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Abstract: Vi è evidenza di una progressiva perdita di anticorpi mediata dall'anticorpo dei recettori dell'acetilcolina sulle cellule ciliate esterne nell'orecchio interno che è alla base della disfunzione uditiva nei pazienti affetti da miastenia grave. In questo articolo, presentiamo il caso di un paziente di 35 anni affetto da miastenia grave adulta e timoma che presentava progressiva perdita dell'udito e acufene bilaterale acuto degenerativa. Il paziente è stato sottoposto ad audiometria tona ...; [Read more...] Vi è evidenza di una progressiva perdita di anticorpi mediata dall'anticorpo dei recettori dell'acetilcolina sulle cellule ciliate esterne nell'orecchio interno che è alla base della disfunzione uditiva nei pazienti affetti da miastenia grave. In questo articolo, presentiamo il caso di un paziente di 35 anni affetto da miastenia grave adulta e timoma che presentava progressiva perdita dell'udito e acufene bilaterale acuto degenerativa. Il paziente è stato sottoposto ad audiometria tonale pura, test di immunità acustica, test di decadimento, emissioni otoacustiche del prodotto transiente-evocate con e senza stimolazione acustica controlaterale, manovre di screening del tinnito somatosensoriale e questionari di autovalutazione per acufeni, perdita dell'udito e iperacusia, oltre all'intervento anamnestico. Sono stati anche somministrati al paziente questionari per le comorbidità psichiatriche (SCL90R - Symptom Checklist 90 Revisited). Il paziente è stato studiato in condizioni basali e 1 ora dopo la somministrazione dell'inibitore dell'acetilcolinesterasi piridostigmina bromuro, un farmaco che è stato segnalato avere un effetto temporaneo sulla elettromotilità delle cellule ciliate esterne in pazienti affetti da miastenia grave. L'audiometria a tono puro mostrava una perdita uditiva progressiva per le alte frequenze. Coerentemente, le ampiezze delle emissioni otoacustiche dei prodotti evocati transienti e di distorsione sono state significativamente ridotte per frequenze medie e, soprattutto, alte; dopo somministrazione del farmaco, è stato registrato un significativo aumento dell'ampiezza delle emissioni otoacustiche. I nostri risultati hanno documentato una disfunzione cronica delle cellule ciliate esterne coerente con la perdita del recettore dell'acetilcolina; queste alterazioni potrebbero rappresentare una causa della perdita dell'udito e dell'acufene.

Abstract: Gli Autori, dopo aver esposto brevemente alcuni concetti fondamentali della cheratoplastica, ed aver analizzato l'evoluzione giuridica europea che regolarizza tale atto chirurgico, esaminano nel dettaglio la normativa italiana in materia, ovvero la legge 301 del 12 agosto 1993, formulando contemporaneamente per ogni singola voce dell'articolo di legge una valutazione critica.

Abstract: Gli Autori hanno analizzato la normativa inerente al riconoscimento dell'Indennità di accompagnamento di cui alla legge 18/80, con particolare attenzione ai gravi ipovedenti. Tale legge presuppone, come condizione "sine qua non" per l'ottenimento dell'indennità, il riconoscimento della totale inabilità che al contempo impedirebbe, ai suddetti invalidi, il mantenimento o l'acquisizione di un posto di lavoro. Gli Autori formulano quindi alcune considerazioni medico legali su tale incongr ...; [Read more...] Gli Autori hanno analizzato la normativa inerente al riconoscimento dell'Indennità di accompagnamento di cui alla legge 18/80, con particolare attenzione ai gravi ipovedenti. Tale legge presuppone, come condizione "sine qua non" per l'ottenimento dell'indennità, il riconoscimento della totale inabilità che al contempo impedirebbe, ai suddetti invalidi, il mantenimento o l'acquisizione di un posto di lavoro. Gli Autori formulano quindi alcune considerazioni medico legali su tale incongruità normativa che limita lo sviluppo delle capacità lavorative potenziali degli ipovedenti limitando altresì il loro inserimento nel mondo del lavoro, ed auspicando un adeguamento della stessa per favorire una reale integrazione sociale del grande invalido.

Abstract: La perdita dell'udito legata all'età, che colpisce circa il 35% di quelli di età superiore ai 70 anni, è il secondo disturbo più comune tra gli anziani. La gravità dell'ipoacusia legata all'età può effettivamente essere peggiore se le valutazioni vengono effettuate in condizioni più realistiche, come la comunicazione nel rumore. Dati emergenti da uomini e modelli animali suggeriscono che il danno alle cellule ciliate interne e /o ai neuroni di tipo I che trasmettono informazioni sonore ...; [Read more...] La perdita dell'udito legata all'età, che colpisce circa il 35% di quelli di età superiore ai 70 anni, è il secondo disturbo più comune tra gli anziani. La gravità dell'ipoacusia legata all'età può effettivamente essere peggiore se le valutazioni vengono effettuate in condizioni più realistiche, come la comunicazione nel rumore. Dati emergenti da uomini e modelli animali suggeriscono che il danno alle cellule ciliate interne e /o ai neuroni di tipo I che trasmettono informazioni sonore al cervello può contribuire a deficit uditivi in ​​uno sfondo rumoroso. I dati ottenuti dai cincillà trattati con carboplatino suggeriscono che le soglie tono-in-rumore sono un metodo sensibile e dipendente dalla frequenza di rilevamento dei danni. Pertanto, le soglie di rilevamento del tono misurate nel rumore a banda larga possono fornire un metodo efficiente per rilevare i deficit in specifiche regioni di frequenza. I dati preliminari ottenuti in soggetti anziani con soglie normali in condizioni di silenzio rispetto ai soggetti giovani illustrano l'importanza di ripetere queste misurazioni nel rumore a banda larga poiché le soglie nel rumore erano peggiori per i soggetti anziani rispetto ai soggetti giovani, anche se entrambi i gruppi avevano soglie uditive simili. L'integrazione di N-acetil cisteina che protegge dalla perdita interna delle cellule ciliate in modelli animali può rappresentare una valida terapia per proteggere i neuroni interni della cellula cigliate / tipo I.

Abstract: Questo studio di controllo pilota ha lo scopo di stimare lo "sforzo musicale" e la "piacevolezza musicale" negli adulti con udito normale (NH) e utilizzatori di impianti cocleari unilaterali (UCI) tramite gli indici di neurofisiologia
e un approccio cognitivo-comportamentale. 7 soggetti NH e 7 UCI sono stati sottoposti a registrazione elettroencefalografica (EEG) con due indici EEG, Approach Withdrawal (AW) e Workload (WI); sono stati condotti test comportamentali durante un compito d ...; [Read more...] Questo studio di controllo pilota ha lo scopo di stimare lo "sforzo musicale" e la "piacevolezza musicale" negli adulti con udito normale (NH) e utilizzatori di impianti cocleari unilaterali (UCI) tramite gli indici di neurofisiologia
e un approccio cognitivo-comportamentale. 7 soggetti NH e 7 UCI sono stati sottoposti a registrazione elettroencefalografica (EEG) con due indici EEG, Approach Withdrawal (AW) e Workload (WI); sono stati condotti test comportamentali durante un compito di riconoscimento delle emozioni musicali eseguito in silenzio e con rumore in due condizioni emotive. Lo sforzo musicale in termini di WI non variava tra condizioni e gruppi. Inversamente, per AW, sono state osservate differenze statisticamente significative nelle condizioni di rumore tra i gruppi, indicando una difficoltà per i pazienti nel discriminare la piacevolezza musicale nel rumore. Tuttavia, i dati riportati suggeriscono la capacità dell'UCI di valutare cognitivamente lo stimolo in termini sia di difficoltà uditiva che di piacevolezza. I risultati suggeriscono la possibile rilevanza dell'impianto cocleare nel supportare lo sforzo dei pazienti nell'ascoltare musica in condizioni di rumore, consentendo un piacevole godimento in condizioni di quiete. Nel complesso, questo studio appare degno di interesse e apre la strada a ulteriori indagini fornendo dati sulla percezione neurofisiologica della musica.

Abstract: Dopo una breve escursione sulle precedenti ed attuali tabelle ministeriali utilizzabili ai fini della valutazione della riduzione delle capacità lavorativa generica per le affezioni morbose oculari, e aver fornito alcune indicazioni per l'uso di dette tabelle, gli Autori analizzano e criticano lo specifico settore tabellare relativo alla patologia oculare contestando, laddove necessario, le singole voci percentuali e suggerendo altresì, per le malattie oculari ingiustamente escluse, va ...; [Read more...] Dopo una breve escursione sulle precedenti ed attuali tabelle ministeriali utilizzabili ai fini della valutazione della riduzione delle capacità lavorativa generica per le affezioni morbose oculari, e aver fornito alcune indicazioni per l'uso di dette tabelle, gli Autori analizzano e criticano lo specifico settore tabellare relativo alla patologia oculare contestando, laddove necessario, le singole voci percentuali e suggerendo altresì, per le malattie oculari ingiustamente escluse, valutazioni percentuali adeguate.