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Abstract: Dato il grande interesse sul tema dell'autismo la rivista pubblica la prima parte di un articolo messo a punto da Luigi Iovino, esperto dell'AIAS di Nola. Trattare l'autismo non è cosa semplice e necessita di un approccio multidisciplinare con professionisti specializzati, formazione continua e tanta esperienza sul campo; l'autismo è stato definito come una sindrome comportamentale determinata da una alterazione neurobiologica su base genetica. I dati più recenti della ricerca indicano ...; [Read more...] Dato il grande interesse sul tema dell'autismo la rivista pubblica la prima parte di un articolo messo a punto da Luigi Iovino, esperto dell'AIAS di Nola. Trattare l'autismo non è cosa semplice e necessita di un approccio multidisciplinare con professionisti specializzati, formazione continua e tanta esperienza sul campo; l'autismo è stato definito come una sindrome comportamentale determinata da una alterazione neurobiologica su base genetica. I dati più recenti della ricerca indicano che nel 50% dei casi le alterazioni a carico del genoma sono individuabili, cioè in 5 casi su 10 esistono alterazioni genetiche anche se non sempre individuabili attraverso i test genetici standard. Occorre tener presente che tali alterazioni sono molto diverse tra loro e questo conferma quanto sappiamo da sempre, cioè che non esiste un "Autismo", bensì numerose condizioni eziopatogenetiche (estremamente differenti), che si esprimono in maniera fenotipicamente simile e a cui noi diamo un nome unico e comune. Tutto ciò implica che viene diagnosticata autistica una persona con alterazioni genetiche microscopiche e/o invisibili allo stesso modo di un'altra persona con alterazioni più evidenti e manifeste. In termini pratici, anche se riduttivi, è considerata autistica una persona che non parla (e forse non parlerà mai), che farà fatica ad apprendere i concetti base della vita quotidiana (vivere in una comunità), che sarà parzialmente autonoma. Ciò porta ad una importante affermazione (la prima) che l'autismo richiede un buon intervento prima ancora di un trattamento specifico. Tale intervento si deve fondare su una accurata valutazione sul caso specifico e deve portare ad arricchire la diagnosi con altri elementi (clinici e psicopatologici), che servono meglio a definire il tipo di autismo che si sta affrontando, il livello di funzionamento rispetto ai sintomi e alle tappe evolutive, per dare indicazioni allo staff e ai caregiver (famiglia) sulle possibili vie di sviluppo e sulle priorità dell'intervento a breve, medio e lungo termine. Ovviamente, la presa in carico dovrà essere effettuata da parte di una equipe specializzata, sempre aggiornata in grado di dare indicazioni scientifiche degli interventi adatti per il singolo bambino.

Abstract: Il comportamento autolesionista è un disturbo grave e dannoso presentato da bambini autistici. Esso può provocare danni fisici anche gravi al bambino, con necessità di mezzi di contenzione o di protezione. Inoltre, questo comportamento interferisce notevolmente con l'apprendimento, la comunicazione, l'interazione sociale. Molte sono le tecniche per eliminare l'autolesionismo. Con l'avvento del modello comportamentistico, sono state applicate ai comportamenti autistici tecniche di condi ...; [Read more...] Il comportamento autolesionista è un disturbo grave e dannoso presentato da bambini autistici. Esso può provocare danni fisici anche gravi al bambino, con necessità di mezzi di contenzione o di protezione. Inoltre, questo comportamento interferisce notevolmente con l'apprendimento, la comunicazione, l'interazione sociale. Molte sono le tecniche per eliminare l'autolesionismo. Con l'avvento del modello comportamentistico, sono state applicate ai comportamenti autistici tecniche di condizionamento operante. Uno dei metodi non punitivi proposto da Freschi è quello di interferenza positiva, definita come interruzione terapeutica di un comportamento frequente di autolesionismo o di autostimolazione, mediante un comportamento desiderabile e rinforzabile.

Abstract: Il disturbo autistico è stato in un primo momento considerato di origine prevalentemente psicosociale o psicodinamica, ma le evidenze che si sono accumulate negli ultimi anni vanno sempre più chiarendo l'aspetto predominante del substrato biologico nel determinismo della malattia. Dopo aver analizzato i fattori neuropsicologici, genetici, perinatali e immunitari, l'autore analizza alcuni aspetti del trattamento farmacologico: la fenfluramina, gli antidepressivi, il buspirone del sistem ...; [Read more...] Il disturbo autistico è stato in un primo momento considerato di origine prevalentemente psicosociale o psicodinamica, ma le evidenze che si sono accumulate negli ultimi anni vanno sempre più chiarendo l'aspetto predominante del substrato biologico nel determinismo della malattia. Dopo aver analizzato i fattori neuropsicologici, genetici, perinatali e immunitari, l'autore analizza alcuni aspetti del trattamento farmacologico: la fenfluramina, gli antidepressivi, il buspirone del sistema serotoninergico, il sistema dopaminergico, noradrenergico, oppioide, istaminergico, gabaergico e l'utilizzo di sodio valproato, vitamina, piridossina, magnesio e org 2766.

Abstract: I farmaci attualmente utilizzati nel trattamento farmacologico del disordine autistico possono essere suddivisi, a seconda del sistema recettoriale sul quale agiscono, in sei diversi gruppi. Di ciascun gruppo viene offerta una breve presentazione.

Abstract: Nell'ambito dei gravi disturbi della comunicazione la musicoterapia costituisce un intervento specifico in virtù della lettura in chiave sonoro/musicale che è possibile compiere della fenomenologia autistica.

Abstract: I comportamenti autolesivi sono "comportamenti, spesso altamente ripetitivi e ritmici, che provocano danni fisici all'individuo che manifesta il comportamento". Nella popolazione autistica, sono considerati comportamenti autolesionistici non suicidi, dovuti a nessun intento apparente o autolesionismo intenzionale. I comportamenti autolesivi sono altamente prevalenti nelle persone con disturbo dello spettro autistico. Ci sono poche ipotesi sul perché queste persone si autolesionino, sul ...; [Read more...] I comportamenti autolesivi sono "comportamenti, spesso altamente ripetitivi e ritmici, che provocano danni fisici all'individuo che manifesta il comportamento". Nella popolazione autistica, sono considerati comportamenti autolesionistici non suicidi, dovuti a nessun intento apparente o autolesionismo intenzionale. I comportamenti autolesivi sono altamente prevalenti nelle persone con disturbo dello spettro autistico. Ci sono poche ipotesi sul perché queste persone si autolesionino, sul metodo ampiamente accettato per valutare l'autolesionismo e manca un vero consenso per il trattamento. Tuttavia, una revisione completa della letteratura sui comportamenti autolesivi rende evidente che l'eziologia può risiedere in un deficit specifico, in modo simile a come gli psicologi vedono i comportamenti autolesivi nelle persone non autistiche dove esiste un'opzione di trattamento efficace, ma non viene utilizzata su pazienti con autismo. I comportamenti autolesivi nella popolazione autistica dovrebbero essere concettualizzati allo stesso modo in cui sono concettualizzati negli individui neurotipici e dovrebbero essere trattati con gli stessi obiettivi attualmente utilizzati nelle terapie cognitivo comportamentali anche quando l'individuo non parla o è minimamente verbale.

Abstract: Il terrore di dormire si manifesta con comportamenti di paura, pianto ed evitamento dell'andare a letto. Questi comportamenti possono essere confusi nel bambino autistico anche con problemi del sonno e causano grande disagio per la famiglia. L'autore ha approntato un trattamento comportamentale con due bambini istruendo i familiari su come intervenire mezz'ora prima del risveglio e della crisi di terrore del proprio figlio. I risultati sono stati incoraggianti e si presentano come vali ...; [Read more...] Il terrore di dormire si manifesta con comportamenti di paura, pianto ed evitamento dell'andare a letto. Questi comportamenti possono essere confusi nel bambino autistico anche con problemi del sonno e causano grande disagio per la famiglia. L'autore ha approntato un trattamento comportamentale con due bambini istruendo i familiari su come intervenire mezz'ora prima del risveglio e della crisi di terrore del proprio figlio. I risultati sono stati incoraggianti e si presentano come valida alternativa alla terapia farmacologica.

Abstract: Gli obiettivi affrontati in questo caso di studio erano ridurre ed eliminare l'autolesionismo e l'aggressività potenzialmente letali in un uomo con diagnosi di disturbo dello spettro autistico, disabilità intellettiva, disturbo da stress post-traumatico e catatonia. Il trattamento includeva un'analisi comportamentale applicata completa (ABA) e un intervento farmacologico erogato in un contesto di assistenza residenziale in combinazione con la terapia elettroconvulsivante (ECT). Una med ...; [Read more...] Gli obiettivi affrontati in questo caso di studio erano ridurre ed eliminare l'autolesionismo e l'aggressività potenzialmente letali in un uomo con diagnosi di disturbo dello spettro autistico, disabilità intellettiva, disturbo da stress post-traumatico e catatonia. Il trattamento includeva un'analisi comportamentale applicata completa (ABA) e un intervento farmacologico erogato in un contesto di assistenza residenziale in combinazione con la terapia elettroconvulsivante (ECT). Una media di base di 33,7 episodi di autolesionismo e aggressione combinate al giorno è diminuita fino a raggiungere quasi lo zero in circa 2 anni di ECT somministrato con frequenza gradualmente ridotta. In risposta all'ECT, l'uomo ha anche riacquistato le abilità comunicative, la cura di sé e le abilità sociali precedentemente perse, ha migliorato lo stato di salute, non è più tenuto a indossare dispositivi di protezione e non ha avuto effetti collaterali negativi. Questi risultati supportano altri casi segnalati di persone con autismo, catatonia e gravi comportamenti oppositivi che hanno risposto positivamente all'ECT ​​iniziale e di mantenimento. Sono necessarie ulteriori ricerche per confermare i benefici terapeutici e la tolleranza sicura dell'ECT ​​in questa popolazione clinica.

Abstract: Una analisi funzionale breve ha indicato che una ragazza autistica manteneva il comportamento di tenere oggetti in bocca indipendentemente dal contesto sociale. Per questo gli autori hanno realizzato un programma isolando i possibili agenti di rinforzamento non contingenti da quelli legati alla stimolazione procurata dall'oggetto. Sebbene gli interventi si sono dimostrati inutili con rinforzatori separati, si sono mostrati in grado di ridurne il comportamento quando venivano combinati ...; [Read more...] Una analisi funzionale breve ha indicato che una ragazza autistica manteneva il comportamento di tenere oggetti in bocca indipendentemente dal contesto sociale. Per questo gli autori hanno realizzato un programma isolando i possibili agenti di rinforzamento non contingenti da quelli legati alla stimolazione procurata dall'oggetto. Sebbene gli interventi si sono dimostrati inutili con rinforzatori separati, si sono mostrati in grado di ridurne il comportamento quando venivano combinati insieme.

Abstract: Un breve studio sull'incidenza dell'ambiente nel trattare problemi ecolalici in persone autistiche o con ritardo mentale. Gli autori assumono la teoria che il comportamento ecolalico sia strettamente collegato alla risposta che l'ambiente offre e al tipo di vita di relazione.