Abstract: Nei prossimi decenni secondo le ultime ricerche demografiche è previsto un aumento considerevole della popolazione anziana mondiale, la quale continuerà a crescere in modo costante fino al 2050; ciò porterà di conseguenza anche ad un aumento di tutte le malattie non trasmissibili, ossia quelle che non sono causate da agenti infettivi e che sono di vari tipi: patologie cardiovascolari, patologie neurodegenerative (morbo di Parkinson e di Alzheimer), patologie riguardanti la vista e l'ud ...; [Read more...]
Nei prossimi decenni secondo le ultime ricerche demografiche è previsto un aumento considerevole della popolazione anziana mondiale, la quale continuerà a crescere in modo costante fino al 2050; ciò porterà di conseguenza anche ad un aumento di tutte le malattie non trasmissibili, ossia quelle che non sono causate da agenti infettivi e che sono di vari tipi: patologie cardiovascolari, patologie neurodegenerative (morbo di Parkinson e di Alzheimer), patologie riguardanti la vista e l'udito, diabete ed altre ancora che sono tutte propense a diventare croniche. Inoltre si prevede che nei prossimi anni, tra il 2045-2050, secondo i dati dello stesso Ministero della Salute, il numero di persone anziane in Italia supererà più del doppio quello delle persone giovani. Di conseguenza, ciò procurerà un peso sia sociale e sia economico non indifferente che coinvolgerà tutti i sistemi sanitari in Italia (pubblici e privati); quindi, in tal caso diventa veramente indispensabile attuare una programmazione e delle azioni che mirano alla prevenzione e alla riduzionedi queste patologie e le loro limitazioni. Secondo i dati dell'OMS, la demenza è la settima causa di morte al mondo e i dati sono in costante aumento. La malattia è una patologia devastante sia per la persona colpita e sia per tutto l'ambiente col suo sistema di relazioni al cui interno la persona vive; da ciò scaturisce in quest'ultima un senso di solitudine, chiusura in se stessi, iperattività e atteggiamenti di natura ossessiva e compulsiva, che sono tutti i tentativi che la stessa persona mette in atto per cercare di tenere sotto controllo la situazione. Oggi c'è molta disponibilità di terapie farmacologiche ma tuttavia queste ultime hanno per lo più un efficacia limitata, e per tale motivo si è lavorato, alla realizzazione di interventi non farmacologici detti anche psicosociali. Questi interventi possono cambiare il decorso della malattia con opportuni cambiamenti dell'ambiente fisico in cui il malato vive e della rete di relazioni. Infatti, possono promuovere la possibilità di "vivere bene con la demenza", fare in modo che la persona coinvolta si adatta alla sua condizione e di fornirgli l'aiuto e l'assistenza di cui ha bisogno.