Abstract: Il ruolo della componente affettiva nel processo di apprendimento, secondo l'autrice, è di importanza fondamentale poiché facilita l'acquisizione delle conoscenze e la motivazione da parte dell'allievo; ma può anche ostacolare il processo educativo e produrre demotivazione e chiusura. In realtà alla base del processo educativo ci sono le relazioni che si costruiscono ogni giorno fra l'insegnante e gli allievi, ed ancora fra il bambino e i suoi compagni, quindi, l'apprendimento è un pro ...; [Read more...]
Il ruolo della componente affettiva nel processo di apprendimento, secondo l'autrice, è di importanza fondamentale poiché facilita l'acquisizione delle conoscenze e la motivazione da parte dell'allievo; ma può anche ostacolare il processo educativo e produrre demotivazione e chiusura. In realtà alla base del processo educativo ci sono le relazioni che si costruiscono ogni giorno fra l'insegnante e gli allievi, ed ancora fra il bambino e i suoi compagni, quindi, l'apprendimento è un processo condiviso e costruito che riguarda sia la mente (ragione) e sia il cuore (emozione). Se il ruolo delle emozioni è centrale nel percorso di apprendimento di ogni bambino, tanto più è cruciale nelle situazioni di discontinuità e di maggiore vulnerabilità, quali quelle vissute da bambini e ragazzi che hanno una storia familiare e/o diretta di migrazione; nelle storie di questi ultimi (raccontate dai loro insegnanti) sono evidenti, soprattutto nella prima fase dell'inserimento scolastico, sentimenti come: disorientamento, senso di solitudine, paura, isolamento, rabbia. C'è da dire, però, che le parole che essi apprendono non hanno quasi mai a che fare con i loro vissuti ed emozioni (questi ultimi, si manifestano attraverso i loro sguardi e la posizione assunta dal loro corpo), poiché sono parole che si riferiscono e denominano determinati oggetti, azioni e situazioni visibili; l'incapacità di esprimere i loro vissuti e le proprie emozioni conduce questi bambini e ragazzi migranti a parlare con il proprio corpo. Da tutto ciò deriva una doppia strategia di risposta da parte loro alla nuova situazione emotiva che si verifica: 1) difesa intradiretta, rivolta a se stessi, quindi ripiegamento verso l'interno ed accentuamento della fase di silenzio; 2) difesa eterodiretta, strategia, cioè, condotta verso l'esterno, quindi atteggiamenti aggressivi e provocatori.