Abstract: E' noto che la scuola deve gestire una missione educativa che non può venir meno; essa è il luogo dove, tra i banchi, gli studenti formano la propria personalità, il loro modo di essere, e insieme ai loro compagni e ai loro docenti, essi imparano ad acquisire responsabilità, rispetto e significato. Secondo l'autrice, non basta il fatto che gli insegnanti conoscono pienamente la loro disciplina per conseguire la loro missione educativa; il "far scuola", compreso il sostegno, è una attiv ...; [Read more...]
E' noto che la scuola deve gestire una missione educativa che non può venir meno; essa è il luogo dove, tra i banchi, gli studenti formano la propria personalità, il loro modo di essere, e insieme ai loro compagni e ai loro docenti, essi imparano ad acquisire responsabilità, rispetto e significato. Secondo l'autrice, non basta il fatto che gli insegnanti conoscono pienamente la loro disciplina per conseguire la loro missione educativa; il "far scuola", compreso il sostegno, è una attività ad elevato livello professionale, la quale chiede non solo competenze ma anche atteggiamenti di fondo che vanno oltre i contenuti disciplinari. Occorre, per l'autrice, una forma mentale inclusiva per il docente che elevi la qualità, piuttosto che la quantità, del proprio lavoro cercando di migliorare la ricerca e la gestione dei conflitti. Inoltre, occorre considerare l'insegnamento come un lavoro in continua evoluzione, e quindi studiare continuamente per rendere sistematica la pratica dell'insegnamento, cioè collegare la teoria con la pratica quotidiana esercitata a scuola. Lavorare in un complesso contesto, dal punto di vista dell'inclusione, permette di adottare poi metodi di insegnamento e di apprendimento che non lasciano indietro nessuno degli allievi, compresi anche quelli più dotati.
Abstract: Alle varie domande che sorgono sul tema di come si organizza una classe inclusiva e come si può fare che ognuno degli allievi impari (con le proprie risorse e propri tempi) l'autrice (insegnante di sostegno e pedagogista) cerca di rispondere facendo riferimento alla figura di un bambino frequentante la sua classe affetto da disabilità grave (non verbale e motoria) che è colui che stimola maggiormente in classe la creatività. Tenendo presente, come premessa a tutto ciò che riguarda l'in ...; [Read more...]
Alle varie domande che sorgono sul tema di come si organizza una classe inclusiva e come si può fare che ognuno degli allievi impari (con le proprie risorse e propri tempi) l'autrice (insegnante di sostegno e pedagogista) cerca di rispondere facendo riferimento alla figura di un bambino frequentante la sua classe affetto da disabilità grave (non verbale e motoria) che è colui che stimola maggiormente in classe la creatività. Tenendo presente, come premessa a tutto ciò che riguarda l'insegnamento, che alla base ci sono sempre un team docente (insegnanti curricolari e di sostegno), con un forma mentis inclusiva sappiamo che questi ultimi lavorano sui punti di forza e credono nelle possibilità di riuscita dei loro allievi, quindi esercitando un atteggiamento fiducioso. Il primo passo da fare per una classe organizzata è quello di creare una comunità che si fa carico del buon funzionamento: gestire gli spazi, mantenere l'ordine, prevedere i tempi di lavoro e quelli liberi, essere responsabili e diventare interdipendenti in modo positivo.