Abstract/Sommario: Il titolo di questo articolo è una citazione di Platone: “Non bisogna tenere in massimo conto il vivere come tale, bensì il vivere bene”; tale massima riassume il significato più alto di felicità per l’uomo, intesa come valore che abbraccia l’esperienza di ciascuno e fonda lo sviluppo delle società di ogni tempo. I latini insegnano che la parola benessere ha radici nel “bene” e nel “buono” “dell’essere”, o meglio, “dell’esistenza dell’essere”. Un’immagine che richiama all’equilibrio e ...; [Leggi tutto...]
Il titolo di questo articolo è una citazione di Platone: “Non bisogna tenere in massimo conto il vivere come tale, bensì il vivere bene”; tale massima riassume il significato più alto di felicità per l’uomo, intesa come valore che abbraccia l’esperienza di ciascuno e fonda lo sviluppo delle società di ogni tempo. I latini insegnano che la parola benessere ha radici nel “bene” e nel “buono” “dell’essere”, o meglio, “dell’esistenza dell’essere”. Un’immagine che richiama all’equilibrio e all’armonia tra le molte dimensioni di cui siamo composti ed una bussola per la costruzione delle relazioni sociali. L’autore parla di benessere fisico, psicologico, spirituale, sociale, economico e ambientale come le molte sfaccettature di un percorso che l’individuo e la società da sempre percorrono per tendere alla piena realizzazione. La tensione e la sfida a quel vivere bene di cui insegnava Platone e che ogni giorno siamo chiamati a realizzare è quella ricerca del “bene” e del “buono” per ciascuno, ma anche e soprattutto quell’opportunità concreta per abbracciare lo sguardo su una nuova immagine di società, nella quale le specificità di ciascuno diventino valore per tutti.
Abstract/Sommario: Benessere è una parola potenzialmente sdrucciolevole, in particolare nel nostro tempo fortemente segnato dall’individualismo. L’autore considera quanto la Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità definisce nelle sue premesse riguardo le barriere di carattere ambientale e comportamentale e si concentra su accessibilità architettonica, sensoriale, braille, norme per l’accessibilità web, screen reader, lingua dei segni, sottotitoli, accessibilità comunicativa. Quest’ultima ...; [Leggi tutto...]
Benessere è una parola potenzialmente sdrucciolevole, in particolare nel nostro tempo fortemente segnato dall’individualismo. L’autore considera quanto la Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità definisce nelle sue premesse riguardo le barriere di carattere ambientale e comportamentale e si concentra su accessibilità architettonica, sensoriale, braille, norme per l’accessibilità web, screen reader, lingua dei segni, sottotitoli, accessibilità comunicativa. Quest’ultima in particolare è necessaria per uscire dalla condizione di liminalità e vivere pienamente. Secondo Antonio Bianchi, il passaggio importante e necessario è l’aumento della consapevolezza in modo diffuso sul tema da lui proposto, per ora in larga parte non percepito. Mettersi “nei panni di” può essere un’ottima strategia per accorgersi dell’esistenza di un ostacolo, che prima non si coglieva.
Abstract/Sommario: In questa intervista a Francesca Cavallini, che dal 2006 gestisce e progetta centri Tice in cui “psicologi, psicoterapeuti e pedagogisti utilizzano procedure basate sull’evidenza scientifica per aiutare ogni bambino, ragazzo e giovane adulto a realizzare il proprio potenziale”, vengono toccati vari punti sul concetto di benessere nell’ambito dell’apprendimento: come si realizza l’incontro tra Scienza Applicata al Comportamento e il benessere, tra tecnica e valori individuali? Quanto e ...; [Leggi tutto...]
In questa intervista a Francesca Cavallini, che dal 2006 gestisce e progetta centri Tice in cui “psicologi, psicoterapeuti e pedagogisti utilizzano procedure basate sull’evidenza scientifica per aiutare ogni bambino, ragazzo e giovane adulto a realizzare il proprio potenziale”, vengono toccati vari punti sul concetto di benessere nell’ambito dell’apprendimento: come si realizza l’incontro tra Scienza Applicata al Comportamento e il benessere, tra tecnica e valori individuali? Quanto e come il benessere delle persone che chiedono aiuto ai numerosi tirocinanti pre e post laurea, così come in corso di dottorato, è oggetto di studio? Durante questo dialogo emerge l’auspicio di una futura presenza strutturale dello psicologo nella scuola che non si esaurisca nella sola attività di “sportello”: una figura dedicata alla promozione del benessere psicologico di allievi, insegnanti e genitori che sappia muoversi all’interno delle numerose complessità del conteso scolastico nel suo insieme. Viene infine chiesto a Cavallini, in qualità di docente universitaria, se contribuisca anche alla formazione di futuri insegnanti e quanto, nel loro concetto di progettazione educativa, siano presenti gli aspetti valoriali legati al benessere dell’individuo.
Abstract/Sommario: Per lungo tempo l’attenzione sulle famiglie delle persone con disabilità si è concentrata, oltre che sulla stessa persona con disabilità, sulle figure dei genitori. Solo più recentemente, a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, la ricerca scientifica ha rivolto lo sguardo ai fratelli ed alle sorelle (siblings), realizzando diversi studi volti ad evidenziare gli effetti della presenza in famiglia di una persona con disabilità sullo sviluppo e sul benessere dell’altro o degli alt ...; [Leggi tutto...]
Per lungo tempo l’attenzione sulle famiglie delle persone con disabilità si è concentrata, oltre che sulla stessa persona con disabilità, sulle figure dei genitori. Solo più recentemente, a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, la ricerca scientifica ha rivolto lo sguardo ai fratelli ed alle sorelle (siblings), realizzando diversi studi volti ad evidenziare gli effetti della presenza in famiglia di una persona con disabilità sullo sviluppo e sul benessere dell’altro o degli altri fratelli. Tutte le ricerche evidenziano però la necessità che i fratelli e le sorelle siano sostenuti nel ricoprire – in base alle loro possibilità e capacità – il proprio ruolo all’interno del gruppo dei fratelli. La condizione di “siblings” può essere quindi concettualizzata come un’esperienza che può avere aspetti positivi e negativi: avere un fratello o una sorella con disabilità non determina infatti di per sé una determinata traiettoria di funzionamento ed è importante considerare i molteplici fattori sistemici, contestuali e biologici che entrano in gioco nel determinare appunto tale funzionamento sviluppando dei sostegni personalizzati, rivolti all’intero nucleo familiare ed anche alla stessa comunità educante, sulla base delle diverse esigenze dei diversi destinatari.
Abstract/Sommario: Trattare il benessere delle persone con disabilità esplorando il campo diametralmente opposto, quello della segregazione, dove l’organizzazione prevale sulla persona. Questo articolo è comparso nell’estate del 2022 su LombardiaSociale.it, alla luce della “Discussion Paper” del Gruppo 4 dell’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità e del “Poster” contro la Segregazione delle persone con disabilità nei servizi per l’abitare elaborato da FISH. Nonostante l’impe ...; [Leggi tutto...]
Trattare il benessere delle persone con disabilità esplorando il campo diametralmente opposto, quello della segregazione, dove l’organizzazione prevale sulla persona. Questo articolo è comparso nell’estate del 2022 su LombardiaSociale.it, alla luce della “Discussion Paper” del Gruppo 4 dell’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità e del “Poster” contro la Segregazione delle persone con disabilità nei servizi per l’abitare elaborato da FISH. Nonostante l’impegno di tutto il sistema dei Servizi, residenziali e diurni, la condizione di segregazione coinvolge ancora troppe persone con disabilità. Tracciare i confini di questo fenomeno è una prima azione di contrasto, tanto quanto definirne gli elementi ostativi e proporre esperienze di vita basate sull’autodeterminazione, sul rispetto dei diritti, sulla non discriminazione, sull’inclusione sociale… sulla qualità della vita e sul progetto di vita autodeterminato, diritto naturale prima ancora che diritto sancito dalla legislazione del nostro paese. Un’azione collettiva, che deve coinvolgere tutti, tanto quanto la raccolta e la diffusione delle molte esperienze da indicare come buone prassi, in aggiunta alle pochissime sopra riportate.
Abstract/Sommario: Nell’attuale momento di intenso dibattito sui diritti della persona con disabilità, è opportuno dedicare attenzione al concetto di benessere, inteso non nel senso più globale (che finisce per coincidere con quello, oggi maggiormente utilizzato, di Qualità della Vita), ma nel senso più specifico, di benessere fisico, psicologico, materiale e spirituale. Assunto così, il Benessere rappresenta in realtà “soltanto” uno degli esiti (outcome) dei servizi e dei sostegni, al fianco degli altri ...; [Leggi tutto...]
Nell’attuale momento di intenso dibattito sui diritti della persona con disabilità, è opportuno dedicare attenzione al concetto di benessere, inteso non nel senso più globale (che finisce per coincidere con quello, oggi maggiormente utilizzato, di Qualità della Vita), ma nel senso più specifico, di benessere fisico, psicologico, materiale e spirituale. Assunto così, il Benessere rappresenta in realtà “soltanto” uno degli esiti (outcome) dei servizi e dei sostegni, al fianco degli altri due fattori di Qualità della Vita, ovvero l’Indipendenza e la Partecipazione Sociale. la ricerca internazionale, fondata sulle migliori pratiche di sostegno alla vita delle persone con disabilità, sembra aver rintracciato un punto di equilibrio, evitando di focalizzarsi soltanto su un fattore, e di smarrire l’ampiezza e la profondità dei bisogni della persona. L’uomo “vive felice” se sta bene fisicamente, psicologicamente e spiritualmente, se dimora in legami di appartenenza, a diversi livelli di profondità (intima, comunitaria e sociale), e infine se è indipendente, cioè si autodetermina nei propri obiettivi e li persegue, disponendo della necessaria gamma di abilità adattive, e/o di opportuni sostegni (umani, contestuali e tecnologici).
Abstract/Sommario: Il benessere delle persone con disabilità pone al centro la questione dell’abitare. Le famiglie trascorrono moltissimo tempo a casa, in appartamenti spesso piccoli, che non di rado diventano claustrofobici e in condomini dove è scarso l’elemento relazionale tra chi li abita. Per questo l’elemento del benessere non può essere consegnato solo ai luoghi frequentati fuori dalla casa, che poi siano le sedi di lavoro o di inserimento lavorativo, o gli spazi dei servizi socio educativi. E il ...; [Leggi tutto...]
Il benessere delle persone con disabilità pone al centro la questione dell’abitare. Le famiglie trascorrono moltissimo tempo a casa, in appartamenti spesso piccoli, che non di rado diventano claustrofobici e in condomini dove è scarso l’elemento relazionale tra chi li abita. Per questo l’elemento del benessere non può essere consegnato solo ai luoghi frequentati fuori dalla casa, che poi siano le sedi di lavoro o di inserimento lavorativo, o gli spazi dei servizi socio educativi. E il pensiero su come rendere più abitabili e adeguate le case in cui vivono le persone con disabilità o fragilità in genere non può essere affidato alla possibilità di beneficiare di una presenza di sostegno che effettui visite domiciliari. L’abitare è l’architrave su cui costruire il benessere delle persone. Per questo bisogna avere chiaro che l’esperienza dell’abitare è gratificante se è intrisa di socialità, se dispone di spazi adeguati in cui passare il tempo, se non si irrigidisce in relazioni familiari che non di rado possono entrare in spirali di fatica. Quando l’abitare si apre alla condivisione e all’accoglienza, cresce il benessere delle persone con disabilità e con fragilità in genere, perché cresce il benessere delle loro famiglie. E la custodia reciproca fa bene a chi è custodito e a chi custodisce. Per questo credo che il tempo dell’abitare condiviso sia sempre più vicino.
Abstract/Sommario: Perché persone in buona salute spesso sono insoddisfatte della propria vita mentre persone con malattie croniche, anche gravi, possono riuscire a convivere positivamente con queste condizioni? Quanto un benessere materiale, com’è il denaro, può incidere sul benessere generale di una persona? Partendo dal costrutto multidimensionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che definisce la salute non l’assenza di malattia o infermità ma uno stato di generale benessere fisico, m ...; [Leggi tutto...]
Perché persone in buona salute spesso sono insoddisfatte della propria vita mentre persone con malattie croniche, anche gravi, possono riuscire a convivere positivamente con queste condizioni? Quanto un benessere materiale, com’è il denaro, può incidere sul benessere generale di una persona? Partendo dal costrutto multidimensionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che definisce la salute non l’assenza di malattia o infermità ma uno stato di generale benessere fisico, mentale e sociale, passando poi ad analizzare lo stretto legame con i concetti di benessere e di Qualità di vita, il contributo si interroga sull’influenza del denaro nei percorsi di cura e assistenza ed in generale nell’appagamento degli standard di vita desiderabili.
Abstract/Sommario: Il concetto di Benessere è un termine spesso utilizzato per promuovere la salute mentale e fisica. Tuttavia spesso si ricorre a delle semplificazioni e si finisce per impoverirne il significato, associandola alla felicità o semplicemente ad un corretto stile di vita. Il benessere in realtà, nella sua reale accezione, può essere considerato come la combinazione di diversi fattori che concorrono ad un corretto funzionamento della persona in tutti gli ambiti di vita: è dunque una condizio ...; [Leggi tutto...]
Il concetto di Benessere è un termine spesso utilizzato per promuovere la salute mentale e fisica. Tuttavia spesso si ricorre a delle semplificazioni e si finisce per impoverirne il significato, associandola alla felicità o semplicemente ad un corretto stile di vita. Il benessere in realtà, nella sua reale accezione, può essere considerato come la combinazione di diversi fattori che concorrono ad un corretto funzionamento della persona in tutti gli ambiti di vita: è dunque una condizione sostenibile, che consente all'individuo (e in larga scala alla popolazione) di svilupparsi e prosperare. È a partire dagli anni 50 del secolo scorso che il movimento per i diritti delle persone con disabilità con sempre maggiore forza ha sottolineato come la condizioni delle persone con disabilità, le loro aspettative e i loro bisogni venissero ignorati e non considerati nella pianificazione dei Servizi e dell’accessibilità alla pari con il resto dei cittadini. L’analisi del rapporto tra disabilità intellettiva (DI) e Qualità della Vita (QdV), dagli anni ’80 in poi, ha portato alla definizione di un costrutto di QdV chiaro e condiviso, utile a guidare politiche pubbliche e sanitarie. Gli autori sottolineano che il capability approach ha mostrato come la qualità della vita dipenda più che dalle risorse materiali disponibili, dalle capacità che un soggetto può potenzialmente raggiungere e da quelle che effettivamente realizza. Il raggiungimento del benessere soggettivo è possibile pertanto solo attraverso un esercizio costante all’autonomia personale quale espressione di libertà positiva.
Abstract/Sommario: Nel lavoro con le persone in condizione di alta gravità l’attenzione e la focalizzazione ai Domini del Benessere è fondamentale ed imprescindibile in quanto spesso è anche l’unica strada concreta d’intervento per ottenere miglioramenti della qualità della vita di queste persone. In assenza di self-report della persona stessa sulla sua condizione di qualità della vita e/o benessere, possiamo solo basarci su osservazioni comportamentali e sulla identificazione di indicatori che possano r ...; [Leggi tutto...]
Nel lavoro con le persone in condizione di alta gravità l’attenzione e la focalizzazione ai Domini del Benessere è fondamentale ed imprescindibile in quanto spesso è anche l’unica strada concreta d’intervento per ottenere miglioramenti della qualità della vita di queste persone. In assenza di self-report della persona stessa sulla sua condizione di qualità della vita e/o benessere, possiamo solo basarci su osservazioni comportamentali e sulla identificazione di indicatori che possano ragionevolmente farci da guida nella stima della condizione di benessere o meno di una persona. L’osservazione pertanto deve essere continua e individualizzata in quanto, essendo assente da parte delle persone con alta gravità la comunicazione dei propri disturbi, diventa necessario decodificare i segnali non verbali che lanciano. Per le persone in condizione di alta gravità le aree privilegiate di osservazione sono: l’area del benessere fisico, l’area del benessere psicologico, la dimensione sociale. L’autore presenta delle schede valutative che sono sostanzialmente uno “schema vuoto” da riempire con gli elementi di specificità che vengono osservati e registrati per ogni singolo ospite ed è proprio questa la parte di valore, in quanto consente di “tagliare un vestito su misura” nella complessa e difficile valutazione della condizione di benessere/ malessere di una persona in condizione di alta gravità.