Abstract/Sommario: Il presente contributo valuta gli effetti di un training basato sulla fluenza (Binder, 1996; 2003) sulle abilità matematiche e la percezione di ansia in ambito matematico di un gruppo di adolescenti. L'obiettivo era verificare se lo svolgimento di programmi di potenziamento matematico fosse in grado di determinare un incremento delle abilità di calcolo degli studenti e ridurre l'ansia e le difficoltà percepite nella esecuzione degli esercizi matematici (Ashcraft e Moore, 2009). Hanno p ...; [Leggi tutto...]
Il presente contributo valuta gli effetti di un training basato sulla fluenza (Binder, 1996; 2003) sulle abilità matematiche e la percezione di ansia in ambito matematico di un gruppo di adolescenti. L'obiettivo era verificare se lo svolgimento di programmi di potenziamento matematico fosse in grado di determinare un incremento delle abilità di calcolo degli studenti e ridurre l'ansia e le difficoltà percepite nella esecuzione degli esercizi matematici (Ashcraft e Moore, 2009). Hanno partecipato alla ricerca 4 studenti della scuola secondaria di secondo grado di 15 anni, tutti con Diagnosi di Disturbo Specifico dell'Apprendimento. Lo studio è stato condotto attraverso un piano di intervento a soggetto singolo con pre e post-test (Cooper, Heron e Heward, 2007) in cui la performance dei partecipanti è stata confrontata, prima e dopo, rispetto a (a)abilità matematiche e (b) livello di ansia verso la matematica, valutato attraverso il test Abbreviated Math Anxiety Scale (AMAS, Hopko et al., 2003). E' stato implementato un training a fluenza volto a favorire l'acquisizione e l'automatizzazione di abilità del calcolo matematico, strutturato secondo un curriculum finalizzato al consolidamento prima delle abilità di calcolo basilari e progressivamente di quelle più complesse. I risultati mostrano l'acquisizione di una maggiore fluenza nelle abilità di calcolo, mentre si notano risultati discordanti tra i partecipanti rispetto al livello di ansia verso la matematica.
Abstract/Sommario: In questo studio vengono presentati i dati relativi a 17 bambini con diagnosi di Dislessia Evolutiva (DE) seguiti in trattamento lessicale erogato tramite Reading Trainer@ , un software integrato nella piattaforma informatica online RIDInet, con una modalità di trattamento svolto prevalentemente a domicilio (teleriabilitazione). I bambini sono stati valutati prima del trattamento, subito dopo la fine dello stesso e monitorati a distanza di un anno dalla prima valutazione. I risultati o ...; [Leggi tutto...]
In questo studio vengono presentati i dati relativi a 17 bambini con diagnosi di Dislessia Evolutiva (DE) seguiti in trattamento lessicale erogato tramite Reading Trainer@ , un software integrato nella piattaforma informatica online RIDInet, con una modalità di trattamento svolto prevalentemente a domicilio (teleriabilitazione). I bambini sono stati valutati prima del trattamento, subito dopo la fine dello stesso e monitorati a distanza di un anno dalla prima valutazione. I risultati ottenuti nella correttezza e nella rapidità di lettura del brano, nelle liste di parole e di non parole sono stati analizzati rispetto a un criterio di efficacia, corrispondente al cambiamento atteso senza interventi specialistici, sia subito dopo la fine del trattamento (post), sia a distanza di un anno (follow-up). I dati mostrano la validità del trattamento lessicale nel processo di automatizzazione della lettura, con implicazioni diverse sulla correttezza e sulla rapidità.
Abstract/Sommario: Negli ultimi anni sono sempre di più i bambini che giungono all'osservazione clinica su indicazione di insegnanti o familiari. Ma è sempre così facile effettuare effettivamente una diagnosi? Viene presentato di seguito il caso di due gemelli, di cui solo uno presenta diagnosi di DSA, nonostante le evidenti difficoltà riscontrate da entrambi nell'ambito scolastico. Pur avendo quindi teoricamente un quadro clinico diverso, viene osservato in entrambi i gemelli la medesima risposta al tra ...; [Leggi tutto...]
Negli ultimi anni sono sempre di più i bambini che giungono all'osservazione clinica su indicazione di insegnanti o familiari. Ma è sempre così facile effettuare effettivamente una diagnosi? Viene presentato di seguito il caso di due gemelli, di cui solo uno presenta diagnosi di DSA, nonostante le evidenti difficoltà riscontrate da entrambi nell'ambito scolastico. Pur avendo quindi teoricamente un quadro clinico diverso, viene osservato in entrambi i gemelli la medesima risposta al trattamento. Appare quindi necessario fare delle riflessioni sul metodo di lavoro a disposizione del clinico, in particolare nella fase delicata in cui occorre confermare o meno la presenza di un quadro di DSA. Il caso specifico die due gemelli, inoltre, permette di avere un'ulteriore dimostrazione scientifica di quanto la biologia abbia una forte valenza e possa influenzare l'esito del trattamento.
Abstract/Sommario: La mindfulness, proposta attraverso i programmi di mindful parenting, può rappresentare un valido aiuto per i genitori di bambini con diagnosi di di Disturbo da Deficit d'Attenzione e iperattività, insegnando loro tecniche di meditazione vipassana, di yoga e di riduzione dello stress da applicare su se stessi e con i propri figli. Inoltre, la presenza di un bambino con diagnosi di Disturbo da Deficit d'Attenzione e iperattività si associa frequentemente a un aumento del parenting stres ...; [Leggi tutto...]
La mindfulness, proposta attraverso i programmi di mindful parenting, può rappresentare un valido aiuto per i genitori di bambini con diagnosi di di Disturbo da Deficit d'Attenzione e iperattività, insegnando loro tecniche di meditazione vipassana, di yoga e di riduzione dello stress da applicare su se stessi e con i propri figli. Inoltre, la presenza di un bambino con diagnosi di Disturbo da Deficit d'Attenzione e iperattività si associa frequentemente a un aumento del parenting stress. Il parenting stress è inteso come un prodotto dello squilibrio tra richieste e bisogni associati al ruolo genitoriale, connesso alla percezione personali e sociali disponibili; questo stato psicofisico può comportare la comparsa nel genitore di sentimenti negativi relativi a sè e al figlio. In questo lavoro è stato presentato dagli autori l'approccio mindfulness come un valido aiuto nel favorire la guarigione da questo tipo di stress. Il lavoro presenta una rassegna dei principali protocolli di mindful parenting utilizzati nella pratica clinica. Molti di questi programmi sono associati anche a studi di efficacia che, per quanto con dati da considerarsi preliminari, possono evidenziare i punti di forza di tale approccio.
Abstract/Sommario: Questo lavoro vuole essere un esempio di condivisione di buone prassi per l'inclusione scolastica. Giovanni è un bambino della quinta classe della scuola primaria, affetto da Tumore di Wilms, e si trova costretto a non poter più frequentare la scuola per i suoi gravi motivi di salute. Gli insegnanti si attivano per proporre una didattica inclusiva, anche attraverso l'utilizzo di cooperative learning e strumenti software. Si propongono anche di curare la comunicazione tra i compagni cre ...; [Leggi tutto...]
Questo lavoro vuole essere un esempio di condivisione di buone prassi per l'inclusione scolastica. Giovanni è un bambino della quinta classe della scuola primaria, affetto da Tumore di Wilms, e si trova costretto a non poter più frequentare la scuola per i suoi gravi motivi di salute. Gli insegnanti si attivano per proporre una didattica inclusiva, anche attraverso l'utilizzo di cooperative learning e strumenti software. Si propongono anche di curare la comunicazione tra i compagni creando collegamenti online allo scopo di coinvolgere il più possibile Giovanni. I compagni, per lo stesso motivo, attivano un servizio epistolare. Queste modalità aiutano Giovanni a gestire meglio la sua sofferenza e lo rendono motivato e agganciato al lavoro didattico della classe. Le autrici, quando hanno vissuto questa esperienza come insegnanti e specialiste non erano ancora ai tempi del coranavirus, e "non ci saremmo mai immaginate che il dover mantenere dei rapporti con la scuola a distanza sarebbe diventato la prassi e la normalità per tutti gli alunni".
Abstract/Sommario: Lo zero è stato spesso trascurato dalle ricerche sullo sviluppo della cognizione numerica. Tuttavia la sua lunga evoluzione storica e alcune sua particolari caratteristiche lo rendono degno di una attenzione specifica. Questo articolo presenta una sintesi dei principali studi che hanno analizzato il modo in cui il concetto di zero e i suoi precursori maturano durante l'infanzia. Inizialmente si riteneva che i bambini potessero acquisire pienamente il concetto di zero prima dei 6 anni. ...; [Leggi tutto...]
Lo zero è stato spesso trascurato dalle ricerche sullo sviluppo della cognizione numerica. Tuttavia la sua lunga evoluzione storica e alcune sua particolari caratteristiche lo rendono degno di una attenzione specifica. Questo articolo presenta una sintesi dei principali studi che hanno analizzato il modo in cui il concetto di zero e i suoi precursori maturano durante l'infanzia. Inizialmente si riteneva che i bambini potessero acquisire pienamente il concetto di zero prima dei 6 anni. Oggi, invece, sappiamo che diverse specie animali sono in grado di rappresentare sullo stesso continuum numerico gli insiemi vuoti e quelli con cardinalità maggiori e che tale abilità viene acquisita anche dai bambini durante gli anni della scuola dell'infanzia. Anche i più piccoli sono in grado di manipolare gli insiemi vuoti per completare correttamente compiti di natura numerica, sebbene non siano sempre consapevoli del fatto che lo zero è un numero. Infine, gli studi più recenti hanno evidenziato come la conoscenza del numero zero non dipenda direttamente dalla padronanza del principio di cardinalità. In generale, lo zero è una idea complessa che viene maturata nel tempo a partire da alcune abilità di base condivise anche con alcuni animali.