Abstract: Il disturbo dello spettro autistico (ASD) è un disturbo del neurosviluppo che interessa circa 78 milioni di persone nel mondo e la sua prevalenza con il grado di impatto sugli individui e sulle famiglie lo collocano tra i disturbi di importanza globale, si tratta di una condizione che si manifesta durante i primi anni di vita, la quale coinvolge il comportamento e la capacità di comunicazione e socializzazione del soggetto e che può riguardare altre compromissioni sempre a livello del ...; [Read more...]
Il disturbo dello spettro autistico (ASD) è un disturbo del neurosviluppo che interessa circa 78 milioni di persone nel mondo e la sua prevalenza con il grado di impatto sugli individui e sulle famiglie lo collocano tra i disturbi di importanza globale, si tratta di una condizione che si manifesta durante i primi anni di vita, la quale coinvolge il comportamento e la capacità di comunicazione e socializzazione del soggetto e che può riguardare altre compromissioni sempre a livello del neurosviluppo. In questi casi è fondamentale attuare interventi precoci, dopo aver capito come si sviluppa questa malattia dalla nascita; infatti, è noto che un intervento precoce e personalizzato limita i sintomi del disturbo e migliora la qualità della vita dei soggetti coinvolti (ed anche delle loro famiglie). In questo articolo, le diverse autrici illustrano le attività istituzionali, condotte dall'Istituto Superiore della Sanità in collaborazione con le Regioni e le Province Autonome e indicando i punti di forza e le criticità in una visione prospettica delle iniziative volte a migliorare la qualità della vita delle persone con ASD e delle loro famiglie durante tutto l'arco della vita.
Abstract: L'Anffas è la storica associazione di famiglie e persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo che opera sull'intero territorio nazionale per promuovere e far riconoscere alle stesse persone e famiglie dignità e diritti. Allo stesso tempo Anffas, attraverso una rete territoriale di Enti autonomi del Terzo Settore, organizza e gestisce servizi atti a potenziare le autonomie e le abilità delle persone disabili di tutte le età, per favorire la loro piena inclusione soci ...; [Read more...]
L'Anffas è la storica associazione di famiglie e persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo che opera sull'intero territorio nazionale per promuovere e far riconoscere alle stesse persone e famiglie dignità e diritti. Allo stesso tempo Anffas, attraverso una rete territoriale di Enti autonomi del Terzo Settore, organizza e gestisce servizi atti a potenziare le autonomie e le abilità delle persone disabili di tutte le età, per favorire la loro piena inclusione sociale, scolastica e lavorativa ed allo stesso tempo garantire a queste ultime la migliore qualità di vita possibile.
Abstract: I risultati degli studi effettuati negli ultimi anni evidenziano la necessità di sviluppare interventi di educazione sessuale e relazionale che siano adattati ai bisogni degli individui autistici per affrontare le ragioni segnalate dai molestatori stessi, la loro mancanza di conoscenza e di consapevolezza sessuale; allo stesso modo, un'educazione affettiva e sessuale adeguata rivolta alle persone autistiche, oltre che alla comunità generale, potrebbe prevenire almeno una parte degli ab ...; [Read more...]
I risultati degli studi effettuati negli ultimi anni evidenziano la necessità di sviluppare interventi di educazione sessuale e relazionale che siano adattati ai bisogni degli individui autistici per affrontare le ragioni segnalate dai molestatori stessi, la loro mancanza di conoscenza e di consapevolezza sessuale; allo stesso modo, un'educazione affettiva e sessuale adeguata rivolta alle persone autistiche, oltre che alla comunità generale, potrebbe prevenire almeno una parte degli abusi sessuali. La letteratura in generale afferma la necessità di attuare dei programmi di educazione sessuale efficaci per favorire lo sviluppo di una identità sessuale sana nonché lo sviluppo di relazioni che soddisfino i bisogni di ogni individuo. C'è da dire, però, che a tutt'oggi, rimane la difficoltà di affrontare tali temi in ambito scolastico e abilitativo, anche se ci sono dei riferimenti (numerosi) per attuare interventi psicoeducativi sulla affettività e sulla sessualità fin dall'infanzia. L'intervento psicoeducativo in questo campo può essere possibile se ci sono delle linee guida che ne stabiliscono la politica.
Abstract: Secondo l'autore quando si parla di inclusione occorre tenere ben chiaro il significato del termine stesso. La differenza fra la prospettiva dell'ospitalità e quella della reale inclusione consiste in un quesito; l'autore si è chiesto se quello che noi consideriamo come disponibilità all'accoglienza, nella prospettiva dell'inclusione scolastica non sia soltanto o principalmente come cultura dell'ospitalità, intesa come consenso alla presenza di allievi disabili in un ambiente comune ed ...; [Read more...]
Secondo l'autore quando si parla di inclusione occorre tenere ben chiaro il significato del termine stesso. La differenza fra la prospettiva dell'ospitalità e quella della reale inclusione consiste in un quesito; l'autore si è chiesto se quello che noi consideriamo come disponibilità all'accoglienza, nella prospettiva dell'inclusione scolastica non sia soltanto o principalmente come cultura dell'ospitalità, intesa come consenso alla presenza di allievi disabili in un ambiente comune ed alla partecipazione di questi allievi alle attività che si svolgono in tale ambiente. Quindi, allargando il discorso anche ad ambienti diversi da quello scolastico, ci si chiede se le persone disabili, come ad esempio quelle con importanti compromissioni come la sindrome autistica, si trovano solo a passare gli ambienti scolastici, lavorativi, sociali oppure possono loro stessi assumere una certa identità e di conseguenza, essere il loro ruolo riconosciuto nella società come qualità di studente, lavoratore e quindi cittadino? In questo articolo, dopo aver delineato le caratteristiche di una didattica realmente orientata all'inclusione, l'autore cerca di individuare i punti di forza e le criticità del sistema italiano e di definire alcune linee operative per promuovere una scuola di qualità, in grado di creare contesti di apprendimento e di relazione accoglienti anche in presenza di allievi molto complessi come quelli con disturbo dello spettro autistico.
Abstract: Le persone che hanno il disturbo dello spettro autistico (ASD) e/o disabilità intellettiva, presentano una significativa vulnerabilità ai disturbi fisici e psichici più alta rispetto a quella della popolazione in generale, e ciò è dovuto ad una molteplicità di fattori spesso connessi tra di loro. Dal lato biologico ci sono le alterazioni del sistema nervoso ma anche dei sistemi endocrino e immunitario, spesso associate a sindromi genetiche (es. sindrome di Down); dal lato psicologico, ...; [Read more...]
Le persone che hanno il disturbo dello spettro autistico (ASD) e/o disabilità intellettiva, presentano una significativa vulnerabilità ai disturbi fisici e psichici più alta rispetto a quella della popolazione in generale, e ciò è dovuto ad una molteplicità di fattori spesso connessi tra di loro. Dal lato biologico ci sono le alterazioni del sistema nervoso ma anche dei sistemi endocrino e immunitario, spesso associate a sindromi genetiche (es. sindrome di Down); dal lato psicologico, il posto principale è occupato dallo stress, avvertito più intensamente dalla persone autistiche rispetto a quelle della popolazione generale ed anche questo è determinato da vari fattori: dalle difficoltà di comunicazione alla incapacità di difesa davanti ad eventi negativi e ai tipi di attaccamento disfunzionali. Dal lato, infine, sociale e culturale sono importanti il discredito e l'emarginazione. Nelle persone con ASD e DI sono frequenti i disturbi psichiatrici con un alto tasso di incidenza superiore (4/5 volte) ed un esordio più precoce rispetto alla popolazione generale. L'ansia e il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) risultano poi essere i disturbi più diffusi, sebbene la prevalenza di quest'ultimo tende a diminuire verso l'avvicinamento all'età adulta; tutti gli altri, invece, tendono a presentarsi (e ad essere diagnosticati) dopo il raggiungimento della maggiore età.
Abstract: Gli autori, in questo loro articolo, affermano che occorre prendere in considerazione diversi aspetti per formulare una diagnosi di autismo nei soggetti in età adulta: 1) il cambiamento dei parametri di riferimento concernenti la diagnosi (dalla visione della categoria DSM-IV alla configurazione di spettro del DSM-5); 2) il cambiamento dei parametri di identità della persona autistica; 3) la difficoltà di definire una diagnosi esatta riguardo la condizione di autismo; 4) la necessità d ...; [Read more...]
Gli autori, in questo loro articolo, affermano che occorre prendere in considerazione diversi aspetti per formulare una diagnosi di autismo nei soggetti in età adulta: 1) il cambiamento dei parametri di riferimento concernenti la diagnosi (dalla visione della categoria DSM-IV alla configurazione di spettro del DSM-5); 2) il cambiamento dei parametri di identità della persona autistica; 3) la difficoltà di definire una diagnosi esatta riguardo la condizione di autismo; 4) la necessità di avere protocolli diagnostici; 5) la necessità di continuità nella transizione minore-adulto. Una situazione che già può essere presente nel bambino, ma che nell'adulto assume un ruolo di rilievo è quella della concomitanza di due disturbi presenti ambedue relativi al neurosviluppo. Mentre disturbi quali ADHD e BES, insieme ai disturbi dello spettro autistico, sono già riscontrabili nei bambini e adolescenti, la compresenza di patologie psicopatologiche nel soggetto adulto diventano rilevanti, soprattutto quando la malattia psicopatologica innesca la compresenza di altre patologie. Da ciò risulta che la presa in carico di una persona adulta con autismo è un percorso abbastanza complesso che richiede la formazione di una équipe multidisciplinare territoriale che deve effettuare valutazioni diagnostiche accurate (seguendo il criterio della correttezza scientifica), ma anche una capacità di interagire con un modello a rete coinvolgente con tutti gli altri servizi del territorio; ovviamente, mantenendo sempre la persona autistica e la sua famiglia al centro dello stesso intervento.
Abstract: Il presente contributo intende mostrare la possibilità di insegnare abilità e competenze di tipo socio-emotivo in contesto di piccolo gruppo a studenti con disturbo pervasivo dello sviluppo attraverso un modello integrato con la Teaching Interaction Procedure (TIP). La procedura di insegnamento utilizzata, basata sul modello presentato da Leaf e colleghi (2009) a sei fasi (definizione del comportamento, motivazione ed esempi, descrizione dell'abilità in step comportamentali, dimostrazi ...; [Read more...]
Il presente contributo intende mostrare la possibilità di insegnare abilità e competenze di tipo socio-emotivo in contesto di piccolo gruppo a studenti con disturbo pervasivo dello sviluppo attraverso un modello integrato con la Teaching Interaction Procedure (TIP). La procedura di insegnamento utilizzata, basata sul modello presentato da Leaf e colleghi (2009) a sei fasi (definizione del comportamento, motivazione ed esempi, descrizione dell'abilità in step comportamentali, dimostrazione, pratica e feedback), è una procedura con evidenza nell'insegnamento di abilità sociali in contesto di gruppo. Nello studio è stata integrata con due ulteriori componenti: decodifica su esempi e rotazione di modelli, per agevolarne l'uso rispetto alla specifica area socio-emotiva. Partendo dalla valutazione delle abilità socio-emotive, lo studio esamina i risultati ottenuti, dai quali si evidenziano miglioramenti per tutti e quattro gli studenti in tutte le abilità insegnate, punti di forza e debolezza della procedura e del metodo.
Abstract: Il presente studio delinea il percorso svolto dall’equipe di una RSA per progettare un intervento all’interno della cornice di Qualità di Vita in una persona con disabilità intellettiva grave, sindrome di Down, difficoltà nella comunicazione e disturbo nel controllo degli impulsi. L’inserimento in un contesto comunitario ha necessitato di un intervento mirato a ridurre i comportamenti problema e l’utilizzo di procedure di rinforzamento per i comportamenti positivi. Dal metodo, alla ...; [Read more...]
Il presente studio delinea il percorso svolto dall’equipe di una RSA per progettare un intervento all’interno della cornice di Qualità di Vita in una persona con disabilità intellettiva grave, sindrome di Down, difficoltà nella comunicazione e disturbo nel controllo degli impulsi. L’inserimento in un contesto comunitario ha necessitato di un intervento mirato a ridurre i comportamenti problema e l’utilizzo di procedure di rinforzamento per i comportamenti positivi. Dal metodo, alla valutazione e infine all’intervento l’articolo illustra il lavoro svolto.
Abstract: Il Progetto di vita (PdV) delle persone con disabilità e delle persone con autismo è diventato, negli ultimi tempi, un tema sempre più centrale di attualità. Sia le comunità e le istituzioni scientifiche (come ad es. la Società Italiana dei Disturbi del Neurosviluppo e l'Istituto Superiore di Sanità) e sia le varie iniziative politiche (ad es. quelle fatte dal Ministero per le Disabilità) hanno messo in evidenza la necessità di formulare una nuova normativa per permettere che anche le ...; [Read more...]
Il Progetto di vita (PdV) delle persone con disabilità e delle persone con autismo è diventato, negli ultimi tempi, un tema sempre più centrale di attualità. Sia le comunità e le istituzioni scientifiche (come ad es. la Società Italiana dei Disturbi del Neurosviluppo e l'Istituto Superiore di Sanità) e sia le varie iniziative politiche (ad es. quelle fatte dal Ministero per le Disabilità) hanno messo in evidenza la necessità di formulare una nuova normativa per permettere che anche le persone con disabilità possano avere un proprio progetto di vita. A tale scopo la nuova legge (dicembre 2021) dedica una parte notevole del proprio testo alla necessità di definire delle procedure ben precise e vincolanti per la programmazione del PdV IPP (Individualizzato, Partecipato e Personalizzato); tale piano , secondo la legge, rappresenta il mezzo principale sul quale basarsi per erogare i sostegni a favore delle persone disabili ma anche per le persone autistiche e garantire loro il pieno rispetto dei loro diritti e una buona qualità di vita. Un sostegno vero e qualitativo a favore di questa popolazione può davvero realizzarsi solo con un cambio di prospettiva nell'erogazione dei sostegni che si basi sulla realizzazione, dunque, del loro PdV, così come avviene anche per le persone a sviluppo tipico.
Abstract: L'autore, in questo suo contributo, esula dallo scopo di esaminare lo sviluppo delle procedure e dei modelli diagnostici che hanno visto la luce negli anni successivi al 1980; quello che importa, in questa sede, è che la definizione del disturbo autistico come disturbo a se stante, nel DSM-III, e ancor più nel DSM III-R, ha implicazioni cliniche importanti. Rifacendosi ad un articolo del 1956 di Bettelheim (e suoi articoli successivi), coerentemente con l'attribuzione diagnostica di sc ...; [Read more...]
L'autore, in questo suo contributo, esula dallo scopo di esaminare lo sviluppo delle procedure e dei modelli diagnostici che hanno visto la luce negli anni successivi al 1980; quello che importa, in questa sede, è che la definizione del disturbo autistico come disturbo a se stante, nel DSM-III, e ancor più nel DSM III-R, ha implicazioni cliniche importanti. Rifacendosi ad un articolo del 1956 di Bettelheim (e suoi articoli successivi), coerentemente con l'attribuzione diagnostica di schizofrenia infantile, si parla oggi di "rehabilitation", affermando che la psicoterapia è lo strumento finalizzato a rendere di nuovo abile il bambino ed aiutare quest'ultimo a svolgere quelle funzioni e attività che gli si sono bloccate. Alla riabilitazione deve coincidere però il pensiero dello "sblocco" ed a questo va accompagnato anche l'intervento psicoanalitico sulla madre del bambino (responsabile del blocco). La visione contenuta nel DSM-III è, invece "abilitativa"; essa è finalizzata ad aiutare il bambino a relazionarsi dal punto di vista sociale, cioè a connettersi, e ad acquisire abilità comunicative funzionali e a sviluppare competenze cognitive da parte del gruppo dei bambini che presentano anche disabilità intellettive. Il processo di apprendimento nei bambini con autismo (anche a basso-medio livello) sappiamo che non è spontaneo, anzi risulta molto rallentato e quindi, richiede tipi di interventi-insegnamento abbastanza complessi, volti a superare le barriere oppure ad aggirarle, trovando delle vie alternative. Altro fattore importante che da tempo ha un ampio consenso è quello che riguarda la precocità dell'intervento, e tutti i modelli dei vari autori mettono l'accento su tale punto; anticipando il più possibile la diagnosi si può attivare una speciale attenzione in presenza di alcuni segnali che possono far sospettare un possibile autismo.