Abstract/Sommario: La presente indagine esplorativa ha valutato l'applicazione del Precision Teaching in ambito logopedico con lo scopo di verificare come l'esecuzione di prassie bucco-linguo-facciali di base ci possa fornire delle frequenze di esecuzione prassica, e conseguente produzione verbale, della popolazione selezionata (Bertagnolli, Gubiani, Ceron & Keske-Soares, 2015). I partecipanti sono stati 71, divisi per: sesso, fasce di età e sviluppo (tipico e atipico). Le variabili prese in considerazio ...; [Leggi tutto...]
La presente indagine esplorativa ha valutato l'applicazione del Precision Teaching in ambito logopedico con lo scopo di verificare come l'esecuzione di prassie bucco-linguo-facciali di base ci possa fornire delle frequenze di esecuzione prassica, e conseguente produzione verbale, della popolazione selezionata (Bertagnolli, Gubiani, Ceron & Keske-Soares, 2015). I partecipanti sono stati 71, divisi per: sesso, fasce di età e sviluppo (tipico e atipico). Le variabili prese in considerazione sono state: (a) prassie oro-facciali selezionate in base ai criteri di funzionalità e facilità, (b) tempo di esecuzione, (c) quadri diagnostici dei partecipanti a sviluppo atipico, (d) difficoltà articolatorie o altre alterazioni del linguaggio a carico dei partecipanti a sviluppo tipico. I risultati mostrano una differenza tra le frequenze con cui i bambini a sviluppo tipico e atipico svolgono le prassie oro-bucco-facciali e una differenza tra i punteggi degli adulti e di entrambi i gruppi di bambini.
Abstract/Sommario: In linea con la letteratura scientifica e i documenti di consenso in merito ai DSA, questo studio ha l'obiettivo di contribuire, in primo luogo, alla raccolta dati circa l'evoluzione delle abilità tecniche attraverso azioni di screening condotte già dai primi anni della scuola primaria. Il secondo obiettivo del lavoro è quello di rilevare precocemente la difficoltà di apprendimento in ambito matematico. Il progetto prende in esame un campione di 114 bambini di alcune scuole della provi ...; [Leggi tutto...]
In linea con la letteratura scientifica e i documenti di consenso in merito ai DSA, questo studio ha l'obiettivo di contribuire, in primo luogo, alla raccolta dati circa l'evoluzione delle abilità tecniche attraverso azioni di screening condotte già dai primi anni della scuola primaria. Il secondo obiettivo del lavoro è quello di rilevare precocemente la difficoltà di apprendimento in ambito matematico. Il progetto prende in esame un campione di 114 bambini di alcune scuole della provincia di Roma che hanno aderito a uno screening nel corso del primo biennio della scuola primaria. Attraverso il presente progetto è stata analizzata l'evoluzione dalla prima alla seconda primaria delle prestazioni relative all'area della matematica. Si sono registrate difficoltà severe nell'area della conoscenza numerica nella prima classe che, tuttavia, si sono risolte spontaneamente in seconda. Per quanto riguarda l'area del calcolo, dai risultati ottenuti si evidenzia un elevato numero di prestazioni deficitarie solamente nella classe seconda. Pertanto, valutare tali competenze in seconda potrebbe far emergere più verosimilmente coloro che rischiano di sviluppare successivamente un disturbo nell'area del numero e calcolo matematico ed escludere i falsi positivi.
Abstract/Sommario: L'alta percentuale dei disfagici nella popolazione anziana, non solo riferita agli ospiti delle Residenze Socio Assistenziali, ma anche a coloro che vengono seguiti a domicilio, rende necessaria l'attuazione di screening per valutare il rischio di sviluppare la disfagia. A tale scopo è fondamentale utilizzare test standardizzati e validati. In questo studio sono state esaminate sensibilità e specificità del test Indice di Rischio di Disfagia (IRD; Leoci, Gaio, Baretter & Bosco, 2004) a ...; [Leggi tutto...]
L'alta percentuale dei disfagici nella popolazione anziana, non solo riferita agli ospiti delle Residenze Socio Assistenziali, ma anche a coloro che vengono seguiti a domicilio, rende necessaria l'attuazione di screening per valutare il rischio di sviluppare la disfagia. A tale scopo è fondamentale utilizzare test standardizzati e validati. In questo studio sono state esaminate sensibilità e specificità del test Indice di Rischio di Disfagia (IRD; Leoci, Gaio, Baretter & Bosco, 2004) a diversi possibili punteggi soglia per determinare le soglie ottimali, che minimizzano il numero di falsi negativi e positivi, e permettono l'individuazione precoce del disturbo disfagico. Inoltre , è stata testata l'affidabilità del test IRD tramite comparazione dei punteggi attribuiti da due diversi valutatori contemporaneamente (inter-rater reliability) o dallo stesso valutatore a distanza di tre-sette giorni (test-retest). Il presente studio ha dimostrato l'affidabilità del test IRD sia per il punteggio complessivo che per i singoli item, e ha consentito di fornire linee guida standard per la sua corretta somministrazione.
Abstract/Sommario: In Europa lo stress lavoro-correlato è al secondo posto tra le malattie professionali. Appare dunque necessario non solo avere maggiori conoscenza e consapevolezza del problema, ma anche tener conto delle diversità che caratterizzano i lavoratori. Rilevare i livelli di stress in un campione di lavoratori appartenenti alla categoria professionale del logopedista e indicare quali siano i fattori arrecanti maggiore stress e in che modo essi influiscono sulla loro vita sono gli obiettivi d ...; [Leggi tutto...]
In Europa lo stress lavoro-correlato è al secondo posto tra le malattie professionali. Appare dunque necessario non solo avere maggiori conoscenza e consapevolezza del problema, ma anche tener conto delle diversità che caratterizzano i lavoratori. Rilevare i livelli di stress in un campione di lavoratori appartenenti alla categoria professionale del logopedista e indicare quali siano i fattori arrecanti maggiore stress e in che modo essi influiscono sulla loro vita sono gli obiettivi di questo studio. A tale scopo è stato somministrato un questionario già validato e specifico per la suddetta categoria professionale, lo Speech-Language Pathologist Stress Inventory (SLPSI). Il campione risulta essere costituito da 329 soggetti di sesso maschile e femminile, di età compresa tra i 22 e i 64 anni. Dai risultati è emerso che il 45% dei logopedisti ha sperimentato livelli di stress superiori alla norma. Gli agenti stressanti risultano essere: il carico eccessivo di lavoro, la mancanza di tempo per preparare e pianificare adeguatamente il carico di lavoro, la mancanza di pause durante la giornata lavorativa, la sensazione di non ricevere un salario adeguato per il lavoro svolto e di non avere opportunità di promozioni e di avanzamento di carriera. Tra le manifestazioni allo stress più comuni ci sono: irritabilità, dolori di stomaco e sensazione di battito cardiaco più lento o accelerato. Inoltre, vi sono forti correlazioni tra i livelli elevati di stress e l'età dei soggetti e il numero di anni di servizio. Altre variabili correlate sono il trattare pazienti con disabilità grave, il trattare un numero elevato di pazienti al giorno e l'essere lavoratori dipendenti per strutture private o liberi professionisti.
Abstract/Sommario: L'utilizzo delle tecnologie per fornire servizi logopedici a distanza non è un fenomeno recente e in letteratura scientifica numerosi ricercatori hanno esaminato diversi fattori per comprendere quali vadano a favorire la sostenibilità della telepratica e quali rappresentano un ostacolo. Alcuni studiosi hanno suggerito che l'accettazione della telepratica da parte del professionista sanitario sia il fattore chiave per garantirne la diffusione. L'obiettivo del presente studio è indagare ...; [Leggi tutto...]
L'utilizzo delle tecnologie per fornire servizi logopedici a distanza non è un fenomeno recente e in letteratura scientifica numerosi ricercatori hanno esaminato diversi fattori per comprendere quali vadano a favorire la sostenibilità della telepratica e quali rappresentano un ostacolo. Alcuni studiosi hanno suggerito che l'accettazione della telepratica da parte del professionista sanitario sia il fattore chiave per garantirne la diffusione. L'obiettivo del presente studio è indagare la percezione e l'accoglienza della telepratica da parte dei logopedisti operanti nel contesto italiano e approfondire il suo utilizzo con pazienti con balbuzie. Per raggiungere l'obiettivo, è stato creato un questionario divulgato tramite via e-mail ai membri della Federazione Logopedisti Italiani. Si sono rilevate una scarsa diffusione della telepratica prima dell'anno 2020 e una percezione positiva riguardo a tale modalità. Sono emerse opinioni positive in merito alle tecnologie e alle piattaforme utilizzate e una buona soddisfazione dei logopedisti coinvolti, nonostante siano affiorate alcune criticità, come la percezione di una minore qualità dell'azione terapeutica e dello scambio comunicativo o la percezione della riduzione di attenzione e collaborazione del paziente. E' possibile notare, inoltre, un miglioramento dell'attitudine dei logopedisti verso la telepratica dopo averla utilizzata. Approfondendo l'indagine su quando tale modalità venga attuata con pazienti con balbuzie, dalla risposte al questionario affiora come il logopedista abbia una percezione di minore efficacia del contatto oculare, della comunicazione non verbale e dell'espressione delle emozioni nella relazione con il paziente che balbetta.