Trattamenti per l'autismo : La parola agli esperti
Abstract/Sommario: Questo articolo è tratto dai corsi di formazione organizzati nel marzo 2006 a Siena e Arezzo dalla Fondazione Fabietti per l’Autismo, con la consulenza del prof. Fred Volkmar, Direttore del Child Study Center, Università di Yale. Si prende in considerazione l'approccio psicodinamico al trattamento dell’autismo che deriva da una concezione dell’autismo come malattia specifica causata da una patologia del genitore, ed in particolare della madre, che sfocerebbe in un ritiro del bambino da ...; [leggi tutto]
Questo articolo è tratto dai corsi di formazione organizzati nel marzo 2006 a Siena e Arezzo dalla Fondazione Fabietti per l’Autismo, con la consulenza del prof. Fred Volkmar, Direttore del Child Study Center, Università di Yale. Si prende in considerazione l'approccio psicodinamico al trattamento dell’autismo che deriva da una concezione dell’autismo come malattia specifica causata da una patologia del genitore, ed in particolare della madre, che sfocerebbe in un ritiro del bambino da un mondo percepito come ostile. Per passare poi all’approccio comportamentale che considera l’autismo un disturbo specifico, caratterizzato da un quadro di comportamenti anomali per eccesso o per difetto. I comportamenti anomali per eccesso comprendono aggressività, auto-stimolazione, linguaggio ecolalico, mentre quelli per difetto comprendono i deficit comunicativi, sociali e nel gioco. Secondo i comportamentisti ognuno di questi eccessi ed ognuno di questi deficit si correla in modo specifico con fattori ambientali. Tutte le forme di trattamento comportamentale derivano dall’analisi sperimentale del comportamento, ovvero dalla scienza deputata alla comprensione delle leggi che regolano l’influenza dell’ambiente sul comportamento. Lo studio e l’applicazione di queste leggi a problemi socialmente significativi (fra i quali l’autismo) si riassume nell'Analisi Applicata del Comportamento (Applied Behaviour Analysis – ABA). L’ABA non è un modello specifico di trattamento, ma una metodologia di applicazione e di ricerca che implica una progettazione sperimentale specifica dell’intervento. Gli autori presentano in modo particolareggiato gli elementi che caratterizzano questo modello e criticano il concetto di guarigione derivato dallo studio di Lovaas del 1987. Si passa poi ad analizzare i trattamenti naturalistici che si differenziano per le procedure, che prevedono l’insegnamento del comportamento nell’ambiente in cui il comportamento si verifica naturalmente, per la natura degli stimoli antecedenti, derivanti dall’ambiente, e delle conseguenze (i rinforzi). Si propongono un più ampio ventaglio di interventi naturalistici che si concentrano sul contenuto piuttosto che sulle tecniche d’insegnamento. Alcuni esempi di approcci evolutivi sono il Floortime (DIR) di Greenspan e Wieder, i programmi SCERTS, Hanen, TEACCH, e il Denver Model. Gli autori analizzano poi alcuni approcci basati sulla comunicazione facilitata, sulle terapie alternative e sul trattamento psicodinamico che è basato su un concetto dell’autismo come risultato di un ritiro del bambino da un ambiente percepito come ostile, spaventoso e pericoloso a causa di una psicopatologia dei genitori (e in particolare della madre) che, interpretando come un rifiuto i normali episodi di frustrazione e di ritiro del bambino, reagirebbero con ostilità invece che con coccole e protezione. Una griglia riassuntiva sottolinea l'afficacia dei trattamenti considerati.
[comprimi]