Abstract: L'autore parte dalla considerazione se gli operatori socio-sanitari e i servizi dove essi operano, possiedono gli strumenti necessari e l'utilizzo di metodi adatti a consentire alle persone, comprese quelle che hanno una disabilità, di tendere alla piena partecipazione e inclusione nella società, tenendo presente che ci sono ad oggi diversi elementi che presuppongono una certa distanza fra i principi di ispirazione e l'effettiva pratica educativa che si svolge poi nella vita quotidiana ...; [Read more...]
L'autore parte dalla considerazione se gli operatori socio-sanitari e i servizi dove essi operano, possiedono gli strumenti necessari e l'utilizzo di metodi adatti a consentire alle persone, comprese quelle che hanno una disabilità, di tendere alla piena partecipazione e inclusione nella società, tenendo presente che ci sono ad oggi diversi elementi che presuppongono una certa distanza fra i principi di ispirazione e l'effettiva pratica educativa che si svolge poi nella vita quotidiana. Secondo l'autore esistono diverse ragioni che creano il cosiddetto "soffitto di cristallo", cioè quella barriera che non permette agli operatori di lavorare in modo efficace per il conseguimento della parità dei diritti delle persone; si tratta di ragioni aventi varia natura: sociale, metodologica, culturale, organizzativa che, pur presentandosi apparentemente invisibili, sono a tutti gli effetti degli ostacoli molto difficili da superare. Questa rappresenta una ragione per cui risulta ardua la realizzazione del modello di lavoro proposto dall'ICF (il quale indica che il lavoro con le persone aventi una disabilità si deve svolgere sulla base dell'integrazione del modello medico con quello sociale e quindi, al modello bio-psico-sociale). Per una progettazione realmente integrata il primo passo da compiere è quello di passare dalla ricerca di un luogo come meta finale dove collocare le persone disabili a quella come luogo dove le stesse persone possono praticare i propri diritti di cittadinanza. L'obiettivo della progettazione deve essere, poi, quello realmente descritto dall'articolo 3 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone disabili: piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella società umana.