Monografie (a stampa)
Salvaneschi, Nino
Milano : Editore dall'Oglio, 1962
Abstract: Questo libro racconta la storia e le leggende, il destino e il simbolo di un piccolo popolo coraggioso che ha come patria la notte e come luce lo spirito, come gioia il lavoro e come legge l'amore. L'autore ha iniziato a scrivere il testo nel lontano 1924 al secondo congresso della nostra Unione a Bologna dove ha conosciuto Augusto Romagnoli che si presenta come questa frase: ho 36 anni e sono un neonato alla cecità, bisogna insegnarmi a fare i primi passi nel buio. Dopo qualche anno a ...; [Read more...]
Questo libro racconta la storia e le leggende, il destino e il simbolo di un piccolo popolo coraggioso che ha come patria la notte e come luce lo spirito, come gioia il lavoro e come legge l'amore. L'autore ha iniziato a scrivere il testo nel lontano 1924 al secondo congresso della nostra Unione a Bologna dove ha conosciuto Augusto Romagnoli che si presenta come questa frase: ho 36 anni e sono un neonato alla cecità, bisogna insegnarmi a fare i primi passi nel buio. Dopo qualche anno ad Assisi (1926 insieme a Romagnoli e altre persone cieche: Canesi, G.E., il filosofo Monier J.J., e altri compagni francesi e Jarvis Segretario del della World Council of the Welfare of the Blind, si convinse di raccontare e interpretare la loro storia e il loro destino. Ha impiegato molti anni e grazie all'Editore ha scritto i racconti di vita quotidiana delle persone cieche. Vengono elencate molti altri personaggi Helen Keller, Eugenio Malossi, Ernesto Masuelli Thomas Walter, Olga Slorokhodova, Ernesto Sabatini, Sabina Santilli, Pinuccia Manenti. Sono evidenziati la loro storia e le loro esperienze per far conoscere nel mondo come vivere e apprezzare la vita con la minorazione visiva e uditiva. Dai loro racconti emergono storie umane, gli studi, come i ciechi sognano, la loro sessualità e le emozioni, la vita religiosa, il movimento con il bastone e i cani guida. Un testo che si conclude con questa frase: La nostra vita al buio può accendere anche soltanto il qualcuno la speranza di qualcosa, abbiamo la gioia di non essere passati invano sulla Terra.