Abstract/Sommario: La Scuola di Torino, come Oskar Schindler la definiva fin dagli anni Settanta-Ottanta del secolo scorso, vuole offrire un contributo e una chiave di lettura di quanto teorizzato nei diversi ambiti di competenza foniatrica e logopedica e praticato con una intensa attività clinica interprofessionale da Schindler. Dall'interpretazione originale di quelli che erano considerati i disturbi dell'audizione, voce e parola, linguaggio scritto e letto, come fenomeni ben più complessi determinati ...; [Leggi tutto...]
La Scuola di Torino, come Oskar Schindler la definiva fin dagli anni Settanta-Ottanta del secolo scorso, vuole offrire un contributo e una chiave di lettura di quanto teorizzato nei diversi ambiti di competenza foniatrica e logopedica e praticato con una intensa attività clinica interprofessionale da Schindler. Dall'interpretazione originale di quelli che erano considerati i disturbi dell'audizione, voce e parola, linguaggio scritto e letto, come fenomeni ben più complessi determinati dalla decisionalità e dallo stile cognitivo dell'individuo, bambino, adulto, vecchio sano o malato che sia, al concetto di comunicazione che meglio si addice alla disciplina riabilitativa, con la convinzione che la verbalità rappresenti l'aspetto più sofisticato e completo della comunicazione fra gli individui. L'intensa attività didattica, le doti umane e di divulgazione hanno portato il professor Schindler a interessarsi a tutti gli ambiti della fisiopatologia della comunicazione, producendo la prima bibliografia italiana in argomento. La bibliografia scelta riportata ripercorre le fasi di questo percorso.
Abstract/Sommario: Nella fase acuta delle patologie cerebrovascolari si osserva frequentemente la presenza di disfagia orofaringea, spesso in associazione con disartria. Tuttavia gli studi epidemiologici che descrivono, soprattutto a livello nazionale, la disartria e la sua co-occorrenza con la disfagia sono ridotti e contrastanti. L'obiettivo di questo studio è quello di identificare l'incidenza e la co-occorrenza dei due sintomi in un ampio campione di pazienti in fase acuta con danno cerebrovascolare, ...; [Leggi tutto...]
Nella fase acuta delle patologie cerebrovascolari si osserva frequentemente la presenza di disfagia orofaringea, spesso in associazione con disartria. Tuttavia gli studi epidemiologici che descrivono, soprattutto a livello nazionale, la disartria e la sua co-occorrenza con la disfagia sono ridotti e contrastanti. L'obiettivo di questo studio è quello di identificare l'incidenza e la co-occorrenza dei due sintomi in un ampio campione di pazienti in fase acuta con danno cerebrovascolare, e più nello specifico con ictus ischemico. A partire da un totale di 1631 pazienti ricoverati per diversa diagnosi eziopatogenica in un intervallo di tempo di cinque anni presso un grande ospedale per acuti, è stato effettuato uno studio epidemiologico retrospettivo sul campione di coloro che accedevano al Servizio di Logopedia per esiti di patologia cerebrovascolare (n=684), e sul campione estratto di ricoverati in Stroke Unit con diagnosi di ictus ischemico (n=234). I risultati dello studio confrontati con i dati presenti in letteratura, confermano la rilevanza della disfagia orofaringea e della disartria e la loro possibile associazione nelle popolazioni in oggetto. L'indagine consiglia di implementare già in fase acuta strumenti validati di identificazione precoce della disartria, sintomo da considerare come un segnale di rischio della presenza di disfagia orofaringea.
Abstract/Sommario: In questo articolo si esaminano il percorso e i risultati, attraverso il trattamento integrato logopedista-famiglia, nella riabilitazione del linguaggio di tre casi: una bambina con ipoacusia bilaterale grave (F90.3) e impianto cocleare monolaterale; una bambina con disturbo specifico di linguaggio espressivo (F80.1); un bambino late talker (linguaggio ritardato). In affiancamento alla riabilitazione tradizionale si è utilizzata la App SPEECH (Struttura Parole Elicita e Chiacchiera), a ...; [Leggi tutto...]
In questo articolo si esaminano il percorso e i risultati, attraverso il trattamento integrato logopedista-famiglia, nella riabilitazione del linguaggio di tre casi: una bambina con ipoacusia bilaterale grave (F90.3) e impianto cocleare monolaterale; una bambina con disturbo specifico di linguaggio espressivo (F80.1); un bambino late talker (linguaggio ritardato). In affiancamento alla riabilitazione tradizionale si è utilizzata la App SPEECH (Struttura Parole Elicita e Chiacchiera), applicazione della piattaforma digitale RIDInet (Coop. Anastasis). Si evidenziano i cambiamenti raggiunti mettendo a confronto il livello di partenza e quello si arrivo tramite valutazioni quantitative e qualitative. Si esprimono considerazioni finali inerenti agli strumenti e le modalità risultati maggiormente efficaci.
Abstract/Sommario: I Disturbi di linguaggio sono il disturbo dello sviluppo più frequente in età evolutiva; nei casi più gravi possono estendersi al dominio recettivo. Lo scopo della presente revisione è verificare se siano disponibili, nella letteratura scientifica recente, trattamenti riabilitativi di efficacia per bambini con Disturbo della comprensione verbale in età prescolare. Si è proceduto a definire il quesito clinico con il metodo PICOM e interrogare le banche dati PubMed, Embase, Cochrane Libr ...; [Leggi tutto...]
I Disturbi di linguaggio sono il disturbo dello sviluppo più frequente in età evolutiva; nei casi più gravi possono estendersi al dominio recettivo. Lo scopo della presente revisione è verificare se siano disponibili, nella letteratura scientifica recente, trattamenti riabilitativi di efficacia per bambini con Disturbo della comprensione verbale in età prescolare. Si è proceduto a definire il quesito clinico con il metodo PICOM e interrogare le banche dati PubMed, Embase, Cochrane Library, PsychINFO (Ovid), SpeechBITE. Gli studi inclusi sono stati analizzati considerando solo gli outcome relativi alla comprensione verbale. Si sono applicate la PEDro-P Scale per valutare la validità interna degli studi e una griglia costruita ad hoc per la validità esterna. Il processo di selezione ha portato alla inclusione di 18 studi primari (nessuno su campioni italiani) che rispettano i criteri di eleggibilità. Gli interventi descritti variavano per tipo di trattamento, modalità di svolgimento, frequenza, durata e intensità. Tutti gli studi presentano dei bias (validità interna), rispetto alla validità esterna, è possibile applicare al contesto italiano la maggioranza degli interventi proposti. I risultati della ricerca offrono alcune indicazioni utili al trattamento dei bambini con disturbi di comprensione verbale, riassumendo tipologia e modalità di trattamento proposte in relazione alle caratteristiche del campione. Si rileva, in particolare, l'importanza di effettuare interventi precoci e indiretti per bambini con ritardo di linguaggio e difficoltà nel dominio recettivo, si prediligono interventi diretti e intensivi per bambini con disturbo di linguaggio.
Abstract/Sommario: Questo studio mira a testare l'ipotesi secondo cui la comprensione del testo discorsivo verrebbe facilitata dalla capacità di identificare quegli indizi che all'interno di una storia segnalano il bisogno di compiere una inferenza (Cain & Oakhill, 1999). Due gruppi di bambini di 6 anni con normale sviluppo cognitivo e linguistico sono stati sottoposti a un compito di comprensione e ripetizione di una versione modificata della Frog Story ideata appositamente per questo studio. Il gruppo ...; [Leggi tutto...]
Questo studio mira a testare l'ipotesi secondo cui la comprensione del testo discorsivo verrebbe facilitata dalla capacità di identificare quegli indizi che all'interno di una storia segnalano il bisogno di compiere una inferenza (Cain & Oakhill, 1999). Due gruppi di bambini di 6 anni con normale sviluppo cognitivo e linguistico sono stati sottoposti a un compito di comprensione e ripetizione di una versione modificata della Frog Story ideata appositamente per questo studio. Il gruppo di controllo doveva ripetere la storia dopo averne ascoltato la trama letta da un esaminatore mentre ne visionava le immagini. Al gruppo sperimentale venivano poste delle domande volte a generare inferenze pertinenti per la storia in punti nevralgici del suo svolgimento. Dalle analisi condotte sulle storie ripetute dai due gruppi di bambini non è emersa alcuna differenza significativa nel numero di Unità Informative ed Episodi riportati. Pur non confermando ipotesi di Cain e Oakhill (1999), questi risultati vengono commentati alla luce di ipotesi correnti sulla natura della elaborazione testuale.