Abstract: Questa monografia è dedicata al tema dell’ineducabilità e dell’educabilità. L’ineducabilità, assunta come un a priori per alcune categorie, non solo soggetti con disabilità. La prospettiva inclusiva comporta la decisione che tutti sono educabili. Ma è sufficiente averlo deciso? La decisione comporta un impegno complesso, mai concluso, individualizzato. Il mio contributo e quelli di Jean Gaudreau, Paola Guidet, Paolo Marchesini, Piero Crispiani, Luigi d’Alonzo e Rossella Gianfagna appro ...; [Read more...]
Questa monografia è dedicata al tema dell’ineducabilità e dell’educabilità. L’ineducabilità, assunta come un a priori per alcune categorie, non solo soggetti con disabilità. La prospettiva inclusiva comporta la decisione che tutti sono educabili. Ma è sufficiente averlo deciso? La decisione comporta un impegno complesso, mai concluso, individualizzato. Il mio contributo e quelli di Jean Gaudreau, Paola Guidet, Paolo Marchesini, Piero Crispiani, Luigi d’Alonzo e Rossella Gianfagna approfondiscono questi aspetti, collegando l’ottimismo pedagogico di molti educatori della nostra storia e le dinamiche delle conoscenze, che cambiano il rapporto fra educabilità e ineducabilità. Estremamente significativo appare anche l’articolo dello studioso di Teologia morale Luigi Lorenzetti, che riflette su tali questioni con le ragioni del moralista. Il tema è aperto, nel senso che l’area dell’educabilità può essere messa in pericolo da decisioni che apparentemente guardano altrove. La monografia non vuole dunque chiudere una riflessione, ma aprirla, stimolando nuovi interrogativi.
Abstract: Il concetto di attività fisica e sportiva sta oggi convergendo sempre più con il concetto di salute e benessere. Nel Progetto di vita delle persone con disabilità si parla di tempo libero e sport, con lo sport che viene visto come momento aggregante, educativo, formativo e di crescita della persona. In questo caso parliamo soprattutto di una attività sportiva che privilegi i processi di acquisizione delle abilità da parte del ragazzo e che rifiuti le forme di allenamento centrate esclu ...; [Read more...]
Il concetto di attività fisica e sportiva sta oggi convergendo sempre più con il concetto di salute e benessere. Nel Progetto di vita delle persone con disabilità si parla di tempo libero e sport, con lo sport che viene visto come momento aggregante, educativo, formativo e di crescita della persona. In questo caso parliamo soprattutto di una attività sportiva che privilegi i processi di acquisizione delle abilità da parte del ragazzo e che rifiuti le forme di allenamento centrate esclusivamente sul conseguimento dei risultati fini a se stessi, cercando altresì di realizzare il massimo coinvolgimento di tutti gli allievi. In questo modo, attraverso lo sport si può tentare di superare l’artificiosa e netta antitesi fra individui diversamente abili e normodotati. Nel primo contributo della monografia viene illustrata l’evoluzione storica che c’è stata nel mondo dello sport per le persone con disabilità. Nel secondo contributo viene fatto il punto della situazione sulla cultura del movimento nel Progetto di vita, facendo riferimento soprattutto all’importanza del gioco, in questo caso il gioco motorio. Nel terzo articolo viene approfondito il tema dello sport educativo per i disabili mentali che ha come fine quello di migliorare la qualità della vita. Nel quarto contributo, elaborato dalla curatrice della monografia, viene affrontato il tema dello sport come mediatore per lo sviluppo e la crescita della persona con disabilità, soffermandosi a esaminare le numerose barriere esterne e interne che può trovare una persona disabile nel momento in cui decide di praticare uno sport. Una volta superati questi ostacoli, lo sport deve favorire la crescita dell’individuo facendolo sentire vincente e realizzato attraverso una serie di proposte educative che soddisfino le aspettative e i desideri della persona con disabilità. Solo quando si sentirà un vero atleta e non penserà alla sua disabilità potremo parlare di sport come mediatore per la crescita della persona. Nell’ultimo articolo affronta le problematiche relative al rapporto tra sport e capitale umano nelle persone svantaggiate. La proposta parte dalla constatazione del disimpegno di ricerca e riflessione teorica della comunità scientifica in riferimento alle scienze sociali e allo sport e rende espliciti alcuni interrogativi, richiedendo possibili risposte da parte della conoscenza pedagogica, sociologica e sportiva.