Abstract/Sommario: La sindrome dell'autismo può derivare da un problema delle beta endorfine striatali che tendono a diminuire con la maturazione. Molti sintomi autistici assomigliano ai comportamenti indotti in animali o nell'uomo mediante somministrazione di oppiacei, tra cui la ridotta socializzazione, la diminuzione del pianto, le stereotipie, l'insensibilità al dolore e l'iperattività motoria. Il Naltrexone, un antagonista oppioide, è stato utilizzato nella gestione di bambini autistici e può produr ...; [Leggi tutto...]
La sindrome dell'autismo può derivare da un problema delle beta endorfine striatali che tendono a diminuire con la maturazione. Molti sintomi autistici assomigliano ai comportamenti indotti in animali o nell'uomo mediante somministrazione di oppiacei, tra cui la ridotta socializzazione, la diminuzione del pianto, le stereotipie, l'insensibilità al dolore e l'iperattività motoria. Il Naltrexone, un antagonista oppioide, è stato utilizzato nella gestione di bambini autistici e può produrre una riduzione clinicamente significativa del comportamento grave e pericoloso per la vita di individui che non sono risultati recettivi a qualsiasi altro tipo di trattamento. Pertanto gli autori hanno ritenuto opportuno riconsiderare le ricerche disponibili ed effettuare una revisione sistematica sugli antagonisti oppioidi efficaci nell'attenuare i sintomi principali dello spettro autistico nei bambini.
Abstract/Sommario: Conosciamo sindromi neurogenetiche con fenotipi comportamentali ben definiti come: le sindromi X fragile, di Prader-Willi, di Williams e quella velo-cardio-facciale. L’autismo e il deficit dell’attenzione e iperattività sono, invece, spesso associati a condizioni psichiatriche. È stato chiesto a 381 genitori di bambini in età scolare, che presentavano una di queste quattro sindromi nel Regno Unito e in Irlanda, se il loro bambino era stato ufficialmente diagnosticato autistico, o con ...; [Leggi tutto...]
Conosciamo sindromi neurogenetiche con fenotipi comportamentali ben definiti come: le sindromi X fragile, di Prader-Willi, di Williams e quella velo-cardio-facciale. L’autismo e il deficit dell’attenzione e iperattività sono, invece, spesso associati a condizioni psichiatriche. È stato chiesto a 381 genitori di bambini in età scolare, che presentavano una di queste quattro sindromi nel Regno Unito e in Irlanda, se il loro bambino era stato ufficialmente diagnosticato autistico, o con disturbo dell’attenzione e iperattità o con un disturbo mentale. Il più alto livello di diagnosi che riportavano autismo o DDAI è risultato nella sindrome X fragile. La prescrizione di farmaci per motivi comportamentali è stata più elevata nella sindrome X fragile, anche se la melatonina risulta più utilizzata nella sindrome di Williams. Sembra che ci sia una certa reticenza sull'utilità della diagnosi nelle sindromi neurogenetiche da parte dei professionisti, oppure una mancanza di professionisti abbastanza competenti per diagnosticare in materia di sindromi neurogenetiche. I bassi tassi di prescrizione di farmaci per motivi comportamentali o psichiatrici possono riflettere il basso livello di diagnosi cliniche o la convinzione dell’inutilità del psicofarmaco in questa popolazione.
Abstract/Sommario: Gli autori presentano la validazione italiana della scala Assessment Tool Alzheimer (AFAST-I), realizzata per valutare il grado di compromissione e/o di demenza e l'assistenza richiesta da anziani con deficit intellettivo in base a sette attività quotidiane considerate. Il test è stato somministrato ai caregiver professionali di 61 anziani con deficit intellettivo. L'elaborazione statistica dei risultati ottenuti ha permesso di verificare come l'AFAST-I mostri un alto grado di omogenei ...; [Leggi tutto...]
Gli autori presentano la validazione italiana della scala Assessment Tool Alzheimer (AFAST-I), realizzata per valutare il grado di compromissione e/o di demenza e l'assistenza richiesta da anziani con deficit intellettivo in base a sette attività quotidiane considerate. Il test è stato somministrato ai caregiver professionali di 61 anziani con deficit intellettivo. L'elaborazione statistica dei risultati ottenuti ha permesso di verificare come l'AFAST-I mostri un alto grado di omogeneità interna con coefficiente significativa e affidabilità eccellente con alti livelli di correlazione. Sembra che i disturbi della memoria, il disorientamento temporale e spaziale precedono la perdita di abilità funzionali, mentre i cambiamenti nel comportamento sociale sono meno correlati alla disabilità funzionale. I risultati rivelano che un indicatore sensibile è rappresentato dall'igiene personale orale e controllo sfinterico.