Analitico
Marinelli, Chiara Valeria
Reading Skills in Deaf Subjects : Role of Psycholinguistic Factors and Global Influences in Affecting Reading Performance
Abstract/Sommario:
Il presente studio ha esaminato il ruolo delle variabili psicolinguistiche, nonché la presenza di un fattore globale, nel modulare la velocità e l'accuratezza della lettura in individui con una grave disabilità uditiva. Tredici giovani non udenti e tredici udenti che hanno completato la scuola superiore ed erano esperti sia nella lettura labiale che nella lingua dei segni italiana sono stati esaminati e confrontati con un gruppo di soggetti di controllo abbinati per sesso, età e istruz ...; [leggi tutto]
Il presente studio ha esaminato il ruolo delle variabili psicolinguistiche, nonché la presenza di un fattore globale, nel modulare la velocità e l'accuratezza della lettura in individui con una grave disabilità uditiva. Tredici giovani non udenti e tredici udenti che hanno completato la scuola superiore ed erano esperti sia nella lettura labiale che nella lingua dei segni italiana sono stati esaminati e confrontati con un gruppo di soggetti di controllo abbinati per sesso, età e istruzione. È stato esaminato un ampio spettro di variabili psicolinguistiche che influenzano la lettura, contrassegnando i processi visivi (confondibilità delle lettere), sub-lessicali (lunghezza, contestualità del grafema), lessicali (frequenza, dimensione N, stress) e semantici (età di acquisizione e immaginabilità). I tempi di reazione vocale (RT) nella lettura ad alta voce di singole parole erano più lenti nei partecipanti sordi rispetto ai soggetti udenti ma erano influenzati dalle variabili psicolinguistiche in modo molto simile rispetto al gruppo di controllo. Inoltre, i non udenti non hanno mostrato un effetto moltiplicativo in funzione della difficoltà delle parole nella loro lentezza di lettura, ma solo un ritardo costante. Nel complesso, il deficit mostrato dai partecipanti non udenti era relativamente limitato e non associato a specifici processi cognitivi. Questa scoperta è in linea con l'idea che almeno alcuni individui con una grave disabilità uditiva possono raggiungere livelli ragionevolmente elevati di decodifica delle parole.
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