Abstract/Sommario: Due bambini sordi, attraverso l'insegnamento della lingua dei segni (LIS), sono stati integrati nel gruppo classe con buoni risultati. Il percorso è iniziato nella scuola dell'infanzia per garantire al primo bambino (Luca) sordo e privo di comunicazione una partecipazione alla vita della classe; a tal scopo è stato previsto di adoperare sia il linguaggio verbale e sia quello della LIS. L'approccio ai segni, nella scuola dell'infanzia, è stato realizzato in modo ludico, con apprendiment ...; [leggi tutto]
Due bambini sordi, attraverso l'insegnamento della lingua dei segni (LIS), sono stati integrati nel gruppo classe con buoni risultati. Il percorso è iniziato nella scuola dell'infanzia per garantire al primo bambino (Luca) sordo e privo di comunicazione una partecipazione alla vita della classe; a tal scopo è stato previsto di adoperare sia il linguaggio verbale e sia quello della LIS. L'approccio ai segni, nella scuola dell'infanzia, è stato realizzato in modo ludico, con apprendimento imitativo, praticamente è stato possibile disporre quotidianamente del metodo bimodale, supportato dalla presenza di un'insegnante LIS che ha lavorato direttamente con tutti i bambini. Adoperando questo linguaggio, in alternativa a quello verbale, si è riuscito a far uscire Luca dal suo isolamento e alla fine del percorso scolastico, nella scuola dell'infanzia, il bambino si era integrato poiché tutti gli altri bambini riuscivano a interagire con lui in modo diretto. Il passaggio poi alla scuola primaria ha reso questo progetto di formazione-educazione (insegnamento della LIS) in una buona prassi allo scopo di garantire il diritto allo studio a tutti e soprattutto un ambiente veramente inclusivo; questo lavoro ha permesso, dopo qualche tempo, di creare le condizioni favorevoli affinché fosse inserito nella classe un altro bambino sordo (straniero), che è stato affidato a Luca diventando per lui non solo il suo tutor ma un esempio positivo di integrazione.
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Il concetto di disabilità è un termine ombrello (secondo la classificazione ICF) che identifica le difficoltà di funzionamento della persona sia a livello personale che nella partecipazione sociale.