Risultati ricerca

Abstract/Sommario: La relazione tra la depressione e le abilità sociali nella popolazione generale è già stata descritta molto bene. Tuttavia, gli studi sulla depressione e le abilità sociali in persone con ritardo mentale grave e profondo sono ancora pochi. Per compensare la scarsità di ricerca con questa popolazione, abbiamo indagato la relazione tra le abilità sociali e la depressione in 36 persone con ritardo mentale da grave a profondo. Tra le persone con depressione e le persone del gruppo di contr ...; [Leggi tutto...] La relazione tra la depressione e le abilità sociali nella popolazione generale è già stata descritta molto bene. Tuttavia, gli studi sulla depressione e le abilità sociali in persone con ritardo mentale grave e profondo sono ancora pochi. Per compensare la scarsità di ricerca con questa popolazione, abbiamo indagato la relazione tra le abilità sociali e la depressione in 36 persone con ritardo mentale da grave a profondo. Tra le persone con depressione e le persone del gruppo di controllo sono state riscontrate differenze significative, utilizzando come strumento di misura il MESSIER (matson evaluation of social skills for individuals with severe retardation). Nell’articolo vengono commentate le implicazioni di questi risultati.

Abstract/Sommario: Nonostante i ricercatori abbiano cercato di affrontare le difficoltà che si incontrano nel diagnosticare un disturbo affettivo nella popolazione con disabilità cognitiva, fare una diagnosi di disturbo bipolare a una persona con disabilità cognitiva grave rimane una sfida. Scopo di questo studio era individuare quali sintomi possono predire una diagnosi di mania nella popolazione con disabilità cognitiva. Hanno preso parte allo studio tre gruppi con disabilità cognitiva: (1) persone con ...; [Leggi tutto...] Nonostante i ricercatori abbiano cercato di affrontare le difficoltà che si incontrano nel diagnosticare un disturbo affettivo nella popolazione con disabilità cognitiva, fare una diagnosi di disturbo bipolare a una persona con disabilità cognitiva grave rimane una sfida. Scopo di questo studio era individuare quali sintomi possono predire una diagnosi di mania nella popolazione con disabilità cognitiva. Hanno preso parte allo studio tre gruppi con disabilità cognitiva: (1) persone con una diagnosi di disturbo bipolare che erano al momento maniacali; (2) persone con una diagnosi sull’asse i diversa dal disturbo bipolare; (3) persone senza una diagnosi sull’asse i. Per valutare i sintomi di mania sono state usate due misure riconosciute della mania (DASH-II e P-YMRS). Per individuare quali item riuscissero a identificare correttamente le persone al momento maniacali è stata effettuata una regressione logistica sugli item di mania. L’agitazione psicomotoria, una riduzione del sonno, i cambiamenti nell’umore e l’aggressività sono risultati significativamente correlati alla diagnosi di mania. Inoltre, l’agitazione psicomotoria e i disturbi del sonno erano predittori significativi di una diagnosi di mania. In conclusione, i problemi di sonno e l’agitazione psicomotoria dovrebbero sollecitare i clinici a effettuare una valutazione più approfondita della sintomatologia bipolare. Per formulare una diagnosi di disturbo bipolare in persone con disabilità cognitiva può essere utile fare attenzione a comportamenti osservabili basati sui criteri del DSM-IV.

Abstract/Sommario: È stato svolto uno studio a 4 fasi per indagare l’utilità delle valutazioni delle preferenze con scelta forzata quando si alterano lo sforzo della risposta e la latenza del rinforzo nell’ambito di una valutazione del rinforzo. I risultati hanno indicato che l’accesso a stimoli molto preferiti continuava a servire da rinforzo quando si richiedeva un maggiore sforzo della risposta. Quando è stata aumentata la latenza del rinforzo, l’utilità degli stimoli preferiti come rinforzo è risulta ...; [Leggi tutto...] È stato svolto uno studio a 4 fasi per indagare l’utilità delle valutazioni delle preferenze con scelta forzata quando si alterano lo sforzo della risposta e la latenza del rinforzo nell’ambito di una valutazione del rinforzo. I risultati hanno indicato che l’accesso a stimoli molto preferiti continuava a servire da rinforzo quando si richiedeva un maggiore sforzo della risposta. Quando è stata aumentata la latenza del rinforzo, l’utilità degli stimoli preferiti come rinforzo è risultata variabile. Nonostante gli stimoli continuassero a servire da rinforzo per l’impegno nel compito, un aumento del costo della risposta e della latenza del rinforzo ha avuto come risultato un aumento dei livelli di comportamento inadeguato.

Abstract/Sommario: Questo studio ha indagato se esperienze ripetute di rinforzo di una risposta relazionale avrebbero fatto emergere abilità di richieste derivate in tre adulti disabili. È stato inizialmente insegnato ai partecipanti a richiedere gli oggetti preferiti usando delle immagini; in seguito è stata insegnata loro una discriminazione condizionata tra le immagini e i loro nomi pronunciati e tra i nomi pronunciati e il testo corrispondente. Infine, sono state valutate le richieste di oggetti pref ...; [Leggi tutto...] Questo studio ha indagato se esperienze ripetute di rinforzo di una risposta relazionale avrebbero fatto emergere abilità di richieste derivate in tre adulti disabili. È stato inizialmente insegnato ai partecipanti a richiedere gli oggetti preferiti usando delle immagini; in seguito è stata insegnata loro una discriminazione condizionata tra le immagini e i loro nomi pronunciati e tra i nomi pronunciati e il testo corrispondente. Infine, sono state valutate le richieste di oggetti preferiti usando il testo corrispondente. Tutti e tre i partecipanti hanno dimostrato di possedere abilità di richieste derivate.

Abstract/Sommario: La melatonina viene impiegata per il trattamento dei disturbi del sonno sia in bambini che in adulti con disabilità cognitiva, sebbene non vi sia una licenza di produzione per il suo utilizzo. Sono state esaminate le prove della sua efficacia, dei potenziali effetti collaterali e delle interazioni con altri farmaci, considerando la somministrazione del farmaco a persone con disabilità cognitiva. A tale scopo è stata effettuata una ricerca bibliografica tramite diversi database elettron ...; [Leggi tutto...] La melatonina viene impiegata per il trattamento dei disturbi del sonno sia in bambini che in adulti con disabilità cognitiva, sebbene non vi sia una licenza di produzione per il suo utilizzo. Sono state esaminate le prove della sua efficacia, dei potenziali effetti collaterali e delle interazioni con altri farmaci, considerando la somministrazione del farmaco a persone con disabilità cognitiva. A tale scopo è stata effettuata una ricerca bibliografica tramite diversi database elettronici. Dalle bibliografie degli articoli raccolti nella ricerca sono state ricavate ulteriori fonti bibliografiche. I risultati indicano che la maggior parte degli studi non erano controllati e le poche sperimentazioni controllate erano di dimensioni ridotte. Sembra che la melatonina possa ridurre la latenza dell’inizio del sonno e possa migliorare la durata totale del sonno nei bambini e negli adolescenti con disabilità cognitiva. Sembra che essa non sia in grado di migliorare i risvegli notturni. La melatonina è relativamente sicura a breve termine, ma la sua sicurezza a lungo termine deve essere ancora confermata. Vengono inoltre discusse le potenziali interazioni con altri farmaci, i possibili effetti sulla pubertà e le preoccupazioni riguardo all’uso della melatonina nell’epilessia, nell’asma e nei disturbi depressivi. In conclusione, la melatonina sembra essere un efficace coadiuvante del sonno per i bambini e gli adolescenti con disabilità cognitiva e probabilmente ha effetti simili negli adulti. Potrebbe esserci una eterogeneità nelle risposte a seconda della natura del disturbo del sonno e della causa della disabilità cognitiva o di altre disabilità associate. Sono necessari ulteriori studi prima che si possano trarre conclusioni solide e che si possano formulare delle linee guida per l’impiego della melatonina con persone con disabilità cognitiva.

Abstract/Sommario: Scopo di questo studio era creare uno strumento di misura della partecipazione che fosse pratico da usare con bambini disabili, compresi bambini con disabilità cognitive gravi. L’individual child engagement record/icer è stato studiato per osservare e registrare la partecipazione dei singoli bambini in modo da individuare i programmi migliori per soddisfare le loro esigenze. Tramite questa misura, sono stati osservati cinque bambini con disabilità da lievi a gravi presso un centro incl ...; [Leggi tutto...] Scopo di questo studio era creare uno strumento di misura della partecipazione che fosse pratico da usare con bambini disabili, compresi bambini con disabilità cognitive gravi. L’individual child engagement record/icer è stato studiato per osservare e registrare la partecipazione dei singoli bambini in modo da individuare i programmi migliori per soddisfare le loro esigenze. Tramite questa misura, sono stati osservati cinque bambini con disabilità da lievi a gravi presso un centro inclusivo di assistenza all’infanzia. L’osservazione ha riguardato quattro tipi di attività nel loro svolgimento: routine, insegnamento individualizzato, attività pianificata e attività avviata dal bambino. In generale, i risultati mostrano che i bambini erano più coinvolti nelle attività di routine, mentre il livello più basso di partecipazione è stato riscontrato durante le attività pianificate. Si sono tuttavia trovate alcune differenze tra i bambini rispetto alla capacità relativa dei diversi tipi di attività di promuovere la partecipazione. In conclusione, la misura ha permesso di individuare le attività che possono offrire migliori opportunità di apprendimento per i bambini con disabilità significative.

Abstract/Sommario: Nei giorni 16, 17 e 18 novembre del 2007 si rinnoverà nell’ambito del Convegno di Rimini l’incontro di buona parte della comunità scientifica che, a vario titolo e da differenti prospettive, si occupa in generale di disabilità e in particolare di processi di inclusione o di integrazione, come amiamo chiamarli nel nostro Paese. L’appuntamento di edizione in edizione accresce sempre più la sua rilevanza, non fosse altro che per la massiccia adesione di partecipanti, relatori e conduttori ...; [Leggi tutto...] Nei giorni 16, 17 e 18 novembre del 2007 si rinnoverà nell’ambito del Convegno di Rimini l’incontro di buona parte della comunità scientifica che, a vario titolo e da differenti prospettive, si occupa in generale di disabilità e in particolare di processi di inclusione o di integrazione, come amiamo chiamarli nel nostro Paese. L’appuntamento di edizione in edizione accresce sempre più la sua rilevanza, non fosse altro che per la massiccia adesione di partecipanti, relatori e conduttori di workshop. All’interno del Convegno verrà presentato il tema che riguarda gli interventi cognitivo - comportamentali nei disturbi del comportamento e dell’apprendimento in persone con disabilità gravi. In questa prospettiva interverrà J. Sigafoos, M. O’Reilly sui campi di applicazione dei sistemi di Comunicazione Aumentativa e Alternativa; a G. Lancioni è affidato il compito di argomentare sui nessi causativi tra lo sviluppo delle capacità comunicative della persona con disabilità plurime e ritardo mentale grave e la riduzione dei disturbi del comportamento. Completerà il Simposio l’intervento di P.Ceccarani, il cui compito sarà quello di testimoniare quanto nella pratica educativa e riabilitativa sia effettivamente praticabile e con successo. L’esperienza della Lega del Filo d’Oro è un importantissimo laboratorio di idee e buone pratiche da cui attingere per la riuscita di ogni intervento sulle disabilità gravi, plurime, psicosensoriali e sul ritardo mentale

Abstract/Sommario: La ricerca sui problemi di comportamento tra le persone con ritardo mentale è molto vasta. Tuttavia, pochi studi hanno cercato di indagare l’effetto di problemi di comportamento multipli sulle abilità sociali. Nel presente studio, gli autori hanno esaminato il rapporto tra due problemi di comportamento, le stereotipie e il comportamento autolesivo, e le abilità sociali in persone con ritardo mentale profondo. Centoventi partecipanti sono stati divisi in quattro gruppi, in base alla pre ...; [Leggi tutto...] La ricerca sui problemi di comportamento tra le persone con ritardo mentale è molto vasta. Tuttavia, pochi studi hanno cercato di indagare l’effetto di problemi di comportamento multipli sulle abilità sociali. Nel presente studio, gli autori hanno esaminato il rapporto tra due problemi di comportamento, le stereotipie e il comportamento autolesivo, e le abilità sociali in persone con ritardo mentale profondo. Centoventi partecipanti sono stati divisi in quattro gruppi, in base alla presenza di stereotipie e di comportamenti autolesivi. Le persone con una comorbilità di stereotipie e comportamenti autolesivi mostravano un maggior numero di abilità sociali negative non verbali rispetto alle persone con comportamento autolesivo soltanto e alle persone senza problemi di comportamento. In passato, i ricercatori hanno studiato i problemi di comportamento come fenomeni isolati. Tuttavia, una recente svolta nelle teorie dei problemi di comportamento ha messo in luce la carenza di ricerche sulla natura delle abilità sociali e adattive a fronte di topografie multiple di problemi di comportamento.

Abstract/Sommario: Questo studio ha esaminato i risultati di un intervento con attività competitive per diminuire lo skin picking (comportamento bersaglio) esibito da un alunno di 9 anni con diverse diagnosi comorbili. I risultati di un disegno di ricerca di tipo ABCBAB hanno mostrato che l’uso di oggetti da manipolare scelti dall’alunno ha determinato una diminuzione dello skin picking.

Abstract/Sommario: La ricerca sul trattamento del comportamento di raccogliere/accumulare (hoarding) si limita in genere alle persone di normale intelligenza che manifestano sintomi di disturbo ossessivo compulsivo e rispondono bene alla terapia cognitivo - comportamentale. Abbiamo valutato gli effetti di una procedura di rinforzo individualizzato e restituzione degli oggetti sul comportamento di raccolta/accumulo di tre persone con ritardo mentale grave, usando un disegno sperimentale con linea di base ...; [Leggi tutto...] La ricerca sul trattamento del comportamento di raccogliere/accumulare (hoarding) si limita in genere alle persone di normale intelligenza che manifestano sintomi di disturbo ossessivo compulsivo e rispondono bene alla terapia cognitivo - comportamentale. Abbiamo valutato gli effetti di una procedura di rinforzo individualizzato e restituzione degli oggetti sul comportamento di raccolta/accumulo di tre persone con ritardo mentale grave, usando un disegno sperimentale con linea di base multipla. Alcune valutazioni sistematiche delle preferenze hanno permesso di individuare gli oggetti usati nelle procedure di rinforzo individualizzato. Quando sono state applicate le procedure di trattamento individualizzato e di restituzione dell’oggetto, si sono verificate riduzioni del comportamento in ciascun partecipante. Tali riduzioni sono state mantenute anche quando gli operatori per le cure dirette sono stati formati a mettere in pratica le procedure di trattamento.