Abstract/Sommario: Questo articolo riguarda la cosiddetta plusdotazione la cui identificazione rimanda ad un determinato significato che descrive un complesso sistema di caratteristiche personali dell'individuo ma anche genetiche e comportamentali. Plusdotato: è riferito ad un individuo che possiede (e dimostra) livelli vari di abilità fuori dalla norma e appunto eccezionali (intese come capacità e velocità di apprendere e di ragionare) e specifiche competenze in più domini (esempio: matematica, musica m ...; [Leggi tutto...]
Questo articolo riguarda la cosiddetta plusdotazione la cui identificazione rimanda ad un determinato significato che descrive un complesso sistema di caratteristiche personali dell'individuo ma anche genetiche e comportamentali. Plusdotato: è riferito ad un individuo che possiede (e dimostra) livelli vari di abilità fuori dalla norma e appunto eccezionali (intese come capacità e velocità di apprendere e di ragionare) e specifiche competenze in più domini (esempio: matematica, musica ma anche competenze sensoriali-motorie, come la danza, lo sport). Plusdotazione è, quindi, il punto di incontro tra alta abilità cognitiva, elevata creatività e determinazione. In Italia c'è stato, ultimamente, un interesse sempre più crescente verso gli alunni gifted e quest'anno il MIUR ha affidato ad un tavolo tecnico il compito di elaborare le Linee Guida per tutelare, all'interno della scuola, il diritto allo studio e quello anche alla salute e al benessere degli allievi con plusdotazione. In uno specifico paragrafo del documento del MIUR è sottolineato che la prassi scolastica deve considerare questi allievi, ai sensi della direttiva Ministeriale del 27/12/2012 (quella che riguarda gli allievi con BES, cioè Bisogni Educativi Speciali) e di predisporre anche per gli alunni gifted un Piano Didattico Personalizzato che li aiuta nel loro percorso di apprendimento; in tal caso è così attuata la prospettiva della personalizzazione degli insegnamenti ed anche la valorizzazione dei singoli modi di apprendimento individuale.
Abstract/Sommario: Insegnare a scrivere una «buona» storia è uno dei mestieri più difficilial mondo, forse proprio perché ci chiede di andare a mettere le mani dentro un ingranaggio che non si ferma mai. Negli ultimi sei o sette anni della mia vita mi sono misurato con questo compito tenendo in varie università d'Italia corsi di narratologia, sceneggiatura e scrittura creativa, e i risultati non sono sempre stati quelli che speravo. Come ogni insegnante che si rispetti mi sono fatto un'analisi di coscien ...; [Leggi tutto...]
Insegnare a scrivere una «buona» storia è uno dei mestieri più difficilial mondo, forse proprio perché ci chiede di andare a mettere le mani dentro un ingranaggio che non si ferma mai. Negli ultimi sei o sette anni della mia vita mi sono misurato con questo compito tenendo in varie università d'Italia corsi di narratologia, sceneggiatura e scrittura creativa, e i risultati non sono sempre stati quelli che speravo. Come ogni insegnante che si rispetti mi sono fatto un'analisi di coscienza e ho capito che la colpa era degli insegnanti che mi avevan opreceduto!
Abstract/Sommario: In questo contributo viene presentato il "disco orario dell'apprendimento" ideato da Anna Rosalia Misuraca (Docente di scuola secondaria di 2° grado, specializzata per le attività di sostegno), con il fine di promuovere forme di insegnamento-apprendimento cooperativo tra gli alunni, anche quelli con disabilità, del gruppo classe. E' una "mappa iconografica girevole" che invita gli alunni a sintetizzare in 4 sequenze (immagine+didascalia) l'argomento di interesse affrontato e uno strume ...; [Leggi tutto...]
In questo contributo viene presentato il "disco orario dell'apprendimento" ideato da Anna Rosalia Misuraca (Docente di scuola secondaria di 2° grado, specializzata per le attività di sostegno), con il fine di promuovere forme di insegnamento-apprendimento cooperativo tra gli alunni, anche quelli con disabilità, del gruppo classe. E' una "mappa iconografica girevole" che invita gli alunni a sintetizzare in 4 sequenze (immagine+didascalia) l'argomento di interesse affrontato e uno strumento educativo-didattico versatile che può essere utilizzato nei diversi ordini di scuola, adattandolo ai contenuti e/o nuclei tematici oggetto di insegnamento. E' un materiale di lavoro semplice da costruire e dai costi economici molto limitati, ma con intrinseche potenzialità educative e didattiche da non sottovalutare.
Abstract/Sommario: L'autrice in questo articolo tratta del tema dell'autoregolazione che rappresenta una capacità chiave dentro e fuori la scuola, infatti essa è un forte predittore del successo sia scolastico e sia sociale; acquisire tale capacità significa essere in grado di riconoscere, monitorare e gestire i propri pensieri ed emozioni (e di conseguenza il proprio comportamento) in modo funzionale rispetto ai propri obiettivi e rispondere in modo adeguato alle varie richieste in determinate situazion ...; [Leggi tutto...]
L'autrice in questo articolo tratta del tema dell'autoregolazione che rappresenta una capacità chiave dentro e fuori la scuola, infatti essa è un forte predittore del successo sia scolastico e sia sociale; acquisire tale capacità significa essere in grado di riconoscere, monitorare e gestire i propri pensieri ed emozioni (e di conseguenza il proprio comportamento) in modo funzionale rispetto ai propri obiettivi e rispondere in modo adeguato alle varie richieste in determinate situazioni. Tale capacità si acquisisce soprattutto in età prescolare; mantenere uno stato regolato permette al bambino di apprendere dal proprio ambiente e dalle proprie relazioni sociali e, di conseguenza, di agire in modo socialmente responsabile. I bambini iniziano ad acquisire la capacità di autoregolarsi attraverso le esperienze di co-regolazione, che si realizzano interagendo con gli altri, anche se si ha l'impressione che il bambino sviluppi l'autoregolazione in modo indipendente; co-regolare il bambino non significa, però, esercitare su di lui un controllo esterno o pilotare il suo comportamento, bensì di dare a lui un supporto e la struttura necessari affinché possa prendere più facilmente parte al proprio ambiente ed iniziare il proprio apprendimento. Man mano che il bambino accresce la propria esperienza, il ruolo del co-regolatore (l'adulto) si evolve e diventa parte di un atto condiviso, definito, appunto, regolazione socialmente condivisa che si sviluppa sia durante l'interazione adulto-bambino e sia, infine, in misura sempre più crescente, durante l'interazione tra pari; in quest'ultimo caso le parti coinvolte operano insieme, collaborano e coordinano le loro funzioni esecutive e le loro conoscenze per raggiungere lo stesso obiettivo comune.
Abstract/Sommario: Ci sono numerose risposte alla domanda che dà il titolo a questo articolo. La prima e più importante rinvia a una ragione pratica. Dobbiamo cambiare perché quello che abbiamo fatto e stiamo facendo per insegnare la scrittura e per far diventare i nostri studenti lettori, scrittori, critici appassionati per tutta la vita non ha funzionato e non funziona. In particolare mi riferisco alla scuola secondaria di primo e secondo grado. Questa affermazione non ha la presunzione di basarsi su u ...; [Leggi tutto...]
Ci sono numerose risposte alla domanda che dà il titolo a questo articolo. La prima e più importante rinvia a una ragione pratica. Dobbiamo cambiare perché quello che abbiamo fatto e stiamo facendo per insegnare la scrittura e per far diventare i nostri studenti lettori, scrittori, critici appassionati per tutta la vita non ha funzionato e non funziona. In particolare mi riferisco alla scuola secondaria di primo e secondo grado. Questa affermazione non ha la presunzione di basarsi su un'analisi accurata della ricerca o sulla statistica. È semplicemente una constatazione che deriva dalla mia esperienza di insegnante e dalle riflessioni di decine e forse centinaia di insegnanti con i quali mi sono confrontata nel corso di tanti anni. Ma, considerando i dati proposti da alcune ricerche, possiamo trarre conferma di ciò che la nostra intuizione ci dice. Davanti a questa sfida, molti di noi si interrogano e provano alternative. Si tratta però quasi sempre di iniziative sporadiche. Non si giunge a un approccio didattico radicalmente diverso, strutturato e organico. Serve allora la descrizione di una metodologia completa da cui prendere spunto per modificare alcune routine e la nostra pratica.
Abstract/Sommario: L'argomento in questo articolo è quello della scrittura: abilità funzionale, importante e necessaria (così come quelle del leggere e del saper contare) in ogni momento della vita. La metodologia della didattica tradizionale si basa sulla motivazione di facilitare l'apprendimento dell'automatismo attraverso la semplificazione della lingua scritta, la quale è suddivisa in micro-unità elementari: simboli alfabetici, suoni, parole mono-bi-trisillabe, frasi corte, ecc., le informazioni arri ...; [Leggi tutto...]
L'argomento in questo articolo è quello della scrittura: abilità funzionale, importante e necessaria (così come quelle del leggere e del saper contare) in ogni momento della vita. La metodologia della didattica tradizionale si basa sulla motivazione di facilitare l'apprendimento dell'automatismo attraverso la semplificazione della lingua scritta, la quale è suddivisa in micro-unità elementari: simboli alfabetici, suoni, parole mono-bi-trisillabe, frasi corte, ecc., le informazioni arrivano al bambino in pacchetti di obiettivi predisposti in ordine dal più semplice al più complesso, seguendo una procedura temporale definita, in attesa di risultati veloci (soprattutto nei primi mesi della prima classe, e in genere, anche i genitori si attendono che il loro figlio incomincia a saper leggere e a scrivere entro due o tre mesi dall'inizio della scuola). Anche se l'insegnante si muove seguendo un programma ben preciso che prevede l'organizzazione sequenziale dei vari obiettivi da raggiungere e la loro scomposizione in altri obiettivi più facili da elaborare da parte degli alunni ( e la valutazione finale dei risultati raggiunti) c'è da affermare che non si tratta di movimenti sbagliati; quello che non va è la tecnica usata dall'insegnante quando quest'ultima presenta la lingua scritta agli allievi. Si ha spesso che in classe la scrittura è artefatta (es. aiuola) e in questi casi i bambini imparano solo parole isolate o brevi frasi e spesso hanno, alla fine dell'anno scolastico, un atteggiamento di passiva accettazione nei confronti della lettura e della scrittura. La parola principale per il bambino è soprattutto comunicazione ed è da queso punto che afferma l'autrice bisogna partire, dalle possibilità cioè comunicative della forma scritta, e mostrare ai bambini l'utilità della lettura e della scrittura dal punto di vista concreto in modo per loro comprensibile.
Abstract/Sommario: L'autore tratta un argomento piuttosto spinoso: la valutazione, indicandoci come essa può essere trattata per la formazione di apprendimenti significativi e migliorare, anche, la comunicazione tra la scuola e gli studenti e le loro famiglie. Valutare fa parte della professione di ogni singolo docente e le scelte di questi ultimi di come valutare gli apprendimenti possono essere molto diverse, quello che non è mai cambiato e né cambia è il fatto che la valutazione rappresenta un aspetto ...; [Leggi tutto...]
L'autore tratta un argomento piuttosto spinoso: la valutazione, indicandoci come essa può essere trattata per la formazione di apprendimenti significativi e migliorare, anche, la comunicazione tra la scuola e gli studenti e le loro famiglie. Valutare fa parte della professione di ogni singolo docente e le scelte di questi ultimi di come valutare gli apprendimenti possono essere molto diverse, quello che non è mai cambiato e né cambia è il fatto che la valutazione rappresenta un aspetto fondamentale nella vita scolastica di ogni allievo, oltre ad essere un metodo importante per costruire e monitorare gli apprendimenti; infatti, attraverso le diverse prove di valutazione l'alunno attiva le proprie capacità e risorse di conoscenza ponendosi egli stesso alla prova verso i compiti assegnatogli. Svolgendo un compito di valutazione l'allievo è in grado di capire ciò che sa fare da ciò che non sa fare, e in questo caso è molto importante la figura dell'insegnante che deve guidarlo in modo opportuno per migliorare la sua prestazione e preparazione. Questo significa fare la valutazione autentica, cioè fare lavorare gli allievi su compiti autentici; questi ultimi sono così chiamati perché richiedono che l'alunno metta in atto la sua prestazione al pari di come un esperto la esegue. Qualunque sia, poi, la modalità adottata per realizzare la valutazione, si arriva sempre ad un punto critico: l'espressione quantitativa del giudizio, dove è importante scegliere una scala, dare una definizione operativa precisa dei livelli che la compongono e formare, inoltre, in modo opportuno sia chi la dovrà usare, sia per la valutazione (insegnanti) e sia per capire la stessa valutazione (genitori). La definizione operativa non è altro che l'elenco dei vari obiettivi di apprendimento raggiunti e anche quelli non raggiunti e ciò riguarda tutti i livelli della scala (disciplina per disciplina). La migliore valutazione è sempre quella che analizza lo studente su ciò che sa fare e i punti sui quali deve ancora migliorare, ed in specifico "su cosa" e "come".