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Abstract/Sommario: Bambini ed adulti con disfunzione vescicale possono restare asciutti, scevri da infezioni avendo il controllo della funzione urinaria tramite l'autocateterizzazione intermittente, processo per mezzo del quale essi svuotano la vescica varie volte al giorno con un catetere di gomma o di plastica adoperando una tecnica pulita non sterile. L'articolo descrive il programma svolto da una terapista occupazionale nell'istruire nel CISC nove bambini in una scuola pubblica dal 1975. Non si propo ...; [Leggi tutto...] Bambini ed adulti con disfunzione vescicale possono restare asciutti, scevri da infezioni avendo il controllo della funzione urinaria tramite l'autocateterizzazione intermittente, processo per mezzo del quale essi svuotano la vescica varie volte al giorno con un catetere di gomma o di plastica adoperando una tecnica pulita non sterile. L'articolo descrive il programma svolto da una terapista occupazionale nell'istruire nel CISC nove bambini in una scuola pubblica dal 1975. Non si propone ai terapisti una funzione infermieristica, ma di applicare le loro abilità nell'insegnare al bambino di essere autonomo con CISC così che l'indipendenza acquisita permette ai bambini di frequentare senza disagi una classe normale.

Abstract/Sommario: L'autrice, terapista occupazionale, rivolge alcuni consigli agli insegnanti che hanno in classe bambini con artrite giovanile. Questi soggetti possono avere difficoltà nelle attività quotidiane di autonomia e vita domestica. Qualche ausilio può venire incontro al bambino permettendogli la vita di relazione a scuola e con il gruppo dei pari. Si mette in risalto l'i importanza della partecipazione attiva per favorire l'integrazione e l'autostima dell'alunno.

Abstract/Sommario: Nell'ottica di un approccio neuropsicologico e pedagogico nello studente che ha subito un trauma cranico grave (coma allo stadio profondo per più di dieci giorni) gli autori suggeriscono: un esame e una riabilitazione psicologica centrata su tre grandi sindromi:temporale, frontale, parieto-occipitale; un esame scolastico che consiste in una valutazione di tutte le competenze che si suppone fossero state acquisite prima dell'incidente. Infine si suggerisce una condotta pedagogica tratta ...; [Leggi tutto...] Nell'ottica di un approccio neuropsicologico e pedagogico nello studente che ha subito un trauma cranico grave (coma allo stadio profondo per più di dieci giorni) gli autori suggeriscono: un esame e una riabilitazione psicologica centrata su tre grandi sindromi:temporale, frontale, parieto-occipitale; un esame scolastico che consiste in una valutazione di tutte le competenze che si suppone fossero state acquisite prima dell'incidente. Infine si suggerisce una condotta pedagogica trattando due casi specifici: uno di difficoltà di lettura e uno di difficoltà in matematica

Abstract/Sommario: Lo studente che ha subito un trauma cranico grave (coma allo stadio profondo per più di dieci giorni) presenta quasi sempre un deficit in una o più d'una delle funzioni necessarie per studiare (funzioni fisiche: occhio, orecchio, funzioni motorie; funzioni neuropsicologiche: linguaggio, memoria, percezione, realizzazione, comportamento). Gli autori suggeriscono: un esame fisico nell'ottica scolastica: funzione visiva (campo visivo, motricità oculare, acuità visiva); funzione uditiva ; ...; [Leggi tutto...] Lo studente che ha subito un trauma cranico grave (coma allo stadio profondo per più di dieci giorni) presenta quasi sempre un deficit in una o più d'una delle funzioni necessarie per studiare (funzioni fisiche: occhio, orecchio, funzioni motorie; funzioni neuropsicologiche: linguaggio, memoria, percezione, realizzazione, comportamento). Gli autori suggeriscono: un esame fisico nell'ottica scolastica: funzione visiva (campo visivo, motricità oculare, acuità visiva); funzione uditiva ; articolazione della parola; motricità attuale. Può essere utile anche un esame e una riabilitazione psicologica centrata su tre grandi sindromi: temporale, frontale, parieto-occipitale.

Abstract/Sommario: Il comportamento di un individuo non riflette solamente le sue capacità fisiche e psicologiche; ogni persona esiste in uno spazio vitale che comprende altra gente, oggetti, eventi, spazi e strutture fisiche che hanno una forte influenza sul suo comportamento. L'ambiente modella le azioni di persone di tutte le età, ma la sua influenza è avvertita in modo particolare dall'anziano e da tutti coloro la cui competenza è ridotta per malattia e invalidità. I terapisti che vogliono facilitare ...; [Leggi tutto...] Il comportamento di un individuo non riflette solamente le sue capacità fisiche e psicologiche; ogni persona esiste in uno spazio vitale che comprende altra gente, oggetti, eventi, spazi e strutture fisiche che hanno una forte influenza sul suo comportamento. L'ambiente modella le azioni di persone di tutte le età, ma la sua influenza è avvertita in modo particolare dall'anziano e da tutti coloro la cui competenza è ridotta per malattia e invalidità. I terapisti che vogliono facilitare una prestazione ottimale di clienti anziani devono prendere in considerazione anche lo spazio vitale oltre alle competenze personali necessarie a svolgere un dato compito. In quest'ottica l'autore studia le transazioni persona-ambiente, gli approcci che permettono di rispettare lo spazio personale, i bisogni territoriali, gli ambienti protesici e l'ambiente psicosociale.

Abstract/Sommario: Il materiale protesico disponibile per chi ha subito una amputazione dell'arto superiore a ancora modesto e rudimentale. Gli autori esaminano l'uso funzionale di queste protesi e avanzano alcune considerazioni sul loro effettivo utilizzo. Dal loro studio emerge che circa il 70% delle persone amputate utilizzano una protesi giornalmente e insistono sulla necessità di promuoverla in modo sistematico in quanto favorire l'autonomia lavorativa.

Abstract/Sommario: Gli autori presentano una ricerca nell'ambito di uno studio più vasto sulle abilità mnestiche nei bambini con difficoltà di apprendimento della lettura. Ai fini dell'analisi delle abilità di memoria sono state utilizzate le seguenti prove: scala di Borrelli-Oleron; Visual Motor Gestalt Test di Bender; test di ritenzione visiva di Benton; test di riconoscimento di figure senza senso; prova di riconoscimento di parole e prova di apprendimento di coppie associate, elaborate da Cornoldi e ...; [Leggi tutto...] Gli autori presentano una ricerca nell'ambito di uno studio più vasto sulle abilità mnestiche nei bambini con difficoltà di apprendimento della lettura. Ai fini dell'analisi delle abilità di memoria sono state utilizzate le seguenti prove: scala di Borrelli-Oleron; Visual Motor Gestalt Test di Bender; test di ritenzione visiva di Benton; test di riconoscimento di figure senza senso; prova di riconoscimento di parole e prova di apprendimento di coppie associate, elaborate da Cornoldi e Soresi; test di memoria di disegni di Grahan e Kendall; prova di ritmi di Stambak; prova di span visivo di Corsi; prova dei semicerchi e delle linee rette di Borel-Maisonny. Vengono riportati i dati ottenuti dallo studio.

Abstract/Sommario: Nella rieducazione della paralisi cerebrale infantile vi è la tendenza a sintetizzare la minorazione fisica in un'etichetta diagnostica che non può condurre all'applicazione di un metodo di trattamento. Fare invece l'analisi dei disturbi segmentari e notarne l'influenza sullo sviluppo funzionale permette di giustificare l'applicazione di un dato metodo e di apprezzarne i risultati in maniera specifica anziché globale. In questa seconda parte l'autrice analizza i processi che influenzan ...; [Leggi tutto...] Nella rieducazione della paralisi cerebrale infantile vi è la tendenza a sintetizzare la minorazione fisica in un'etichetta diagnostica che non può condurre all'applicazione di un metodo di trattamento. Fare invece l'analisi dei disturbi segmentari e notarne l'influenza sullo sviluppo funzionale permette di giustificare l'applicazione di un dato metodo e di apprezzarne i risultati in maniera specifica anziché globale. In questa seconda parte l'autrice analizza i processi che influenzano l'acquisizione delle abilità di verbalizzazione iniziando dalle singole consonanti.

Abstract/Sommario: Negli ultimi tempi si è data maggiore importanza al ruolo della linguistica nel corpo dei disturbi del linguaggio nei bambini, applicando metodi linguistici all'analisi dei cosiddetti disturbi articolatori multipli o disturbi fonologici infantili. L'autrice presenta uno studio del linguaggio condotto su di un bambino di cinque anni cerebroleso per rilevare l'applicabilità dell'analisi linguistica su questa patologia.

Abstract/Sommario: Il gesto indica un movimento avente significato che può essere intenzionale soggettivo o codificato. L'autore analizza il rischio di ambiguità che il comportamento motorio comporta e cerca di esaminare i diversi gesti con riferimento all'organizzazione cerebrale funzionale. Per esempio le attività spontanee accompagnano il linguaggio e di solito utilizzano l'arto dominante (mano destra o sinistra), mentre i comportamenti codificati richiedono la partecipazione di più abilità cerebrali ...; [Leggi tutto...] Il gesto indica un movimento avente significato che può essere intenzionale soggettivo o codificato. L'autore analizza il rischio di ambiguità che il comportamento motorio comporta e cerca di esaminare i diversi gesti con riferimento all'organizzazione cerebrale funzionale. Per esempio le attività spontanee accompagnano il linguaggio e di solito utilizzano l'arto dominante (mano destra o sinistra), mentre i comportamenti codificati richiedono la partecipazione di più abilità cerebrali per il controllo di spazio, tempo e abilità cognitive.