Abstract/Sommario: Il contributo presenta l’impianto teorico –didattico – metodologico e gli esiti di un programma di Master universitario di I livello in Didattica e Psicopedagogia per alunni con Disturbo delio Spettro Autistico (ASD), attivato dal Dipartimento di Scienze dell’Educazione - Università di Bologna, per l’anno accademico 2016-2017 in collaborazione con il MIUR. Il lavoro proposto indaga anche gli esiti del percorso, attraverso l’analisi di un questionario somministrato a corsisti/e (insegna ...; [Leggi tutto...]
Il contributo presenta l’impianto teorico –didattico – metodologico e gli esiti di un programma di Master universitario di I livello in Didattica e Psicopedagogia per alunni con Disturbo delio Spettro Autistico (ASD), attivato dal Dipartimento di Scienze dell’Educazione - Università di Bologna, per l’anno accademico 2016-2017 in collaborazione con il MIUR. Il lavoro proposto indaga anche gli esiti del percorso, attraverso l’analisi di un questionario somministrato a corsisti/e (insegnanti ed educatori che operano quotidianamente con allievi con ASD) all’ingresso e all’uscita del Master, in riferimento ai processi di inclusione scolastica e alla professionalità dei docenti e degli educatori che operano quotidianamente in ambito scolastico. I risultati, in linea con alcune ricerche internazionali, confermano la necessità di una formazione mirata che coniughi metodologie e strategie di didattica sociale, secondo la prospettiva dell’inclusione, con i principali interventi basati sulle evidenze in relazione al disturbo dello spettro autistico. Al fine di migliorare la qualità dei processi di insegnamento e d’apprendimento di allievi con ASD, emerge quale elemento fondamentale, la collaborazione fra personale docente ed educativo ed insegnati specializzati, unitamente alla presenza di un contesto che promuove una reale inclusione.
Abstract/Sommario: Il presente lavoro si inserisce in un ampio progetto di ricerca e di intervento che viene condotto presso l’Università di Urbino sulla base del finanziamento ottenuto dalla Fondazione Italiana per l’Autismo (FIA). L’obiettivo di fondo è quello di sviluppare studi sperimentali e applicazioni sula strategia del video modeling (VM) per individui con disturbi dello spettro autistico (ASD), finalizzati a validarne le potenzialità e a favorirne la fruizione su amplia scala da parte di insegn ...; [Leggi tutto...]
Il presente lavoro si inserisce in un ampio progetto di ricerca e di intervento che viene condotto presso l’Università di Urbino sulla base del finanziamento ottenuto dalla Fondazione Italiana per l’Autismo (FIA). L’obiettivo di fondo è quello di sviluppare studi sperimentali e applicazioni sula strategia del video modeling (VM) per individui con disturbi dello spettro autistico (ASD), finalizzati a validarne le potenzialità e a favorirne la fruizione su amplia scala da parte di insegnanti, educatori, riabilitatori, famiglie e persone stesso con Disturbo dello Spettro Autistico quando le condizioni cognitive e comportamentali lo consentono. Nello specifico il tema di questo studio sperimentale è l’insegnamento delle abilità motorie a due soggetti con ASD, funzionali, nel primo caso, all’acquisizione di competenze nell’ambito della pratica sportiva (fondamentale nella bocciata nel gioco delle bocce) e, nel secondo caso, dell’autonomia personale (allacciarsi le scarpe). L’aspetto comune dell’intervento è stato quello di una gestione condivisa con la famiglia, per consentire la fruizione anche a casa dei video sui cellulari. L’applicazione di un disegno sperimentale sul soggetto singolo ha consentito di verificare l’efficacia del video modeling e l’utilità di estendere interventi centrati su tale strategie in contesti naturali più ampi del semplice setting educativo-riabilitativo. Vengono discussi i limiti e le possibili applicazioni della procedura.
Abstract/Sommario: Self-Injurious Behavior (SIB) è un termine ampio che descrive un comportamento che provoca (o potenzialmente produce) danni fisici a sé stessi. Questo comportamento è presente in persone con disabilità intellettiva ed evolutiva, comprese quelle con autismo. SIB è una condizione clinica che produce gravi conseguenze mediche e limita le opportunità di vita per le persone con disabilità e per coloro che se ne prendono cura. La ricerca conferma che gli approcci basati sull'analisi applicat ...; [Leggi tutto...]
Self-Injurious Behavior (SIB) è un termine ampio che descrive un comportamento che provoca (o potenzialmente produce) danni fisici a sé stessi. Questo comportamento è presente in persone con disabilità intellettiva ed evolutiva, comprese quelle con autismo. SIB è una condizione clinica che produce gravi conseguenze mediche e limita le opportunità di vita per le persone con disabilità e per coloro che se ne prendono cura. La ricerca conferma che gli approcci basati sull'analisi applicata del comportamento, identificando le variabili di controllo del SIB, possono portare ad interventi educativi-riabilitativi efficaci. Le conoscenze indicano che i SIB possono variare tra individui e che subiscono influenze biologico-ambientali. Ulteriori ricerche sono necessarie per identificare come i farmaci possano essere utilizzati congiuntamente al trattamento comportamentale e per comprendere meglio le variabili biologiche associate all'insorgere e al mantenimento dei SIB.
Abstract/Sommario: La rivista ripropone uno studio presentato in AJMR realtivo al benessere psicologico di madri che allevano un bambino con disturbo evolutivo e che varia a seconda della natura della disabilità. La maggior parte delle ricerche a disposizione è focalizzata sulla sindrome Down e sull'autismo. Si vuol guardare, attraverso questo studio, anche alle madri i cui figli adolescenti o giovani adulti sonno affetti da sindrome X fragile. Il fattore predittivo più consistente dei risultati materni ...; [Leggi tutto...]
La rivista ripropone uno studio presentato in AJMR realtivo al benessere psicologico di madri che allevano un bambino con disturbo evolutivo e che varia a seconda della natura della disabilità. La maggior parte delle ricerche a disposizione è focalizzata sulla sindrome Down e sull'autismo. Si vuol guardare, attraverso questo studio, anche alle madri i cui figli adolescenti o giovani adulti sonno affetti da sindrome X fragile. Il fattore predittivo più consistente dei risultati materni è caratterizzato dai sintomi comportamentali degli adolescenti o giovani adulti.
Abstract/Sommario: La complessità della condizione clinica definita “Autismo” richiede una corretta identificazione della sua attribuzione diagnostica relativa al funzionamento di bambini e adolescenti che richiedono trattamenti e interventi educativi la cui efficacia (urbano et al., 32019) dovrebbe essere precisamente valutata alla luce degli esiti raggiunti (Howlin, 2013), in particolare per quanto riguarda la qualità della loro vita e l’inclusione. La necessità di migliorare gli esiti della presa in c ...; [Leggi tutto...]
La complessità della condizione clinica definita “Autismo” richiede una corretta identificazione della sua attribuzione diagnostica relativa al funzionamento di bambini e adolescenti che richiedono trattamenti e interventi educativi la cui efficacia (urbano et al., 32019) dovrebbe essere precisamente valutata alla luce degli esiti raggiunti (Howlin, 2013), in particolare per quanto riguarda la qualità della loro vita e l’inclusione. La necessità di migliorare gli esiti della presa in carico, dell’apprendimento e dell’inclusione (Canevaro, 2007) di alunni e studenti con disturbo dello spettro autistico in ambito scolastico, in famiglia e nella comunità ha generato una riflessione concettuale e una ridefinizione operativa della logica, delle pratiche e della documentazione che accompagnano l’intervento educativo e il sostegno a livello intra ed extra scolastico. Il documento di riferimento che comprende logica, pratiche, programmazione e progettazione è individuato fin dalla legge n. 104/1992 nel Piano Educativo Individualizzato, strutturato oggi all’interno del più generale Progetto di Vita di quella data persona con la necessità quindi di essere pensato, sviluppato ed agito nelle dimensioni trasversale e longitudinale con riferimento rispettivamente al tempo presente e al tempo successivo alla conclusione del ciclo formativo ed educativo scolastico. Negli anni, specie nell’ultimo decennio, si è descritto nelle norme ed in alcuni documenti amministrativi tale intendimento, senza però riuscire pienamente a centrare, poi di fatto, tale obiettivo.
Abstract/Sommario: Gli interventi naturalistici evolutivo-comportamentali (NDBI) rappresentano un promettente approccio per l'educazione speciale orientata ad allievi con Disturbo dello Spettro Autistico a bassa funzionalità cognitiva. Essi presentano derivazioni dalla prospettiva dell'Applied Behavior Analysis integrate con le più recenti acquisizioni sullo sviluppo cognitivo e sociale del bambino a sviluppo tipico. Gli NDBI risultano caratterizzati dall'implementazione nel contesto naturale di gioco, d ...; [Leggi tutto...]
Gli interventi naturalistici evolutivo-comportamentali (NDBI) rappresentano un promettente approccio per l'educazione speciale orientata ad allievi con Disturbo dello Spettro Autistico a bassa funzionalità cognitiva. Essi presentano derivazioni dalla prospettiva dell'Applied Behavior Analysis integrate con le più recenti acquisizioni sullo sviluppo cognitivo e sociale del bambino a sviluppo tipico. Gli NDBI risultano caratterizzati dall'implementazione nel contesto naturale di gioco, dall'utilizzo di rinforzatori naturali e dalla promozione dell’iniziativa spontanea dell'allievo. In questo articolo vengono presentati i più rilevanti modelli di intervento educativo ad orientamento evolutivo-comportamentale, e sono discusse le implicazioni per l'intervento educativo.
Abstract/Sommario: Le Linee Guida per le attività di riabilitazione, i loro recepimenti a livello regionale, anche se un po' diversi per ogni regione, e le linee guida specifiche per diverse patologie puntano tutte sulla organizzazione temporale degli obiettivi, distinguendo tra obiettivi a breve, medio e lungo termine. In questo articolo viene discusso il motivo per il quale non si ritiene utile questa distinzione degli obiettivi riabilitativi e viene proposto un diverso sistema di organizzazione degli ...; [Leggi tutto...]
Le Linee Guida per le attività di riabilitazione, i loro recepimenti a livello regionale, anche se un po' diversi per ogni regione, e le linee guida specifiche per diverse patologie puntano tutte sulla organizzazione temporale degli obiettivi, distinguendo tra obiettivi a breve, medio e lungo termine. In questo articolo viene discusso il motivo per il quale non si ritiene utile questa distinzione degli obiettivi riabilitativi e viene proposto un diverso sistema di organizzazione degli stessi basato sull'analisi dei bisogni e sul loro grado di rilevanza.
Abstract/Sommario: Il lavoro è tratto da un articolo pubblicato nella rivista AJMR versione italiana del 2006 e tratta delle relazioni madre-figlio all'interno delle famiglie di 202 adolescenti e adulti, residenti nella casa dei genitori, con disturbo dello spettro autistico analizzando le associazioni tra queste relazione e i frutti e gli sforzi della relazione di cura materna. I risultati indicano un'ampia gamma di variabilità nella qualità della relazione madre-figlio, sebbene la maggior parte sia sta ...; [Leggi tutto...]
Il lavoro è tratto da un articolo pubblicato nella rivista AJMR versione italiana del 2006 e tratta delle relazioni madre-figlio all'interno delle famiglie di 202 adolescenti e adulti, residenti nella casa dei genitori, con disturbo dello spettro autistico analizzando le associazioni tra queste relazione e i frutti e gli sforzi della relazione di cura materna. I risultati indicano un'ampia gamma di variabilità nella qualità della relazione madre-figlio, sebbene la maggior parte sia stata descritta come positiva attraverso misure multiple. Determinate caratteristiche del figlio o della figlia con autismo (comportamenti disadattivi meno gravi, migliore stato di salute e una menomazione sociale inferiore) e della madre (livelli di pessimismo inferiori), rappresentavano fattori predittivi di relazione madre-figlio più positive. A loro volta, specifici aspetti della relazione madre-figlio (calore e affetto positivo maggiori), unitamente ad altre caratteristiche del bambino e della madre, rappresentano fattori predittivi di un minore sforzo nella relazione di cura materna e, in misura inferiore, di risultati maggiori.
Abstract/Sommario: In questo lavoro di ricerca si indaga il significato e la portata della diagnosi, che cambia la vita di una famiglia, segna il percorso esistenziale, l’identità e l’evoluzione della persona con disabilità, con particolare riferimento alla sindrome di Down. La diagnosi che impatta nel momento particolare della nascita, in cui la famiglia è chiamata rivedere in senso quantitativo la sua composizione e in senso qualitativo il senso e il significato proprio del suo esistere. In tal senso v ...; [Leggi tutto...]
In questo lavoro di ricerca si indaga il significato e la portata della diagnosi, che cambia la vita di una famiglia, segna il percorso esistenziale, l’identità e l’evoluzione della persona con disabilità, con particolare riferimento alla sindrome di Down. La diagnosi che impatta nel momento particolare della nascita, in cui la famiglia è chiamata rivedere in senso quantitativo la sua composizione e in senso qualitativo il senso e il significato proprio del suo esistere. In tal senso vengono chiamate in causa mediante la disabilità i significati e i valori profondi che impongono la ridefinizione identitaria collettiva nel nucleo e contestualmente l’avvio della costruzione della identità del nuovo membro che con la sua presenza offre diverse prospettive esistenziali. Si avvia un progetto di vita che viene ideato con forte impegno pedagogico declinato operativamente coinvolgendo la famiglia, i servizi sociali e sanitari, le associazioni del terzo settore. Il nuovo membro non accresce semplicemente il nucleo familiare, ma lo modifica, ne disegna diverse traiettorie esistenziali, ne ridefinisce il futuro, disegnando nuove forme di consapevolezza e responsabilità.
Abstract/Sommario: La lettura e lo sviluppo di strumenti in grado di misurarla hanno da sempre suscitato l’interesse dei clinici e dei ricercatori. Ad oggi sono stati sviluppati numerosi strumenti per la misurazione delle abilità di lettura: in accordo con le Linee Guida, essi tendono a considerare separatamente le dimensioni velocità e accuratezza da un lato e comprensione dall’altro. Scopo di questo articolo è riflettere sui vantaggi dell’introduzione di un parametro sintetico che consideri simultaneam ...; [Leggi tutto...]
La lettura e lo sviluppo di strumenti in grado di misurarla hanno da sempre suscitato l’interesse dei clinici e dei ricercatori. Ad oggi sono stati sviluppati numerosi strumenti per la misurazione delle abilità di lettura: in accordo con le Linee Guida, essi tendono a considerare separatamente le dimensioni velocità e accuratezza da un lato e comprensione dall’altro. Scopo di questo articolo è riflettere sui vantaggi dell’introduzione di un parametro sintetico che consideri simultaneamente il tempo di lettura e i risultati di comprensione, di particolare rilevanza nell’età adulta. L’esperienza maturata dal gruppo di lavoro SuperReading, un corso volto a promuovere lo sviluppo di abilità di lettura e comprensione in adolescenti e giovani adulti, ha portato a riflettere sulle peculiarità di un parametro sintetico, l’efficacia di lettura, che combina velocità e comprensione. Le considerazioni proposte sono sostenute dai dati raccolti su un campione di 326 studenti (144 normolettori e 182 studenti con diagnosi di dislessia), relativi alle prestazioni date ai testi previsti nell’ambito del corso. Inoltre si riflette sulla possibilità di utilizzare anche per la lingua italiana la misura parole/minuto (usuale in lingua inglese), in quanto i risultati espressi in questa modalità non differiscono statisticamente da quelli ottenuti considerando, come è prassi, il numero di sillabe.