Abstract: Il 2020 verrà certamente ricordato come l’anno dell’imponderabile, un momento nella storia moderna in cui il sistema sanitario del pianeta ha dovuto affrontare una crisi assolutamente inattesa e fuori dall’ordinario. In una società perennemente alla ricerca della sublimazione e dell’edonismo quotidiano, che cerca costantemente di negare la caducità del corpo e la fragilità della vita, l’impatto della SARSCoV-2 è stato a dir poco deflagrante. Questo non solo perché in pochi mesi ha crea ...; [Read more...]
Il 2020 verrà certamente ricordato come l’anno dell’imponderabile, un momento nella storia moderna in cui il sistema sanitario del pianeta ha dovuto affrontare una crisi assolutamente inattesa e fuori dall’ordinario. In una società perennemente alla ricerca della sublimazione e dell’edonismo quotidiano, che cerca costantemente di negare la caducità del corpo e la fragilità della vita, l’impatto della SARSCoV-2 è stato a dir poco deflagrante. Questo non solo perché in pochi mesi ha creato un sovraccarico generale del sistema sanitario, ma anche perché ha costretto ogni individuo a vivere uno scenario distopico in cui i rapporti umani si distanziano, la socialità assume nuovi connotati e il pericolo della malattia viaggia invisibile attraverso l’aria che si condivide coi propri cari. Ma soprattutto, ha costretto ciascuno di noi a ripensare al labile confine che ci separa dalla morte e al ruolo che dobbiamo interpretare per essere attori di un cambiamento positivo. In questo senso, il personale sanitario è senza dubbio quello più sollecitato da questa spaventosa crisi, non solo in termini di impegno professionale e sfinimento fisico, ma anche dal punto di vista prettamente etico.