Abstract: La probabilità di sviluppare problemi di apprendimento scolastico nella popolazione con disturbo del linguaggio è cinque volte più elevata rispetto alla popolazione normale. Se da un lato la letteratura ha stabilito che esiste una considerevole comorbilità tra il disturbo del linguaggio e il disturbo di apprendimento, ciò che ancora non risulta chiaro sono le cause di questa comorbilità e soprattutto quali competenze specifiche compromesse nel bambino con disturbo del linguaggio correl ...; [Read more...]
La probabilità di sviluppare problemi di apprendimento scolastico nella popolazione con disturbo del linguaggio è cinque volte più elevata rispetto alla popolazione normale. Se da un lato la letteratura ha stabilito che esiste una considerevole comorbilità tra il disturbo del linguaggio e il disturbo di apprendimento, ciò che ancora non risulta chiaro sono le cause di questa comorbilità e soprattutto quali competenze specifiche compromesse nel bambino con disturbo del linguaggio correlino con le difficoltà di apprendimento. Attraverso una revisione sistematica della letteratura scientifica, la presente ricerca si è posta l’obiettivo di comprendere l’evoluzione e in particolare le ricadute sugli apprendimenti scolastici delle difficoltà e dei disturbi di linguaggio non secondarie ad altre patologie. Attraverso una ricerca sistematica sui principali database biomedici sono stati individuati dieci studi; nessuno di questi è stato effettuato su una popolazione italiana (L1: italiano). Dai risultati emerge una correlazione tra il disturbo primario del linguaggio e la dislessia e tra componenti specifiche del linguaggio orale e difficoltà nello sviluppo in epoca scolare delle abilità di lettura, scrittura e di apprendimento formale della matematica. Tali risultati offrono indicazioni utili per la definizione di interventi logopedici in epoca prescolare.
Abstract: I Disturbi di linguaggio sono il disturbo dello sviluppo più frequente in età evolutiva; nei casi più gravi possono estendersi al dominio recettivo. Lo scopo della presente revisione è verificare se siano disponibili, nella letteratura scientifica recente, trattamenti riabilitativi di efficacia per bambini con Disturbo della comprensione verbale in età prescolare. Si è proceduto a definire il quesito clinico con il metodo PICOM e interrogare le banche dati PubMed, Embase, Cochrane Libr ...; [Read more...]
I Disturbi di linguaggio sono il disturbo dello sviluppo più frequente in età evolutiva; nei casi più gravi possono estendersi al dominio recettivo. Lo scopo della presente revisione è verificare se siano disponibili, nella letteratura scientifica recente, trattamenti riabilitativi di efficacia per bambini con Disturbo della comprensione verbale in età prescolare. Si è proceduto a definire il quesito clinico con il metodo PICOM e interrogare le banche dati PubMed, Embase, Cochrane Library, PsychINFO (Ovid), SpeechBITE. Gli studi inclusi sono stati analizzati considerando solo gli outcome relativi alla comprensione verbale. Si sono applicate la PEDro-P Scale per valutare la validità interna degli studi e una griglia costruita ad hoc per la validità esterna. Il processo di selezione ha portato alla inclusione di 18 studi primari (nessuno su campioni italiani) che rispettano i criteri di eleggibilità. Gli interventi descritti variavano per tipo di trattamento, modalità di svolgimento, frequenza, durata e intensità. Tutti gli studi presentano dei bias (validità interna), rispetto alla validità esterna, è possibile applicare al contesto italiano la maggioranza degli interventi proposti. I risultati della ricerca offrono alcune indicazioni utili al trattamento dei bambini con disturbi di comprensione verbale, riassumendo tipologia e modalità di trattamento proposte in relazione alle caratteristiche del campione. Si rileva, in particolare, l'importanza di effettuare interventi precoci e indiretti per bambini con ritardo di linguaggio e difficoltà nel dominio recettivo, si prediligono interventi diretti e intensivi per bambini con disturbo di linguaggio.
Abstract: Il trattamento dei prerequisiti scolastici nei bambini con Disturbo Primario del Linguaggio (DPL) è frequente nella pratica clinica dei servizi di logopedia. L'importanza di questo tipo di interventi si basa su studi che indagano la continuità tra DPL e Disturbo Specifico dell'Apprendimento (DSA) e, in merito, si trovano in letteratura i primi studi di fattibilità. Il presente studio indaga la fattibilità di un intervento logopedico rivolto a bambini con diagnosi di DPL in epoca presco ...; [Read more...]
Il trattamento dei prerequisiti scolastici nei bambini con Disturbo Primario del Linguaggio (DPL) è frequente nella pratica clinica dei servizi di logopedia. L'importanza di questo tipo di interventi si basa su studi che indagano la continuità tra DPL e Disturbo Specifico dell'Apprendimento (DSA) e, in merito, si trovano in letteratura i primi studi di fattibilità. Il presente studio indaga la fattibilità di un intervento logopedico rivolto a bambini con diagnosi di DPL in epoca prescolare, mirato a potenziare i prerequisiti scolastici e realizzato in piccoli gruppi all'interno di un servizio pubblico territoriale. Tutte le abilità oggetto dell'intervento sono migliorate e la quasi totalità in modo significativo, in particolare non solo le abilità metafonologiche e numeriche, ma anche le competenze narrative, la capacità di discriminazione uditiva e di denominazione automatica rapida, nonché le abilità legate alla memoria di lavoro fonologica. E' importante, quindi, prevedere nella presa in carico di bambini con DPL anche attività specifiche di potenziamento dei prerequisiti scolastici in un'ottica di prevenzione di difficoltà o disturbi dell'apprendimento.
Abstract: Si stima che il 25% dei bambini con sviluppo tipico e fino all'80% dei bambini con sviluppo atipico presenti una qualche forma di disordine alimentare (Manikam, 2000; Bryant-Waugh, 2010). E' stata condotta una revisione sistematica della letteratura con l'obiettivo di cercare evidenze scientifiche inerenti al trattamento di bambini in età prescolare con disordini di alimentazione, definiti anche con il termine anglosassone "Feeding disorders". Sono stati determinati a priori i criteri ...; [Read more...]
Si stima che il 25% dei bambini con sviluppo tipico e fino all'80% dei bambini con sviluppo atipico presenti una qualche forma di disordine alimentare (Manikam, 2000; Bryant-Waugh, 2010). E' stata condotta una revisione sistematica della letteratura con l'obiettivo di cercare evidenze scientifiche inerenti al trattamento di bambini in età prescolare con disordini di alimentazione, definiti anche con il termine anglosassone "Feeding disorders". Sono stati determinati a priori i criteri di eleggibilità degli studi e sono state interrogate le banche dati PubMed, Cochrane Library, PsychNFO, SpeechBITE: solo 7 studi pubblicati tra il 1994 e il 2019 rispettavano i criteri stabiliti e sono stati inclusi nella revisione. E' stata condotta una analisi della qualità metodologica e della validità esterna di ciascuno studio. Dai risultati emerge l'efficacia di un intervento indiretto sul bambino; il coinvolgimento dei genitori si dimostra trasversalmente efficace nei diversi lavori proposti: è l'attore principale nella formazione delle preferenze alimentari del bambino e nell'instaurarsi/modificarsi di rigidità e selettività alimentari, e si rafforza l'immagine che il caregiver ha di sé come genitore (Koivisto Hursti, 1999). Alcuni lavori (Sharp, 2016; 2019) mostrano l'efficacia nell'utilizzo di manuali pratici e fruibili sia dal genitore che dal terapista. La definizione di obiettivi risulta essere un comune limite dei diversi studi analizzati in questo lavoro, indice di come ancora sia complesso identificare obiettivi specifici e prese in carico appropriate nell'ambito dei feeding disorders. Il ridotto numero di articoli selezionati non ha permesso di giungere a conclusioni solide in merito a un'unica strategia efficace nel trattamento di questi disturbi, ma permette comunque di trarre utili conclusioni per l'operatività del clinico. Sarebbe auspicabile proseguire lavori di ricerca in ambito riabilitativo con il fine di confrontare approcci riabilitativi diversi e di sperimentare la generalizzabilità dei risultati anche nel contesto italiano.