Abstract/Sommario: La letteratura sulla prevalenza e sulla stabilità dei problemi di disattenzione, iperattività e impulsività in bambini di età prescolare suggerisce una serie di connessioni con le prime abilità di letto-scrittura e l’apprendimento scolastico più in generale. In questo articolo vengono discusse le considerazioni evolutive nella valutazione del DDAI in età prescolare, nonché le prove a favore della stabilità dei sintomi nel corso del tempo e il rapporto tra sintomi precoci e rendimento n ...; [Leggi tutto...]
La letteratura sulla prevalenza e sulla stabilità dei problemi di disattenzione, iperattività e impulsività in bambini di età prescolare suggerisce una serie di connessioni con le prime abilità di letto-scrittura e l’apprendimento scolastico più in generale. In questo articolo vengono discusse le considerazioni evolutive nella valutazione del DDAI in età prescolare, nonché le prove a favore della stabilità dei sintomi nel corso del tempo e il rapporto tra sintomi precoci e rendimento nella scuola primaria. Vengono analizzate alcune ipotesi esplicative di questo rapporto e quattro modelli che sono stati proposti per spiegare la relazione tra comportamento e apprendimento. Sono infine suggerite alcune indicazioni per la ricerca futura che potrebbero risolvere questioni importanti e in parte ancora aperte.
Abstract/Sommario: Le emozioni e i sentimenti costituiscono un substrato importante del processo di crescita e di integrazione nel tessuto sociale per l’adolescente. Nel caso di ragazzi iperattivi (con DDAI) è ipotizzabile che un miglioramento dei processi cognitivi, una miglior lucidità e riflessività possano aiutare il soggetto nel controllare le sue emozioni oltre che nell’aumentare la sua autostima e nel costruire un’immagine interiore di sé meno frammentata. L’articolo tratta la storia di un caso, a ...; [Leggi tutto...]
Le emozioni e i sentimenti costituiscono un substrato importante del processo di crescita e di integrazione nel tessuto sociale per l’adolescente. Nel caso di ragazzi iperattivi (con DDAI) è ipotizzabile che un miglioramento dei processi cognitivi, una miglior lucidità e riflessività possano aiutare il soggetto nel controllare le sue emozioni oltre che nell’aumentare la sua autostima e nel costruire un’immagine interiore di sé meno frammentata. L’articolo tratta la storia di un caso, ancora in corso (ora in seconda media), il cui intervento di integrazione scolastica ha tenuto conto del rapporto speculare cognizione-emozione.
Abstract/Sommario: Pur mantenendo ferma l’importanza degli interventi individualizzati, questo articolo mostra come esista una varietà di strategie, per rispondere ai bisogni degli alunni con DDAI, che coinvolgono e recano beneficio all’intera classe. Tali strategie, di tipo sia comportamentale che più strettamente curricolare, costituiscono un investimento efficiente perché producono effetti positivi per tutti gli alunni, evitano la stigmatizzazione del soggetto con difficoltà e in generale migliorano i ...; [Leggi tutto...]
Pur mantenendo ferma l’importanza degli interventi individualizzati, questo articolo mostra come esista una varietà di strategie, per rispondere ai bisogni degli alunni con DDAI, che coinvolgono e recano beneficio all’intera classe. Tali strategie, di tipo sia comportamentale che più strettamente curricolare, costituiscono un investimento efficiente perché producono effetti positivi per tutti gli alunni, evitano la stigmatizzazione del soggetto con difficoltà e in generale migliorano il clima di apprendimento. Per ognuna di esse sono descritte le principali caratteristiche, gli effetti sul piano comportamentale e scolastico, e le indicazioni dei loro ideatori rispetto ai relativi vantaggi e svantaggi.
Abstract/Sommario: Per cercare di definire l’efficacia differenziale propria del parent training è stata condotta una rassegna letteraria che prende in considerazione articoli pubblicati tra il 1980 e il 2004 al fine di isolare e analizzare le variabili familiari, genitoriali e relative al bambino che sono in grado di predire la risposta al parent training per problemi comportamentali esternalizzanti caratteristici dell’età evolutiva. Dai risultati non sono emersi predittori significativi dell’interruzio ...; [Leggi tutto...]
Per cercare di definire l’efficacia differenziale propria del parent training è stata condotta una rassegna letteraria che prende in considerazione articoli pubblicati tra il 1980 e il 2004 al fine di isolare e analizzare le variabili familiari, genitoriali e relative al bambino che sono in grado di predire la risposta al parent training per problemi comportamentali esternalizzanti caratteristici dell’età evolutiva. Dai risultati non sono emersi predittori significativi dell’interruzione (drop-out), mentre per quanto riguarda l’esito del trattamento solo il basso reddito è apparso assai discriminante. La risposta al parent training appare quindi influenzata da variabili che non coinvolgono direttamente il bambino e che potrebbero orientare i terapeuti nell’ideazione e nella realizzazione stessa di questi programmi.