Abstract: La regolare partecipazione all'attività fisica può avere un impatto positivo sulla salute in generale, purtroppo gli alunni con con disabilità visive tendono ad essere meno attivi fisicamente rispetto ai loro coetanei non disabili (Haegele & Porretta, 2015). Fortunatamente, la ricerca indica che i livelli di attività fisica delle persone con problemi di vista possono essere migliorati e gli autori richiamano i vantaggi offerti Teoria Cognitiva Sociale, considerato tra i modelli più acc ...; [Read more...]
La regolare partecipazione all'attività fisica può avere un impatto positivo sulla salute in generale, purtroppo gli alunni con con disabilità visive tendono ad essere meno attivi fisicamente rispetto ai loro coetanei non disabili (Haegele & Porretta, 2015). Fortunatamente, la ricerca indica che i livelli di attività fisica delle persone con problemi di vista possono essere migliorati e gli autori richiamano i vantaggi offerti Teoria Cognitiva Sociale, considerato tra i modelli più accettabili per favorire il comportamento di promozione della salute. Si tratta di una teoria generale del comportamento umano, che stabilisce che le persone sono agenti attivi nella propria vita. Il modello di causalità, che è centrale per la teoria cognitiva sociale, si basa sull'interazione di tre fattori che si influenzano reciprocamente in modo bidirezionale: il proprio comportamento, i fattori personali e i fattori ambientali. Gli autori presentano l'esito di una ricerca condotta in tal senso su quattro alunni con deficit visivo.
Abstract: Recentemente, i ricercatori si stanno interessando alla pratica dell’attività fisica da parte di persone con disabilità, ma poco ci si è interessati di quelli con disabilità visive. Scopo di questo studio è stato quello di esaminare cosa pensano gli adulti con problemi visivi delle proprie esperienze di educazione fisica nelle scuole residenziali per gli studenti non vedenti. Hanno partecipato a questa ricerca cinque adulti che avevano seguito programmi di educazione fisica in queste s ...; [Read more...]
Recentemente, i ricercatori si stanno interessando alla pratica dell’attività fisica da parte di persone con disabilità, ma poco ci si è interessati di quelli con disabilità visive. Scopo di questo studio è stato quello di esaminare cosa pensano gli adulti con problemi visivi delle proprie esperienze di educazione fisica nelle scuole residenziali per gli studenti non vedenti. Hanno partecipato a questa ricerca cinque adulti che avevano seguito programmi di educazione fisica in queste scuole negli Stati Uniti. I dati, raccolti attraverso interviste telefoniche semistrutturate, sono stati analizzati utilizzando un processo analitico e i temi ricorrenti sono stati riassunti e presentati come risultati. Due temi interconnessi in senso lato sono emersi: essere l'unico ragazzo cieco - essere uno tra tanti; bulli - vittime di bullismo. I due aspetti evidenziano come le differenze tra scuole pubbliche e speciali hanno contribuito a far emergere aspetti diversi, i partecipanti hanno descritto le loro esperienze scolastiche residenziali più inclusive con la sensazione di essere normali. Ascoltare le persone con disabilità permette ai ricercatori e ai docenti di comprendere meglio quanto i loro allievi con problemi visivi sperimentano in classe e può contribuire a individuare strategie per migliorare l'istruzione. Due importanti implicazioni per insegnanti di educazione fisica derivanti da questo studio riguardano il garantire risposte per soddisfare le esigenze degli studenti offrendo opportunità di scelte all'interno del loro curriculum di educazione fisica. Inoltre, oltre alle esperienze di bullismo presenti in ambienti inclusivi, gli operatori devono essere consapevoli di questi casi si presentano anche nelle scuole speciali.
Abstract: I bambini con sordocecità hanno bisogni educativi specifici, anche quando si tratta di sviluppare competenze per il tempo libero. Queste includono un programma di educazione fisica completo. Lo scopo di questo studio era esplorare le esperienze degli adulti con sordocecità sul loro coinvolgimento nell'educazione fisica e nei vantaggi ottenuti nel tempo libero. Un gruppo di esperti ha convalidato un questionario relativo alla partecipazione all'educazione fisica, all'educazione individu ...; [Read more...]
I bambini con sordocecità hanno bisogni educativi specifici, anche quando si tratta di sviluppare competenze per il tempo libero. Queste includono un programma di educazione fisica completo. Lo scopo di questo studio era esplorare le esperienze degli adulti con sordocecità sul loro coinvolgimento nell'educazione fisica e nei vantaggi ottenuti nel tempo libero. Un gruppo di esperti ha convalidato un questionario relativo alla partecipazione all'educazione fisica, all'educazione individuale (PEI) e ai programmi di generalizzazione. Gli adulti sono stati intervistati presso il Seabeck Deafblind Retreat e l'International Deafblind Expo a Orlando, in Florida. I dati sono stati analizzati in base a dati demografici, alla frequenza e alla qualità delle risposte. Lo studio ha avuto tre risultati principali: (1) La maggior parte dei partecipanti sono stati coinvolti nella stesura dei loro PEI, tuttavia l'insegnante di educazione fisica non è stato incluso in questi incontri e la necessità di educazione fisica e di postazioni per l'educazione fisica non sono emerse. (2) La maggior parte di loro ha partecipato a riunioni, ma non si è mai discusso di attività ricreative o attività fisiche, o di come superare gli ostacoli alle loro attività preferite. (3) La maggior parte dei partecipanti ha rivelato di non essere attualmente coinvolta per le attività da scegliere per il tempo libero. In base ai risultati, i partecipanti erano insoddisfatti della mancanza di coinvolgimento degli insegnanti di educazione fisica, perché ha comportato minore passione per l'attività fisica e il tempo libero. Garantire quella preparazione professionale enfatizzando i programmi di educazione fisica e l'importanza di curricoli specifici per l'educazione fisica con il coinvolgimento dell'intero team multidisciplinare può preparare lo studente per una vita da adulto di successo.
Abstract: Lo scopo di questo studio era esaminare le percezioni dei livelli di competenza motoria dei bambini di età compresa tra 3 e 13 anni con e senza disabilità visive in età evolutiva. Coerentemente con la ricerca precedente, i risultati hanno indicato che i bambini con disabilità visive hanno riportato basse percezioni della competenza motoria. Inoltre, i bambini con disabilità visive avevano percezioni significativamente più basse della competenza motoria rispetto ai loro pari. I nostri r ...; [Read more...]
Lo scopo di questo studio era esaminare le percezioni dei livelli di competenza motoria dei bambini di età compresa tra 3 e 13 anni con e senza disabilità visive in età evolutiva. Coerentemente con la ricerca precedente, i risultati hanno indicato che i bambini con disabilità visive hanno riportato basse percezioni della competenza motoria. Inoltre, i bambini con disabilità visive avevano percezioni significativamente più basse della competenza motoria rispetto ai loro pari. I nostri risultati sono coerenti con precedenti studi comparativi che hanno riscontrato maggiori deficit nelle abilità motorie e nell'attività fisica per bambini con disabilità visive confronto ai coetanei vedenti. Questo è stato il primo studio a esaminare la traiettoria di sviluppo in relazione alle percezioni della competenza motoria dei bambini con e senza disabilità visive. I giovani del nostro campione hanno mostrato alti livelli di percezione della competenza motoria. Questo risultato non è sorprendente, dato che i bambini vedenti tendono a mostrare alti livelli di percezione della competenza motoria durante i primi anni. Le alte stime possono essere dovute all'incapacità di distinguere tra sforzo (ho provato il compito?) e competenza effettiva (l'ho fatto bene?). Al contrario, i bambini con deficit visivi hanno mostrato livelli significativamente inferiori di percezione della competenza motoria rispetto ai loro pari. Questa scoperta è allarmante data l'importanza delle percezioni della competenza motoria rispetto all'attività fisica.
Abstract: I giovani ciechi o ipovedenti o che presentano il disturbo dello spettro autistico tendono ad essere fisicamente inattivi e hanno problemi di salute. Tuttavia, si sa poco di individui con doppia disabilità, come quelli con autismo e disabilità visive. Lo scopo di questo studio era di eseguire una prima indagine dell'attività fisica e della forma fisica per questi studenti rispetto agli studenti con sola disabilità visiva. Dodici partecipanti (sei con deficit visivi, sei con autismo e d ...; [Read more...]
I giovani ciechi o ipovedenti o che presentano il disturbo dello spettro autistico tendono ad essere fisicamente inattivi e hanno problemi di salute. Tuttavia, si sa poco di individui con doppia disabilità, come quelli con autismo e disabilità visive. Lo scopo di questo studio era di eseguire una prima indagine dell'attività fisica e della forma fisica per questi studenti rispetto agli studenti con sola disabilità visiva. Dodici partecipanti (sei con deficit visivi, sei con autismo e disabilità visive) di età compresa tra 8 e 16 anni sono stati inseriti nello studio. I partecipanti hanno indossato gli accelerometri triassiali alla cintura per quattro giorni consecutivi, durante le ore di veglia, per misurare l'attività fisica dei giorni feriali. A seguito di questo, hanno eseguito quattro test di fitness relativi alla salute, tra cui una passeggiata di mezzo miglio o corsa per misurare la resistenza aerobica, un test di push-up per misurare la resistenza muscolare della parte superiore del corpo, un test di torsione modificato per misurare la resistenza muscolare addominale e un test di sit-and-reach per determinare la flessibilità. I dati sono stati analizzati utilizzando statistiche descrittive e t-test di campioni indipendenti per identificare le differenze tra i gruppi. In media, i partecipanti hanno accumulato 650,17 + 141,44 minuti di tempo sedentario, 129,80 + 66,78 minuti di attività fisica leggera e 19,78 + 3,35 minuti di attività fisica da moderata a vigorosa nei giorni feriali. Nessun partecipante ha rispettato le raccomandazioni di 60 minuti di attività fisica moderata-vigorosa giornaliera. I partecipanti con autismo e disabilità visive erano significativamente meno attivi fisicamente con meno probabilità di superare i test di fitness rispetto ai loro coetanei con sole disabilità visive. Questo studio rappesenta una prima indagine empirica delle variabili relative alla salute per i giovani con autismo e disabilità visive. È chiaro che sono necessari lo sviluppo e l'attuazione di interventi per migliorare l'attività fisica e l'idoneità alla salute per quei giovani.
Abstract: Le persone con disabilità visive tendono a dedicare poco tempo all'attività fisica e passare più tempo in situazioni sedentarie rispetto ai loro coetanei con sviluppo tipico. Questo studio ha esaminato i predittori basati sulla teoria cognitiva sociale dell'attività fisica e il comportamento sedentario in adulti con disabilità visive. 92 partecipanti, scelti tra due organizzazioni per la disabilità visiva negli Stati Uniti (Donne = 50; Uomini = 42; età 18-77), hanno completato tre ques ...; [Read more...]
Le persone con disabilità visive tendono a dedicare poco tempo all'attività fisica e passare più tempo in situazioni sedentarie rispetto ai loro coetanei con sviluppo tipico. Questo studio ha esaminato i predittori basati sulla teoria cognitiva sociale dell'attività fisica e il comportamento sedentario in adulti con disabilità visive. 92 partecipanti, scelti tra due organizzazioni per la disabilità visiva negli Stati Uniti (Donne = 50; Uomini = 42; età 18-77), hanno completato tre questionari. L’ANOVA a due vie ha esaminato le differenze tra sesso e vista; l’analisi della regressione multipla gerarchica ha valutato i fattori che predicono i minuti equivalenti metabolici totali e tempo di sedentarietà. È emerso che il supporto sociale prevedeva in modo significativo i minuti equivalenti metabolici totali mentre l'autoregolazione prediceva il tempo di sedentarietà. L'età non era predittiva né fungeva da variabile dipendente; il deficit visivo prevedeva i minuti equivalenti metabolici totali ma non il tempo di sedentarietà; il sesso era un fattore significativo per la sedentarietà non per i minuti equivalenti metabolici totali. La disabilità visiva prevedeva i minuti equivalenti metabolici, ma non il tempo di sedentarietà. Questo studio fornisce la prima evidenza empirica che spiega i costrutti della teoria cognitiva sociale come predittori dell'attività fisica e del comportamento sedentario tra gli adulti con disabilità visive. Questi risultati forniscono una base per ricercatori e professionisti da utilizzare per concettualizzare, implementare e valutare futuri interventi di attività fisica per questa popolazione.
Abstract: Esaminare le esperienze degli studenti con disabilità visive sull'educazione fisica può portare a una migliore comprensione di come percepiscono lezioni, attività e interazioni con insegnanti e colleghi. Sebbene la ricerca in questo settore stia crescendo, la letteratura esistente è limitata dalla posizione geografica. Più specificamente, la maggior parte delle ricerche in questo settore è stata condotta esaminando le esperienze di individui che vivono nei 48 stati inferiori degli Stat ...; [Read more...]
Esaminare le esperienze degli studenti con disabilità visive sull'educazione fisica può portare a una migliore comprensione di come percepiscono lezioni, attività e interazioni con insegnanti e colleghi. Sebbene la ricerca in questo settore stia crescendo, la letteratura esistente è limitata dalla posizione geografica. Più specificamente, la maggior parte delle ricerche in questo settore è stata condotta esaminando le esperienze di individui che vivono nei 48 stati inferiori degli Stati Uniti. Pertanto, lo scopo di questo studio era di esplorare le esperienze di educazione fisica dei giovani dell'Alaska con disabilità visive. Un campione di quattro giovani dell'Alaska con disabilità visive è stato reclutato per partecipare a questo studio. I dati sono stati raccolti tramite interviste dirette semistrutturate e ossservazioni sul campo. I dati sono stati analizzati tematicamente utilizzando un processo line-by-line a quattro fasi e i temi emergenti sono stati mostrati come risultati e discussi contemporaneamente. Sono stati costruiti due temi correlati dalle narrazioni dei partecipanti. Un tema, "esigenze di alloggio soddisfatte e non soddisfatte", descriveva le esperienze dei partecipanti con le sistemazioni necessarie nell'educazione fisica e le sensazioni che attribuivano ai casi in cui le esigenze venivano soddisfatte o non soddisfatte. Il secondo tema, "relazioni tra pari", descriveva le relazioni tra pari nell'educazione fisica tra i partecipanti e quelli senza disabilità visive e rivelava diversi tipi di interazioni stimolanti che caratterizzavano tali relazioni. È interessante notare che, sebbene i partecipanti a questo studio abbiano descritto la partecipazione ad attività di educazione fisica come uniche per coloro confronto all'esperienza nei 48 stati del sudi, le loro esperienze con colleghi e insegnanti erano coerenti con quelle illustrate nella ricerca condotta in tutto il paese. I temi emersi da questo studio dovrebbero essere considerati dal personale di educazione fisica che fornisce servizi in questa e in altre aree geografiche simili quando pianificano e forniscono programmi di educazione fisica agli studenti con disabilità visive.
Abstract: La ricerca suggerisce che gli adulti con disabilità visive tendono a partecipare a quantità inadeguate di attività fisica e sono ad alto rischio per lo sviluppo di cattive condizioni di salute. L'ambiente più probabile per i giovani con disabilità visive per conoscere l'attività fisica sono le lezioni di educazione fisica a scuola. Tuttavia, esistono poche ricerche che esaminano l'influenza di questa sull'attività fisica permanente per le persone con disabilità visive. Pertanto, lo sco ...; [Read more...]
La ricerca suggerisce che gli adulti con disabilità visive tendono a partecipare a quantità inadeguate di attività fisica e sono ad alto rischio per lo sviluppo di cattive condizioni di salute. L'ambiente più probabile per i giovani con disabilità visive per conoscere l'attività fisica sono le lezioni di educazione fisica a scuola. Tuttavia, esistono poche ricerche che esaminano l'influenza di questa sull'attività fisica permanente per le persone con disabilità visive. Pertanto, lo scopo di questo studio era di esplorare le prospettive degli adulti con disabilità visive sulla attività fisica e sulla loro attuale partecipazione. Hanno partecipato a questo studio 16 adulti (7 maschi e 9 femmine) con disabilità visive che hanno frequentato scuole pubbliche integrate e scuole private. I dati sono stati raccolti attraverso interviste telefoniche semi-strutturate. È stata utilizzata una guida di intervista semi-strutturata per garantire che le stesse linee di indagine fossero perseguite tra i partecipanti. Il controllo dei membri, il debriefing tra pari e la validità comunicativa sono stati utilizzati per supportare l'affidabilità. Un'analisi induttiva è stata utilizzata per interpretare i dati. Sono stati rivelati due temi chiave. Il primo tema, esperienze inefficaci di educazione fisica, descriveva le convinzioni dei partecipanti secondo cui le esperienze avevano un impatto limitato sulla loro attuale attività fisica. Il secondo tema, i bisogni retrospettivi, ha rivelato le modifiche che i partecipanti credevano avrebbero potuto migliorare le loro esperienze in educazione fisica. Uno degli obiettivi primari della educazione fisica è fornire gli strumenti necessari per l'attività fisica permanente. Al completamento dello studio, la maggior parte dei partecipanti ha indicato di considerarsi fisicamente attivo in età adulta. Tuttavia, ciò è stato attribuito a esperienze significative al di fuori dell'educazione fisica ricevuta a scuola.
Abstract: Lo scopo di questa indagine preliminare era determinare se un programma che utilizzava biciclette senza pedale poteva migliorare i punteggi di stabilità tra i bambini con autismo. Sono stati reclutati un campione di otto bambini (età media, 7 ± 1,15). Gli investigatori hanno valutato ciascun partecipante su una piastra posturografica per cinque settimane consecutive. Il gruppo ha usato biciclette senza pedali, tre volte alla settimana per cinque settimane consecutive. Statisticamente s ...; [Read more...]
Lo scopo di questa indagine preliminare era determinare se un programma che utilizzava biciclette senza pedale poteva migliorare i punteggi di stabilità tra i bambini con autismo. Sono stati reclutati un campione di otto bambini (età media, 7 ± 1,15). Gli investigatori hanno valutato ciascun partecipante su una piastra posturografica per cinque settimane consecutive. Il gruppo ha usato biciclette senza pedali, tre volte alla settimana per cinque settimane consecutive. Statisticamente si è determinato se i punteggi del centro di pressione o del limite di stabilità erano migliorati all'interno del gruppo. I valori rilevati hanno indicato miglioramenti statisticamente significativi nel tempo; il miglioramento maggiore è stato riscontrato nelle valutazioni sagittali di sinistra, che sono passate da una media di 1,75 iniziale a una media di 3,03 alla quinta settimana. Una significativa associazione tra biciclette senza pedale e punteggi medi tra i bambini con autismo è stata rilevata. Questa indagine ha stabilito che l'uso di biciclette senza pedale può migliorare i punteggi di stabilità tra i bambini con autismo nell'arco di 5 settimane, se eseguito almeno tre volte alla settimana.
Abstract: Lo scopo di questo studio era di esplorare il significato che gli studenti con disturbo dello spettro autistico attribuivano alle loro esperienze in classi di educazione fisica autosufficienti. Quattro partecipanti con una diagnosi primaria di autismo che hanno frequentato un corso indipendente di educazione fisica in una scuola pubblica speciale sono stati appositamente selezionati per questo studio. I dati sono stati raccolti attraverso interviste semi-strutturate, note sul campo di ...; [Read more...]
Lo scopo di questo studio era di esplorare il significato che gli studenti con disturbo dello spettro autistico attribuivano alle loro esperienze in classi di educazione fisica autosufficienti. Quattro partecipanti con una diagnosi primaria di autismo che hanno frequentato un corso indipendente di educazione fisica in una scuola pubblica speciale sono stati appositamente selezionati per questo studio. I dati sono stati raccolti attraverso interviste semi-strutturate, note sul campo di osservazione e note riflessive. La triangolazione metodologica, la riflessività dei ricercatori e il debriefing tra pari sono stati utilizzati per favorire l'affidabilità. Dopo la trascrizione dell'intervista, lo sviluppo tematico è stato condotto utilizzando un processo analitico in tre fasi. Nel complesso, le esperienze dei partecipanti in educazione fisica sono state positive e significative e dai dati sono emersi quattro temi correlati: "si basano sui miei sentimenti", gli atteggiamenti degli insegnanti in educazione fisica; "I miei amici lo rendono più significativo" - importanza delle interazioni tra pari positive; "Saremmo ovunque", il valore degli ambienti strutturati; e "oh, ma il rumore" - considerazioni sensoriali. Il primo tema ha messo in evidenza le descrizioni dei partecipanti su come i loro educatori hanno svolto un ruolo critico nel dare forma alle loro esperienze. Il secondo tema ha rivelato il significato che i partecipanti hanno attribuito alla partecipazione con i loro coetanei. Il terzo tema descriveva le sistemazioni all'interno dell'attività che i partecipanti attribuivano a un'esperienza più piacevole e di successo. Infine, il quarto tema ha descritto l'importanza delle considerazioni relative all'input sensoriale per i partecipanti. I temi evidenziano diversi fattori che contribuiscono a influenzare le esperienze positive di educazione fisica dei partecipanti che dovrebbero essere prese in considerazione dagli insegnanti per migliorare la qualità dell'istruzione per gli studenti con autismo.