Abstract: L'articolo, traendo spunto da una ricerca condotta nei servizi di tutela minorile, suggerisce che le abituali modalità di supervisione prestano insufficiente attenzione al peso emotivo del lavoro e non rinforzano la capacità di recupero psicologico degli operatori. La supervisione non dovrebbe limitarsi a prendere in considerazione i doveri d'ufficio, degli assistenti sociali. Il supervisore può essere concepito come un "messaggero" che invia comunicazioni agli operatori e ne riceve da ...; [Read more...]
L'articolo, traendo spunto da una ricerca condotta nei servizi di tutela minorile, suggerisce che le abituali modalità di supervisione prestano insufficiente attenzione al peso emotivo del lavoro e non rinforzano la capacità di recupero psicologico degli operatori. La supervisione non dovrebbe limitarsi a prendere in considerazione i doveri d'ufficio, degli assistenti sociali. Il supervisore può essere concepito come un "messaggero" che invia comunicazioni agli operatori e ne riceve da loro; se vogliamo mantenere la tenuta degli operatori sul lavoro è cruciale considerare quali messaggi vengono inviati e come il supervisore vi risponde. Questi dovrebbe aiutare a esplorare l'impatto che pensieri ed emozioni hanno sulla percezione delle situazioni e sull'azione degli assistenti sociali. Un messaggio chiave è sottolineare l'importanza dei singoli operatori per l'organizzazione, promuovendo la loro autostima e autoefficacia.