Abstract/Sommario: L'elaborazione delle informazioni temporali se presenta un deficit, è noto ed è anche accertato che fa parte della sindrome di disattenzione e iperattività, ma anche della dislessia ed altre forme di BES. Il potenziamento delle abilità di elaborazione del tempo, affermano gli autori, risulta necessario negli interventi di formazione ed educazione; ciò risulta utile non solo per migliorare l'elaborazione dei tempi brevi, ma anche per i tempi lunghi e quindi, per migliorare le abilità co ...; [leggi tutto]
L'elaborazione delle informazioni temporali se presenta un deficit, è noto ed è anche accertato che fa parte della sindrome di disattenzione e iperattività, ma anche della dislessia ed altre forme di BES. Il potenziamento delle abilità di elaborazione del tempo, affermano gli autori, risulta necessario negli interventi di formazione ed educazione; ciò risulta utile non solo per migliorare l'elaborazione dei tempi brevi, ma anche per i tempi lunghi e quindi, per migliorare le abilità cognitive e la regolazione delle comunicazioni e delle emozioni. Esiste una relazione tra le elaborazioni di unità temporale brevi e la capacità di elaborare diversi eventi in ordine di tempo più ampi (ore, settimane) con gli aspetti emotivi (che sono legati alla gestione del tempo). La gestione del tempo incide non solo sulla cognizione (programmazione, ad esempio, nel problem solving) ma anche sulla autoefficacia e favorisce nel futuro la fiducia in se del soggetto. Inoltre, riguardo agli alunni, è noto che le proprie emozioni o stati emotivi (es. la paura) possono favorire dei deficit nella regolazione del tempo, aumentando il senso di scarsa autoefficacia; in tali casi, possono essere utilizzati dei protocolli di intervento. Questi ultimi, centrati proprio sulla dinamica delle emozioni e della temporalità, possono, secondo i due autori, favorire una riorganizzazione del livello di rappresentazione dell'assetto emotivo.
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