Abstract/Sommario: I bambini con disabilità evolutive sono ad alto rischio nell'acquisizione delle competenze per la comunicazione, per l'orientamento, per le capacità di autocontrollo e per l'autonomia. Spesso queste incompetenze si riflettono sull'autostima e si manifestano con comportamenti inadeguati e problematici. Un obiettivo dei programmi d'intervento in questi bambini deve essere la prevenzione e riduzione dei comportamenti problematici. L'articolo riassume l'analisi condotta su 17 ricerche che ...; [Leggi tutto...]
I bambini con disabilità evolutive sono ad alto rischio nell'acquisizione delle competenze per la comunicazione, per l'orientamento, per le capacità di autocontrollo e per l'autonomia. Spesso queste incompetenze si riflettono sull'autostima e si manifestano con comportamenti inadeguati e problematici. Un obiettivo dei programmi d'intervento in questi bambini deve essere la prevenzione e riduzione dei comportamenti problematici. L'articolo riassume l'analisi condotta su 17 ricerche che hanno utilizzato nove metodologie d'intervento con bambino con deficit intellettivo. La prima considerazione tratta è che gli interventi validi con la popolazione nella norma sono applicabili anche con questi bambini da parte dei genitori. Viene data ampia rilevanza alla prevenzione in modo da intervenire prima che i comportamenti degenerino in episodi di rilevanza clinica. Inoltre, si mette in risalto la validità di ricorrere a più modalità di intervento in modo da rispondere al meglio ai bisogni e alle competenze dei familiari.
Abstract/Sommario: Poche ricerche hanno preso in considerazione le abitudini alimentari delle persone statunitensi con deficit intellettivo obese o in sovrappeso. Gli autori presentano una ricerca che ha inteso colmare questa lacuna investigando sulla qualità della loro dieta in base ai parametri del The Healthy Eating Index-2005. I parametri della dieta giornaliera dei centri specializzati per persone obese sono stati messi a confronto con l'alimentazione abituale di 70 persone adulte con deficit intell ...; [Leggi tutto...]
Poche ricerche hanno preso in considerazione le abitudini alimentari delle persone statunitensi con deficit intellettivo obese o in sovrappeso. Gli autori presentano una ricerca che ha inteso colmare questa lacuna investigando sulla qualità della loro dieta in base ai parametri del The Healthy Eating Index-2005. I parametri della dieta giornaliera dei centri specializzati per persone obese sono stati messi a confronto con l'alimentazione abituale di 70 persone adulte con deficit intellettivo per un periodo di tre giorni con la supervisione di un dietista. I dati raccolti hanno evidenziato gravi carenze alimentari con scompensi per quanto riguarda calcio, vitamine e fibre. Gli autori mettono in risalto come le abitudini alimentari di queste persone determinino rischi cardiovascolari, tumorali e insorgenza di gravi patologie come il diabete.
Abstract/Sommario: Gli autori presentano l'esito di uno studio longitudinale condotto in tre momenti per valutare lo sviluppo delle abilità sociali in 182 adolescenti tedeschi con minorazione visiva e in altri 554 coetanei vedenti. In ingresso, i livelli delle abilità sociali degli adolescenti disabili erano più bassi rispetto a quelli dei loro coetanei vedenti in relazione alle abilità richieste nel rapporto del gruppo dei pari, nelle amicizie e nelle relazioni sentimentali. ma erano più elevati in mate ...; [Leggi tutto...]
Gli autori presentano l'esito di uno studio longitudinale condotto in tre momenti per valutare lo sviluppo delle abilità sociali in 182 adolescenti tedeschi con minorazione visiva e in altri 554 coetanei vedenti. In ingresso, i livelli delle abilità sociali degli adolescenti disabili erano più bassi rispetto a quelli dei loro coetanei vedenti in relazione alle abilità richieste nel rapporto del gruppo dei pari, nelle amicizie e nelle relazioni sentimentali. ma erano più elevati in materia di autonomia dai genitori e di pianificazione per il futuro. La media dei valori delle abilità è aumentata progressivamente. Gli adolescenti non vedenti hanno mostrato progressi superiori nelle relazioni affettive rispetto ai loro coetanei vedenti, ma le altre differenze tra i gruppi sono rimaste. I non vedenti hanno mostrato meno progressi nello sviluppo dell'identità dei coetanei ipovedenti e, quelli congeniti hanno mostrato livelli più bassi di autonomia e di sviluppo dell'identità dei coetanei disabili acquisiti. Sono state rilevate anche differenze di genere. Gli autori indicano delle strategie per favorire lo sviluppo delle abilità sociali negli adolescenti con problemi visivi.
Abstract/Sommario: Gli autori hanno messo a confronto l'utilizzo di pittogrammi e quello dell'iPad che presentava anche comunicazioni verbali associate per l'apprendimento di vocaboli da parte di cinque bambini autistici. Durante le fasi di apprendimento sono state rilevate le preferenze da parte dei partecipanti ed è stato possibile stabilire che tre hanno preferito l'iPad, mentre due hanno mostrato maggiore apprendimento con i cartellini tradizionali. Analizzando i dati raccolti nelle fasi di generaliz ...; [Leggi tutto...]
Gli autori hanno messo a confronto l'utilizzo di pittogrammi e quello dell'iPad che presentava anche comunicazioni verbali associate per l'apprendimento di vocaboli da parte di cinque bambini autistici. Durante le fasi di apprendimento sono state rilevate le preferenze da parte dei partecipanti ed è stato possibile stabilire che tre hanno preferito l'iPad, mentre due hanno mostrato maggiore apprendimento con i cartellini tradizionali. Analizzando i dati raccolti nelle fasi di generalizzazione e mantenimento, quattro su cinque hanno dato risultati migliori con l'ausilio elettronico, ma gli autori consigliano di valutare sempre in ingresso le preferenze individuali prima di scegliere la modalità comunicativa.
Abstract/Sommario: La sindrome di Wiliams è di origine genetica e determina un danno neuroevolutivo con deficit cognitivi e fenotipi comportamentali ben definiti. Le ricerche hanno dimostrato in modo evidente la complessità del quadro psicopatologico in questa popolazione, eppure disponiamo di pochi documenti di rilevanza scientifica che dimostrino la validità degli interventi su basi psicosociali. Gli autori hanno voluto documentare l'efficacia della Habit Reversal Therapy HRT nel trattamento di comport ...; [Leggi tutto...]
La sindrome di Wiliams è di origine genetica e determina un danno neuroevolutivo con deficit cognitivi e fenotipi comportamentali ben definiti. Le ricerche hanno dimostrato in modo evidente la complessità del quadro psicopatologico in questa popolazione, eppure disponiamo di pochi documenti di rilevanza scientifica che dimostrino la validità degli interventi su basi psicosociali. Gli autori hanno voluto documentare l'efficacia della Habit Reversal Therapy HRT nel trattamento di comportamenti stereotipati esibiti da un bambino diagnosticato con questa sindrome. Per quanto questa tecnica di intervento cognitivo-comportamentale sia specifica per i comportamenti ripetitivi, non risulta essere stata utilizzata frequentemente con persone con deficit intellettivo. I risultati ottenuti dalla ricerca indicano che ben si addice anche a questa popolazione, ovviamente vanno applicati alcuni adattamenti che sono stati tenuti presenti dagli autori.
Abstract/Sommario: La nascita di un bambino disabile è causa spesso di forte stress per i genitori e può portare anche alla separazione della coppia con ripercussioni psicologiche ed economiche per il bambino. Gli autori hanno indagato sulla frequenza e sulle modalità delle separazioni che hanno coinvolto bambini autistici in un arco di tempo di 10 anni. Sono emersi 119 casi di cui sono state esaminate le caratteristiche cliniche, mentre dei genitori sono state considerate le variabili sociodemografiche ...; [Leggi tutto...]
La nascita di un bambino disabile è causa spesso di forte stress per i genitori e può portare anche alla separazione della coppia con ripercussioni psicologiche ed economiche per il bambino. Gli autori hanno indagato sulla frequenza e sulle modalità delle separazioni che hanno coinvolto bambini autistici in un arco di tempo di 10 anni. Sono emersi 119 casi di cui sono state esaminate le caratteristiche cliniche, mentre dei genitori sono state considerate le variabili sociodemografiche mettendole a confronto con le coppie non separate. I dati ottenuti indicano che in dieci anni le coppie separate rappresentavano il 25% di queste famiglie e il dato si dimostra stabile. Non sono emerse differenze di rilievo tra le coppie separate e non, neppure in relazione alla fanciullezza o all'adolescenza del figlio e questo fa supporre che la condizione autistica del figlio non influenza la vita della coppia, come di solito si pensa.