Abstract/Sommario: Il sonno non è uno stato monotono, non è neppure semplicemente il contrario dello stato di veglia. Per essere ristoratore, nel corso della notte il sonno deve attenersi a una determinata tabella di marcia ed avere una sua precisa struttura. Questa consiste di diverse fasi successive secondo una cadenza precisa e cioè stadi S1 fino a S4 e sonno paradossale (la fase in cui si sogna). S1 è la fase del sonno più leggero, S4 lo stadio del sonno più profondo. Una delle ipotesi dei ricercato ...; [Leggi tutto...]
Il sonno non è uno stato monotono, non è neppure semplicemente il contrario dello stato di veglia. Per essere ristoratore, nel corso della notte il sonno deve attenersi a una determinata tabella di marcia ed avere una sua precisa struttura. Questa consiste di diverse fasi successive secondo una cadenza precisa e cioè stadi S1 fino a S4 e sonno paradossale (la fase in cui si sogna). S1 è la fase del sonno più leggero, S4 lo stadio del sonno più profondo. Una delle ipotesi dei ricercatori è che nelle persone cieche i disturbi del sonno potrebbero anche avere origine da umori depressivi. Anche il genere e la gravità della malattia oftalmologica potrebbero esercitare un influsso sul sonno. In questo contesto si discute della possibilità che non solo il cervello (nell'SCN e nella ghiandola pineale), ma anche le cellule sensoriali della retina producano melatonina. Nei piccoli mammiferi questo è dimostrato, nell'uomo invece non ancora. Ricerche attuali su retinite pigmentosa, disturbi del sonno e ricerche cliniche nei laboratori del sonno concludono l'articolo.
Abstract/Sommario: Partendo da un po' di storia sulla scoperta della malattia dal medico norvegese Sigvard Refsum. Refsum riscontrava nei pazienti una riduzione della capacità visiva combinata con una retinite pigmentosa e deambulazione incerta. Questa malattia, oggi nota con il nome di eredopatia atassica polineuritiforme, viene chiamata comunemente malattia (o sindrome) di Refsum, in riconoscimento del lavoro svolto dal suo scopritore nell'ambito della conoscenza e del trattamento dell'affezione. Il p ...; [Leggi tutto...]
Partendo da un po' di storia sulla scoperta della malattia dal medico norvegese Sigvard Refsum. Refsum riscontrava nei pazienti una riduzione della capacità visiva combinata con una retinite pigmentosa e deambulazione incerta. Questa malattia, oggi nota con il nome di eredopatia atassica polineuritiforme, viene chiamata comunemente malattia (o sindrome) di Refsum, in riconoscimento del lavoro svolto dal suo scopritore nell'ambito della conoscenza e del trattamento dell'affezione. Il presente contributo e stato elaborato sulla base di un articolo su Internet di F. B. Gibberd, neurologo presso il Westminster Hospital di Londra.
Abstract/Sommario: La malattia di Stargardt è la forma più diffusa di degenerazione maculare giovanile. Caratteristica: di questa affezione è la perdita della capacità visiva centrale mentre la visione periferica non è compromessa. Aspetti clinici: La malattia di Stargardt, denominata anche fundus flavimaculatus, nella maggior parte dei casi è diagnosticata tra i 10 e i 20 anni d'età. Il primo sintomo è una rapida diminuzione dell'acuità visiva. Sulla retina è visibile una lesione circondata da macchie g ...; [Leggi tutto...]
La malattia di Stargardt è la forma più diffusa di degenerazione maculare giovanile. Caratteristica: di questa affezione è la perdita della capacità visiva centrale mentre la visione periferica non è compromessa. Aspetti clinici: La malattia di Stargardt, denominata anche fundus flavimaculatus, nella maggior parte dei casi è diagnosticata tra i 10 e i 20 anni d'età. Il primo sintomo è una rapida diminuzione dell'acuità visiva. Sulla retina è visibile una lesione circondata da macchie giallo-bianche di forma irregolare. La retina, un tessuto costituito da diversi strati di cellule fotosensibili, fa da rivestimento al fondo dell'occhio; la macula, il punto della massima acuità visiva, si trova al centro della retina. Alla macula compete il riconoscimento di strutture fini; questo significa che la macula "serve" per leggere, riconoscere i visi della gente, distinguere i colori e altro ancora. L'autrice continua nella descrizione della malattia.