Abstract/Sommario: Gli sviluppi nella genetica hanno condotto a una maggiore comprensione del ruolo del genotipo sul funzionamento del comportamento. Lo scopo di questo studio è di esaminare il funzionamento intellettivo di individui con Sindrome di Prader-Willi (PWS) con delezione del cromosoma paterno 15p 11-q133 e di quelli con disomia del cromosoma 15 uniparentale di derivazione materna (UDP). Sono state somministrate alcune prove, per la valutazione dell’inteligenza e del successo scolastico, a 38 s ...; [Leggi tutto...]
Gli sviluppi nella genetica hanno condotto a una maggiore comprensione del ruolo del genotipo sul funzionamento del comportamento. Lo scopo di questo studio è di esaminare il funzionamento intellettivo di individui con Sindrome di Prader-Willi (PWS) con delezione del cromosoma paterno 15p 11-q133 e di quelli con disomia del cromosoma 15 uniparentale di derivazione materna (UDP). Sono state somministrate alcune prove, per la valutazione dell’inteligenza e del successo scolastico, a 38 soggetti con PSW (24 con delezione e 14 con UDP). I soggetti con UDP hanno ottenuto, alle prove per la valutazione del quoziente d’intelligenza di tipo verbale, punteggi significativamente più alti rispetto a quelli con delezione (P<0,01). La differenza riscontrata alla prestazione verbale del quoziente d’intelligenza era di 9,1 punti (69,9 i soggetti PWS con UDP e 60,8 per quelli con delezione, rispettivamente). Soltanto il 17% di soggetti con delezione 15q11-q13 ha ottenuto, alla prova verbale del quoziente d’intelligenza, un punteggio ≥70, rispetto al 50% di quelli con UDP. I punteggi ottenuti valutando le prove di performance non hanno fatto riscontrare differenze significative tra i due gruppi.
Abstract/Sommario: L'incidenza delle difficoltà in area motoria (intorno al 6% della popolazione scolastica), l'alto tasso di comorbilità con altre problematiche (disturbi dell'apprendimento, disturbo di attenzione e iperattività, varie sindromi neurologiche) e il ruolo delle competenze motorie negli apprendimenti scolastici (es. la scrittura e il disegno) hanno motivato il presente lavoro. Viene proposta la discussione di un caso di disturbo evolutivo della funzione motoria considerando tre principali d ...; [Leggi tutto...]
L'incidenza delle difficoltà in area motoria (intorno al 6% della popolazione scolastica), l'alto tasso di comorbilità con altre problematiche (disturbi dell'apprendimento, disturbo di attenzione e iperattività, varie sindromi neurologiche) e il ruolo delle competenze motorie negli apprendimenti scolastici (es. la scrittura e il disegno) hanno motivato il presente lavoro. Viene proposta la discussione di un caso di disturbo evolutivo della funzione motoria considerando tre principali domini della funzione motoria: coordinazione motoria, prassie degli arti superiori e abilità visuo-motoria. La metodologia suggerita rappresenta una proposta d'aiuto in fase diagnostica, identificando gli aspetti deficitari del processo motorio contribuendo alla definizione di percorsi rieducativi specifici.
Abstract/Sommario: Nel presente lavoro sono state coinvolte cinque persone con disabilità intellettiva, residenti in una struttura socio-sanitaria pubblica, a cui erano stati prescritti sia un farmaco barbiturico antiepilettico (AED) che un farmaco antipsicotico. E' stato ipotizzato che il farmaco antipsicotico fosse prescritto a dosi eccessive a causa di effetti collaterali di tipo comportamentale del barbiturico AED non riconosciuti ed erroneamente attribuiti alla sottostante condizione psichiatrica o ...; [Leggi tutto...]
Nel presente lavoro sono state coinvolte cinque persone con disabilità intellettiva, residenti in una struttura socio-sanitaria pubblica, a cui erano stati prescritti sia un farmaco barbiturico antiepilettico (AED) che un farmaco antipsicotico. E' stato ipotizzato che il farmaco antipsicotico fosse prescritto a dosi eccessive a causa di effetti collaterali di tipo comportamentale del barbiturico AED non riconosciuti ed erroneamente attribuiti alla sottostante condizione psichiatrica o comportamentale. I dati del presente studio hanno confermato l'ipotesi che la sospensione dei barbiturici AED comporta una diminuzione delle problematiche comportamentali e rende possibile la somministrazione di un più basso dosaggio di farmaco antipsicotico.
Abstract/Sommario: Gli adulti con sindrome di Down sono ritenuti una categoria a rischio per lo sviluppo della demenza di tipo Alzheimer ma, dato il loro deficit intellettivo congenito, è difficile individuare i sintomi più precoci e caratteristici di un declino correlato all'età e di un quadro di demenza. Questo studio longitudinale ha permesso di individuare una sequenza nel declino cognitivo, associato alla presenza di demenza di tipo Alzheimer, che connota uno stadio "pre-clinico" e prosegue nelle fa ...; [Leggi tutto...]
Gli adulti con sindrome di Down sono ritenuti una categoria a rischio per lo sviluppo della demenza di tipo Alzheimer ma, dato il loro deficit intellettivo congenito, è difficile individuare i sintomi più precoci e caratteristici di un declino correlato all'età e di un quadro di demenza. Questo studio longitudinale ha permesso di individuare una sequenza nel declino cognitivo, associato alla presenza di demenza di tipo Alzheimer, che connota uno stadio "pre-clinico" e prosegue nelle fasi iniziali ed intermedie. L'approccio utilizzato permette di definire la sequenza del declino delle capacità cognitive che contribuiscono al deterioramento funzionale, evidenziato nella vita quotidiana come conseguenza della demenza di Alzheimer. Il quadro che emerge sembra riflettere il coinvolgimento delle aree corticali man mano che la malattia progredisce.
Abstract/Sommario: La visione tradizionale del Ritardo Mentale si è focalizzata sulle disabilità intellettive, sottovalutando il ruolo degli aspetti emotivi ed affettivi. La stima dell'incidenza di disturbi psichiatrici nel Ritardo Mentale è da 5 a 7 volte superiore rispetto alla popolazione generale. In questo lavoro ci si propone di verificare se a diversi livelli di Ritardo Mentale corrispondono manifestazioni psicopatologiche diverse e se nella gravità dei sintomi vi è distinzione fra soggetti istitu ...; [Leggi tutto...]
La visione tradizionale del Ritardo Mentale si è focalizzata sulle disabilità intellettive, sottovalutando il ruolo degli aspetti emotivi ed affettivi. La stima dell'incidenza di disturbi psichiatrici nel Ritardo Mentale è da 5 a 7 volte superiore rispetto alla popolazione generale. In questo lavoro ci si propone di verificare se a diversi livelli di Ritardo Mentale corrispondono manifestazioni psicopatologiche diverse e se nella gravità dei sintomi vi è distinzione fra soggetti istituzionalizzati e non. I soggetti considerati sono 70 uomini adulti con Ritardo Mentale da lieve a grave, tra i quali 50 residenti in un Centro di Riabilitazione Psichiatrica e 20 afferenti ad un Centro Socio-Educativo.