Search result

Abstract: Il presente lavoro illustra il percorso riabilitativo integrato tra trattamento logopedico e l'approccio c.m. (cognitivo-motivazionale-individualizzato) in un bambino di 8 anni affetto da una patologia neuro-cognitiva con conseguenti difficoltà comunicativo-linguistiche. Viene evidenziato come un lavoro di orientamento alle dimensioni del mondo reale (spazio, tempo, relazioni e oggetti) possa aiutare a stabilizzare e fare evolvere, mediante punti di riferimento, le conoscenze del bambi ...; [Read more...] Il presente lavoro illustra il percorso riabilitativo integrato tra trattamento logopedico e l'approccio c.m. (cognitivo-motivazionale-individualizzato) in un bambino di 8 anni affetto da una patologia neuro-cognitiva con conseguenti difficoltà comunicativo-linguistiche. Viene evidenziato come un lavoro di orientamento alle dimensioni del mondo reale (spazio, tempo, relazioni e oggetti) possa aiutare a stabilizzare e fare evolvere, mediante punti di riferimento, le conoscenze del bambino. Occorre sottolineare come la componente linguistica (in comprensione e in produzione) ne abbia tratto giovamento e la capacità di manipolare il proprio vissuto (ricostruito tramite elementi grafici mobili) abbia permesso al bambino di analizzare meglio i vari contesti, favorendo il linguaggio verbale.

Abstract: L'articolo descrive un progetto di psicomotricità educativa realizzato all'interno di un Centro Diurno per adolescenti disabili di Milano. Vengono descritti il contesto nel quale si è svolta l'attività, gli obiettivi ad essa collegati, le varie fasi del percorso e la metodologia utilizzata con una particolare attenzione rivolta all'utilizzo della CAA.

Abstract: In queste pagine si approfondiscono i concetti di corpo, di gioco e di spazi educativi ed educanti con l’obiettivo di promozione e di cura della dimensione sociale dei bambini, delle famiglie, della cittadinanza. Questo volume propone linee guida metodologiche per costruire interventi psicomotori sia in città sia in mezzo alla natura per bambini fino a dieci anni. Il percorso proposto si articola in tre parti. Prima di tutto si descrivono alcune sfide che individui e comunità devono af ...; [Read more...] In queste pagine si approfondiscono i concetti di corpo, di gioco e di spazi educativi ed educanti con l’obiettivo di promozione e di cura della dimensione sociale dei bambini, delle famiglie, della cittadinanza. Questo volume propone linee guida metodologiche per costruire interventi psicomotori sia in città sia in mezzo alla natura per bambini fino a dieci anni. Il percorso proposto si articola in tre parti. Prima di tutto si descrivono alcune sfide che individui e comunità devono affrontare in questo primo scorcio del XXI secolo, in particolare il tema della povertà educativa e di situazioni di particolare vulnerabilità, come ad esempio la dimensione della genitorialità trans-culturale. In seguito si descrivono metodi, processi e proposte applicabili in vari contesti, con l’obiettivo di promuovere una intenzionalità educativa che coltivi al suo interno un’attenzione particolare alle sfide analizzate in precedenza. Il volume si chiude con il racconto di buone pratiche, utili per comprendere la teoria da un punto di vista operativo.

Abstract: Uno sguardo sul percorso dell’uomo nella conoscenza di sé e di sé nel mondo considerando sia la sua fisicità biologica: corpo/azione/sensazione sia la capacità del suo cervello nel valutare i significati delle proprie esperienze: emozione/ragionamento/scelta/atto intenzionale. Come aiutare a imparare tra il fare visibile e il lavoro invisibile che a sua volta diventa visibile mediante un corpo “imparato”.

Abstract: Il presente studio, a carattere teorico-argomentativo, riflette sulla giustificazione scientifica che sottende la valenza formativo-inclusiva della corporeità. A fronte di un'evoluzione normativa, la scuola oggi necessita sempre più di intervenire ed operare, nell'ambito della didattica per competenze, sulle problematiche emergenti scaturite dal crescente fenomeno dei Bisogni Educativi Speciali (BES). Il lavoro, centrando l'attenzione sulla corporeità quale dispositivo cognitivo, apre ...; [Read more...] Il presente studio, a carattere teorico-argomentativo, riflette sulla giustificazione scientifica che sottende la valenza formativo-inclusiva della corporeità. A fronte di un'evoluzione normativa, la scuola oggi necessita sempre più di intervenire ed operare, nell'ambito della didattica per competenze, sulle problematiche emergenti scaturite dal crescente fenomeno dei Bisogni Educativi Speciali (BES). Il lavoro, centrando l'attenzione sulla corporeità quale dispositivo cognitivo, apre una riflessione anche sulla ridotta consapevolezza da parte dei docenti dell'opportunità di problematiizzare e rendere operative le condotte inclusive con l'ausilio metodologico e strategico della corporeità secondo il paradigma scientifico dell'Embodied Cognitive Science (Lakoff e Johnson, 1999).

Abstract: Questo testo è la trascrizione del capitolo "Curare il malato e curare la malattia per una visione realista e scientifica del fenomeno umano in Medicina", già pubblicato nel volume "Cura il tuo prossimo come te stesso. La persona al centro della ricerca e delle cure" (a cura di Michele Colasanto e Mario Colombo) edito da "Il pensiero scientifico". L'aforisma: "Curare il malato e la malattia" rivela profondo buon senso e un lodevole afflato etico ma rischia di essere fuorviante. Il risc ...; [Read more...] Questo testo è la trascrizione del capitolo "Curare il malato e curare la malattia per una visione realista e scientifica del fenomeno umano in Medicina", già pubblicato nel volume "Cura il tuo prossimo come te stesso. La persona al centro della ricerca e delle cure" (a cura di Michele Colasanto e Mario Colombo) edito da "Il pensiero scientifico". L'aforisma: "Curare il malato e la malattia" rivela profondo buon senso e un lodevole afflato etico ma rischia di essere fuorviante. Il rischio è che "curare il malato" traduca soltanto la parola inglese caring (prendersi cura), nel mentre si lascia al "curare la malattia" la traduzione della parola inglese caring (combattere e possibilmente sconfiggere la causa biologica della malattia stessa): si affermano dicotomia e subalternità fra i due "curare", dunque, a dispetto delle buone intenzioni. Il modello medico dominante è bio-medico, ovvero fa dell'intervento del singolo medico sul singolo malato (la Medicina che si può definire "clinica", dal greco: chinarsi, sul malato, ovviamente) una applicazione totalmente subalterna ai progressi delle scienze chimico-fisico-biologiche (Tesio, 2015). La relazione interpersonale e l'osservazione del paziente nel suo complesso, nonché terapie comportamentali come il colloquio o l'esercizio, appaiono come una ridondante confezione etico-umanitaria, avvolta intorno al vero prodotto scientifico, quello realizzato dalle bio-scienze su parti corporee.

Abstract: Nella scuola primaria l'educazione linguistica può attuarsi in un progetto, secondo l'autore, in cui a partire dall'ascolto del gioco può essere introdotta una ricerca poetica. L'obiettivo del laboratorio è far scoprire ai bambini alcuni percorsi percettivi che portino a scoprire la bellezza dentro di sé e intorno a sé; ciò aiuta il bambino a capire che può trasferire le proprie esperienze di vissuto corporeo alle parole. La poesia può diventare in tal modo il punto di incontro tra cor ...; [Read more...] Nella scuola primaria l'educazione linguistica può attuarsi in un progetto, secondo l'autore, in cui a partire dall'ascolto del gioco può essere introdotta una ricerca poetica. L'obiettivo del laboratorio è far scoprire ai bambini alcuni percorsi percettivi che portino a scoprire la bellezza dentro di sé e intorno a sé; ciò aiuta il bambino a capire che può trasferire le proprie esperienze di vissuto corporeo alle parole. La poesia può diventare in tal modo il punto di incontro tra corpo, pensiero ed emozione. È importante far capire ai bambini la differenza tra un racconto e un testo poetico e quindi, l'uso delle figure retoriche che caratterizzano quest'ultimo (l'insegnante deve aver lavorato prima in tal senso); una volta stabilita l'esistenza di questa base, i bambini sono invitati a sperimentare insieme la nascita di parole belle e vive dentro di loro, e come con la fantasia si possono creare poesie per raccontare qualcosa di sé. Il modello pedagogico usato è quello dello "specchio" (Nicolodi, 2015) per mezzo del quale l'insegnante facilita l'esperienza ludico-motoria incoraggiando il bambino a scrivere sul foglio le proprie esperienze vissute. Il percorso corpo-emozione-pensiero-scrittura viene riconosciuto dal bambino ed espresso con il linguaggio-simbolo delle parole liberamente scritte sul foglio, le quali poi definiscono la personalità del bambino. Queste esperienze di vissuto corporeo-sensoriale facilitano l'ascolto di sensazioni, emozioni, immagini e ricordi che affiorano. Attraverso il linguaggio della poesia, afferma l'autore, noi impariamo a conoscere noi stessi a poco a poco, ad osservarci dentro come siamo fatti; tutto ciò implica l'acquisizione di una maggiore sicurezza in sé stessi e la creazione di una nostra identità fin da bambini.

Abstract: In questo articolo l'autrice mette in evidenza due percorsi, che si sono svolti durante la sua formazione in psicomotricità relazionale (conclusa recentemente), dove ha potuto osservare, in sede di tirocinio, alcuni giochi fatti dai bambini che l'hanno incuriosita. Questi ultimi riguardavano la costruzione di case. Il primo percorso riguarda il caso di un bambino (Tommaso di 3 anni) che non costruiva, ma utilizzava tutti gli spazi vuoti fra gli oggetti e i mobili come rifugi, non perme ...; [Read more...] In questo articolo l'autrice mette in evidenza due percorsi, che si sono svolti durante la sua formazione in psicomotricità relazionale (conclusa recentemente), dove ha potuto osservare, in sede di tirocinio, alcuni giochi fatti dai bambini che l'hanno incuriosita. Questi ultimi riguardavano la costruzione di case. Il primo percorso riguarda il caso di un bambino (Tommaso di 3 anni) che non costruiva, ma utilizzava tutti gli spazi vuoti fra gli oggetti e i mobili come rifugi, non permettendo agli altri bambini di entrare, sottolineando il fatto che quello spazio era riservato alla sua intimità, anche se, tuttavia, lui sentiva il bisogno di entrare in relazione con i suoi compagni e con l'esterno. Il secondo percorso è quello di Riccardo e del suo gruppo (età tra i 10 e i 12 anni) per il quale la costruzione di abitazioni assumeva il ruolo di collante; il costruire rappresentava per loro un modo di collaborare, oltre che giocare, e a difendere i loro lavori dalle incursioni altrui. Gli oggetti utilizzati per il loro scopo erano gli stessi; il bambino più piccolo non costruiva e come tutti i bambini più piccoli, nella sala di psicomotricità, più spesso utilizzano spazi tra i vari materiali sovrapposti, rifugiandosi al loro interno e ciò per ripararsi dallo sguardo degli adulti. I bambini, invece, più grandicelli tendono ad edificare costruzioni più complesse ed alte, ricche di dettagli, e scegliendo anche i nomi e le funzioni di queste loro costruzioni, dando poi vita ai personaggi più adatti ad ognuna di queste ultime.

Abstract: L'articolo approfondisce due sperimentazioni in campo educativo e rieducativo in cui la danza occupa uno spazio importante. Il laboratorio proposto alle donne dell'Istituto di Custodia Attenuata per detenute madri di San Vittore e Arteducazione, un servizio del Comune di Milano cogestito dalla Cooperativa "Tempo per l'Infanzia"e "Axé Italia Onlus". Dal racconto delle due esperienze sarà possibile comprendere maggiormente i diversi contesti sociali in cui la danza è stata usata come str ...; [Read more...] L'articolo approfondisce due sperimentazioni in campo educativo e rieducativo in cui la danza occupa uno spazio importante. Il laboratorio proposto alle donne dell'Istituto di Custodia Attenuata per detenute madri di San Vittore e Arteducazione, un servizio del Comune di Milano cogestito dalla Cooperativa "Tempo per l'Infanzia"e "Axé Italia Onlus". Dal racconto delle due esperienze sarà possibile comprendere maggiormente i diversi contesti sociali in cui la danza è stata usata come strumento di crescita e approfondire gli sfondi metodologici che legittimano questo tipo di interventi. La premessa lega le due esperienze attraverso una riflessione sulla performance come strumento trasformativo e rigenerativo delle comunità coinvolte.

Abstract: L'articolo ripercorre il ciclo di formazione "Corpo e educazione. vissuti, rappresentazioni, desideri, criticità" rivolto alla cittadinanza e proposto all'interno della cornice del progetto "QUBI, quanto basta in contrasto alla povertà educativa" che si sta sviluppando nella città di Milano. Il percorso, iniziato in presenza e poi proseguito in modalità online, ha approfondito il tema degli spazi in relazione all'educazione. Partita dallo spazio intimo della casa, l'esplorazione si è p ...; [Read more...] L'articolo ripercorre il ciclo di formazione "Corpo e educazione. vissuti, rappresentazioni, desideri, criticità" rivolto alla cittadinanza e proposto all'interno della cornice del progetto "QUBI, quanto basta in contrasto alla povertà educativa" che si sta sviluppando nella città di Milano. Il percorso, iniziato in presenza e poi proseguito in modalità online, ha approfondito il tema degli spazi in relazione all'educazione. Partita dallo spazio intimo della casa, l'esplorazione si è poi aperta alla scuola, agli spazi naturali e antropizzati tenendo sempre al centro un pensiero sul valore dei luoghi per la crescita e la formazione delle persone e delle comunità. Seppure online l'approccio metodologico è stato caratterizzato da approfondimenti teorici su ogni tema parallelamente a proposte esperienziali che aprissero il gruppo a una condivisione di vissuti e desideri.