Abstract: Una parte molto consistente del lavoro degli operatori sociali avviene con le interazioni verbali "faccia a faccia", cioè con altre persone, ossia il colloquio che l'operatore intrattiene con le persone che sono interessate all'intervento (utente, familiari) per specifiche finalità. Il metodo è importante per garantire l'efficacia del colloquio perché alcuni atteggiamenti spontanei e naturali che può avere l'operatore possono essere, però, ostacolanti in quanto nascondono un difetto: l ...; [read all]
Una parte molto consistente del lavoro degli operatori sociali avviene con le interazioni verbali "faccia a faccia", cioè con altre persone, ossia il colloquio che l'operatore intrattiene con le persone che sono interessate all'intervento (utente, familiari) per specifiche finalità. Il metodo è importante per garantire l'efficacia del colloquio perché alcuni atteggiamenti spontanei e naturali che può avere l'operatore possono essere, però, ostacolanti in quanto nascondono un difetto: la loro centralità è rivolta allo stesso operatore anziché all'utente. L'attenzione è rivolta a ciò che pensa l'operatore e quindi a ciò che egli dice, mentre passa in secondo piano tutto ciò che l'altra persona sta esprimendo e di conseguenza diventa difficile capire quello che quest'ultima sta dicendo. Sono 5 gli atteggiamenti ostacolanti: valutazione, interpretazione, sostegno (o minimizzazione), indagine (o investigazione) e soluzione. Il sesto atteggiamento è quello di comprensione che si differenzia da tutti gli altri perché nasce dal tentativo di entrare nel problema così come è vissuto dalla persona richiedente aiuto. In questo modo l'operatore è centrato sull'altro e non su se stesso e non introduce niente di nuovo o di estraneo rispetto a tutto quello espresso dall'utente; quest'ultimo si sente ascoltato e compreso ed è ulteriormente stimolato ad esprimersi maggiormente. Solo in tale modo l'operatore ha la conferma se ha compreso davvero tutto ciò che gli è stato espresso dal suo interlocutore.
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