Abstract/Sommario: Sia chi ha una disabilità intellettiva, sia chi soffre di demenza presenta molti problemi di salute e, di conseguenza, ha molteplici esigenze di assistenza sanitaria. L'aspettativa di vita è in aumento per le persone con deficit intellettivo e questo comporterà l’aumento dei casi con doppia diagnosi. Utilizzando i registri nazionali, gli autori hanno individuato 7936 persone che avevano ricevuto servizi per la diagnosi di deficit intellettivo nel corso del 2012 mettendoli a confronto c ...; [Leggi tutto...]
Sia chi ha una disabilità intellettiva, sia chi soffre di demenza presenta molti problemi di salute e, di conseguenza, ha molteplici esigenze di assistenza sanitaria. L'aspettativa di vita è in aumento per le persone con deficit intellettivo e questo comporterà l’aumento dei casi con doppia diagnosi. Utilizzando i registri nazionali, gli autori hanno individuato 7936 persone che avevano ricevuto servizi per la diagnosi di deficit intellettivo nel corso del 2012 mettendoli a confronto con un gruppo corrispondente per età e sesso preso dalla popolazione in generale. In confronto alle persone con deficit intellettivo, ma senza demenza, le persone con doppia diagnosi hanno maggiore probabilità di avere necessità di visite sanitarie pianificate e non. Ma stando ai dati dei ricoveri emerge che queste persone hanno meno probabilità di ricevere assistenza sanitaria pianificata rispetto alle persone con demenza nella popolazione in generale. Dal momento che, però, risultano utilizzare servizi sanitari non pianificati più degli altri, si può trarre la conclusione che il sistema di supporto attuale non è pronto a soddisfare le sfide della maggiore longevità tra le persone con deficit intellettivo.
Abstract/Sommario: Una gran parte dei ragazzi con la sindrome da X fragile la più comune forma ereditaria di deficit intellettivo, mostra comportamenti problematici (ad esempio aggressività, autolesionismo, distruzione di proprietà e stereotipia) che possono avere un impatto negativo sulla salute e sulla sicurezza degli altri come pure della persona interessata. Tuttavia, i dati sono limitati per quanto riguarda la prevalenza, la frequenza e la gravità dei comportamenti problema esibiti da questi ragazzi ...; [Leggi tutto...]
Una gran parte dei ragazzi con la sindrome da X fragile la più comune forma ereditaria di deficit intellettivo, mostra comportamenti problematici (ad esempio aggressività, autolesionismo, distruzione di proprietà e stereotipia) che possono avere un impatto negativo sulla salute e sulla sicurezza degli altri come pure della persona interessata. Tuttavia, i dati sono limitati per quanto riguarda la prevalenza, la frequenza e la gravità dei comportamenti problema esibiti da questi ragazzi rispetto a quelle di ragazzi con deficit intellettivo di diversa eziologia che esibiscono anche i comportamenti problematici. Come parte di un più ampio studio sul comportamento problematico, gli autori hanno esaminato i dati di 85 adolescenti con sindrome da x fragile e di 155 ragazzi di pari età con deficit intellettivo dovuto ad altre eziologie e che esibivano almeno una forma di comportamento problematico. I ragazzi del primo gruppo hanno mostrato la stereotipia come comportamento prevalente, l'autolesionismo come il più frequente e l'aggressività è risultata meno grave rispetto ai ragazzi con diversa eziologia. Aggressività e distruzione di proprietà sono stati altamente correlati in ogni gruppo sia in termini di frequenza che di gravità. L'esame dei dati per età ha indicato che la frequenza relativa dell’autolesionismo è diminuita con l'età nei ragazzi con x fragile. Questi risultati perfezionano ed ampliano quanto emerso negli studi precedenti riguardanti la specificità del fenotipo comportamentale della sindrome da x fragile e indicano che le specifiche forme di comportamento problematico mostrate dai ragazzi sembrano differire da quelli esposti da ragazzi con deficit intellettivo per diversa eziologia in termini di prevalenza, frequenza e gravità. Sono necessari studi che impiegano misure più oggettive di frequenza e gravità, tra cui osservazioni dirette, per confermare questi risultati.
Abstract/Sommario: Sappiamo poco sui casi di adulti con deficit intellettivo ricoverati in ospedale per disturbi psichiatrici negli Stati Uniti. Gli autori reputano urgente ricercare su questa popolazione per individuare risposte di trattamento e contenere il ricorso a forme di cura restrittive e costose. Indagando su 3299 casi con deficit intellettivo registrati nello START, il programma di intervento e prevenzione della crisi basato sulla comunità, è stato possibile individuare l'associazione tra 11 fa ...; [Leggi tutto...]
Sappiamo poco sui casi di adulti con deficit intellettivo ricoverati in ospedale per disturbi psichiatrici negli Stati Uniti. Gli autori reputano urgente ricercare su questa popolazione per individuare risposte di trattamento e contenere il ricorso a forme di cura restrittive e costose. Indagando su 3299 casi con deficit intellettivo registrati nello START, il programma di intervento e prevenzione della crisi basato sulla comunità, è stato possibile individuare l'associazione tra 11 fattori e il tipo di cura nell'ospedalizzazione psichiatrica degli ultimi 12 mesi. Il ventotto per cento del campione ha avuto almeno una degenza psichiatrica nell'anno precedente. I fattori associati ad un aumentato rischio di prima ospedalizzazione sono risultati: l’età più giovane, la diagnosi di un disturbo psicotico, il punteggio di >30 sulla sottoscala di irritabilità della Aberrant Behavior Checklist, l’aumento del numero delle diagnosi psichiatriche, il minor grado di deficit intellettivo, l’essere di colore e il non risiedere a casa o in comunità. Dal momento che 1 su 4 persone è stata ricoverata nell'anno precedente, i risultati delle analisi aiuteranno ad individuare il profilo di quelli a rischio di ospedalizzazione, mentre gli interventi a livello politico possono svolgere un ruolo importante nel ridurre l'ospedalizzazione psichiatrica.
Abstract/Sommario: La prevalenza dei comportamenti problematici è elevata in persone con disabilità intellettiva grave e molti di questi comportamenti si osservano tutti i giorni. Il personale a loro diretto contatto è spesso convinto di avere scarse possibilità di intervento e attribuisce le cause principalmente ad un modello biomedico. Lo scopo di questo studio era di valutare se un intervento psico-educazionale potesse avere effetti sull'atteggiamento del personale in relazione ai comportamenti proble ...; [Leggi tutto...]
La prevalenza dei comportamenti problematici è elevata in persone con disabilità intellettiva grave e molti di questi comportamenti si osservano tutti i giorni. Il personale a loro diretto contatto è spesso convinto di avere scarse possibilità di intervento e attribuisce le cause principalmente ad un modello biomedico. Lo scopo di questo studio era di valutare se un intervento psico-educazionale potesse avere effetti sull'atteggiamento del personale in relazione ai comportamenti problematici in termini di gravità e spiegazioni causali biomediche. 198 persone impegnante direttamente nel trattamento di utenti con disabilità intellettiva grave hanno seguito un programma educativo e risposto a questionari sulla valutazione della gravità percepita dei comportamenti problematici e sulla loro percezione delle cause. L'intervento psico-educativo ha avuto un effetto sulla gravità percepita dei comportamenti problematici, nel senso che dopo l’intervento il personale in generale ha indicato il livello di gravità in relazione alle conseguenze di questo. Tuttavia, si è trattato di un riscontro poco significativo, infatti, non sono emerse riduzioni nei punteggi della scala biomedica. Non è stata trovata alcuna prova sull'efficacia di un approccio psicoeducativo sulla valutazione dei comportamenti problema in termini di gravità e di attribuzioni biomedicali per il comportamento.