Abstract/Sommario: Gli autori affermano che il sistema dei Servizi alla persona - e quindi chi vi opera (indipendentemente che si tratti di Servizi gestiti in forma diretta dalla P.A. o dati in convenzione/ accreditamento/contratto a ETS o, in generale, a soggetti privati) - non può e non deve sentirsi esonerato dal processo trasformativo della CRPD che si pone finalità di inclusione sociale, condizioni di pari opportunità, contrasto alle discriminazioni. Finalità che devono essere perseguite partendo da ...; [Leggi tutto...]
Gli autori affermano che il sistema dei Servizi alla persona - e quindi chi vi opera (indipendentemente che si tratti di Servizi gestiti in forma diretta dalla P.A. o dati in convenzione/ accreditamento/contratto a ETS o, in generale, a soggetti privati) - non può e non deve sentirsi esonerato dal processo trasformativo della CRPD che si pone finalità di inclusione sociale, condizioni di pari opportunità, contrasto alle discriminazioni. Finalità che devono essere perseguite partendo dalla consapevolezza delle forme di segregazione prodotte dalla società e garantendo il diretto e concreto coinvolgimento delle persone con disabilità nelle scelte che le riguardano. Gli autori, inoltre, sono convinti che nessuno di chi si sta impegnando sui temi della vita indipendente delle persone con disabilità, ignora o sottovaluta il fine ultimo di tali impegni: intendere la vita indipendente non come una “nuova” filiera di Servizi, ma come un insieme di azioni che creino una condizione di vita - a cui tendere - in cui conta, o può contare al pari di altri (operatori in primis) il punto di vista della persona con disabilità. Il movimento delle persone con disabilità e delle loro organizzazioni ha da tempo lucidamente focalizzato tale elemento come centrale nella revisione delle politiche e degli interventi. Un elemento che non può che essere collocato nell’ambito del complesso, impegnativo, ma al contempo bellissimo contesto della dignità personale e sociale, così come definito nell’art. 3 della nostra Costituzione. In termini di dignità e indipendenza, oltre alla concreta ed effettiva dimensione dell’abitare in convivenza con un'altra persona in un contesto abitativo di housing sociale ordinario, quest’articolo mette in evidenza l’aspetto del coinvolgimento della persona con disabilità nelle scelte, che non corrisponde ad una mera raccolta di opinioni e desideri, ma ad un concreto esito di dialogo, condivisione delle priorità, determinazione. Un percorso certamente più lungo che il “semplice” inserimento nel primo posto disponibile, ma forse più vicino (in questo caso) con le indicazioni della CRPD.
Abstract/Sommario: L’autodeterminazione, negli ultimi decenni, è uno dei domini del costrutto di qualità della Vita (da ora in poi QoL - Quality of Life) che ha suscitato maggiore attenzione da parte dei ricercatori, assumendo così un’importanza sempre crescente. Il termine rimanda immediatamente a concetti quali scelta, desiderio, preferenza, volontà… tutti elementi che ognuno ritiene importanti per se stesso e, in un certo senso, scontati. Infatti, scegliere come vivere la propria vita, dagli aspett ...; [Leggi tutto...]
L’autodeterminazione, negli ultimi decenni, è uno dei domini del costrutto di qualità della Vita (da ora in poi QoL - Quality of Life) che ha suscitato maggiore attenzione da parte dei ricercatori, assumendo così un’importanza sempre crescente. Il termine rimanda immediatamente a concetti quali scelta, desiderio, preferenza, volontà… tutti elementi che ognuno ritiene importanti per se stesso e, in un certo senso, scontati. Infatti, scegliere come vivere la propria vita, dagli aspetti più importanti e quelli più quotidiani, è un diritto che nessuno delegherebbe ad altri. Ognuno si autodetermina, quindi, ognuno sceglie cosa è meglio per sé in relazione alle possibilità presenti, ognuno decide cosa fare della propria vita. In questo articolo l’autore si occupa principalmente di autodeterminazione come costrutto che incide significativamente sulla vita di ogni singola persona, declinato quindi in modo sempre unico, a partire però da alcune considerazioni e da alcuni presupposti che non possono che essere comuni. Proprio come il costrutto di QoL è pensato per essere applicato a tutte le persone, anche il concetto di autodeterminazione è in un certo senso universale, in quanto ogni persona, a prescindere dalla situazione contingente nella quale si trova, ha il diritto di realizzarsi e di scegliere.
Abstract/Sommario: La ricerca scientifica ha dimostrato che le persone con disabilità, soprattutto quelle con Disabilità Intellettiva, tendono ad essere accondiscendenti nelle loro risposte. Poiché dipendono dai loro fornitori di cura, che siano insegnanti, genitori, educatori, opporsi a loro le esporrebbe al rischio di non essere aiutate. Di contro, spesso, il loro rifiuto non viene percepito come atto di autodeterminazione, ma come resistenza, oppositività, talvolta come comportamento problema, partend ...; [Leggi tutto...]
La ricerca scientifica ha dimostrato che le persone con disabilità, soprattutto quelle con Disabilità Intellettiva, tendono ad essere accondiscendenti nelle loro risposte. Poiché dipendono dai loro fornitori di cura, che siano insegnanti, genitori, educatori, opporsi a loro le esporrebbe al rischio di non essere aiutate. Di contro, spesso, il loro rifiuto non viene percepito come atto di autodeterminazione, ma come resistenza, oppositività, talvolta come comportamento problema, partendo dal presupposto che “noi” dobbiamo imporci per far valere ciò che riteniamo sia il bene per il gruppo o per il singolo in quel momento. La letteratura di riferimento ci ricorda che noi cargiver, così tanto vicino a loro, siamo in realtà poco affidabili poiché viziati da conoscenze acquisite, abitudini immutabili, poco disponibili talvolta a conoscere con occhi nuovi le loro reali preferenze. Se invece ci si dispone con curiosità, senza memoria quindi, senza pregiudizi, senza necessità di comprensione immediata, si garantisce l’opportunità di una indagine, preferibilmente strutturata, delle loro preferenze e di ciò che per loro è motivante.
Abstract/Sommario: Negli ultimi anni, contributi quali ICF (Classificazione internazionale del funzionamento, della salute e della disabilità, OMS 2001), il modello della Qualità di Vita (Schalock e Verdugo, 2002), il paradigma dei sostegni (Thompson et al., 2004), hanno ampliato la cornice della presa in carico delle persone con disturbi del neurosviluppo (Weger et al., 2007). La ricerca ha inoltre evidenziato l’efficacia di un approccio basato sull’Analisi Applicata del Comportamento (ABA), nella proge ...; [Leggi tutto...]
Negli ultimi anni, contributi quali ICF (Classificazione internazionale del funzionamento, della salute e della disabilità, OMS 2001), il modello della Qualità di Vita (Schalock e Verdugo, 2002), il paradigma dei sostegni (Thompson et al., 2004), hanno ampliato la cornice della presa in carico delle persone con disturbi del neurosviluppo (Weger et al., 2007). La ricerca ha inoltre evidenziato l’efficacia di un approccio basato sull’Analisi Applicata del Comportamento (ABA), nella progettazione di interventi educativi-riabilitativi in persone con disturbi del neurosviluppo (ISS, 2011). Muovendosi all’interno di questo quadro teorico, con particolare riferimento al dominio dello Sviluppo Personale e a quello dell’Autodeterminazione (Schalock e Verdugo, 2002), è stata indagata l’efficacia di una procedura per l’acquisizione di un’abilità di autonomia primaria, quale il lavaggio delle mani, che ha coinvolto una ragazza di 28 anni con diagnosi di disturbo dello spettro dell’autismo e grave disabilità intellettiva. L’elaborato intende inoltre essere motivo di riflessione affinché l'innovazione scientifica possa trovare effettiva rispondenza nella progettazione dei Servizi per gli adulti con disabilità, nel segno dei principi di autodeterminazione e autonomia.
Abstract/Sommario: “Fare le cose al posto dei figli, degli alunni e degli utenti dei servizi, non li aiuta a crescere. Bisogna solo aiutarli senza mai subentrare alle loro possibilità di decidere”. Ispirandosi a questo enunciato pedagogico, il contributo si focalizza sugli approcci adottati nei contesti educativi quali la famiglia, la scuola ed i servizi per promuovere e sviluppare tra le persone con disabilità intellettive e del neuro sviluppo l’autonomia, l’indipendenza e l’autodeterminazione. ...; [Leggi tutto...]
“Fare le cose al posto dei figli, degli alunni e degli utenti dei servizi, non li aiuta a crescere. Bisogna solo aiutarli senza mai subentrare alle loro possibilità di decidere”. Ispirandosi a questo enunciato pedagogico, il contributo si focalizza sugli approcci adottati nei contesti educativi quali la famiglia, la scuola ed i servizi per promuovere e sviluppare tra le persone con disabilità intellettive e del neuro sviluppo l’autonomia, l’indipendenza e l’autodeterminazione. In particolare, punta l’interesse sulle fatiche che ancora si osservano in questi contesti ad adottare metodologie educative rispettose delle volontà (espresse ed inespresse) delle persone che richiedono sostegni per cavarsela nella vita. Perché è complicato per genitori, insegnanti ed operatori sociosanitari osservare e considerare i desideri di figli, alunni e persone che frequentano le strutture socio-educativo-riabilitative? Forse la risposta è che è più facile decidere e poi fare le cose al loro posto piuttosto che ascoltare, dialogare e, solo dove serve, aiutarli a fare scelte e sostenerli.