorico e metodologico (Evidence Based Education - EBE) sulle metodologie di ricerca all'interno dell'approccio EBE, la definizione di un modello EBE nell'educazione speciale, l'analisi di ricerca sull'integrazione scolastica in Italia in ottica EBE e l'individuazione di linee di ricerca per validare le pratiche dell'educazione i ...; [Leggi tutto...]
Questo articolo presenta un'analisi critica del concetto di pratica basata sull'evidenza, promuovendo un dialogo con l'educazione speciale. Fornisce un quadro teorico e metodologico (Evidence Based Education - EBE) sulle metodologie di ricerca all'interno dell'approccio EBE, la definizione di un modello EBE nell'educazione speciale, l'analisi di ricerca sull'integrazione scolastica in Italia in ottica EBE e l'individuazione di linee di ricerca per validare le pratiche dell'educazione inclusiva. In conclusione, anche se ci sono difficoltà metodologiche e pratiche nel condurre una ricerca empirica nel campo dell'inclusione, secondo i parametri EBE, è possibile considerare altri modelli di ricerca, come la metodologia sul soggetto singolo e la ricerca osservativa per ulteriori analisi dettagliate.
Abstract/Sommario: La vicenda di Victor, il sauvage de l’Averyron, può essere considerata mito fondatore di Pedagogia Speciale. Contiene elementi che permettono di capire cosa o chi è Pedagogia Speciale. La ragione di questa considerazione va argomentata: perché non scegliere un pensatore, autore di opere che possono essere prese come punto di svolta nell’educazione e di avvio di una nuova prospettiva, dato che i nomi non mancano? Ma il mito fondatore di Pedagogia Speciale non è una persona. È una vic ...; [Leggi tutto...]
La vicenda di Victor, il sauvage de l’Averyron, può essere considerata mito fondatore di Pedagogia Speciale. Contiene elementi che permettono di capire cosa o chi è Pedagogia Speciale. La ragione di questa considerazione va argomentata: perché non scegliere un pensatore, autore di opere che possono essere prese come punto di svolta nell’educazione e di avvio di una nuova prospettiva, dato che i nomi non mancano? Ma il mito fondatore di Pedagogia Speciale non è una persona. È una vicenda con più protagonisti. Pedagogia Speciale non è impegno per solisti. Pedagogia Speciale non dovrebbe avere la presunzione, fallimentare per la sua stessa esistenza, di considerare degne unicamente le domande a cui sa già dare risposta. Dovrebbe imparare a vivere con domande che non la trovano già preparata. Il suo compito è di cercare le risposte senza la sicurezza di trovarle. Il suo compito è di convivere con domande aperte, e quindi reali, autentiche.
Abstract/Sommario: Ci sono dimensioni educative che, in modo significativo, qualificano e contribuiscono a definire le diverse realtà di aiuto e cura, e tra queste emerge la cultura del corpo. Infatti, l'esperienza del corpo non può essere semplicemente implementata come dimensione sussidiaria o integrativa della cura educativa e dello sviluppo degli apprendimenti. Gli “attori” coinvolti nella relazione educativa devono rinnovare la loro comprensione dell'ambiente “educativo” come stimolo e come risorsa ...; [Leggi tutto...]
Ci sono dimensioni educative che, in modo significativo, qualificano e contribuiscono a definire le diverse realtà di aiuto e cura, e tra queste emerge la cultura del corpo. Infatti, l'esperienza del corpo non può essere semplicemente implementata come dimensione sussidiaria o integrativa della cura educativa e dello sviluppo degli apprendimenti. Gli “attori” coinvolti nella relazione educativa devono rinnovare la loro comprensione dell'ambiente “educativo” come stimolo e come risorsa verso la piena realizzazione dell'identità corporea e gestuale. Ciò deve portare ad un dibattito più approfondito all'interno dell'attuale riflessione pedagogica per quanto riguarda i processi di inclusione. In questa prospettiva, la corporeità gioca un ruolo chiave nell'organizzazione che emerge in termini di consapevolezza sensoriale, percettiva e cognitiva. Lo sviluppo dell'educazione inclusiva si confronta, quindi, con bisogni educativi speciali attraverso la nozione di espressività, soprattutto perché offre alle persone che si trovano in situazione di disabilità la possibilità di esprimere la propria voce ed essere ascoltate. Quindi, nella misura in cui esistono metateorie che consentono di stabilire la struttura concettuale di una mente disincarnata, ci sono modelli teorici che possono costituire la base di una comprensione dell'incarnazione in cui il corpo vissuto e il corpo fisico sono visti in senso complementare come inseparabili. Infine, il valore aggiunto della corporeità nelle pratiche di educazione inclusiva permette di vedere la persona nella complessa unicità della sua esistenza e di saper cogliere le potenzialità dell'apprendimento interindividuale e intrapersonale.