Abstract: È essenziale valutare il dolore per un trattamento adeguato e per migliorare la qualità di vita della persona. L’assessment del dolore nella popolazione con Disturbo del Neurosviluppo (DSN) è poco efficace quando si affida a strumenti di auto-segnalazione, che possono determinarne una sottostima e un trattamento inadeguato. Per queste persone è importante espandere gli indicatori alle espressioni non verbali e ai comportamenti associati alle condizioni dolorose. Verrà illustrata l’espe ...; [Read more...]
È essenziale valutare il dolore per un trattamento adeguato e per migliorare la qualità di vita della persona. L’assessment del dolore nella popolazione con Disturbo del Neurosviluppo (DSN) è poco efficace quando si affida a strumenti di auto-segnalazione, che possono determinarne una sottostima e un trattamento inadeguato. Per queste persone è importante espandere gli indicatori alle espressioni non verbali e ai comportamenti associati alle condizioni dolorose. Verrà illustrata l’esperienza di Fondazione Sospiro con la Pain and Discomfort Scale.
Abstract: Il presente contributo rappresenta un estratto di sintesi del documento "Verso i Centri Servizi alla Persona, un nuovo modello a superamento delle attuali RSA. I servizi domiciliari, semiresidenziali, i servizi residenziali e le soluzioni abitative di servizio (cohousing) in un'unica soluzione gestionale", prodotto dall'Associazione di Promozione sociale Rinata. In particolare il documento completo raccoglie le riflessioni e i contributi che hanno portato l'Associazione alle conclusion ...; [Read more...]
Il presente contributo rappresenta un estratto di sintesi del documento "Verso i Centri Servizi alla Persona, un nuovo modello a superamento delle attuali RSA. I servizi domiciliari, semiresidenziali, i servizi residenziali e le soluzioni abitative di servizio (cohousing) in un'unica soluzione gestionale", prodotto dall'Associazione di Promozione sociale Rinata. In particolare il documento completo raccoglie le riflessioni e i contributi che hanno portato l'Associazione alle conclusioni quì sintetizzate.
Abstract: L'articolo propone un gioco di immaginazione ipotizzando la vita in un contesto nel quale le caratteristiche del disturbo dello spettro dell'autismo rappresentino la condizione ricorrente. Come potrebbe sentirsi un presunto tipico che in quel mondo rovesciato finirebbe per essere atipico? Viene evidenziato come la neurodivergenza sia in larga parte ambiente-dipendente, nel senso che gli individui finiscono per sviluppare un disagio maggiore in contesti poco adeguati alla loro personale ...; [Read more...]
L'articolo propone un gioco di immaginazione ipotizzando la vita in un contesto nel quale le caratteristiche del disturbo dello spettro dell'autismo rappresentino la condizione ricorrente. Come potrebbe sentirsi un presunto tipico che in quel mondo rovesciato finirebbe per essere atipico? Viene evidenziato come la neurodivergenza sia in larga parte ambiente-dipendente, nel senso che gli individui finiscono per sviluppare un disagio maggiore in contesti poco adeguati alla loro personale diversità, nei quali finisca per risultare complesso attingere alle proprie risorse personali in assenza di supporti ambientali che fungano da facilitatori. Questo percorso immaginario in un mondo rovesciato si prefigge di sollecitare una riflessione assumendo la prospettiva della persona con autismo e consente di individuare linee operative che possano orientare l'intervento educativo.
Abstract: Oggi la disabilità visiva costituisce un problema grave di sanità pubblica. La stessa OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) la considera tra le maggiori priorità dei Servizi Sanitari, cercando di attuare in tutte le Nazioni misure di prevenzione ma anche di riabilitazione. La maggior parte delle persone che soffrono di problemi visivi vive in Paesi a basso reddito, ma anche nei Paesi più industrializzati (l'Italia non è esente) il problema esiste. Le cause di tutto ciò sono di nat ...; [Read more...]
Oggi la disabilità visiva costituisce un problema grave di sanità pubblica. La stessa OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) la considera tra le maggiori priorità dei Servizi Sanitari, cercando di attuare in tutte le Nazioni misure di prevenzione ma anche di riabilitazione. La maggior parte delle persone che soffrono di problemi visivi vive in Paesi a basso reddito, ma anche nei Paesi più industrializzati (l'Italia non è esente) il problema esiste. Le cause di tutto ciò sono di natura diversa: al primo posto ci sono le malattie degenerative (cataratta, degenerazione maculare, glaucoma e retinopatia diabetica) ma ci sono, anche, i traumi e forme ereditarie familiari. Il rischio principale è, invece, determinato dall'invecchiamento e l'aumento della vita media dell'individuo ha individuato che oggigiorno in Italia il 90% circa dei disabili visivi ha più di 50 anni; tuttavia, solo lo 0,22% in Italia vede riconosciuta la loro condizione di disabilità e i loro diritti, ciò è dovuto alle varie difficoltà che queste persone hanno incontrato nell'ottenere la certificazione idonea attestante il loro stato superando le diverse barriere della burocrazia. Alcune di queste malattie possono essere curate con successo (es. la cataratta) oppure possono essere rallentate nel loro progredire (es. la degenerazione maculare) anche se esiste sempre il rischio di una disabilità di vario grado. Da tutto ciò emerge l'assoluta necessità della riabilitazione visiva, cioè potenziare il residuo visivo della persona interessata motivando la stessa e dopo ricorrendo a sfruttare la sua abilità residua con la fornitura di una tecnologia adatta. Si desume, quindi, che nel percorso della riabilitazione (non certo semplice) è il paziente che rappresenta l'attore principale, la quale richiede nello stesso tempo l'intervento di una equipe multidisciplinare con la messa a punto di un progetto studiato appositamente per la persona. C'è da dire, però, che la riabilitazione visiva è una branca della medicina oftalmologica abbastanza recente; In Italia, poi, c'è una certa precarietà, poco interesse e soprattutto pochissime risorse oltre a nessuna aderenza agli standard, tenendo presente che oggigiorno nel nostro Paese una persona su 100 soffre di deficit visivi. Questa è una gravissima carenza se si considera che tale incidenza crescerà con l'invecchiamento della popolazione.
Abstract: L'articolo riguarda un estratto del saggio "Welfarevirus"- Brevi lezioni di metodologia del lavoro sociale (impartite da una umanità impaurita) del direttore (Fabio Folgheraiter) che apre il numero speciale di questa rivista (La rivista del lavoro sociale) dedicato all'emergenza Covid. Un saggio che ci aiuta a ragionare su tanti aspetti della nostra vita toccati dal coronavirus e su cosa possiamo imparare tutti da questa "lezione". Tutta la nostra cultura occidentale, infatti, sarà pot ...; [Read more...]
L'articolo riguarda un estratto del saggio "Welfarevirus"- Brevi lezioni di metodologia del lavoro sociale (impartite da una umanità impaurita) del direttore (Fabio Folgheraiter) che apre il numero speciale di questa rivista (La rivista del lavoro sociale) dedicato all'emergenza Covid. Un saggio che ci aiuta a ragionare su tanti aspetti della nostra vita toccati dal coronavirus e su cosa possiamo imparare tutti da questa "lezione". Tutta la nostra cultura occidentale, infatti, sarà potentemente scossa da questa pandemia, ma ci sono anche spunti preziosi secondo l'autore. Tutta l'intera società italiana si è attivata in modo straordinario in queste settimane; non solo il welfare combatte per se stesso in questo periodo e non solo il mondo della Sanità (medici, infermieri, operatori socio-sanitari) e il mondo del Sociale (assistenti sociali, psicologi, educatori, operatori socio-assistenziali, volontari) si stanno facendo in quattro, andando oltre ogni limite immaginabile. La lotta per la salute è dell'intera società.
Abstract: La diagnosi precoce della perdita dell'udito correlata all'infezione da citomegalovirus (cCMV) congenita è aumentata dalla diffusione dei programmi di screening dell'udito neonatale (NHS) in tutto il mondo. Tuttavia, poiché la maggior parte dei neonati colpiti è asintomatica alla nascita, ma può sviluppare la perdita dell'udito in seguito, alcuni di loro possono sfuggire al servizio sanitario nazionale. Lo scopo di questo studio era confrontare i risultati in due coorti di bambini, in ...; [Read more...]
La diagnosi precoce della perdita dell'udito correlata all'infezione da citomegalovirus (cCMV) congenita è aumentata dalla diffusione dei programmi di screening dell'udito neonatale (NHS) in tutto il mondo. Tuttavia, poiché la maggior parte dei neonati colpiti è asintomatica alla nascita, ma può sviluppare la perdita dell'udito in seguito, alcuni di loro possono sfuggire al servizio sanitario nazionale. Lo scopo di questo studio era confrontare i risultati in due coorti di bambini, in una delle quali tutti i neonati che non sono stati seguiti dal servizio sanitario sono stati testati per cCMV. I risultati sono stati confrontati retrospettivamente per la diagnosi precoce della perdita dell'udito correlata al cCMV tra due gruppi di pazienti. Il gruppo 1 includeva i primi 3 anni di attività senza uno screening cCMV mirato ed era composto da bambini nati tra il 2012 e il 2014. Il gruppo 2 includeva i neonati nati tra il 2015 e il 2017: in questo gruppo, coloro che non hanno ricevuto valutazioni dal servizio sanitario sono stati sottoposti all'analisi CMV delle urine entro 14 giorni. Ci sono stati 17.229 nati vivi durante il periodo di studio, 20 sono stati diagnosticati con infezione da cCMV, con una prevalenza globale di 1,1:1000. Sono stati identificati 72 neonati (0,42%) con perdita dell'udito, il 7% dei quali con diagnosi di infezione da cCMV, 3/34 (8,8%) nel gruppo 1 e 2/38 (5,3%) nel gruppo 2 (p¼,66). Un neonato nel gruppo 2 è stato identificato attraverso il protocollo. La percentuale di pazienti affetti da ipoacusia correlata al cCMV diagnosticata durante il SSN ha mostrato differenze non significative nei due gruppi. I risultati suggeriscono che l'indice di sospetto di infezione da cCMV in un ospedale terziario è attualmente alto e i neonatologi sono in grado di identificare la maggior parte dei casi sintomatici che hanno un rischio maggiore di sviluppare la perdita dell'udito. Vale la pena abbinare lo screening cCMV e il programma sanitario in quanto consente il riconoscimento precoce dei casi asintomatici con perdita dell'udito e successiva somministrazione immediata di terapia antivirale.